Autore Topic: CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX  (Letto 45376 volte)

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Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #45 il: Gennaio 29, 2017, 01:09:18 am »
Bene, a quanto pare anche Maurizio Blondet e il tal Giuseppe Sandro Mela sono i classici e irrecuperabili italiani medi, esterofili e disfattisti.
Il motivo? Questo.

http://www.maurizioblondet.it/corruzione-italia-primeggia-ancora-sul-mondo/
Citazione
Corruzione. Italia primeggia ancora sul mondo
Maurizio Blondet 27 gennaio 2017 1   

Corruzione..  Italia primeggia sul  mondo

Di Giuseppe Sandro Mela

Transparency International ha rilasciato il «Corruption Perceptions Index 2016».

Non ne avevamo il minimo dubbio che l’Italia avrebbe primeggiato.

L’Italia è un paese socialmente avanzato che ha anche le nuzialità gay: adesso ci si può sposare anche con un frigorifero, che godrà ovviamente della pensione di reversibilità. Ci si può anche permettere il lusso di considerare democratico e civile il partito democratico. Ha una Magistratura prontamente attenta a processare ed incarcerare la mafia perdente, prontissima ad indagare anche se un sindaco avesse nominato nel mucchio anche un lontano parente, sotto la ovvia condizione che quel sindaco non sia affiliato al partito democratico nella sua fazione vincente.

E che dire dei concorsi pubblici per l’assunzione nelle pubbliche amministrazioni?

Da ultimo, che dire di Monte Paschi Siena oppure di Banca Etruria?

*

Non ci si stupisce quindi che nella scala della corruzione ci precedano paesi virtuosi quali Cuba, Giordania, Malaysia, Namibia, Rwanda, Georgia, Botswana, e così via.

Anziché scrivere:
"Dopo la Grecia l'Italia è il Pase più corrotto dell'Europa dell'ovest" *
Citazione
60  Italy  4744    43 43 42    
69  Greece   4446    43  40  36

il tipo sentenzia che "L'Italia primeggia sul mondo".
Il che, tradotto, sta(rebbe) a significare che il nostro Paese "è il più corrotto del mondo".
Eccezionale, di una logica ineccepibile.
...

@@

* Ad est c'è di peggio: Russia, Ucraina, Bielorussia, Albania, Bulgaria, Serbia, Bosnia, Kosovo, Moldavia, Macedonia, etc.

Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #46 il: Gennaio 29, 2017, 01:57:05 am »
Chiunque può dire una sciocchezza ma ciò non invalida altre buone idee. Leggo autori di ogni tipo, anche quelli con cui sono in forte disaccordo se hanno qualcosa di interessate da dire.
Poiché penso ci lega, speriamo corregga il tiro. Sono del parere che bisogna concentrarsi più sulle soluzioni che sulle critiche.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #47 il: Gennaio 29, 2017, 14:20:05 pm »
Chiunque può dire una sciocchezza ma ciò non invalida altre buone idee. Leggo autori di ogni tipo, anche quelli con cui sono in forte disaccordo se hanno qualcosa di interessate da dire.
Poiché penso ci lega, speriamo corregga il tiro. Sono del parere che bisogna concentrarsi più sulle soluzioni che sulle critiche.

Beh, Vicus, la sciocchezza è bella grossa, non ti pare?
Blondet non è un ragazzino e neppure uno dei miei operai, che in molti casi non hanno frequentato neppure le superiori.
Ergo, è un uomo colto, ragion per cui non può scrivere o avallare simili sciocchezze.
Poi, che riguardo ad altri argomenti, Blondet esprima concetti condivisibili è un altro discorso.
Ciò non toglie che quando si parla di corruzione e quant'altro, anche il suddetto (e i suoi collaboratori) è a tutti gli effetti un c.d. "italiano medio".
Perciò, nel caso specifico, la mia critica è più che motivata, non fosse altro per il fatto che qualcuno deve pur farglielo notare.
Voglio dire: perché il Blondet non dedica un bell'articolo alle magagne altrui?
Perché, ad esempio,  non parla degli scandali di quei rompicoglioni dei tedeschi?

http://it.ibtimes.com/germania-non-soltanto-lo-scandalo-volkswagen-banche-sottomarini-calcio-e-olimpiadi-ecco-truffe-e
Citazione
Germania, non soltanto lo scandalo Volkswagen: banche, sottomarini, calcio e Olimpiadi. Ecco truffe e tangenti in salsa tedesca
di Marta Panicucci @martapanicucci m.panicucci@ibtimes.com 24.09.2015 15:34 CEST

Merkel
Angela Merkel al Motor Show di Francoforte REUTERS/Ralph Orlowski

Tangenti, truffe, manipolazioni, corruzione, non sono pratiche tutte all’italiana. Contrariamente a quanto l’immagine pulita e rigorosa della Germania faccia pensare, questi reati rientrano ampiamente anche nel menù tedesco. Ultimo, ma non certo primo scandalo che coinvolge la Germania, ha messo sotto accusa la Volkswagen scoperta a manomettere i software per i test sulle emissioni dei suoi motori diesel. E mentre una delle principali società tedesche è al centro di una bufera mondiale è interessante ripercorrere le storie delle colleghe che l’hanno preceduta sulle pagine di cronaca.

LEGGI ANCHE:
Scandalo Volkswagen: 10 risposte alle domande più frequenti

Scandalo Volkswagen: il caso diventa mondiale. Cosa rischia l’Italia? Molto (no, di più)

Siemens

Olimpiadi 2004, Atene. Alla fine dei giochi una maxi inchiesta, partita dal fatto che la manifestazione sportiva era costata circa tre volte l’importo previsto, ha portato alla luce un flusso di tangenti dalla Germania verso la Grecia. Nel 2006 la Siemens fu costretta ad ammettere di aver pagato almeno 1,3 miliardi di euro per incoraggiare funzionari ellenici ad affidarle commesse a appalti legati alle Olimpiadi. I vertici aziendali furono colpiti duramente dallo scandalo: il presidente Heinrich von Pierer e l’amministratore delegato Klaus Kleinfeld furono costretti alle dimissioni.

Fu uno scandalo enorme che si allargò anche ad altri Paesi del mondo a cui la Siemens aveva girato pagamenti in nero per aggiudicarsi ordini e appalti per impianti di telecomunicazioni. La Siemens è uno dei principali orgogli industriali della Germania e lo scandalo fu un duro colpo per il Paese e la sua reputazione. In Parlamento nessuno difese l’azienda o accampò scuse e giustificazioni. La Siemens era una società corrotta e come tale doveva essere punita, senza alcuno sconto. Oltre ai 600 milioni di euro alle autorità tedesche, la Siemens pagò altri 800 milioni alle autorità americane e altri 100 milioni a organizzazioni internazionali no-profit che combattono la corruzione negli affari.

Deutsche Post

Febbraio 2008, la polizia tributaria tedesca fa irruzione nella lussuosa villa di Klaus Zumwinkel, 64 anni, amministratore delegato di Deutsche Post, il colosso tedesco di posta e logistica. Zumwinkel è stato arrestato con l’accusa di evasione fiscale aggravata e perpetrata per anni, si parla di circa 10 milioni di euro portati in conti in Liechtenstein e forse nei paradisi fiscali delle Cayman o dei Caraibi. Anche questo fu un megascandalo per la Germania. Zumwinkel era uno dei manager tedeschi più stimati e potenti, sostenuto dai cancellieri di ogni colore politico. Dal 2003 era alla guida di Deutsche Post e l'aveva trasformata da carrozzone pubblico in società di alto profilo internazionale, privatizzato al 70% con un fatturato di 60 miliardi di euro e mezzo milione di dipendenti.

MAN

MAN, acronimo di Maschinenfabrik Augsburg-Nürnberg, è una società tedesca produttrice di automezzi pesanti (autocarri e autobus), di motori diesel e di turbine. Il caso scoppia nel 2009 quando MAN va a processo con l’accusa di avere pagato tangenti per vincere contratti all’estero. Il colosso, una delle principali società quotate alla Borsa di Francoforte, ha pagato 150 milioni di euro per concludere il processo, altri 500mila euro sono stati versati in beneficienza dall’allora amministratore delegato, lo svedese Hakan Samuelsson, che però si è sempre dichiarato innocente.

Bayer

A giugno 2012 la prima casa farmaceutica della Germania ha comunicato di aver speso 142 milioni di dollari per le cause intentate contro la pillola Yasmin. Solo negli Stati Uniti le cause contro la Bayer sono state 11.900 di cui circa la metà riguardano trombosi o embolie polmonari. Nel 2010, secondo i dati del Ims Health, la vendita della pillola contraccettiva negli USA ha generato un mercato di 1,58 miliardi di dollari. Ma la Bayer non è nuova a scandali di questo genere. Il più datato e più vergognoso risale agli anni ’80. La società tedesca fu accusata di aver venduto dosi per milioni di dollari di un farmaco per emofiliaci mettendo a rischio clienti di Asia e America latina; mentre la versione più sicura della medicina era in commercio in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente la Bayer è oggetto di numerso cause in giro per il mondo; soltanto negli Stati Uniti rischia multe per complessivi 5,6 milioni di dollari.

Krauss-Maffei Wegmann

Dopo lo scandalo Siemens arriva un’altra maxi inchiesta che si snoda sull’asse Atene-Berlino. Questa volta ad essere coinvolta è la Krauss-Maffei Wegmann, azienda nata a Monaco di Baviera a fine 800 come industria di materiale ferroviario e diventata, negli anni, società leader nel settore della difesa tedesca. Lo scandalo risale al 2013, l’arma del delitto sono 18 milioni di euro di tangenti, il movente spingere i funzionari della Difesa di Atene all’acquisto di sottomarini Poseidon della Krauss e carri armati Leopard. Un alto dirigente del ministero della Difesa ellenica, Antonis Kantas, è finito in carcere a fine 2013 per aver incassato le tangenti provenienti dalla Germania.

Deutsche Bank

“Il 2015 è iniziato come un anno di ricavi record, circa +24%. Ma i profitti sono stati influenzati da spese legali pari a 1,5 miliardi di euro, per effetto della conclusione delle vicende giudiziarie, negli Usa e in Gran Bretagna, in materia dei tassi interbancari”, sono queste le parole dei due amministratori delegati Deutsche Bank, Jürgen Fitschen e Anshu Jain. Nella primavera del 2015 infatti, la principale banca tedesca ha dovuto pagare a Stati Uniti e Regno Uniti 2,5 miliardi di dollari di multe per aver manipolato i tassi Libor, Euribor e Tibor che regolano prestiti tra banche e mutui. Ma non era la prima volta che il colosso bancario tedesco si trovava sotto processo. Nel 2013 pagò, insieme ad altre sei banche della Germania, 1,7 miliardi di euro alla Commissione Ue, per il Libor e altri indici truccati.

Lufthansa

Lo scandalo, o meglio, il disastro più recente riguarda la Lufthansa e il volo Germanwings che schiantandosi sulle Alpi francesi ha ucciso 150 passeggeri. La natura volontaria del disastro, provocato dal gesto folle del copilota, ha aperto un’inchiesta sui sistemi di controllo della compagnia aerea tedesca. Il copilota soffriva di depressione grave e la Lufthansa è stata accusata di “responsabilità illimitata” per avergli permesso di volare e quindi suicidarsi con tutti i passeggeri dell’Airbus 320.

Calciopoli alla tedesca

Nemmeno il calcio tedesco è immune da scandali all’italiana. In Germania ricordano il caso Bochum dal nome della procura che aprì un’indagine sulla Bundesliga. Il risultato? Scoprirono 3 partite della Champion’s League truccate e 323 incontri manipolati in diversi campionati europei 69 dei quali in Germania per un giro di mazzette di 12 milioni di euro a arbitri e dirigenti sportivi.

Tutto questo per dire che gli scandali accadono ovunque, ci rendono disonesti, ma umani, deboli di fronte alle tentazioni del Dio denaro. E nessun Paese ne è immune, compresa la rigorosa Germania. Ma ciò che differenzia uno Stato come quello tedesco dall’Italia è il modo con cui le aziende, l’opinione pubblica e la giustizia affrontano gli scandali. Dimissioni immediate, ripudio collettivo e giustizia veloce e severa per la Germania, attaccamento alla poltrona, memoria collettiva brevissima e giustizia inefficente per il Belpaese. Ecco perchè, nonostante gli scandali siano della stessa matrice, ciò che conta è come un Paese ne esce: rafforzato nell’onestà collettiva e nella reputazione mondiale oppure confermandosi pasticcione e vulnerabile di fronte ai giochi di potere.

Il problema di fondo, caro Vicus, è che Blondet, al pari di altri milioni di italiani (specie se di sesso maschile) ha talmente interiorizzato (per così dire) certi concetti disfattisti, figli soprattutto della sua epoca (se non vado errato è un settantenne), che lo portano continuamente a fare dell' "autodenigrazione-autorazzista".


Citazione
Sono del parere che bisogna concentrarsi più sulle soluzioni che sulle critiche.

Vicus, sei un uomo intelligente e colto, per cui sai benissimo che al riguardo non esiste una reale soluzione, tranne l'estinzione in massa degli italiani, i quali certi complessi di inferiorità se li portano dietro da secoli.
Ergo, quel disfattismo misto ad esterofilia, fa oramai parte della forma mentis dell'italiano medio.

Online Jason

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #48 il: Gennaio 29, 2017, 15:36:12 pm »
Frank , leggi tutti gli articoli di Blondet , la critica e come, la germania, visto che l'hai detto, anzichè concentrarti su UN SOLO ARTICOLO. Tra l'altro per certe cose nemmeno a me piace, ma ciò non toglie che lui abbia capacità di analisi approfondite e corrette di molto superiore rispetto alla media .

Semmai l'articolo è l'eccezione che conferma la regola .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #49 il: Gennaio 29, 2017, 16:23:42 pm »
Blondet, certo, sulla corruzione si sbaglia.

Ma non conosco molti Paesi avanzati dove succede questo (ce ne saranno, ma persino l'India coltiva meglio le eccellenze):
http://www.corriere.it/scuola/universita/16_settembre_23/universita-cantone-stretto-legame-corruzione-fuga-cervelli-4a52567c-8190-11e6-bb54-ccc86a7805dc.shtml

Da decenni ormai il Paese è in mano a dei pistola che lo affossano: il mondo del lavoro è quasi tutto pensato e strutturato in funzione dei raccomandati, degli inetti (senza dimenticare le donne) che non esitano a farsi beffe dei meritevoli:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/poletti-contro-i-cervelli-fuga-meglio-non-averli-i-piedi-1344263.html

Quindi concordo in pieno almeno su questo pensiero di Blondet:
Questo popolo (se lo si può chiamare ancora popolo) vive del “suo piano-terra”, delle classi sociali che fanno massa: la cui inferiorità consiste nel fatto che possono vivere senza verità né tensione all’autenticità, di cui non sono capaci né sentono il bisogno.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #50 il: Gennaio 29, 2017, 23:46:54 pm »
Frank , leggi tutti gli articoli di Blondet , la critica e come, la germania, visto che l'hai detto, anzichè concentrarti su UN SOLO ARTICOLO. Tra l'altro per certe cose nemmeno a me piace, ma ciò non toglie che lui abbia capacità di analisi approfondite e corrette di molto superiore rispetto alla media .

Semmai l'articolo è l'eccezione che conferma la regola .

Jason, quell'articolo dice molto di Blondet, riguardo alla questione della corruzione.
Dice che in merito è uguale ad altri milioni di italiani.

Citazione
Semmai l'articolo è l'eccezione che conferma la regola .

Beh, non per me, perché ne ho letti altri che non condividevo un granché.
Poi, che complessivamente sia migliore di altri intellettuali, o pseudo tali, non lo discuto.


Citazione
la critica e come, la germania,

Non come dovrebbe.

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #51 il: Gennaio 29, 2017, 23:51:35 pm »
Blondet, certo, sulla corruzione si sbaglia.

Ma non conosco molti Paesi avanzati dove succede questo (ce ne saranno, ma persino l'India coltiva meglio le eccellenze):
http://www.corriere.it/scuola/universita/16_settembre_23/universita-cantone-stretto-legame-corruzione-fuga-cervelli-4a52567c-8190-11e6-bb54-ccc86a7805dc.shtml

Sì, Vicus, è vero ciò che dici; ma l'India* fa molto più schifo per tante altre cose.
Perciò lasciamola pure dov'è.
Altro discorso è se uno mi porta come termine di paragone l'Inghilterra, il Canada, la Svizzera, l'Australia, etc.
In quel caso non ho alcunché da obiettare (ovviamente).


Citazione
Da decenni ormai il Paese è in mano a dei pistola che lo affossano: il mondo del lavoro è quasi tutto pensato e strutturato in funzione dei raccomandati, degli inetti (senza dimenticare le donne) che non esitano a farsi beffe dei meritevoli:

Sì, questo è fuori discussione.

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* Il livello di corruzione dell'India è superiore a quello dell'Italia.

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #52 il: Febbraio 05, 2017, 11:05:21 am »
http://www.eastjournal.net/archives/77710

Citazione
SLOVACCHIA: Seconda al mondo per corruzione
Gian Marco Moisé 30 novembre 2016   
La mappa del Perceived Corruption Index 2015

Nelle scorse settimane il World Economic Forum ha rilasciato l’indice annuale della corruzione come parte del suo report globale sulla competitività. I risultati sono basati su un sondaggio che ha previsto l’intervista di circa 15 mila leader d’impresa da 141 paesi tra febbraio e giugno. Tra i paesi dell’OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development) la Slovacchia si è collocata al secondo posto, a pari merito con l’Ucraina e subito dietro il Messico.

Il sondaggio

L’indice stila una classifica dei paesi a partire dalle risposte a tre domande fondamentali: quanto sia comune nel proprio paese il dirottamento di fondi pubblici verso compagnie, individui o gruppi; come si valutino gli standard etici dei politici del proprio paese; quanto sia comune per le imprese versare pagamenti extra non documentati o mazzette. Gli intervistati hanno risposto alle domande dando un voto da 1 a 7, dove 1 indica il livello più elevato di corruzione e 7 il più basso.

La Slovacchia ha preso una votazione generale di 2.7, subito dietro al Messico con 2.5. Com’era prevedibile, l’Italia si colloca al terzo posto con un punteggio di 3.1. In generale l’Est Europa non ha figurato bene: al quarto posto si trova l’Ungheria, al sesto Repubblica Ceca, all’ottavo la Lettonia, al decimo e all’undicesimo Polonia e Slovenia. Peggio di tutte fa la Repubblica di Moldavia, che però non è parte dei paesi OECD, con un punteggio di 2.36.

La posizione slovacca

Il secondo posto della Slovacchia nell’indice non stupisce particolarmente. Nel 2011 lo scandalo del “Gorilla”, un rapporto dei servizi segreti slovacchi (Sis) sui legami tra il mondo degli affari e la politica, ha scosso il paese e decretato un aumento dell’astensionismo alle successive elezioni. Ad anni di distanza, nonostante il cambio di governo e una riforma a favore della trasparenza dei contratti, la fiducia nel paese non è cresciuta.

La corruzione in Est Europa

Si potrebbe obiettare che questo sondaggio si fondi solo sulla percezione della corruzione, quando la situazione reale potrebbe essere differente. L’obiezione è fondata, ma è giusto far notare quanto la fiducia nelle istituzioni sia fondamentale per ridurre la complessità della società attraverso la creazione di capitale sociale, come afferma Piotr Sztompka, in “Trust: A Sociological Theory“. Le imprese estere saranno più o meno disposte ad investire in un paese a seconda della sua affidabilità. In assenza di fiducia questa funzione viene svolta dalla corruzione, che però nel lungo periodo si rivela ben più dannosa per la società.

Molti studiosi hanno affrontato il problema della corruzione: Morris e Polese hanno studiato il fenomeno in Russia e Ucraina; Delcheva, McKee e Balabanova in Bulgaria; Gaál in Ungheria e Svavelyeva in Kazakistan. Ciò che è emerso è che la corruzione è frequente nei paesi che escono da lunghi periodi di dittatura o situazioni che creino grossa sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Corruzione e sfiducia sono gli ingranaggi dello stesso circolo vizioso.
I paesi dell’Est Europa soffrono di una sfiducia cronica nelle istituzioni.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #53 il: Febbraio 11, 2017, 18:07:51 pm »
http://www.asianews.it/notizie-it/Transparency-International:-inefficace-la-lotta-alla-corruzione-in-Asia--39759.html
Citazione
25/01/2017, 13.04
ASIA
Transparency International: inefficace la lotta alla corruzione in Asia

La maggior parte dei Paesi del continente presenta una situazione critica. Cresce il fenomeno in Cambogia e Thailandia; leggero miglioramento in Afghanistan. Corea del Nord e Siria restano agli ultimi posti della classifica. Sotto osservazione la Cina: inefficace la sbandierata lotta governativa al malaffare. 

Bangkok (AsiaNews) - La maggior parte dei Paesi della regione Asia-Pacifico restano nella metà inferiore della speciale classifica relativa all’indice di corruzione. A dispetto di alcuni timidi sforzi, gran parte delle nazioni dell’area restano soggette a infiltrazioni criminali nei settori economico, politico e finanziario. È quanto emerge dal Corruption Perceptions Index 2016, pubblicato oggi da Transparency International, ong che controlla il livello di corruzione nello sviluppo internazionale. Il documento classifica le nazioni in base a un punteggio che va da 0 (molto corrotto) a 100 (molto trasparente), e si calcola sulla percezione del grado di corruzione di analisti e uomini d'affari locali.

Il dato tuttora negativo per le nazioni asiatiche è da attribuire, secondo gli esperti, alla irresponsabilità dei vari governi locali, alla mancanza di controllo, all’insicurezza e allo scarso spazio di contrattazione per la società civile.

Questi elementi vanificano in molte occasioni gli sforzi nella lotta alla corruzione, spesso un elemento “marginale” rispetto all’azione dell’esecutivo. Inoltre, i casi di corruzione da prima pagina - che si vanno ad aggiungere alle vicende di corruzione quotidiana - continuano a minare la fiducia nei governi e nelle istituzioni, la fiducia del pubblico nel governo e i benefici della democrazia e dello Stato di diritto.

La classifica 2016 mostra leggeri miglioramenti per alcune nazioni dell’area: l’Afghanistan ha acquisito quattro punti e totalizza 15 su 100. Pur restando uno dei 10 Paesi molto corrotti, il suo punteggio è quasi raddoppiato rispetto agli otto punti del 2013.

Piccoli, ma significativi passi in avanti anche per Timor Est, Laos e Myanmar, soprattutto in quest’ultima, con l’ascesa al potere della Lega nazionale per la democrazia (Nld) guidata da Aung San Suu Kyi. L’esecutivo birmano ha promosso alcuni provvedimenti per contrastare la corruzione, ma i (piccoli) progressi sono oscurati dalle violenze contro i Rohingya nello Stato Rakhine. Questo mostra la mancanza di controllo sui militari, vero potere forte del Paese.

Di contro, la ricerca mostra il peggioramento in due nazioni del Sud-est asiatico: Cambogia e Thailandia. Per il secondo anno consecutivo la Cambogia risulta il Paese più corrotto della regione, con un punteggio di 21; restano assai ristretti gli spazi di movimento della società civile. La Thailandia ha perso ben 35 posizioni quest’anno, passando dal 76mo al 101mo posto su un totale di 176 nazioni al mondo. Pesa, in questo caso, il binomio fra corruzione percepita e l’instabilità politica. Una situazione critica, acuita inoltre dalla repressione governativa - il ruolo di premier è ancora nelle mani dell’ex capo dell’esercito -, dalla mancanza di un organismo di controllo indipendente e dal peggioramento in tema di diritti dei cittadini. E anche la nuova Costituzione, pur affermando di voler contrastare il malaffare, in realtà rafforza il potere dell’esercito e il senso di impunità per l’operato dell’esecutivo.

Restano nella lista dei Paesi sotto osservazione la Cina, che è cresciuta di tre punti e si piazza al 79mo posto su 176 nazioni (nel 2105 era all’83mo). La sbandierata caccia “alle tigri e alle mosche” annunciata a più riprese dal governo non ha dissipato i dubbi in merito alla trasparenza e all’indipendenza, oltre che al buon nome, delle istituzioni. Ancora critica pure la situazione in India, dove l’impatto della corruzione sulla povertà, l’analfabetismo e la brutalità della polizia hanno ancora pesanti ripercussioni sulla popolazione.

Sospeso il giudizio per le Filippine, in attesa di capire quali saranno le reali politiche del presidente Rodrigo Duterte, per la Malaysia con lo scandalo milionario che ha travolto il premier Najib Razak, per la Corea del Sud colpita dalla vicenda che ha travolto il presidente Park Guen-hye, messa in stato di accusa dal Parlamento per una vicenda di corruzione.

Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia e Svezia guidano la classifica dei Paesi più virtuosi; Somalia, Sud Sudan, Corea del Nord e Siria si attestano agli ultimi posti.


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http://www.asianews.it/notizie-it/Myanmar-e-Afghanistan-sono-i-Paesi-pi%C3%B9-corrotti,-male-anche-Russia,-India-e-Cina-19853.html

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29/10/2010, 00.00
ASIA
Myanmar e Afghanistan sono i Paesi più corrotti, male anche Russia, India e Cina

Il Rapporto 2010 sulla corruzione pubblica, a cura di Transparency International, mostra il permanere di una diffusa corruzione in Asia, con alcuni tra i Paesi più corrotti. Passi indietro di Cina, India e Russia. Bene Hong Kong e Singapore.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Myanmar e Afghanistan sono i Paesi più corrotti del mondo, dopo la sola Somalia. Resta elevata la corruzione in Vietnam, Cina e Russia, mentre Cambogia e Laos mostrano un leggero miglioramento. Lo evidenzia il rapporto 2010 sulla corruzione nel mondo, pubblicato da  Transparency International, che prende in esame 178 Stati.

Il rapporto “Corruption Perceptions Index 2010” considera il grado di corruzione dei pubblici poteri, determinato sulla base di indagini condotte tra esperti economici e grandi enti mondiali quali, tra l’altro, la Banca asiatica per lo sviluppo, la Banca mondiale e l’Unione europea.

Liao Ran, coordinatore del rilevamento per l’Asia orientale, ha osservato che la giunta militare birmana “controlla l’intero Paese”. “Per cui se vuoi ottenere qualcosa, non hai alternative che pagare bustarelle all’autorità di turno”.

Tra i Paesi più corrotti sono anche Iraq, Uzbekistan e Turkmenistan.

Il rapporto assegna a ogni Paese un dato numerico, esito delle informazioni acquisite, che riguardano, tra l’altro, i fatti di pura corruzione di ufficiali pubblici, la sottrazione di fondi pubblici, le bustarelle per ottenere forniture e appalti e l’effettivo impegno dello Stato contro la corruzione. Un indice basso indica una corruzione elevata, l’indice 10 significa assenza di corruzione. I Paesi meno corrotti, con indice 9,3 ex equo, sono stati Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore. Bene anche Hong Kong (13°) e Giappone (17°).

Tra gli ultimi invece Cambogia e Laos, al 154° posto con indice 2,1. Nel 2009 erano al 158° posto. Il Vietnam è 116°. Liao ha sottolineato che la Cambogia, pur essendoci una diffusa corruzione, ha un parlamento, elezioni democratiche, libertà di parole e di associazione.

Pure 154° la Russia con indice 2,2: peggiore del Kazakistan (2,9) e praticamente allo stesso livello di Iran (2,1) e Kirghizistan (2).

L’indice della Cina è peggiorato, da 3,6 a 3,5, sebbene sia passata dal 79° al 78° posto. Segno, comunque, che non appare intaccata la diffusa corruzione pubblica, nonostante da anni i leader politici ripetano di voler perseguire simili fatti con “tolleranza zero” (nella foto). Esperti osservano da tempo che per combattere la corruzione sono necessari non tanto pene esemplari (i corrotti in Cina possono subire condanne all’ergastolo o persino capitali), quanto una maggiore libertà dei media e dei cittadini nel denunciare gli abusi e l’indipendenza dei magistrati dal potere politico.

In discesa l’India, dall’84° all’87° posto. Molti ritengono anche quale conseguenza dell’organizzazione dei Giochi del Commonwealth, che hanno portato gravi accuse di corruzione.

Liao ha osservato che per molti Paesi orientali ci sono diffuse “zone grigie”, per il passaggio da un’economia agraria alle moderne società industriali, con il rischio di una gestione “personale” degli affari pubblici.

“La corruzione – ha detto – è un problema globale, contro il quale occorrono riforme politiche globali” e rendere gli affari pubblici “trasparenti e fonte di responsabilità”.

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #54 il: Febbraio 13, 2017, 00:40:47 am »
Parole di un rumeno, scritte in un sito rumeno.

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Ionut Puiu În Olanda ai confort maxim în autobuz, cu jack pt încărcarea bateriei, și Wi-Fi gratuit. În România vezi poză cu prostul pe WC, pe Facebook. Nu e de mirare că suntem în lumea a treia, ca țară... poate și mai jos. Niciodată n-o să ajungem la nivelul țărilor civilizate, cu nătărăi ca ăsta. Nu m-aș mira să apară vreunul care să îi ia apărarea. Că doar românul atât poate :




Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #55 il: Febbraio 16, 2017, 20:26:24 pm »
https://italiariunita.com/2014/03/16/italiani-allestero-il-miraggio-delleldorado/
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Italiani all’estero: il miraggio dell’Eldorado
Patrizia Ciava (Trishadria) / 16 marzo 2014   

Per molti italiani la sola parola “estero” evoca un ideale di perfezione e di efficienza.

Questa convinzione  è così radicata che recandosi in altri paesi notano solo gli aspetti positivi confrontandoli con quelli negativi dell’Italia.

Ma la realtà ha molte sfaccettature e dipende da come la si guarda.

Giustamente Cesare Marchi rilevava che l’esterofilia italiana trova le sue radici nel «inguaribile provincialismo. Il provinciale è un insicuro, dubita della propria identità, ammira e spalanca le porte a tutto ciò che viene da fuori».

Ora, però, questa esterofilia tutta italiana, sapientemente alimentata dal negativismo dei nostri media e dai numerosi programmi di denuncia (che esistono in tal numero solo in Italia), ha raggiunto livelli allarmanti poiché incoraggiano i nostri giovani a lasciare l’Italia facendo loro credere che all’estero troveranno finalmente l’affermazione professionale auspicata.

In Italia si denuncia spesso la “mancanza di meritocrazia” e, nell’immaginario collettivo, questa carenza è associata a corruzione e nepotismo. Ma occorre sapere che la tanto invocata meritocrazia  ha dei risvolti che gli italiani ignorano.

All’estero, infatti, non esiste il concetto di “posto fisso”. E’ facile ottenere un contratto a tempo indeterminato perché è altrettanto facile essere licenziati. Nessun giudice interviene per reintegrare il lavoratore, a meno che possa dimostrare di essere stato licenziato per motivi etnici, religiosi o di genere.

Il concetto di meritocrazia all’estero significa dover essere sempre i migliori, non potersi permettere errori o periodi di stanca, non anterporre mai esigenze personali a quelle professionali.

I media nostrani ci raccontano storie a lieto fine di accademici e lavoratori altamente qualificati i cui talenti, sottovalutati in Italia, sono stati invece riconosciuti all’estero e lautamente ricompensati con incarichi e stipendi  prestigiosi.

Ma a fronte di questi rari casi, ci sono migliaia di giovani emigranti, con un titolo di studio in tasca, per i quali lasciarsi dietro l’Italia non vuol dire iniziare una nuova avventura ma solo passare da una precarietà all’altra, continuando lontani da casa la lotteria di lavori temporanei e non qualificati, retribuiti poche sterline l’ora che finiscono in gran parte per mantenere alloggi in abitazioni fatiscenti, pagati a peso d’oro.

http://www.corriere.it/esteri/15_maggio_06/australia-ecco-giovani-schiavi-italiani-undici-ore-notte-raccogliere-cipolle-71b9548e-f3b3-11e4-8aa5-4ce77690d798.shtml?fb_ref=Default

Delusioni londinesi:

All’inizio il profumo della novità nasconde ciò che gli occhi non vogliono vedere e tutto sembra bello, anzi bellissimo. Non vedi il traffico, anche se c’è, non ti accorgi che la metro è in ritardo, anche se sono venti minuti che aspetti, non senti la puzza della spazzatura anche se ci sono zone di Londra dove i sacchi neri restano per strada anche 4 giorni, non vedi gli ubriachi per strada perchè ti sembrano solo ragazzini che si stanno divertendo, non vedi le prostitute in minigonna ai lati della strada perchè le scambi per ragazze che hanno solo caldo (a dicembre con il ghiaccio per strada), non ti accorgi di chi ti salta davanti mentre fai la fila al supermercato perchè provi piacere nel fare qualcosa di buono nel paese dove tutti sono buoni e allora lo fai passare e non dici nulla perché forse va di fretta.

Sei cieco perché per anni hai guardato a quel paese come il posto dove andare per cambiare vita, hai ascoltato tutti gli amici che tornavano dalle vacanze (da qualsiasi posto del mondo) e ti dicevano che ovunque si sta meglio che in Italia e allora tu ci credevi davvero e quando i tuoi genitori felici e tristi per un figlio che parte ti salutavano guardandoti negli occhi e dicendoti “Prima o poi ritornerai” pensavi quasi con un’aria di sfida “Mai”.

Passano i primi mesi, i primi anni e quasi per magia quella patina che abilmente nasconde il brutto comincia a svanire e allora ti rendi conto che la realtà è tutta altra storia. E così, le gambe delle ragazzine sudamericane seminude che ti ronzano intorno di notte cominciano ad assumere il loro vero volto, il signore che fa la fila pazientemente dietro di te ma poi con un guizzo improvviso ti supera per salire sull’autobus prima di te scatena il tuo giusto risentimento, ti rendi conto che le ragazze che il sabato sera, dopo essersi imbottite di alcol, camminano a piedi nudi sull’asfalto di Oxford Street e vomitano ad ogni angolo, non si stanno solo divertendo ma sono quasi in coma, i vari barabba che si svegliano la mattina per tirare fino a sera truffando la gente non sono solo attrazione turistica ma sono una brutta realtà dei quartieri di Londra, compresi borseggiatori e simili.

E allora passa ancora un po’ di tempo e cominci a pensare e ancora a pensare. E io ho pensato e mi sono chiesto dove sia finito quel senso di civiltà che avevo adocchiato quando tutto contento ero arrivato la prima volta, dove sia finito il rispetto per le leggi che mi sembrava così imprescindibile per una società “funzionante”, una società dove non credevi esistessero le truffe alle assicurazioni e i furti negli appartamenti con omicidio, una nazione dove non credevi potessi trovare a dirigerti l’ignorante figlio o nipote del Professore Pinco Pallino, che non era stato nemmeno sottoposto a regolare colloquio.

E allora? Allora capisci che l’Italia è davvero il Bel Paese.

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #56 il: Febbraio 16, 2017, 20:28:19 pm »
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AUSTRALIA:

Per me, che la conosco bene, trovo incredibile che molti giovani disoccupati nostrani, con una laurea in tasca, possano considerarla la terra delle opportunità.

Forse Sydney, con i suoi grattacieli e la sua ben nota Opera House, appare agli occhi di alcuni una metropoli evoluta, dove tutto è moderno, civile e progredito.

Molti italiani, infatti, pensano che i grattacieli siano un segno di civiltà e di progresso, ma evidentemente non sono mai stati in paesi asiatici o mediorientali dove le capitali, anche le più povere, ne sono gremite perché edifici a più piani garantiscono un miglior sfruttamento del terreno e maggior guadagno per i costruttori.

In realtà, l’Australia è un paese piuttosto arretrato dal punto di vista culturale ed è popolata soprattutto da agricoltori. Molti sono immigrati di seconda o terza generazione, sono italiani, asiatici, irlandesi, tutte persone che hanno sgobbato duramente per costruire un avvenire decente per loro stessi e i loro figli. Ancora oggi gli abitanti conducono una vita fatta di duro lavoro e sacrifici, un tipo di vita che la maggior parte dei giovani europei non sopporterebbe nemmeno per una settimana.

Le aziende e i servizi ruotano quasi tutti attorno alle attività principali: l’agricoltura, la pastorizia e l’allevamento di bestiame. L’industria riguarda principalmente la trasformazione dei minerali, dato che anche il lavoro nelle miniere è molto diffuso in Australia.

Ora, invito tutti quelli che inseguono il mito dell’eldorado australiano a porsi una semplice domanda: vi viene in mente un solo brand australiano? Un’auto, un elettrodomestico, un computer, un centro di eccellenza, una azienda prestigiosa, una qualsiasi invenzione attribuibile ad un australiano?

Non vi viene in mente niente, vero?

Ma allora, come potete credere che i “cervelli” disoccupati troveranno lì finalmente la gratificazione tanto anelata e il lavoro dei loro sogni?

Chi ha lanciato questa propaganda assurda?

In Australia si trova facilmente lavoro, certo, ma come raccoglitori di banane o di pomodori, a 9 euro l’ora.

Quindi se volete andare in Australia per fare un’esperienza lavorativa diversa, vivendo un’avventura sicuramente positiva, andateci preparati e senza aspettative insensate.

Ecco alcuni consigli pratici, ricavati da vari articoli e blog, da parte di chi ci è stato e può raccontare esperienze vissute “sul campo”:

xxxxx

“Sfruttamento: se venite in Australia mettete in conto di essere sfruttati. Specie per chi arriva con poca esperienza la vita è molto dura. Il lavoro non manca (specie quello che i permanent resident evitano volentieri), ma calcolate che la maggior parte delle aziende per le quali lavorerete vi proporranno un contratto “casual” o il più delle volte vi verrà proposto di lavorare cash in hands (lavoro nero). La grande emigrazione dall’Europa sta abbassando radicalmente i salari e specie nelle maggiori città dovrete fare i conti con la spietata concorrenza asiatica e di studenti (i quali possono lavorare solo 20h settimanali). Tendenzialmente anche i contratti fulltime non rispettano gli accordi di categoria previsti.

Le regole: abbandonate la mentalità italiana del “.. Ecchissene…” Qui le regole sono molto severe e la polizia le fa rispettare rigorosamente. Evitate di bere alcolici per strada, è vietato… Allacciate le cinture posteriori in un’auto, alle forze dell’ordine non importa a quale parte del globo voi apparteniate.

La fauna: l’Australia ha una fauna vasta e variopinta. Tuttavia detiene il record di specie di animali letali per l’uomo. Evitate di accarezzare o avvicinarvi troppo a specie che non avete mai visto prima. Animali poco conosciuti in Europa possono tranquillamente essere avvistati per strada ma soprattutto nei parchi cittadini.

Il carovita: è meglio avere un bel gruzzoletto prima di approdare qui. In media nelle grandi città l’affitto di una camera singola si aggira attorno ai 210 dollari a settimana (euro 150). In media una bottiglia d’acqua da mezzo litro vi costa 3 dollari. Un abbonamento dei treni in zona 2 a Sydney lo pagate 52 dollari. E’ anche per questo motivo che il governo raccomanda almeno un minimo di 5000 dollari australiani sul vostro c/c bancario prima di arrivare qui.”

http://solferino28.corriere.it/2013/01/12/laustralia-non-e-leldorado/

xxxxxxx

“Spesso i datori di lavoro approfittano della scarsa conoscenza delle leggi australiane, della paura di essere rispediti verso la nazione d’origine e della scarsa conoscenza dell’Inglese per maltrattare il lavoratore.

Paga inferiore al dovuto e condizioni lavorative peggiori rispetto alle normative di legge sono alcuni dei problemi più comuni.

Se venite pagati in contanti è possibile che il datore di lavoro e voi stiate infrangendo la legge. Assicuratevi di ricevere una busta paga e che il datore di lavoro stia pagando tutte le tasse dovute.

A volte lo studente o il giovane straniero viene anche sottoposto a trattamenti razzisti all’interno dell’ambiente lavorativo.”

xxxxxxx

“Molti italiani (e stranieri) vengono a Sydney con l’aspettativa di trovare un lavoro subito. Ci si aspetta di venire lautamente pagati e di trovare la  possibilità di lavorare per prestigiose aziende o imprese.

Purtroppo, si sbagliano.

Io vengo costantemente scioccata e profondamente rattristita per il livello di sfruttamento del lavoro degli stranieri in Australia. E ‘particolarmente sconvolgente perché la maggior parte degli stranieri arrivano qui con grandi speranze e sogni di una vita migliore …

Di seguito sono i miti riferiti al lavoro in Australia, i quali sono più comuni per gli italiani.

Sono da sfatare.

Mito 1. Troverò un lavoro immediatamente.

Anche se ci sono alcune eccezioni, per la maggior parte potrebbero metterci  mesi per trovare un posto di lavoro a Sydney.Il grande afflusso di immigrati e di studenti in “working holidays” da tutto il mondo, fa si che  spesso ci siano centinaia di persone in cerca di lavoro in una sola volta e la qualità dei posti di lavoro pubblicizzata qui è bassa.
In ogni caso, prima di trovare un lavoro, probabilmente si dovranno sostenere diverse interviste e prove. La maggior parte delle persone va ad almeno 3 diverse interviste prima di trovare un lavoro.

Mito 2. Ho una laurea quindi otterrò un ottimo lavoro.

Scenario: ti sei appena laureato (congratulazioni!), e vuoi venire in Australia. Perfetto! Ma non pensare che sarà cosi facile essere assunto da una prestigiosa azienda che ti farà lavorare nel tuo campo. Purtroppo, molti datori di lavoro non accettano qualifiche conseguite all’estero e spesso non sono riconosciute.

Mito 3. Ci sono così tanti posti di lavoro in Australia e tutti pagano davvero bene!

Sono molte le storie di italiani che vengono qui con la promessa di infinite opportunità di lavoro e ricchezza solo per finire a lavorare 50 ore alla settimana per 12 dollari l’ora. Questo è sfruttamento!

Molti di voi probabilmente non sapete che per legge il salario minimo nel NSW è 15 dollari l’ora. Se venite pagati meno di 15 dollari l’ora, siete stati sfruttati.
Mito 4. Gli australiani sono molto rilassati quindi le ore di lavoro non saranno poi cosi lunghe.

Se si lavora in un ristorante o caffetteria, è molto probabile che non avrete pause durante il turno e che si dovrà lavorare molte ore. Questo è sfruttamento. Secondo la legge del NSW, nessuno dovrebbe lavorare ininterrottamente per più di 5 ore senza una pausa.

Conosci i tuoi diritti! Non sei venuto in Australia per essere trattato come uno schiavo!!”

http://www.sydneyxitaliani.com/jobs-in-sydney-myths-exposed/

“Scrivo perché non caschiate nel tranello d’illusione che ci propinano di continuo e per speranza o che, ci sono cascata ma poi ho dovuto fare i conti con la realtà.

Tutti vi dicono che qui si trova lavoro facilmente. Sì, ma sottopagati e lavori duri davvero, la competizione è altissima, ci sono un sacco di stranieri e qui chiedono un sacco di esperienza anche per fare il cameriere e se improvvisate che ce l’avete, beh lo fanno tutti, vi sgamano. Spesso mettono in nero, specie se provate nei ristoranti italiani (cosa che vi sconsiglio vivamente, non fate comunella con altri italiani, altrimenti statevene a casa) anche gli indiani pagano male magari però ti mettono in regola. Spesso non vi accettano solo perché avete il WHV, mal visto, davvero, se cercare come concierge receptionist, segretarie, commesse state freschi avrete possibilità solo nelle hospitality ossia la ristorazione e non si prende molto e ripeto ci vuole L’ESPERIENZA. Quindi lavapiatti camerieri e baristi all’opera! Io non riesco a trovare nemmeno in questo campo perché non ho nessun tipo di esperienza, ho fatto 3 giorni in un bar di un autolavaggio, il primo giorno training non pagato e gli altri due a 11,99 dollari mi hanno detto che mi avrebbero richiamato a lavorare e invece niente più da due settimane.

Ora? consegno le pagine gialle, 7 ore sotto il sole 25 cent a pagina gialla consegnata, due ore di viaggio andata ritorno dal lavoro a casa 70 dollari di mezzi a settimana e un affitto caro come il fuoco per solo una stanza. E questo è il meglio che mi hanno proposto… “

Offline TheDarkSider

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #57 il: Febbraio 17, 2017, 12:56:32 pm »
AUSTRALIA:
...
Quoto tutto.

Come dici sempre tu, Frank, estero e' una parola grossa. Cioe' c'e' estero ed estero, e bisogna specificare bene a quale paese ci si riferisce.

Ora come ora, solo la Germania, e solo alcune zone di essa (quelle piu' ricche) danno ampie garanzie di sistemarsi con una qualita' della vita superiore all'Italia. Questo perche' a fronte di stipendi mediamente piu' alti, il costo della vita e' paragonabile se non addirittura piu' basso che in Italia (per lo meno del nord Italia).

Per gli altri paesi molto celebrati come ricchi di opportunita' bisogna tener conto di un alto costo della vita, soprattutto affitti e trasporti (Londra, le maggiori metropoli in USA, Canada e Australia,  tutta la Svizzera, ecc.) e di un mercato del lavoro ultra-competitivo in cui vige la regola del licenziamento libero.

Insomma, esistono differenze notevoli tra i vari paesi di emigrazione, e alla fine avere una laurea spendibile  in tasca con ottima conoscenza dell'inglese e qualche esperienza precedente e' l'unica garanzia di trovare un buon impiego un po' dovunque.

E, sempre alla fine, un buon impiego in Italia nella parte del paese che funziona bene (Nord e Centro) garantisce una qualita' della vita fra le migliori al mondo. A Londra ci saranno pure piu' opportunita', ma c'e' anche molta piu' pressione competitiva e quindi stress sul lavoro.


"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Sardus_Pater

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #58 il: Febbraio 17, 2017, 13:18:06 pm »
Parole di un rumeno, scritte in un sito rumeno.

Ehm, Frank, va bene che anche il romeno è una lingua neolatina, ma non è così prossima all'iall'italiano da capire sùbito quello che c'è scritto.

Sulla vita a Londra, mio cugino che ci ha lavorato alcuni anni per poi scapparsene a lavorare in un'azienda a Sestu, provincia di Cagliari, concorderebbe molto con voi.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Sebastiano

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #59 il: Febbraio 17, 2017, 23:50:56 pm »
A proposito di percezione della corruzione, ho potuto vedere il seguente documentario (dis)honesty
http://thedishonestyproject.com/film/

Partendo dal comportamento spiega che tutti chi più chi meno mentono, e finisce a dire che nel mondo bene o male in tutti i paesi esiste corruzione perché è un tratto dell'essere umano. Quindi non esistono paesi immuni da questo problema