In rilievo > Osservatorio sul Femminismo

Tendenze immonde. La merda viene da...

(1/5) > >>

Angelo:
Noterete dai seguenti articoli, come la tendenza femminista e legata alle teorie di genere stia prendendo piede un po' in tutto il mondo "occidentale". Noterete come stanno cambiando la lingua in favore di una "neolingua". Naturalmente non si tratta di complotti, ma di fatti. Questo per mettere le cose in chiaro e per ricercare e diffondere un po' di verità nel mare di menzogne create ad arte.

Indicherò naturalmente anche CHI HA IDEATO queste "NUOVE TENDENZE" e cercherò anche CHI HA FINANZIATO QUESTI SOGGETTI. In tal modo, il lettore, saprà a cosa andrà incontro appoggiando certe leggi "progressiste".


http://www.tempi.it/discriminazione-sessuale-universita-della-citta-di-new-york-vieta-i-termini-mr-e-mrs#.VNEBOdKG9N0

D’ora in poi all’Università della città di New York i professori e gli altri membri dello staff universitario non potranno più chiamare gli studenti con i titoli di “Mr” (signor) e “Mrs” (signorina) per evitare ogni discriminazione sessista.
LINGUAGGIO PROIBITO. L’obiettivo è quello di eliminare i vocaboli maschili e femminili entro la primavera del 2015: «La politica è quella di bandire l’uso di formule di saluto e di riferimenti di genere rivolti agli studenti, ai futuri studenti e a terzi», si legge nella guida per i dipendenti. Ma la direttiva non si riferisce solo alle lettere scritte agli studenti o ai documenti. Come ha spiegato Tanya Domi, portavoce del college, la nuova politica va «interpretata nel modo più ampio possibile».
COME TI SENTI. Le direttive hanno scatenato un dibattito nel mondo accademico e politico intorno alla nuova formulazione del titolo IX della legge federale, che proibisce la discriminazione sessuale nelle attività delle scuole che ricevono fondi dallo Stato. L’interpretazione della norma, però, è già chiara, dato che anche altre scuole stanno prendendo provvedimenti simili invocando la legge. Ad esempio, l’Associazione delle scuole superiori del Montana, dopo aver fatto cadere la proposta, sta subendo continue pressioni per consentire agli studenti che si definiscono transessuali di competere nella squadra che preferiscono. Anche in questo caso, la decisione è stata giustificata dalla nuova formulazione del titolo IX della legge federale.
SPORT E BAGNI. Sulla stessa scia, le nuove politiche delle scuole pubbliche di St. Paul, per cui gli studenti e il personale dovranno utilizzare il nome e il pronome preferito dalla persona a cui si rivolgono. Anche in questo caso, fra le ipotesi in discussione, c’è quella per cui gli studenti potranno partecipare agli sport e alle attività scolastiche che si allineano alla loro percezione di sé, per accedere con lo stesso criterio ai servizi igienici e alle altre strutture che normalmente separano le donne dagli uomini. Sono già in vigore le nuove linee guida del distretto scolastico di Columbus e di Baraboo in Wisconsin, che, anche in questo caso, permettono agli studenti di entrare nelle squadre del sesso a cui si sentono di appartenere.
CORSA AI RIPARI. Al contrario, di fronte all’escalation qualcuno prova a correre ai ripari. In Kentucky è stato presentato un disegno di legge che vieterebbe agli studenti di utilizzare servizi o strutture scolastiche che non corrispondono al loro sesso anatomico. Il “Kentucky Student Privacy Act,” proposto dal senatore C.B. Embry Jr., R-Morgantown, permetterebbe agli studenti di citare in giudizio la scuola in caso di mancato controllo e di trasgressione della norma.


Leggi di Più: Università New York vieta i termini "Mr" e "Mrs" | Tempi.it
Follow us: @Tempi_it on Twitter | tempi.it on Facebook

Angelo:
Faccio inoltre notare che:

http://www.ilgiornale.it/news/politica/lultima-crociata-femminista-boldrini-vuole-insegnare-1036666.html

Per Laura Boldrini è un'ossessione. Da quando si è insediata a Montecitorio la sua è stata una presidenza tutta dedicata alla lotta per la parità di genere.


Combattuta, specialmente, con le parole. Aveva iniziato con "la" presidente, una lunga e rumorosa battaglia per chiedere che nei documenti ufficiali della Camera venisse chiamata così. Adesso lancia un vademecum, a uso delle redazioni, sulle professioni al femminile. La maestrina (rigorosamente al femminile) Boldrini vuole dettare i compiti ai redattori e un po' a tutto il Paese. "Usare il linguaggio in un modo o in un altro è una scelta politica" avvisa la presidente. "Non trovo giusto che donne che svolgono un ruolo - di vertice o no - non debbano avere un riconoscimento di genere, perchè è il segno che vengono considerate delle comete: passeranno, tutto tornerà come prima, tutto tornerà al maschile", eccolo l'ultimo attacco ultrafemminista della Boldrini. È con queste parole che ha portato il suo saluto al convegno organizzato a Montecitorio dalla rete di giornaliste "Giulia" per presentare "Donne, grammatica e media", una guida realizzata ad uso delle redazioni. Insomma la Boldrini & Co vorrebbero dire ai giornalisti quali parole utilizzare.   

"Il problema non è che sia cacofonico dirlo al femminile. In realtà non si vuole assorbire il concetto - attacca la Boldrini - che se un mestiere è fatto da un uomo si declina al maschile, se è fatto da una donna si declina al femminile. Il lavoro dell’insegnante nella scuola primaria è svolto quasi sempre da donne, da maestre. Ma quando c’è un uomo a farlo nessuno lo chiamerebbe maestra solo perchè è il genere di gran lunga prevalente nella categoria".

Ma nel mirino della Boldrini non ci sono solo le redazioni, ma tutti quelli che si ostinano a utilizzare termini al maschile. "Mi auguro che possa rilanciare un dibattito pubblico, perchè non accettare la declinazione al femminile vuol dire non riconoscere un dato di fatto: che i tempi cambiano, che anche la lingua cambia, che non ci sono più i tabù di un tempo, che certe posizioni di responsabilità oggi possono essere per uomini e per donne, e che la donna può anche osare di volerle raggiungerle". La nuova battaglia della Boldrini, più che contro le discriminazioni, sembra contro la lingua italiana.

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/assessora-e-avvocata-grammatica-paritaria-1052162.html   16/09/2014


Questora e sindaca, assessora e avvocata, ministra e architetta, rigorosamente senza il suffisso "-essa" a cui siamo abituati.


Già qualche tempo fa l'Accademia della Crusca auspicava un largo uso di queste parole, cercando anche di convincere i giornali a scriverle più spesso. Adesso, a supportare la battaglia dell'Accademia ci hanno pensato anche l'Università di Trieste, quella di Udine e la Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Hanno stipulato una "Dichiarazione d'intenti per la condivisione di buone pratiche per un uso non discriminatorio della lingua italiana".

L'obiettivo è quello di sensibilizzare la cultura di genere anche attraverso il linguaggio, scoraggiare l'utilizzo di tutte le forme legate a una visione discriminatoria del mondo per quanto riguarda il genere e promuovere l'uso di un linguaggio in grado di registrare anche la presenza del femminile. In particolare, emerge dal documento una dissimetria grammaticale riguardo il verbo. Un esempio è il seguente: nella frase "gli studenti e le studentesse sono stati sgridati" il verbo è al maschile, e infatti non si dice mai "gli studenti e le studentesse sono state sgridate". C'è chi sostiene che, per ovviare a questo problema, a Zurigo si è tenuto un convegno sull'asterisco. La frase, con l'asterisco, diventerebbe "sono stat* sgridat*". Una formula che permetterebbe di evitare ambiguità di ogni genere. Il documento riporta anche delle dissimmetrie semantiche, come l'uso del maschile come valore generico (l'animo degli uomini per indicare l'animo umano).

Nel documento, infine, vengono anche indicate le prime misure da adottare nella nostra lingua: "Attenzione costante agli aspetti del genere grammaticale da non declinare esclusivamente al maschile" e "visibilità del femminile attraverso l’inserimento di termini e declinazioni al femminile accanto a quelli al maschile", e soprattutto "la possibilità dell’oscuramento del genere attraverso uso di pronomi indefiniti, termini collettivi non marcati, uso della sintassi". Via libera alla sindaca, all'assessora e all'avvocata. O, se preferite, all'avvocat*.


http://www.ilgiornale.it/news/tagli-agli-enti-rischio-laccademia-crusca-e-galan-non.html  14/08/2011

A rischio anche la storica Accademia
della Crusca di Firenze: è infatti uno degli enti, una trentina
in tutto, che sono sotto i 70 dipendenti. Ma il ministero dei Beni culturali: "Garantiremo un profilo giuridico"


Redazione - Dom, 14/08/2011 - 15:30
commenta
Roma - A rischio anche la storica Accademia della Crusca di Firenze: è infatti uno degli enti, una trentina in tutto, che sono sotto i 70 dipendenti e dunque che potrebbe rientrare nella norma della manovra varata ieri dal consiglio dei ministri.


"Non morirà", assicura all’Adnkronos la presidente Nicoletta Maraschio annunciando una lettera-appello al Capo dello Stato Giorgio Napolitano. In realtà il governo si è già mosso in questo senso. "Non chiuderà - ha assicurato il ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan - troveremo la soluzione per non far morire questa istituzione storica che è l’unico baluardo a salvaguardia delle radici della lingua italiana".

Il futuro dell'Accademia della Crusca "Ci rivolgeremo anche al nostro ministro di riferimento, Giancarlo Galan, e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta che ci ha sempre dimostrato grande vicinanza". Il presidente dell'Accademia si muoverà presto per capire quale sarà il futuro dell'ente. Si dice "sorpresa" la Maraschio, per una notizia che, "ha dell’incredibile" sia perché "la natura giuridica pubblica dell’Accademia è legata a un parere del Consiglio di Stato e a un decreto dei ministri Calderoli e Brunetta" sia perché l’ente "costa allo stato 190mila euro come contributo tabellare" e, dunque, la sua abolizione comporterebbe "un risparmio davvero esiguo". Dunque un "gesto sconcertante che lo Stato fa contro sè stesso contro un parere del consiglio di Stato e contro decreti emanati dal governo", ma anche un gesto "simbolicamente molto negativo verso ente attivo nella tutela e valorizzazioone della lingua italiana". L'Accademia aspetta da tre anni una legge che la definisca come esplicitamente pubblica e che le dia una dotazione ordinaria di funzionamento.

In campo il ministero dei Beni culturali "Il solo pensiero che l’accademia della Crusca possa chiudere i battenti mi fa rabbrividire - assicura il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro - si troverà senz’altro una soluzione per salvare questa istituzione fondamentale presidio della lingua italiana". Il ministero dei Beni culturali si è già mosso per trovare una soluzione. "Come è stato detto nel corso di una conferenza nazionale sulla lingua italiana fortemente voluta dal presidente Napolitano al Qurinale, l’unità d’Italia è stata innanzitutto linguistica - ha ricordato Giro - chiudere l’istituzione che ha nella sua missione la difesa della lingua italiana sarebbe illogico". "Ma a questo punto non dobbiamo solo limitarci a scongiurare la chiusura dell’accademia per l’ennesima volta - è l’auspicio del sottosegretario - ma garantirle un profilo giuridico preciso e definitivo con i relativi finanziamenti".
















Ricapitolando:

L'accademia della Crusca, stava per finire i finanziamenti nel 2011 (anno del golpe di stato in Italia ad opera di Monti). 3 Anni dopo, la stessa Accademia ha preparato il vocabolario "paritario", e ha di nuovo i finanziamenti.

Che "caso"!

Sempre per puro "caso" , l'accademia della Crusca è sempre stata molto, ma molto lenta nel cambiare le parole. Per uno scatto "del destino" sono riusciti in 3 anni  fare un intero vocabolario "di genere" ... Che "caso" , vero femministe?  :shifty: :shifty: :shifty:

Dottor Zero:
Vabbè Angelo, premesso che a me la Presidente Boldrini non sta simpatica, devo concordare con il suo pensiero. Lavoro svolto da un uomo e lavoro svolto da una donna. Scrittore e scrittrice, autore e autrice, Professore e Professoressa, Direttore e Direttrice. Verduraio e verduraia, panettiere e panettiera, magazziniere e magazziniera. È giusto! Poi, ci sono alcuni mestieri per cui si usano termini per entrambi i sessi, come autista, estetista o geometra.
Diciamo che ci sono problemi di serie A, di serie B e di serie C. Questo è un problema di serie Z.
Dovrebbe pensare innanzitutto ai poveri italiani che non arrivano a fine mese o ai giovani che espatriano per cercare lavoro o agli aspiranti suicidi che sono all'apice della disperazione.
Quando avrà strappato delle vite umane alla miseria e alla morte poi penserà a cambiare i termini della lingua italiana.  ;)

Angelo:
Per "qualche altro oscuro motivo", un gruppo di femministe fonda, assieme all'Onorevole Valeria Fedeli- cofondatrice, il movimento SNOQ, qualche mese prima della caduta di Berlusconi (che ricordiamolo è stato attaccato mediaticamente da femministume vario soprattutto perchè "machista", circostanza assolutamente falsa dato che Berlusconi modificò nel 2003 l'art. 51 della Costituzione per favorire le quote rosa e altre incostituzionali leggi...).

Le Snoq (Se non ora quando? ), cominciarono a diffondere le loro "teorie" sulla liberazione della donna e in un colmo di presunzione appoggiarono le teorie di genere a scuola... Qui si parla dell'asilo Egalia, in Svezia (notoria patria del patriarcato, dove ai maschi insegnano a pisciare seduti poichè è considerato maschilista e patriarcale).
Le femministarde svedesi, notorie "liberali", crearono, insieme ad altri "maschietti da zerbinaggio", questo asilo. In tale asilo, utilizzavano il pronome neutro Hen per rivolgersi ai bimbi e per non dargli nessuna connotazione sessuale (ritenuta da queste mentecatte ben pagate) una discriminazione. Ricordiamo che il pronome HEN, per una "sfortunata coincidenza" era utilizzato dalle femministe e dalle lesbiche svedesi negli anni '70...

Vediamo cosa è successo su Fb al loro appoggio... Notare i commenti...  :shifty: :shifty: :shifty:

https://www.facebook.com/senonoraquandofanpage/posts/130796050405217

Angelo:

--- Citazione da: Dottor Zero - Febbraio 03, 2015, 18:41:53 pm ---Vabbè Angelo, premesso che a me la Presidente Boldrini non sta simpatica, devo concordare con il suo pensiero. Lavoro svolto da un uomo e lavoro svolto da una donna. Scrittore e scrittrice, autore e autrice, Professore e Professoressa, Direttore e Direttrice. Verduraio e verduraia, panettiere e panettiera, magazziniere e magazziniera. È giusto! Poi, ci sono alcuni mestieri per cui si usano termini per entrambi i sessi, come autista, estetista o geometra.
Diciamo che ci sono problemi di serie A, di serie B e di serie C. Questo è un problema di serie Z.
Dovrebbe pensare innanzitutto ai poveri italiani che non arrivano a fine mese o ai giovani che espatriano per cercare lavoro o agli aspiranti suicidi che sono all'apice della disperazione.
Quando avrà strappato delle vite umane alla miseria e alla morte poi penserà a cambiare i termini della lingua italiana.  ;)

--- Termina citazione ---

Non avevo dubbi che gli estremi alla fine si toccano. Il tuo commento ne è prova. Del resto sei maschilista tu. Io non sono maschilista. Per me è merda come il femminismo.

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

Vai alla versione completa