La parola al maestro Stefano Benni,che ci illustra le tipiche vanterie da playboy da bar
Il playboy da bar
Per prima cosa bisogna tener presente che non lo troverete tutte le
sere: il playboy va al bar una sera sì e una sera no. Questo per il
fatto che deve raccontare agli amici, il venerdì sera, l'avventura del
giovedì sera, e così via. Uno dei momenti più drammatici per il
playboy è quando entra nel bar e dice «Ragazzi, adesso vi racconto
cosa mi è successo ieri sera al Flamengo di Modena» e si sente dire:
«Ma se ieri sera eri qui a vedere la partita!». Allora il playboy
consulta il calendario e scopre di aver sbagliato di un giorno, e per
salvare la faccia deve correggersi: «Volevo dire stamattina al
Flamengo di Modena», e insiste per convincere tutti che a Modena è di
moda dare party a base di cappuccini dalle otto a mezzogiorno.
Un playboy astuto, comunque, non incorre in questi errori. Resta
chiuso in casa il giorno prima, oppure va al cinema con una barba
finta a Firenze, e la sera dopo si spettina, si passa un sughero
bruciato sotto gli occhi entra nel bar e crolla su una sedia.
«Ragazzo, un Vov» chiama, e comincia a raccontare.
E' naturale che quasi sempre il playboy da bar racconti delle balle.
Ma se riesce a raccontarle con stile, avrà ugualmente l'approvazione
di tutti. Molto spesso il playboy si autosuggestiona a tal punto, che
resta invischiato nel suo racconto fino alle estreme conseguenze: i
manicomi sono pieni di playboy impazziti in questo modo. Capita anche
talvolta che il playboy vada veramente a donne: allora il discorso si
fa molto più interessante. Diamo di seguito un esempio di una serata
di playboy da bar così com'è realmente avvenuta, e come è stata poi
raccontata.
I FATTI: Alle 9 di sera piove che Dio la manda. Il playboy Renzo, del
bar Antonio, si trova con due fratelli napoletani benzinai dell'Agip,
i Di Bella, e con Formaggino, fattorino del salumiere. Si decide di
salire sulla Giulietta sprint gialla dei Di Bella e di puntare verso
il Tico-Tico di Castel San Pietro. I quattro dispongono in totale di
lire quattromilacinquecento, marlboro in numero di dieci e un terzo
del serbatoio di benzina. Si parte stretti come acciughe in un
concerto di peti orrendi, nei quali si distingue il maggiore dei Di
Bella che prima di ogni flatulenza urla «Sentite questa!». Si va ai
quaranta per risparmiare benzina e perché il tergicristallo non
funziona. Si arriva al Tico-Tico a mezzanotte.
VERSIONE DI RENZO: Eravamo in piscina, che si parlava del più e del
meno. C'ero io, i fratelli Di Bella, ramo petroli, e Formaggino, che
ha una ditta di trasporti alimentari. Parlavamo di Saint Tropez, che è
diventata un carnaio, e non ci si può più andare. Allora, fa Di Bella
junior, perché non si fa una puntata a Château-Saint Peter, dove c'è
un localino nuovo? Perché no, diciamo noi, e saliamo sul coupé dei Di
Bella, che fa i duecento in terza. Dentro c'era un impianto stereo,
con mangianastri, che non ce l'ha neanche la Rai. Di Bella senior ogni
tanto faceva: «Sentite questa» e metteva su delle canzoni bellissime,
tutte cose di prima, modernissime, inglesi; insomma, in dieci minuti
alla media dei 240 siamo davanti al Tico-Tico.
I FATTI: Il biglietto del Tico-Tico costa millecinquecento lire. I
quattro si palesano all'entrata e Renzo dice: «Sono amico del
batterista». La maschera risponde: «E chi se ne frega». Di Bella
junior dice: «Entriamo un momento a vedere se c'è mia mamma, sono
rimasto senza chiavi di casa». La maschera non becca. Allora si
acquistano tre biglietti. «Ma voi siete in quattro» dice la maschera.
«Il bimbo non paga» fanno i Di Bella, e indicano Formaggino. «Quanti
anni hai?» chiede la maschera. «Sei» risponde Formaggino. «Ma ha la
barba» dice la maschera. «Non è barba, è muffa. E' molto malato»
replica pronto Di Bella senior. La maschera è interdetta. Allora
Formaggino sfodera un numero da maestro: si mette a piangere e si
piscia addosso davanti alla cassa. La maschera, convinta, sta già
staccando il biglietto, quando passa una bionda modello Benetti con
minishorts rossi e calza nera. Formaggino la avvicina e la tasta a due
mani per quindici secondi. La maschera lo caccia via. Formaggino sale
sul tetto di una macchina, si arrampica su un albero, scavalca un muro
e si ritrova nel cortile della caserma dei carabinieri. Ha sbagliato
direzione. Riesce a entrare solo all'una e mezzo sfondando una siepe a
testate.
VERSIONE: Appena davanti al Tico-Tico il maître mi fa: «Ma lei non è
Renzo il playboy?». «Così si dice» dico io. Allora ci fa entrare tutti
gratis, meno Formaggino perché non aveva lo smoking. Sapete come sono
in certi posti. Allora Formaggino sale in macchina, e in venti minuti
è andato e tornato, e si presenta in smoking al nostro tavolo.
I FATTI: Naturalmente non c'è posto a sedere. I quattro vengono
sistemati su uno strapuntino con la faccia contro il muro. Di Bella
junior è sotto la batteria, e ogni tanto prende una bacchettata in
testa. Renzo accavalla le gambe e manda in aria un tavolino con
quattro amarene. Poi cerca di chiamare il cameriere schioccando le
dita ma non viene notato. Comincia a battere insieme due bicchieri.
Niente. Sale sul tavolo e si mette a battere le mani. Niente. Allora
Formaggino si alza, prende il cameriere per la giacca e mentre questi
si dibatte lo trascina per terra fino al tavolo. Di Bella junior
ordina una coca-cola con whisky e peperonata. Di Bella senior un
gelato al fernet. Formaggino una spuma, Renzo un Daiquiri. Il
cameriere gli risponde: «Non facciamo servizio di ristorante». Renzo
fa: «Il Daiquiri è un cocktail». Il cameriere fa: «Alcolici
sovrapprezzo di 500 lire» e Renzo ordina una Fiuggi.
VERSIONE: Il maître ci porta al tavolo migliore. Io schiocco le dita e
arrivano quattro camerieri. Uno mi fa: «Ma lei, non l'ho già vista
allo Sporting di Montecarlo?». «Può essere» faccio io. «Ma sì, era con
la principessa...» «Zitto» gli dico «per carità, non faccia sapere in
giro», e lo allontano. Poi ordino quattro Daiquiri. «A che
temperatura» mi chiede il barman. «Zero assoluto» dico io. E lui: «Lei
sì che se ne intende».
I FATTI: Di Bella senior va a pasturare, cioè fa un giro tra i tavoli
per vedere se c'è del buono. Renzo adocchia un tavolo buio d'angolo
con due donne sole. Di Bella junior si sgancia e invita a ballare
quella di destra, che a centro pista si rivela una canuta sessantenne,
con occhiali, alta un metro e mezzo. «Hai visto?» fa Renzo a
Formaggino, «Di Bella s'è beccato la tardona, e adesso io mi becco la
giovane». Si palesa al tavolo e chiede: «Balliamo?». «Sì» gli fa una
voce flautata. Renzo l'accompagna per mano in pista e si ritrova a
ballare con una bimba di otto anni con un enorme apparecchio nei
denti. L'orchestra attacca un tango. «Cosa fai nella vita?» fa Renzo
ballando tutto gobbo, «La quarta elementare.» «Ti piace il tango?»
«No, vengo a ballare solo per tenere compagnia alla nonna». A questo
punto Renzo viene colto da un tremendo mal di schiena, ma continua
stoicamente a ballare piegato verso il basso. Il tango dura trentadue
minuti. Segue una di quelle belle ciarde che finiscono con il trenino
tra i tavoli. «Questo mi piace» fa la bimba, e lo spinge per vari
chilometri. Poi gli fa fare anche un cancan e un charleston. Il giro
chiude alle due e mezzo. Renzo torna al tavolo facendo cadere dalla
fronte pere spadone di sudore, e perde conoscenza.
VERSIONE: Vediamo un tavolo con due donne stupende. Di Bella ne invita
una: è un'americana, un po' matura, miliardaria, molto di classe. Un
superbo esemplare. Io invito l'altra, una diciottenne, perversa, con
un sorriso da cinema. «Cosa fai nella vita?» le chiedo.
«L'indossatrice» mi fa. «Ti piace il tango?» «Sì» dice lei guardandomi
negli occhi, «specialmente se è l'ultimo.» Capito, ragazzi! Io mi
sento bollire il sangue, la abbranco e lei mi stringe così forte che
con le unghie mi porta via dei quadrettoni di Galles dalla schiena.
Balliamo avvinghiati per due ore: quando la riaccompagno al tavolo, mi
sviene tra le braccia.
I FATTI: Quando Renzo rinviene, vede Di Bella che è tornato dal suo
giro di perlustrazione portando sette amici, naturalmente tutti
uomini. Al riprendere della musica, tutti e undici schizzano come
pallottole. C'è un momento di panico, con coppie che si scontrano
nella corsa alla pista. Quando la confusione si dirada, sono tutti in
piedi come meloni tra i tavoli della sala, meno Formaggino e Di Bella
junior che nella fretta del momento si trovano a ballare insieme. E'
rimasta solo una donna, piuttosto vistosa, con due braccia come
polpettoni. Uno alla volta, tutti si presentano al suo tavolo e
ricevono chi uno sputo, chi una scarpata, chi un bicchiere di minerale
in faccia. Per ultimo si presenta Renzo, la squadra e fa: «A me non
può dire di no. Io non sono come loro.» La donna lo guarda e fa: «E'
vero. In effetti direi che sei messo peggio», e va al gabinetto.
Intanto l'orchestra attacca una mazurca e la bimba con la protesi
dentaria si mette a inseguire Renzo tra i tavoli urlando: «Vieni a
ballare con me!»
VERSIONE: Quando torno al tavolo, Di Bella ha rimorchiato sette
stangone di un balletto inglese, una più bella dell'altra. Quando
attacca la musica, tutte e sette mi saltano addosso gridando: «Dance
with me (balla con me), dance with me, Renzo». Ma io ho adocchiato una
bruna che tutta la sera sta rifiutando inviti. Mi piacciono le
conquiste difficili. «Vado a domare una tigre» dico agli amici, e
parto. La affronto e dico: «Senti, tu puoi fare la difficile con gli
altri, ma non con me. Guardami negli occhi.» Lei protesta, ma poi
cede, mi guarda e fa: «Tu sei quello che aspettavo» e nel dir ciò si
bagna un po', e insomma dice: «Aspettami, tesoro» e fa un salto nella
toeletta. Intanto la diciottenne, però, comincia a inseguirmi urlando:
«Non tradirmi, Renzo. Resta con me o mi ammazzo.»
I FATTI: Renzo riesce a raggiungere il suo tavolo. Intanto i sette
amici di Di Bella hanno mangiato nove panettoni e bevuto venti
bottiglie di giovesello, poi se la sono squagliata lasciando tutto da
pagare. Renzo viene accerchiato dai camerieri, ma riesce a fuggire
arrampicandosi lungo un tralcio d'edera. Intanto la nonna della bimba
ha chiamato un carabiniere dicendo che un individuo molesta la sua
nipotina. I due Di Bella fuggono con le tasche piene di gelati. In
strada, per fortuna, c'è Formaggino con la Giulietta già pronta a
scattare. Renzo riesce a balzare dal muro del dancing sul tetto della
macchina lanciata ai centoventi. Fa tutta l'autostrada sotto la neve
aggrappato con le unghie alla capote: al casello d'uscita è
assolutamente invisibile, coperto da una bianca coltre. Viene trovato
e riaccompagnato a casa, congelato, solo tre giorni dopo, quando i Di
Bella montano il portasci.
VERSIONE: A questo punto me la vedo brutta. Urlo: «Champagne per
tutti, soprattutto per le mie donne. Consolatevi!», butto in aria un
pacco da diecimila e, mentre tutti lottano per impossessarsene,
scavalco il muro con un salto, balzo al volante del coupé e in dieci
minuti sono al Sestrière, dove la mattina dopo avevo un appuntamento
con una svedese. Che seratina, ragazzi!
Tratto da: BENNI, Stefano (1976). Bar Sport [online]. Milano, 68-73;
nella versione online WWW (DOC 460 KB) [cit. 6.10.2009]:
<http://www.comunisti.altervista.org/pci/upload/dl/Libri/STEFANO_BENNI_BARSPORT.DOC>.