Autore Topic: CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX  (Letto 45313 volte)

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Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #180 il: Febbraio 20, 2019, 03:46:57 am »
GRATTERI: “‘NDRANGHETA, SOTTOVALUTATA E GLOBALE”
Maurizio Blondet 16 Febbraio 2019

RENDE (16.2.2019) – C’è un’organizzazione terroristica sovranazionale in contatto con le mafie, i consigli comunali sciolti per infiltrazioni saranno ancora di più, la criminalità organizzata emergente è quella albanese, finanziarie lombarde in prima fila nel riciclaggio, le mafie potrebbero influenzare i media per screditare le istituzioni dello Stato. E poi ancora: le banche locali sono più condizionabili e l’informatizzazione del processo tocca interessi ben individuati. In questo quadro l’intelligence è fondamentale per la sicurezza dello Stato e dei cittadini. Queste alcune delle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri durante lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Salutato dal Rettore Gino Crisci e introdotto dal Direttore del Master Mario Caligiuri, Gratteri ha iniziato sostenendo che “il fenomeno della ‘Ndrangheta è stato sottovalutato. Bisogna conoscere la storia per capire come mai da noi i ladri di polli sono diventati la mafia più ricca del mondo e altrove sono rimasti ladri di polli”.

    Ha poi sostenuto che “i calabresi non sono omertosi, sono delusi, stanchi del potere, sfibrati da mille maneggi”. Il procuratore ha poi affrontato il tema dell’area grigia evidenziando che “il riciclaggio più che dai grandi istituti di credito viene compiuto spesso dalle banche locali i cui vertici sono più condizionabili. I capi delle mafie non sono in grado di fare operazioni raffinate di riciclaggio e quindi si servono di professionisti e  di finanziarie, quasi sempre del Nord e principalmente lombarde”.

    Gratteri ha poi ricordato che “le mafie sono state storicamente legittimate dalle classi dirigenti, come dimostra il primo scioglimento di un consiglio comunale per mafia avvenuto a Reggio Calabria nel 1869”. Secondo il Procuratore il decennio più buio della Calabria è stato quello che va dal 1975 al 1985, caratterizzato dalla stagione dei sequestri che ha consentito alla ‘ndrangheta di accumulare risorse da investire nell’acquisto delle attrezzature per le opere pubbliche e per avviare il traffico della cocaina.

    Inoltre, questa fase ha determinato la decapitazione di intere  generazioni poiché molte delle famiglie più benestanti si sono trasferite fuori dalla regione, svendendo i propri beni. Il Procuratore ha poi sostenuto che la mafia emergente è quella albanese, dura e feroce e alleata quasi dovunque con la ‘ndrangheta.

    Ma le collaborazioni sono costanti anche con altre consorterie criminali come dimostra la gestione della cocaina di strada che viene organizzata su indicazione della ‘Ndrangheta dalla mafia nigeriana o dalla criminalità del posto.

Il Procuratore ha poi approfondito la dimensione globale delle mafie, facendo un riferimento specifico alla Colombia. In quel Paese – nell’opinione di Gratteri – si sta promuovendo un contrasto molto efficace al narcotraffico, determinando un elevato tasso di sviluppo economico, secondo solo a quello della Cina: il 9 per cento annuo. “In Colombia – ha sostenuto – ci sono grandi professionalità nel contrasto al narcotraffico, affiancate dagli operatori della DEA statunitense. Spesso collaboriamo meglio con la locale magistratura e polizia che con gli omologhi europei. Mi sono dichiarato contrario all’accordo con i terroristi delle FARC che ha provocato 260 mila morti e che è stato poi bocciato dalla popolazione”. Gratteri ha poi dichiarato che esiste una organizzazione terroristica sovranazionale che interagisce direttamente con le mafie.

A riguardo, ha citato l’esempio di un trafficante di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, che non aveva pagato una partita di droga ai cartelli colombiani e che è stato intercettato dai terroristi spagnoli dell’ETA. Tali interazioni possono trovare un’ipotesi di convergenza sopratutto nell’ambito dei porti che è difficile controllare anche per le loro estensioni, come quello di Santos che ha 35 chilometri di banchine oppure quello di Amsterdam che si sviluppa per 17.  Appunto per questo – ha sostenuto – l’attività di intelligence diventa decisiva. Un fenomeno a cui prestare particolare attenzione – ha continuato – è verificare se le mafie riescano a condizionare direttamente o indirettamente alcuni media di élite che  sistematicamente cercano di delegittimare le attività dei servitori dello Stato. Gratteri ha poi rilevato che “abbiamo sciolto tanti comuni per mafia e ne scioglieremo ancora di più. Il voto inquinato non si risolve con la decadenza dei consigli comunali ma assegnando più poteri ai commissari”.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #181 il: Aprile 03, 2019, 18:44:17 pm »
Lo posto qui per non aprire una nuova discussione.

http://www.aldogiannuli.it/le-cause-storiche-dellantitalianismo/

Citazione
Le cause storiche dell’antitalianismo.
Scritto da Aldo Giannuli. Postato in Italia Repubblicana, Le analisi

La “sindrome da anti italianità” è così diffusa e pervasiva da porre il problema delle sue cause. Gli italiani non si piacciono e non si stimano, questo è evidente, e coltivano atteggiamenti autolesionistici che non hanno riscontri in nessun altro paese in Europa, dove, dai greci agli inglesi, dai tedeschi agli spagnoli, di polacchi ai portoghesi, dai francesi ai rumeni o agli ungheresi sembrano tutti abbastanza orgogliosi della loro identità nazionale, pronti a rintuzzare eventuali accuse o critiche (spesso luoghi comuni).

Al contrario, in Italia l’autodenigrazione porta all’impudica esibizione delle piaghe nazionali, quasi a riscatto della propria identità individuale: italiani sono sempre gli altri.

Il fenomeno è diffuso a tutte le nostre latitudini religiose, regionali e sociali: i cattolici si sentono parte di una comunità mondiale e, tacitamente, non perdonano all’Italia la fine dello stato pontificio, i protestanti e gli ebrei di essere stati perseguitati dalla Chiesa e dal fascismo, gli industriali parlano dei loro operai come assenteisti che dovrebbero prendere esempio da quelli tedeschi o giapponesi, gli operai deprecano che il padronato italiano sia il più miserabile del pianeta, i lavoratori autonomi si sentono oppressi da uno stato esoso ed inefficiente, lo stato si lamenta dell’evasione fiscale dei lavoratori autonomi, i meridionali parlano dell’impresa dei Mille come di un episodio di colonizzazione, i settentrionali maledicono l’Italia che gli lega al piede la palla di piombo del Sud, persino i romani hanno da ridire su quell’Italia che gli consente di campare da più di un secolo.

E non parliamo dei partiti, nei quali serpeggia da sempre l’antitalianismo. I laici (repubblicani, liberali e soprattutto azionisti) da sempre ritengono che il peccato originale dell’assenza della riforma protestante non sia stato riscattato dall’unità nazionale, che non ha fatto di questo paese una nuova Inghilterra, ed alimentano una insopportabile polemica moralista (“L’italia alle vongole” diceva qualcuno per deplorare il costume nazionale proclive al lassismo). I comunisti ritengono di non essere mai andati al governo, in mezzo secolo di prima repubblica, perché questo è un popolo fatto guasto da clientele e corruzione (lagna puntualmente ripresa da Rifondazione, Sel, Idv, M5s), i socialisti ed i democristiani, al contrario, si lamentano della deriva giustizialista, frutto del populismo qualunquista che giace nella pancia del paese ed ha consegnato alle patrie galere una classe politica di ineguagliate capacità; persino i fascisti hanno atteggiamenti antitaliani, rimproverando agli italiani di aver perso la guerra per non aver saputo soffrire e combattere ed additano il fulgido esempio dei tedeschi (che, come è noto, la guerra l’hanno vinta).

Solo che:

-i liberali dimenticano di aver sgovernato questo paese per oltre 50 anni insieme a quegli inetti di casa Savoia

-gli azionisti di non essere stati capaci da darsi un seguito di massa per il loro elitarismo

-i repubblicani di aver allegramente banchettato per mezzo secolo con i democristiani, mentre rampognavano il paese sui suoi difetti morali

-i comunisti di non aver saputo conquistare il consenso per il loro deleterio rapporto con l’Urss che li portava, troppo spesso, a subordinarvi l’interesse nazionale

-socialisti e democristiani di essersi effettivamente corrotti in misura largamente superiore al sopportabile

-i fascisti di aver dichiarato una guerra demenziale e di essere finiti a fare i servi dei tedeschi.

Come si vede l’antitalianismo è l’ottimo alibi morale per autoassolversi delle proprie colpe e insufficienze e, soprattutto, per lasciare tutto come è, perché, tanto, con il legno storto dell’italianità, più di questo non si può fare: “non sono io ad aver sbagliato, sono stati gli italiani a non essere all’altezza del mio progetto”.

A questo proposito è uso invocare certe tradizioni culturali che ne sarebbero la scaturigine, ad esempio si cita l’ “amoralismo” di Machiavelli ed il “particulare” di Guicciardini, ma chi fa di queste citazioni non ha letto né l’uno né l’altro ed esprime un imparaticcio orecchiato (altra piaga italica questa degli “acculturati a metà”). Machiavelli e Guicciardini non c’entrano niente e semmai la responsabilità è stata della lettura grossolana che se ne è fatta (o, più semplicemente, supposta).

Non è questa l’origine e la spiegazione di questa profonda auto disistima nazionale.

Certo non mancano pratiche profondamente deplorevoli, e c’è una “italianità deteriore” che provoca disgusto: vi dicono niente nomi come Berlusconi, Schettino, Riina,  Cocciolone, Incalza o quelli della lista Falciani? Ma, per quanto non manchino pecche, l’auto diffamazione tocca punte che non si giustificano e, dunque, occorre scavare nella storia e nella psicologia di questo paese, per trovare risposte non banali.

Proprio in questo periodo sto scrivendo il mio prossimo libro che è dedicato ad una critica storica del potere in Italia e, pertanto, mi sto misurando con le costanti della vita nazionale, e questo mi aiuta a riflettere su paradosso dell’antitalianismo degli italiani.

Alla base penso ci sia una identità nazionale fragile, sempre insidiata, da un lato, da una proiezione universalistica, come è proprio del cattolicesimo, e, dall’altro, dal particolarismo localistico, eredità degli stati regionali del XVI secolo e, prima ancora, dell’ordinamento feudale. Su questo si sono poi innestate le guerre dal XV ed il XVII secolo, con il loro costante e degradante appello allo straniero contro il “nemico vicino”, e poi la perdita dell’indipendenza. Di qui il ritardo nell’unificazione nazionale e, di conseguenza, nella modernizzazione, alla cui tardiva maturazione l’Italia ha pagato prezzi assurdi.

La mancanza di un progetto chiaro di nazione, fra velleità imperialistiche e ripiegamenti autarchici e provinciali, ha compromesso le speranze dell’Unità nazionale sin dal nascere, per colpa di una classe dirigente liberale di bassissimo profilo: inetta, corrotta, chiusa, impreparata ed interessata solo a mantenere i privilegi della casta da cui proveniva. Se il ceto politico liberale fu cattivo, quello fascista fu pessimo.

Alimentò folli manie di grandezza accompagnandole con una gestione vertiginosamente al di sotto delle aspirazioni.
Il colpo di grazia è venuto dalla guerra, con la sconfitta che ha sepolto ogni aspirazione a giocare un ruolo autonomo ed a cercare un adattamento furbesco e subalterno.  Il ceto politico della repubblica, pur inizialmente dignitoso, fu comunque il ceto politico di un paese sconfitto che covava in sé un profondo senso di colpa. Ad una prima positiva stagione di ricostruzione economica e di semina democratica –anche se non priva di ombre- seguì l’insuccesso dell’ondata del sessantotto e questo ridestò l’antica protervia delle classe dominanti. E fu la restaurazione degli anni ottanta, che, come tutte le restaurazioni, segnò il declino del paese. Di qui la permanente insicurezza di chi non si sente all’altezza delle sfide e si dà per vinto in partenza.

L’europeismo degli italiani fu solo il desiderio di oblio di una nazione che non credeva più in sé stessa. Ora, che anche la chimera europea svanisce mostrandosi matrigna, resta solo la cenere dell’autodenigrazione.

Ma non è questo che ci permetterà di uscirne. La coscienza delle proprie insufficienze e colpe è nulla se non si accompagna al desiderio di tornare a volare. E studiare il passato è necessario solo per capire quanto siano profonde le radici che si intende tagliare e distinguere quelle che possono ridar vita alla pianta.

Aldo Giannuli



Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #182 il: Aprile 04, 2019, 00:01:25 am »
La causa principale è la classe dirigente di ceppo risorgimentale, che ha trattato e tratta ancora il proprio Paese come un occupante straniero e lo vende a stranieri. Un numero molto elevato di nostri governanti (ma anche ex criminali) ha la Legion d'Onore, o insegna in università straniere, indovinate per quali meriti?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline gluca

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #183 il: Aprile 04, 2019, 00:30:37 am »
Va detto pure che sta cosa, almeno negli ultimi decenni, è stata ampiamente fomentata dalle classi dirigenti al potere.
Per farci diventare una colonia era necessario convincerci che siamo delle merde, e molti hanno abboccato alla grande.
L'italiano medio tende a ragionare esclusivamente per appartenenza, si beve qualunque cazzata se gliela dicono i media, e, da questo punto di vista, il sistema scolastico ha delle colpe enormi.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #184 il: Aprile 04, 2019, 19:13:46 pm »
Di certo c'è che l'italiano medio, e in particolar modo l'italiano di sesso maschile, è psicologicamente sottomesso a tutto e tutti.
Agli stranieri, anche se provengono dalla Somalia o dal Burkina Faso o da qualche altro paese di merda, proprio perché il suddetto si vergogna di essere italiano.
Alle donne, che reputa superiori a se stesso ed agli altri uomini,* tanto è vero che passa l'intera esistenza a leccare i piedi a chi mai farà qualcosa del genere nei suo confronti.
Insomma, una situazione di merda dalla quale non se ne esce proprio.

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* In questo è in buona compagnia di tanti altri uomini di altri paesi.
Ma vabbe', non è certamente una consolazione.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #185 il: Aprile 04, 2019, 19:45:12 pm »
Alle donne, che reputa superiori a se stesso ed agli altri uomini,* tanto è vero che passa l'intera esistenza a leccare i piedi a chi mai farà qualcosa del genere nei suoi confronti.

Ad esempio: anche poco fa, su una radio privata della mia regione d'adozione, si stava parlando dei vari talenti maschili e femminili e in merito era possibile intervenire in diretta per esprimere la propria opinione.
Beh, gli interventi femminili erano incentrati sul fatto che loro son sempre più brave del proprio compagno* in questa o quell'altra cosa, nonché "più resistenti alla fatica",  :sick:  per non parlare dei soliti lamenti (soprattutto della conduttrice) relativi alla tesi secondo cui le donne non sarebbero valorizzate dalla società, bla bla bla etc etc.
Viceversa, gli uomini non facevano altro che lisciare il pelo alla controparte femminile.
Uno di questi le ha definite "più brave in ogni ambito lavorativo".
E dove vogliamo andare con scemi del genere ?


@@

* Una di queste, bontà sua, ha definito il marito "molto più bravo a cucinare", soprattutto il pesce.
Del resto non è certamente una novità che moltissime femminucce moderne non sanno fare una beneamata fava in cucina.

Offline gluca

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #186 il: Aprile 04, 2019, 19:57:14 pm »
E dove vogliamo andare con scemi del genere ?
Conosci Carlo M. Cipolla?
Lui del problema aveva fatto un'analisi scientifica:


Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #188 il: Aprile 04, 2019, 23:58:30 pm »
Beh, gli interventi femminili erano incentrati sul fatto che loro son sempre più brave del proprio compagno* in questa o quell'altra cosa, nonché "più resistenti alla fatica"
Nelle scalate al K2 non so, ma da come tengono le case, che fanno rimpiangere le capanne del Burkina Faso, non direi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #189 il: Aprile 05, 2019, 00:06:53 am »
Nelle scalate al K2 non so, ma da come tengono le case, che fanno rimpiangere le capanne del Burkina Faso, non direi.

Il discorso di una tipa era incentrato proprio lì, ovvero sul fatto che loro fanno sempre due lavori, non si fermano un attimo, portano avanti una casa, etc.
Ora, quello che a me fa girare le palle non è il fatto che ci siano donne che fanno questo e quell'altro, bensì la spocchia, il risentimento, la critica perpetua, la competizione continua con l'uomo, neanche fosse una guerra.
Non ce la fanno proprio ad essere giuste, equilibrate, non rompicoglioni a prescindere.
Gli uomini son veramente la loro ossessione.

Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #190 il: Aprile 05, 2019, 00:44:06 am »
Gli uomini son veramente la loro ossessione.
Solo quando si tratta di criticare, per altre questioni non esistono neppure.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #191 il: Aprile 07, 2019, 01:13:59 am »
Di certo c'è che l'italiano medio, e in particolar modo l'italiano di sesso maschile, è psicologicamente sottomesso a tutto e tutti.
Agli stranieri, anche se provengono dalla Somalia o dal Burkina Faso o da qualche altro paese di merda, proprio perché il suddetto si vergogna di essere italiano.


https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/ospedale_svezia_sprechi-4410576.html

Citazione
Sprechi e patti segreti: è svedese l’ospedale più caro del mondo
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Sabato 6 Aprile 2019 di Mario Ajello e Andrea Bassi
By Holger.Ellgaard - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=54086947 STOCCOLMA «Un club segreto, fatto di politici della Contea, di burocrati, di consulenti privati che hanno maneggiato questo enorme progetto e hanno portato avanti l’appalto nella più fitta oscurità e nel mistero». Così racconta Elisabet Hoglund, giornalista, blogger molto seguita, e in passato anche campionessa di ciclismo che ha più volte rappresentato la Svezia nei campionati del mondo. Lo scandalo è quello dell’ospedale più caro del mondo. Come lo definiscono i cittadini più combattivi di Stoccolma. Questa per loro è la vergogna nazionale. E non si tratta soltanto di malasanità. Il nuovo Karolinska la sua eccellenza l’ha raggiunta nel diventare - e non siamo in Grecia o in Italia o nel resto di quell’Europa Mediterranea che vista da quassù rappresenta l’abuso della corruzione e dell’inefficienza - la grande cattedrale dello spreco e dei lavori senza fine, tranne quella dell’escalation dei costi poco in linea con la cantata rettitudine protestante sventolata come vessillo del Modello Svedese.

Un patto tra il pubblico, la Contea di Stoccolma, e il privato. Usare la parola gara per l’assegnazione dell’appalto appare eccessivo. Ai nastri di partenza c’era un solo concorrente. L’arbitro è insieme giocatore. I lavori dovevano costare 14,5 miliardi di corone svedesi, circa un miliardo e mezzo di euro. Ma da subito i costi hanno iniziato ad impennarsi. Il conto, ancora provvisorio per un’opera a cui mancano ancora vari pezzi, è già salito a ridosso dei 30 miliardi di corone, tre miliardi di euro, il doppio di quanto preventivato. Non finisce qui. Lo scandalo nello scandalo riguarda i costi di gestione fino al 2040, assegnati allo stesso consorzio, per una cifra che si avvicina a 60 miliardi di corone, altri 6 miliardi di euro. E c’è poco da meravigliarsi se montare una porta costa un milione di corone. Spostare i rubinetto costa 150 mila corone, 15 mila euro. Per rifare i letti nelle stanze adibite al riposo dei lavoratori 600 mila corone all’anno, 60 mila euro. Racconta un medico: «Hanno fatto passare il tubo degli scarichi sul soffitto del reparto di sterilizzazione dei ferri chirurgici. I tubi perdevano, e i liquami hanno iniziato a piovere sugli scaffali dove erano conservati gli strumenti sterilizzati. Un terribile odore di fogna... per non dire dell’enorme spreco di soldi pubblici».

C’è chi parla di una vera e propria “gang”. Riecco la blogger Hoglund: «Quando il consiglio della Contea ha dovuto prendere la decisione finale sull’appalto, questo fu considerato così segreto che il sistema audio fu spento per evitare che i dettagli dell’accordo arrivassero a persone non autorizzate».
E pensare che nelle classifiche di Trasparency, che misurano la percezione che ogni Paese rispetto alla correttezza dei propri comportamenti, la Svezia è sempre in cima. Ma non è all’insegna della trasparenza la parola d’ordine che viene ripetuta di fronte ad ogni minimo inciampo: «Siamo una famiglia, dei nostri problemi dobbiamo parlare solo tra di noi».

Ma come è stato possibile questo capovolgimento del Modello Svedese? Il sospetto e’ che si siano saldate delle lobby. A Stoccolma domina quella dei moderati. Catharina Elmaster-Sward, assessore al bilancio del partito di centro tra il 2008 e il 2010, è il politico che più ha spinto per la soluzione pubblico-privato, anche se il ministro delle finanze dell’epoca l’aveva messa in guardia dai pericoli. Oggi è ceo della Swedish Construction Industry, l’associazione dei costruttori. Un’altra figura coinvolta è Filippa Desiree Amanda Cay Reinfeldt, figlia di Cay Holmberg, un dignitario della marina ed ex moglie di un politico di primissimo piano, Fredrik Reinfeldt, che è stato anche capo del governo e resta molto popolare in Svezia. Filippa, al tempo della decisione dell’appalto, era ministro della Sanità. Una volta lasciato l’incarico ha subito trovato un posto di responsabilità nella Aleris, un’azienda privata che ha un ruolo sostanziale nel sistema sanitario pubblico. A queste latitudini i conflitti di interesse fanno meno impressione.

Ma ecco in questo puzzle la figura di Kristoffer Tamsons, 42 anni, oggi assessore al traffico e alle infrastrutture della Contea di Stoccolma, era quello che quando Reinfeldt era primo ministro gli scriveva i discorsi. La sua carriera è stata rapidissima. Da ghost writer è diventato il pianificatore delle campagne elettorali per i moderati, di cui è stato anche funzionario negli uffici del Parlamento e consigliere municipale. Poi anche lui è passato nel privato, nell’agenzia di lobby Hallvarsson&Halvarsson. Secondo Fokus Magazine, Tamsons, nella classifica delle cento persone più influenti in Svezia, si colloca al 54esimo posto. L’anima politica di questa operazione è considerato proprio lui. E così l’ospedale degli scandali infiniti, che doveva essere il fiore all’occhiello, diventa la vergogna nazionale, nonostante questa antica istituzione dedicata alla principessa Carolina sia la casa dei Nobel per la medicina.


Come sempre (ripeto: sempre) accade quando su un giornale italiano si parla (raramente) della corruzione presente in altri paesi, l'italiano medio tormentato dai complessi di inferiorità e consequenzialmente dalla vergogna di essere italiano, se ne esce fuori con commenti del genere, perché proprio non ce la fa a non prendersi a martellate sui genitali.
Anziché rimanere nel merito e commentatre quanto accaduto in quel paese, subito va a parare sulle magagne italiane, come se non se ne parlasse già abbastanz e ad ad ogni pié sospinto.
A situazione invertita sarebbe (ed è) difficilissimo ascoltare o leggere qualcosa del genere da parte di uno straniero.

Citazione
antipolvere 2019-04-06 09:08:14
E cosi anche gli svedesi si stanno "italianizzando"...

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winner25 2019-04-06 07:02:58
sara' pur un esempio di spreco di denaro pubblico in Svezia, nazione virtuosa ma comunque hanno un livello di vita economico e civile che l'Italia non raggiungera' mai .Quello che però appare un unico scandalo di malasanita in Svezia non ha confronti con la nostra .In Calabria per esempio , la sanità ha un bilancio negativo nel 2018 di 170 milioni di euro .Cioè soldi presi allo Stato per poi offrire un servizio sanitario a dir poco scadente.
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Dunque, per l'italiano medio il fatto che anche in altri paesi intrallazzino è dovuto semplicemente al "fatto" che pure in quei luoghi si sarebbero messi a "scopiazzare" gli italiani.
L'ipotesi che l'indole umana sia la stessa ovunque e che a mitigarla sia la cultura, la mentalità del paese in cui si ha la fortuna o sfortuna di nascere, crescere e vivere, non sfiora neppure i cervellini di questi imbecilli.

Il secondo tizio, poi, scrive:
"sara' pur un esempio di spreco di denaro pubblico in Svezia"...

"Sarà" anziché "è"...
Ripeto: l'italiano medio - specie se di sesso maschile - è realmente un irrecuperabile deficiente.
Mai sentito un albanese, un rumeno, un moldavo, un macedone, etc, fare simili discorsi autorazzisti.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #192 il: Aprile 09, 2019, 01:32:41 am »
Ripeto: l'italiano medio - specie se di sesso maschile - è realmente un irrecuperabile deficiente.
Mai sentito un albanese, un rumeno, un moldavo, un macedone, etc, fare simili discorsi autorazzisti.


Per dire...

https://www.travel365.it/paesi-piu-maleducati-del-mondo.htm

Citazione
Congratulazioni a tutti gli italiani! A dispetto di quanto si possa credere, non è il Bel Paese la nazione più maleducata del mondo. Sorpresi eh?
Beh, generalmente quando si parla di primati negativi l'Italia si aggiudica sempre il podio, ma non questa volta!
Ad ogni modo, c'è poco da festeggiare, siamo comunque presenti nella top 10.

... e niente, quello italiano è un popolo di autorazzisti complessati.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #193 il: Giugno 03, 2019, 21:07:46 pm »
Niente non è... considerando quello che solitamente mi tocca ascoltare e leggere. *

http://storierandage.blogspot.com/2012/04/ma-che-vuol-dire-allitaliana.html

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Ma che vuol dire ''all'italiana?''
''Eh, tanto anche questo viene fatto all'italiana...''. ''E' proprio vero, siamo in Italia''. Rimane un mistero per me come si possa, noi italiani, darci la zappa nei piedi, per così dire, regolarmente, affondando negli stereotipi. Come scrivo nel mio libro How to Live like an Italian, per quanti difetti possano avere gli italiani, forse i due principali sono l'esterofilia e l'autolesionismo.Il denigrare se stessi come popolo e nazione.
Josefa Idem, che per la settima volta rappresenterà l'Italia alle Olimpiadi,tempo fa ha rilasciato una intervista a Fabio Fazio. Ha detto, tra le altre cose, che l'idea di fare una olimpiade a Roma di nuovo potrebbe essere un'occasione per dimostrare che noi italiani le cose le sappiamo fare, e bene. Ed ha aggiunto che troppo spesso gli italiani si autodenigrano e si mancano di rispetto. Lo dice anche un mio amico cubano: ''Siete un grande popolo, per questo abito qui da sette anni..E spesso devo difenderli io gli italiani, visto che hanno di sè una tale opinione negativa''.

Pensiamo solo per un attimo a quanta gente fa volontariato in Italia.Milioni di persone. Pensiamo alle migliaia e migliaia di persone che sono partite alla volta di Genova e dell'Isola d'Elba, per aiutare a ripulire la città e l'isola devastate dalle alluvioni. Qualche giornale ha titolato ''La meglio gioventù''. I volontari, i giovani che sono partiti ed hanno trascorso giorni e giorni affondati nel fango per salvare il salvabile in questi posti sfortunati senza che nessuno glielo chiedesse da soli dimostrano che siamo vittime di una serie illimitata di pregiudizi e di un distorto modo di giudicare noi stessi. Gli italiani sono in gamba. Il fatto di essere stati rappresentati per 17 anni da un corrotto non ci rende automaticamente corrotti. Qui abbiamo milioni di persone che si indignano per le ingiustizie, che lavorano sodo anche per mille euro al mese, che credono nei valori della famiglia e dell'amicizia. Siamo gente forte, intelligente, creativa. Leggevo pochi giorni fa che nel sud nascono in questo periodo nuove ditte di giovani che vogliono dimostrare le potenzialità della loro terra, contro gli stereotipi. ''Il nostro paese è come un pezzo di marmo che può essere scolpito e plasmato, per questo non vado via ma rimango qui e creo questa impresa''.  Perchè non serve a niente dire ''Ah, tanto è una cosa all'italiana''. Perchè io avendo abitato all'estero posso dimostrare quali e quante cose non funzionino anche lì. Perchè credendo in noi un po' di più potremmo realizzare grandi cose. Al mio paese hanno aperto quattro nuove attività commerciali gestite da donne in pochi mesi. Nella strada principale del paese adesso esistono sette negozi e saloni tutti realizzati da intraprendenti ragazze. Se queste donne non credessero nelle potenzialità dell'Italia adesso forse sarebbero a guardare la tv nel pomeriggio piangendo sulla loro vita vuota.
Perchè i problemi in Italia ci sono sempre stati, ma questo non ci ha mai impedito di fare grandi cose. Siamo il paese di Leonardo e Michelangelo e Galileo, ma anche il paese di Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Dario Fo. Anche oggi creiamo e scopriamo, rimanendo all'avanguardia in tanti settori. Un piccolo esempio? Molti miei amici inglesi si curano i denti in Italia: non c'è paragone di qualità e di prezzi. Se la corruzione c'è, ci sono anche le cose pulite, i valori, la capacità di reagire ai problemi contingenti.
E vorrei terminare con una bellissima citazione che ho pure inserito nel mio libro.Una volta Orson Welles ha detto: ''In Italia per trent'anni sotto i Borgia hanno avuto guerra, terrore, omocidi e spargimenti di sangue ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno  avuto la fratellanza; ci sono stati 500 anni di democrazia e di pace, e cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù''.
Postato 9th April 2012 da MisterMan

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* Questa l'ho letta un po' di tempo fa.

Citazione
Tutte le volte che 'sto paese dimmerda manifesta la sua merditudine (ogni istante della sua esistenza, praticamente), debbo ricordarmi che dietro le quinte c'e' sempre l'espressione della sua popolazione di perfetti imbecilli. Lo dico da sempre e lo ripeto, prendete il paese piu' virtuoso del mondo, di un centinaio di milioni di autoctoni, ed infilateci 10 milioni di italioti dimmerda medi. Tempo qualche mese vedrete che fine fara'. Che poi e' una squalifica (ulteriore, non c'e' limite al peggio, piace scavare) che per certi versi sta subendo la stessa merdolandia. Bastano molti meno numeri perche', appunto, era gia' una merda prima.


Citazione
Quando il regime perde pedine, iniziano ad emergere le realta'. Ad esempio che, contrariamente agli slogan, merdolandia cada sempre piu' a pezzi. E l'agenzia con evidenti simpatie verso il minculpop (ansa.it) ha iniziato a sbloccare anche la sezione commenti.


Un mio amico dice che in quanto a disfattismo i messicani son molto simili agli italiani.
Può essere, ma io non ho memoria di stranieri che facevano simili discorsi sprezzanti nei confronti del proprio Paese e dei suoi abitanti.
Nemmeno gli albanesi degli anni Novanta, che all'epoca scappavano dal terzo paese più povero al mondo e consequenzialmente nuotavano nella merda più totale.

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #194 il: Agosto 26, 2019, 12:39:27 pm »
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

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* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.


Tanto per evidenziare una volta di più i complessi di inferiorità dell'italiano medio nei confronti di altri popoli.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/francia-macron-installa-autovelox-infallibili-sulle-strade-1743579.html

Citazione
Francia, Macron installa "autovelox infallibili" sulle strade nazionali
Gli automobilisti “esasperati da Macron” starebbero perpetrando, affermano i media, attentati contro le nuove videocamere


Bene, cosa ti scrive un commentatore, sicuramente di sesso maschile ?

Citazione
mortimermouse

Lun, 26/08/2019 - 11:08
i francesi hanno le palle per arrivare a queste manifestazioni di rabbia, rischiando anche la galera. in italia.... pecoroni! tutti fifoni!

Ora, premesso che alcuni anni fa, dalle mie parti, ci fu chi prese a schioppettate un autovelox (posizionato vicino alla superstrada che porta a Perugia), per non parlare di autovelox mobili rubati alla polizia locale... cosa ti conclude il tipo ?
Che in Italia "son tutti pecoroni".
Anziché limitarsi a commentare quel semplice dato di fatto (che è comunque un reato), è subito corso a fare il paragone tra i due popoli: con le palle uno, senza le palle l'altro.
D'accordo, che i francesi siano un popolo molto più unito e patriottico di quello italiano è pacifico, ma il punto è che a chiacchiere chiunque di noi può essere un fenomeno.
Ad esempio: l'esterofilo in questione quale protesta eclatante avrà mai fatto nel corso della sua esistenza ?
E, soprattutto, sarebbe capace di mettere in gioco la propria libertà, o magari la vita stessa, per un ideale ?
Rischierebbe per questo la galera oppure di farsi ammazzare ?
Io non credo proprio, per tutta una serie di motivi che ora non mi metto a elencare.

Altro particolare da evidenziare: a situazione invertita, il tipo in questione avrebbe scritto l'esatto contrario, ossia che "gli italiani si fanno sempre riconoscere"... "gli italiani non rispettano mai le regole"... gli italiani sono tutti mafiosi..." etc etc...
Ed invece, se lo fanno degli stranieri, è segno di "attributi". *
Non c'è niente da fare: quello italiano è un popolo irrecuperabile.


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* Tra l'altro un francese, ma anche un tedesco o un olandese, non farebbero mai quei paragoni del menga, proprio perché i suddetti non sono affetti e afflitti da insopprimibili complessi di inferiorità, misti ad una cronica e incurabile esterofilia.