Autore Topic: utero in affitto : e la donazione di sperma ?  (Letto 3006 volte)

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utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« il: Maggio 17, 2015, 12:00:01 pm »
http://www.aleteia.org/it/editoriale/articolo/fiorella-mannoia-dire-no-utero-affitto-5773937040424960

    
La settimana inizia così, con Fiorella Mannoia, storica cantautrice di sinistra, che scrive un lungo post contro l'utero in affitto commentando, sulla sua pagina Facebook, il triste mercimonio che coinvolge le donne nepalesi:
E' una buona notizia perché in genere è attraverso anche i messaggi di personaggi dello spettacolo o della cultura che vengono veicolate alcune politiche e in generale, specie a sinistra (e Fiorella Mannoia lo è fieramente) questo è in Italia un tema strettamente connesso all'agenda dei diritti civili e dunque difficilmente messo in discussione. La cosa positiva è che – in generale – il femminismo europeo non è affatto lontano da una netta contrarietà nei confronti della cosiddetta “maternità surrogata”, in nome del rispetto del corpo delle donne e contro la sua mercificazione. Le donne lo sanno e lo dicono.

Un esempio è quello rappresentato dalla coalizione di associazioni femministe provenienti da tutta Europa, tra cui anche diverse sigle che rappresentano collettivi lesbici, che si è formata per portare alla Conferenza dell’AIA un documento molto dettagliato e altrettanto critico sulla pratica dell’utero in affitto e della maternità surrogata. Il documento punta – con le sue 24 pagine di rilievi - a far capire come questa tecnica si avvicini moltissimo ad una moderna forma di schiavitù e analizza i pericoli psicologici a cui si va incontro utilizzando questa forma di maternità (per esempio il fatto che i bambini appena nati siano oggetto di contratti o che in nessun documento o accordo internazionale si parli di diritto ad avere un figlio). Cerca inoltre di mettere in luce le numerose diseguaglianze, sia di natura economica che di natura psico-fisica che questa pratica comporta (Documentazione.info, 10 aprile).

Ma in generale anche giornali dell'establishment progressista come il britannico Guardian (10 maggio) ora si pongono domande su questa pratica che riduce la donna e il suo corpo al mero utero e soprattutto al suo sfruttamento economico. Così come la Mannoia, anche il giornale di Manchester ha aperto gli occhi sulla questione proprio “grazie” al tragico terremoto in Nepal che ha scoperchiato un vaso di Pandora fatto di ricche coppie (tanto gay quanto etero) che grazie ai bassi costi e alle leggi indiane si acconciavano letteralmente a 'comprare' i figli 'prodotti' tramite l'impianto di embrioni. Tutto questo accade perché al di fuori di una ristretta cerchia di donne che altruisticamente portano a termine la gestazione per conto di una coppia che non può farlo, stabilmendo legami affettivi con essi e con il nascituro, così non è nella maggioranza dei casi e il fatto di cercare altrove, a distanza, delle sconosciute che facciano questo è mosso dal disinteresse per il contatto umano e della riduzione della persona a cosa, ma soprattutto dallo sfruttamento di chi è nel bisogno e rischia la salute per pochi spiccioli. E' il mercato bellezza...

Ma anche in Francia il movimento di opinione che si oppone all'utero in affitto non è fatto solo di vecchi bigotti, ma anche di politici e pensatori socialisti e di sinistra come l'ex Premier Lionel Jospin o l'ex Presidente della Commissione Europea Jacques Delors. come riporta la storica Lucetta Scaraffia sulle colonne de L'Osservatore Romano: «L’ultimo numero della rivista francese Le débat contiene una sezione totalmente dedicata al matrimonio omosessuale, e in particolare al destino dei figli che tali coppie vorrebbero allevare come propri. Aprendo un confronto su questo tema, l’autorevole testata laica francese si propone soprattutto di considerarlo un problema antropologico di ampio significato per la società, e non semplicemente un allargamento dei diritti, come vorrebbero i difensori del “matrimonio per tutti”».Secondo Paul Thibaud, filosofo che è stato direttore di Esprit, questa apertura all’approfondimento costituisce di per sé una novità interessante in un panorama in cui si è cercato in ogni modo di soffocare il dibattito, argomentando che con la nuova legge si trattava solo di riconoscere un cambiamento già avvenuto nella società. Thibaud nega che questo sia vero, perché sostiene che qui non si tratta di “riconoscere” le coppie omosessuali nella loro specificità, ma proprio il contrario: far dimenticare che sono diverse (L'Osservatore Romano, 20 luglio 2014).

Solo in Italia il dibattito è fermo, gli intellettuali tacciono, nessuno è capace di prendere posizioni scomode. Magari con la Mannoia qualcosa si muoverà o almeno lo speriamo.

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #1 il: Giugno 08, 2015, 11:05:49 am »
http://www.avvenire.it/Vita/Pagine/femminista-elton-john-distrugge-maternita.aspx

Elton John e il compagno David Furnish, registrandosi il primo come "padre" e il secondo come "madre" sul certificato di nascita dei figli Zachary, quattro anni ed Elijah, due, avuti da una madre surrogata, «hanno svilito la maternità e rischiano di distruggerla». Chi lo dice è una delle voci più autorevoli del femminismo, la giornalista e scrittrice australiana 76enne Germaine Greer, che da molti anni risiede nel Regno Unito.

«Sir Elton e "sua moglie" – ha detto la scrittrice qualche giorno fa al festival letterario di Hay – hanno specificato sui certificati di nascita che David Furnish è la madre. Questo dà l’idea di quanto il concetto di maternità sia ormai vuoto, andato». La Greer ha poi spiegato che ormai «ci troviamo in una situazione in cui abbiamo una madre genetica anonima che fornisce gli ovociti, e non sa che fine fanno. È quello che le donne vogliono? Non credo proprio, le donne ci tengono. Un ovocita non è come lo sperma, non ne produciamo 400 milioni, ce n’è uno buono ogni mese». Com’era immaginabile, i commenti della storica leader femminista hanno scatenato un acceso dibattito in Gran Bretagna dove la maternità surrogata è legale da trent’anni ma non è permessa se a scopo di lucro. Le madri surrogate possono ricevere un rimborso spese perché portare in grembo un bambino per nove mesi per un’altra persona è considerato un gesto altruistico. La legge garantisce inoltre i diritti di maternità alla donna che partorisce il bambino fino a che un giudice non decide di emanare il cosiddetto "parental order" autorizzando la consegna del bambino alla coppia che l’ha ordinato. Ma se la madre surrogata decide, anche all’ultimo minuto, di tenere il neonato può farlo. È per questo che, pur essendo legalizzata la pratica, molte coppie inglesi scelgono di rivolgersi a una delle cliniche in India dove l’utero in affitto è divenuto un vero e proprio business e le coppie hanno la garanzia di essere riconosciute come "genitori" sin dalla stipula del contratto con la madre surrogata, costretta a cedere ogni diritto sul piccolo.

«L'India – spiega Jackson Kirkman-Brown, professore di Biologia umana riproduttiva all’Università di Birmingham – è vista in molti casi come la soluzione al problema. Su Internet le cliniche indiane vengono pubblicizzate come paradisi sanitari guidati da seri professionisti dove le madri surrogate sarebbero sane e felici di quello che fanno. Ma l’industria della maternità surrogata in India e in altri Paesi asiatici è senza regole certe e crea gravi rischi per la salute delle donne e i potenziali genitori che entrano in un mercato dai contorni indefiniti». Ora arriva l’insospettabile voce di Germaine Greer, secondo la quale le spinte per distruggere il concetto di maternità si sono già spinte troppo oltre e l’intera questione è stata distorta dall’industria della fertilità. «Mi viene il sospetto – aggiunge l’attivista celebre per le sue battaglie negli anni Sessanta – che l’aborto in questo Paese sia stato approvato solo perché l’industria della fertilità ne aveva bisogno... Di certo non è avvenuto grazie alle nostre marce: volevano permetterci di porre fine alle gravidanze per controllare a comando i prodotti del concepimento. La stessa cosa sta accadendo ora con la maternità surrogata».

Elton John e David Furnish non hanno risposto agli attacchi della Greer. Trattamento ben diverso era stato riservato agli stilisti Dolce e Gabbana, che come si ricorderà avevano criticato – riferendosi proprio al cantante inglese e al suo compagno – la produzione di «figli sintetici». La Greer si è scagliata anche contro la fecondazione artificiale: «Ti fanno la stimolazione con gli ormoni per ottenere una maggiore produzione di ovociti – ha proseguito – e quelli utili li mettono a disposizione. In alcune cliniche ti è possibile sapere che fine fanno i tuoi ovociti, in altre no. E spesso ti fanno lo sconto per la fecondazione in vitro perché i tuoi ovociti scartati sono stati utili a un’altra coppia. Scusate, ma abbiamo mai parlato di questo? Ci siamo mai chiesti che significato ha un ovocita per una donna?».

Se Elton John e il compagno sembrano sinora aver ignorato la Greer, molti altri in Gran Bretagna hanno condiviso le sue parole: «Se un uomo può essere riconosciuto sul certificato di nascita come "madre" allora anche una donna dovrebbe essere riconosciuta come "padre" – spiega Alan Nicholson, bioeticista all’Università dell’Essex –. Ma un uomo non potrà mai essere una essere una madre...». La maternità surrogata è stata legalizzata in Gran Bretagna nel 1985, e fino a quattro anni fa vi faceva ricorso in media una cinquantina di coppie l’anno. Un numero che è quadruplicato nel 2010 quando il governo ha deciso di consentirla anche alle coppie dello stesso sesso. «Da allora – spiega Natalie Gamble, avvocato esperto in maternità surrogata – i numeri sono aumentati notevolmente e il trend è in crescita».

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #2 il: Giugno 08, 2015, 11:10:03 am »
http://www.uccronline.it/2015/05/31/finalmente-le-femministe-contro-lutero-in-affitto/

aggio 2015

Maternità surrogataDopo la guerra contro gli uomini, la guerra contro i cattolici nei consultori, la guerra al diritto di obiezione di coscienza, la guerra all’azzurro e al rosa…finalmente le femministe riescono a farne una giusta. Per una volta dalla vera parte della dignità femminile.

E’ ormai chiaro che molte di loro non vogliano piegarsi alla maternità surrogata (o utero in affitto): affittare il corpo di una povera donna-incubatrice che produca un bel bambino-prodotto per strapparglielo dalle mani e consegnarlo ai compratori omosessuali (o eterosessuali sterili)…questo no. Ad affermarlo (con tanto di sito web) è la Swedish Women’s Lobby, il più importante gruppo di pressione femminista svedese, che, oltretutto, coordina l‘European women’s lobby. La loro campagna è denominata “Feminist no to surrogacy”, spiegando che si tratta di una «campagna politicamente e religiosamente indipendente che si oppone alla maternità surrogata per motivi femministi». Sostengono la risoluzione adottata dal Parlamento europeo nell’aprile 2011, in cui si afferma chiaramente che la maternità surrogata è uno sfruttamento del corpo della donna e dei suoi organi riproduttivi.

«Se le porte per la maternità surrogata vengono aperte», spiegano le femministe svedesi in un comunicato, «non importa quanto possa essere regolamentata, i bambini saranno considerati come materie prime e le donne come contenitori. Stiamo assistendo ad un trend che va verso lo smantellamento dei diritti fondamentali a favore del desiderio e della volontà degli individui di diventare genitori in nome della propria personale soddisfazione. Avere un approccio femminista alla maternità in affitto significa rifiutare l’idea che le donne siano usate come contenitori, e che le loro capacità riproduttive possano essere comprate».

«Il diritto all’integrità del corpo», proseguono, «non dovrebbe mai essere negoziato da qualsiasi forma di contratto. A prescindere dalla regolamentazione o dalla natura del contratto resta sempre un commercio dei corpi delle donne e dei bambini. Il focus del dibattito sulla gravidanza conto terzi deve essere quello dei diritti delle donne e dei bambini, e non l’interesse dell’acquirente». Si sono a loro unite la Federazione di sinistra delle donne svedesi, le Verdi, le Associazioni per le immigrate, le Donne del Consiglio ecumenico svedese e il “Boston women’s health book collective”, oltre all’importante adesione dell’ong indiana “Sama resource group for women and healt”. La battaglia, finalmente, è sacrosanta.

Anche in Francia però le cose cominciano a muoversi nel vetero-femminismo: Marie Da Fonseca, addetta stampa del movimento femminista “Osez le féminisme 69″ e membro del movimento Lgbt francese «per i diritti delle donne e delle lesbiche», assieme ad altre 38 associazioni non ha partecipato al Gay pride di Lione, intitolato: “Il nostro corpo, la nostra scelta: diritti dei trans, Pma (fecondazione assistita), Ivg (interruzione di gravidanza), Gpa (utero in affitto) e prostituzione”. Ha spiegato così l’assenza della sua associazione: «Noi come associazione siamo a favore dei diritti delle donne e quindi consideriamo la prostituzione e l’utero in affitto, cioè donne che hanno bambini per altre persone, come una strumentalizzazione e una commercializzazione del corpo delle donne». L’utero in affitto «è il peggior prodotto del sistema patriarcale e capitalista, che si arroga il diritto di trattare le donne e i bambini come semplici prodotti di consumo. Sottolineo anche che il mito della scelta individuale nel caso della prostituzione e dell’utero in affitto contribuisce a perpetuare l’oppressione subita da una grande maggioranza di persone e nuoce gravemente al rispetto della loro dignità e dei loro diritti fondamentali».

Parole simili ad una femminista di casa nostra, Ritanna Armeni, che così si è rivolta tempo fa ad un’amica: «Mi dai continue lezioni a proposito della sostenibilità del pianeta, dei disastri che il mondo occidentale ha provocato nei paesi in via di sviluppo, sulla rovina delle foreste, sullo sfruttamento abominevole che le multinazionali fanno del lavoro delle donne e degli uomini di quei paesi. Riterresti giusto, moralmente accettabile che alcune donne – le ricche occidentali – che ormai sono riuscite nella loro carriera e possono economicamente permetterselo, paghino altre donne di quel mondo già colpito e sfruttato affittando il loro utero? E’ coerente con i tuoi principi – che sono anche i miei – accettare con serenità che le donne della parte più povera del mondo vendano il proprio corpo per permetterci carriera e denaro?».

La femminista di “Repubblica”, Maria Novella De Luca, un anno fa affermava: «C’è qualcosa di terribile in questa macchina della maternità. Il 25 aprile è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne: anche questo è sopruso, proviamo a ricordarlo». E’ notizia di questi giorni, invece, che una delle principali femministe inglesi, Germaine Greer, ha pubblicamente attaccato Elton John e il compagno David Furnish che si sono registrati come “padre” e “madre” sul certificato di nascita dei figli avuti da una madre surrogata: «hanno svilito la maternità e rischiano di distruggerla», ha scritto la Greer. «È quello che le donne vogliono? Mi viene il sospetto che l’aborto in questo Paese sia stato approvato solo perché l’industria della fertilità ne aveva bisogno. Di certo non è avvenuto grazie alle nostre marce: volevano permetterci di porre fine alle gravidanze per controllare a comando i prodotti del concepimento. La stessa cosa sta accadendo ora con la maternità surrogata».

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #3 il: Giugno 08, 2015, 12:49:01 pm »
O è ingenuità, o sono opinioni di facciata. L'intera impalcatura ideologica del femminismo (aborto facile, diritti LGBT ecc.) porta necessariamente alla maternità surrogata prima, e all'utero artificiale poi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #4 il: Giugno 09, 2015, 23:00:48 pm »
O è ingenuità, o sono opinioni di facciata. L'intera impalcatura ideologica del femminismo (aborto facile, diritti LGBT ecc.) porta necessariamente alla maternità surrogata prima, e all'utero artificiale poi.

si, è una conseguenza obbligata

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #5 il: Dicembre 03, 2015, 17:49:32 pm »
http://www.avvenire.it/Vita/Pagine/femministe-anti-surrogata-omofobe.aspx


Antonella Mariani
3 dicembre 2015

​Il dado è tratto. È ufficiale: chi è contrario all’utero in affitto è omofobo. E mica solo i cattolici, per definizione (nelle teste di qualcuno) arretrati e conservatori. No: omofobe sono le femministe che da qualche tempo si interrogano sulla pratica della «gestazioni per altri» (Gpa) e che si riuniranno con molti altri il prossimo 2 febbraio a Parigi per chiedere l’abolizione universale della maternità surrogata... Sono omofobe pure le giornaliste, con tanto di minaccia di segnalazione all’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che danno conto su uno dei blog collettivi più animati, La 27esima ora (su Corriere.it), di una vivace ma serena discussione tra femministe romane.

I fatti. Il confronto aperto in seno a tante voci del femminismo storico ormai è cosa nota: Avvenire ha fatto emergere la preoccupazione di donne del calibro di Sylviane Agacinsky e Luisa Muraro (le interviste e l’intero dossier si trovano su Avvenire.it). La loro contrarietà all’utero in affitto è la parte emersa di un iceberg: perché nei circoli femministi e non solo, nei dibattiti tra intellettuali vicini al femminismo e alle organizzazioni omosessuali ormai la posizione è conclamata. Il no alla maternità surrogata (non solo quella a pagamento, ma anche volontaria) è motivata da alcuni punti fermi: è contraria ai diritti delle persone, considera la donna come mezzo di produzione di bambini, è in gran parte un mercato neocolonialista perché si esercita soprattutto nei Paesi poveri...


La denuncia: giornalista omofoba. Ebbene, Monica Ricci Sargentini, giornalista specializzata nel dibattito sui diritti civili, il 24 novembre riferisce di un incontro romano tra femministe storiche. Il suo servizio su la 27esima ora è illustrato dalla fotografia di una coppia di uomini spagnoli con in braccio un neonato ottenuto da maternità surrogata in India. Apriti cielo: tale Giovanni Bianchini, 24 anni, a capo di un gruppo Lesbico-gay-bisessuale-transgender (Lgbt) di Varese, la denuncia (o minaccia di farlo) all’Unar perché quella foto sarebbe stata pubblicata apposta per scatenare commenti omofobi da parte dei lettori. Ricci Sargentini ha incassato la solidarietà di tantissime colleghe, da Paola Tavella, che definisce la denuncia «incredibile», a Marina Terragni, che ha lanciato sui social network lo slogan «denunciateci tutte». La diretta interessata, in effetti, è piuttosto impressionata dalla reazione: «Sono basìta. Da molti anni seguo il dibattito sui diritti civili, ho tanti amici nelle comunità Lgbt e tra le famiglie arcobaleno. Mi dispiace di quello che sta accadendo – confessa ad Avvenire –. C’è una sorta di ricatto psicologico. Se appena uno esprime un pensiero contro l’utero in affitto viene etichettato come cattolico integralista e omofobo. Può essere che in questo Paese se uno dice che un bambino ha diritto a un padre e a una madre finisce alla gogna? Ma la libertà di espressione è ancora viva?».


Anche le femministe sono omofobe. Ed ecco un altro fronte piuttosto sorprendente. Il 26 novembre sul sito lezpop.it – sottotitolo «La cultura lesbo in salsa pop» – compare l’articolo «Quando il femminismo diventa omofobo. Il no delle femministe alla gestazione per altri». Qual è il nodo? È l’ovvia constatazione che uomini e donne nella procreazione non sono uguali. E se Paola Tavella, altra giornalista impegnata sui diritti civili, lo ripete e aggiunge che «non possiamo organizzare scientificamente di fare nascere un figlio che non avrà mai una madre», oltre ad apparire a lezpop.it colpevolmente «simil-cattolica», esprime un’omofobia radicale, reato di cui si macchia anche Arcilesbica, che appoggia la surrogata solo se volontaria e gratuita. Ma omofobia perché? E qui sta il nocciolo della questione: perché se la coppia gay femminile può procreare, quella maschile no, e non è giusto «discriminare le coppie in base al genere». Parità al di fuori di ogni possibilità, senza se e senza ma. Altrimenti si è omofobi, appunto. Donne, femministe e omofobe. Sarà omofobo anche Aurelio Mancuso (ma forse no, lui è un maschio...), storico attivista per i diritti Lgbt, già presidente di Arcigay e ora di Equality Italia? Lui che in un post su Facebook ha chiarito la sua posizione sulla maternità surrogata una volta per tutte: assolutamente contrario anche a quella volontaria (la Gpa) per un motivo, anzi una «constatazione: il desiderio di avere un figlio non si traduce in diritto», e una convinzione: che non sia «eticamente lecito che per soddisfare il (legittimo) desiderio di genitorialità si utilizzi il corpo di una donna, e si sostenga che il suo ruolo è praticamente inesistente (in barba a tutte le ricerche scientifiche sul rapporto prenatale tra madre e figli)».


Scontro in vista. Quello che emerge sottotraccia e che presto esploderà anche in Italia (negli Usa è già conclamata) è una disputa tra pensiero femminista di qualunque orientamento sessuale e organizzazioni omosessuali maschili. A molti uomini gay potrebbe non piacere una posizione largamente condivisa dal mondo femminista, secondo la quale è una falsa parità quella che si vuole stabilire tra uomini e donne sulla nascita di un figlio. Il maschio per sua natura non può avere una gravidanza, il suo apporto è genetico, niente di più, come ha sottolineato in un intervento molto letto la ricercatrice Daniela Danna, autrice di Contract Children.

La vera posta in gioco. E poi c’è un altro fronte, che riguarda in particolare l’Italia: le adozioni per le coppie omosessuali, in discussione sotto forma di adozione del figlio del partner (stepchild adoption) nel disegno di legge firmato da Monica Cirinnà sulle unioni civili in discussione al Senato. C’è chi, per non comprometterne il percorso, suggerisce di mettere la sordina al dibattito diventato quantomai aperto e interessante sulla maternità surrogata. «Fermatevi tutti – chiede Paola Concia, attivista per i diritti Lgbt e deputata Pd –. State contribuendo a mettere in pericolo una legge per una questione che riguarda a malapena il 5% della popolazione omosessuale». Allora, quando se ne potrà parlare? Senza essere chiamati omofobi, però.

Offline ilmarmocchio

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #6 il: Dicembre 03, 2015, 18:26:02 pm »

Offline ilmarmocchio

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #7 il: Dicembre 11, 2015, 21:47:37 pm »
Qui c'è una discussione su questo argomento cruciale, come anche un esempio della " maschilità " occidentale.
per la cronaca , Vitonee sono io

http://www.lsblog.it/index.php/cultura/5955-utero-in-affitto-il-pericolo-di-mascherare-lo-sfruttamento?posted=ok#lscomment-endlist

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #8 il: Dicembre 11, 2015, 23:33:32 pm »
Dalla "Sposa Meccanica", scritto nel 1946:

[…] ciò che sta dietro […] i meccanismi puritani della moderna scienza applicata. […] In tale panorama la riproduzione umana sarebbe effettuata, se proprio ce ne fosse bisogno, per mezzo della fecondazione artificiale. « Il piacere sessuale » sarebbe esclusivamente auto-erotismo. La nutrizione dei neonati eliminerebbe la sconcezza della secrezione umana e animale conosciuta con il nome di latte. La preparazione e il consumo del cibo sarebbero condotti in una clinica ad opera di funzionari in camice bianco.

Si noti anche la passione delle donne contemporanee per il lavoro in laboratorio, in cui si sentono particolarmente a loro agio.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #9 il: Dicembre 12, 2015, 01:02:58 am »
Dalla "Sposa Meccanica", scritto nel 1946:

[…] ciò che sta dietro […] i meccanismi puritani della moderna scienza applicata. […] In tale panorama la riproduzione umana sarebbe effettuata, se proprio ce ne fosse bisogno, per mezzo della fecondazione artificiale. « Il piacere sessuale » sarebbe esclusivamente auto-erotismo. La nutrizione dei neonati eliminerebbe la sconcezza della secrezione umana e animale conosciuta con il nome di latte. La preparazione e il consumo del cibo sarebbero condotti in una clinica ad opera di funzionari in camice bianco.

Si noti anche la passione delle donne contemporanee per il lavoro in laboratorio, in cui si sentono particolarmente a loro agio.

Le femministe alla Muraro, hanno capito che la maternità surrogata è il loro baratro.
p.s. mi sono reso conto ora che chi non è iscritto al L.S. non può leggere l'acceso dibattito nei commenti, in cui mi sono scontrato col cavaliere bianco, alias docente universitario, alias marito della Battaglia :doh:
POvero uomo italiano, come è in basso.
Se non fosse un forum chiuso, sarebbe da leggere :doh: :doh: :doh:

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #10 il: Dicembre 12, 2015, 01:31:22 am »
Ogni ideologia funzionale al sistema, finché serve sopravvive a se stessa mediante infinite metamorfosi anche contraddittorie.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #11 il: Dicembre 12, 2015, 07:45:46 am »
Ogni ideologia funzionale al sistema, finché serve sopravvive a se stessa mediante infinite metamorfosi anche contraddittorie.
Vicus, ti esprimi in maniera molto "soft", io ormai le chiamerei farneticazioni senza senso :sick: al massimo sono buone per il campionato di arrampicata sugli specchi :lol:
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline Vicus

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Re:utero in affitto : e la donazione di sperma ?
« Risposta #12 il: Dicembre 12, 2015, 08:41:31 am »
Si può anche dire che sono il segno del declino del femminismo (nonstante il sostegno del mondialismo), senza contare che da brave donne si contraddicono ogni 5 minuti. :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.