Autore Topic: Origini e collusioni del femminismo internazionale  (Letto 2874 volte)

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Offline Vicus

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Origini e collusioni del femminismo internazionale
« il: Dicembre 10, 2014, 11:29:43 am »
Autore: Angelo
Topic originali:
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11926.0
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11924.0

Dal sito unwomen.org - strettissimamente legato all'ONU...  :shifty: Trovo questa tabella relativa alle spese di diversi paesi per il sostentamento dei programmi femministi. L'anno a cui fa riferimento la tabella è del 2013. L'Italia è al 19° posto...

http://www.unwomen.org/~/media/headquarters/attachments/sections/partnerships/donor%20countries/2013%20top%2020%20core%20contributors%20pdf.ashx

Ma vediamo un po' pure gli "amici" delle femministe. Loro si sono sempre dichiarate " ANTIFA" , "CONTRO IL SISTEMA"... E poi........

 :sick: :sick: :sick: :sick:

http://www.unwomen.org/en/partnerships/businesses-and-foundations/major-partners


Come noterete, pur essendo scritto in inglese, ci sono i principali partner economici delle iniziative femministe nel mondo...

Dato che le femministe si spacciano per comuniste, anarchiche, libertarie, notate chi le aiuta...

The Coca-Cola Company: Accelerating Women’s Economic Empowerment -

Microsoft: Applying Technology to Gender Equality

The Rockefeller Foundation

http://www.unwomen.org/en/partnerships/businesses-and-foundations/major-partners

Questo è il FEMMINISMO. Naturalmente potrà pure esserci qualcuna che crederà ancora che le femministe non sono tutte così etc... Intanto, care femministe, i fatti vi stanno sbugiardando. SIETE COMPLICI DEL SISTEMA. MA QUALE SINISTRA? MA QUALE COMUNISMO? MA QUALE ANTIFASCISMO? Fatevi pagare la dignità dai vostri padroni. Piccole SERVE DEL SISTEMA, vi siete vendute al PADRONE.  :sick: :sick:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Origini e collusioni del femminismo internazionale
« Risposta #1 il: Dicembre 10, 2014, 11:30:58 am »
Vi ricordate di quel topic:" Mancano solo i bonifici e/o gli assegni... Guardate chi aiuta le femministe...


http://www.ilgiornale.it/news/politica/boss-finanziava-spettacoli-delle-femministe-radical-chic-1073854.html

Quando c'è da sponsorizzare gli eventi culturali degli artisti organici al Pd il boss della Coop 29 Giugno Salvatore Buzzi, quello che al telefono con l'ex terrorista Carminati dice «tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno!» (e l'altro gentiluomo gli risponde: «Mettiti la minigonna e vai a battere co' questi amico mio»), rivela davvero un cuore d'oro.


Un animo sensibile non solo ai milioni da lucrare su rom e clandestini o agli appalti facili grazie agli amici in Campidoglio, ma anche al tema della donna nella società, davvero molto sentito dal sodale del «Cecato».

Sempre, beninteso, che a farne uno spettacolo fosse qualche esponente del salottino intellettuale romano di marca Pd (ex veltroniani), quell'asse di ferro - descritto anche da Bernardo Caprotti nel suo illuminante Falce e carrello - tra partito, coop, amministrazioni amiche, Cgil e poi anche artisti e intellettuali inseriti nel sistema. Così Serena Dandini, già veltroniana nella RaiTre in quota Pd, quando cerca sponsor per il suo spettacolo sulla violenza contro le donne, Ferite a morte , trova subito una schiera di coop rosse che fanno a gara per sostenerla: Coop Centro Italia, Unipol, Coop Adriatica, Coop Lombardia, Legacoop Veneto, Coop Estense, Coop Novacoop, Legacoop Fvg. E tra queste non poteva mancare la potente Coop 29 Giugno di Buzzi, iscritto al Pd e ras degli appalti al Comune di Roma. Quello che dice «Me li sto a comprà tutti, semo diventati grandi», appena fiuta l'occasione per stringere il legame col sistema di potere Pd ci si tuffa di testa, da buon uomo di affari che sa quanto le relazioni, specie a Roma, contino più di tutto per fare i soldi.

VIDEO CORRELATI
Il socio di Buzzi: "Eravamo alla cena di Renzi"
Anche perché nel grande business di Buzzi (60 milioni di euro di fatturato) non ci sono solo gli immigrati ma anche le «donne singole in difficoltà con figli minori a carico», come si legge nella presentazione della «Eriches 29», una partecipata del suo gruppo. Cioè: si alimenta l'emergenza e gli spettacoli che ne parlano, per papparsi poi le commesse pubbliche per la gestione di quel fenomeno, come per le cifre dell'immigrazione a Roma, gonfiate grazie al sodale Odevaine, ex capo di gabinetto di Veltroni. E infatti la 29 Giugno supporta anche uno spettacolo sui rifugiati dell'attore terzomondista Giobbe Covatta. Un marchingegno perfetto, non fossero arrivati i carabinieri del Ros.

E così Buzzi è fiero di poter annunciare, in un vibrante comunicato del marzo 2013: «La Cooperativa 29 Giugno sostiene il progetto teatrale di Serena Dandini che vede come interpreti importanti attrici italiane e donne della società civile per “accendere i riflettori” su quello che ormai è diventato un fenomeno diffuso in tutto il mondo: il femminicidio». Non solo, nel numero di dicembre della rivista della cooperativa, Magazine (che contiene chicche straordinarie come una recensione genuflessa al film di Veltroni su Berlinguer, che finisce con un sobrio «Grazie Walter») Buzzi è ancor più fiero di confermare la sponsorizzazione, «in maniera concreta», anche al tour internazionale della Dandini: «La 29 Giugno - si legge -, che ha sempre sviluppato una particolare sensibilità nei confronti della dignità delle donne, con entusiasmo e partecipazione ha deciso di rimanere ancora vicino, in maniera concreta, all'iniziativa di Serena Dandini nella viva speranza che possa contribuire ad una sensibilizzazione generale e ad una diminuzione e scomparsa totale dei casi di femminicidio».

Sul palco, all'Auditorium di Roma, per l'evento sostenuto dalle coop rosse e da quella del sensibilissimo Buzzi («4 milioni dentro le buste!»), si schiera il sistema di potere Pd in tutte le sue articolazioni. C'è la segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Gli attori de sinistra , dalla Buy alla Costa. I giornalisti amici, come la De Gregorio, messa da Veltroni segretario Pd alla direzione del giornale Pd l'Unità (prima che chiudesse). E «tra il pubblico un'applauditissima presidente della Camera Laura Boldrini», come si legge nell'house organ della 29 Giugno, con enfasi da cinegiornale fascista. Tutti finanziati dalla coop al centro di «Mafia capitale». D'altra parte, lo dice Buzzi intercettato, «gli affari so' affari».

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Origini e collusioni del femminismo internazionale
« Risposta #2 il: Dicembre 10, 2014, 11:32:10 am »
Però, ricordiamoci una cosa, tutto torna indietro. E non riusciranno a "riciclarsi" facilmente nei diritti LGBTQ pure perchè il "giochino" dei diritti (e dei finanziamenti) lo stanno capendo pian piano tutti...  E non credo che "saranno giorni felici" ...  :shifty: :shifty: :shifty:

http://www.tempi.it/blog/contrastare-i-diritti-lgbt-e-andare-contro-il-business#.VId8gNKG9N0

Secondo  il fondatore di Out leadership, una delle lobby per il sostegno delle carriere dei gay nell’industria americana, «spesso, in Stati come ad esempio la Russia, l’Uganda o la Nigeria, gli interessi del governo americano e delle multinazionali americane coincidono. Le culture sono diverse, le pop star sono popolari in un luogo e non in altri, certi film funzionano in un Paese e non in un altro. Ma c’è una cosa che tutti capiscono, il business. Contrastare i diritti Lgbt è andare contro il business».
Per Thom Lynch, leader della comunità Lgbt di San Francisco si tratta di «investimento strategico».
«Chiunque voglia fare business a livello globale sa che la storia sta andando in una direzione e nessuno vuole essere escluso dall’onda – dice -. L’idea di stare dalla parte giusta della Storia – conclude il giornalista di The Advocate – serve alla causa della comunità gay e ai fatturati delle corporation».
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.