Prendo uno spunto da da -
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=12080.0Il nostro scopo non è semplicemente la prosecuzione della specie. Ci viene fornita una visione banalizzata della vita umana, per farci credere che siamo animali, da allevare in uno zoo per produrre e consumare.
Io ho sviluppato (va be' meglio dire racimolato in giro e fatta mia) questa teoria:
a) l'automazione industriale, l'informatica, e i prossimi avanzamenti (stampanti 3D, robot sempre più flessibili, algoritmi sempre più evoluti seppur non senzienti) stanno rendendo il lavoro e i lavoratori sempre meno necessari
b) come i cavalli sono stati rimpiazzati per gran parte da mezzi a motore (ad esempio nei trasporti), così buona parte dell'umanità verrà rimpiazzata da mezzi inanimati: la discriminante tra chi rimarrà e chi no è semplice: chi compete con le macchine scomparirà, chi ne sarà proprietario prospererà.
c) la decadenza dei rapporti uomo/donna è strumentale/utile a tutto ciò
Non saprei se dietro a questo disegno potrebbe esserci una mente o un gruppo di menti, o se potrebbe essere un processo naturale, ma credo più nella seconda.
Considerazione a parte: nella riproduzione sessuata, non si riproduce l'individuo, si riproduce la specie. Sempronio, figlio di caio e tizia, non dà continuità ne a caio ne a tizia, dà continuità alla specie. I geni che caio e tizia passano a sempronio non sono loro di loro esclusiva proprietà, ma sono presenti in milioni di altri individui, seppur mischiati diversamente.
Quindi, dal punto di vista della specie, il fatto che la teoria di cui sopra si realizzi, potrebbe non essere un problema.
Noi individui, lavoratori, noi che competiamo, contro l'efficienza, invece di trarne profitto, sicuramente traiamo dei problemi da tutto ciò.
Io non ne sono così sicuro ma credo che l'individuo in se non abbia alcuno scopo, ne riprodursi, ne altro, gli obbiettivi che eventualmente ci si pone nella vita sono semplicemente dei "giochi", delle cose che si decide di fare tanto perché se ne ha voglia, ma in realtà di cose importanti da fare non ne abbiamo. Magari mi sbaglio.