In rilievo > Femminicidi?
Piccolo saggio sul femminicidio e sulla violenza sulle donne
Folletto:
La stampa internazionale,e in particolare quella italiana,a causa di molteplici pressioni da parte dei vari esponenti del femminismo,ha esasperato il fenomeno portandolo ai livelli di emergenza mondiale.Infatti ogni giorno vengono iniziate nuove campagne di sensibilizzazione e notizie ad esso correlate,ma la verità è ben diversa.Lo scorso anno sono state uccise 157 donne da mariti,compagni e fidanzati(Dati Eures) e sono state definite tutte "martiri" del femminicidio.Ma cosa vuol dire femminicidio?Citando il Treccani"La parola femminicidio esiste nella lingua italiana solo a partire dal 2001. Fino a quell'anno, l'unica parola esistente col significato di uccisione di una donna era uxoricidio. Ma uxoricidio, composta con quella parola latina, uxor, quindi moglie, alludeva per l'appunto solo all'uccisione di una donna in quanto moglie e veniva estesa anche agli uomini, quindi al coniuge in generale. Non avevamo una parola che alludesse all'uccisione della donna proprio in quanto donna."Ciò significherebbe che queste donne siano state uccise dai rispettivi partner in quanto donne,ma questa è una teoria fallace poichè sarebbe potuta essere una donna qualsiasi se l'odio nei confronti del genere femminile fosse stato tale.Da ciò possiamo concludere che il termine esatto è "delitto passionale",il quale è essai più comune in ambedue i sessi,il cui prerequisito sarebbe unicamente avere un ossessione tale nei confronti del proprio partner da arrivare all'omicidio.Se comparassimo comunque i dati italiani dei cosidetti "femminicidi" a quelli europei,noteremmo senza troppe difficoltà che l'Italia è uno dei paesi più sicuri d'Europa sia per quanto riguarda gli omicidi(I quali sono assai minori,rispetto ad esempio alle morti bianche 578 solo da gennaio a luglio 2014 stando ai dati di Linkiesta),sia per quanto riguarda la violenza domestica.Tratte le somme,il killer per eccellenza delle donne italiane non è il coniuge o il compagno di una vita,bensì il cancro al seno.Come mai allora tutto questo allarmismo?Le origini son radicate dalla nascita del primo centro antiviolenza,istituito da Erin Pizzey nel 1971.Il movimento femminista colse l'opportunità al volo trasformando i centri antiviolenza in un business multimilionario,pubblicando studi con dati falsati e iniziando varie campagne contro la violenza domestica sulle donne.La stessa Erin Pizzey nelle svariate interviste alla radio americana "Honey Badger",ha parlato di come quelle donne non avessero veramente intenzione di aiutare le vittime armate da puro spirito,bensì decisero di usarle come mezzo per i proprio fini e dopo quelle affermazioni tagliò ogni ponte con il movimento femminista.Ancora oggi continua la signora Pizzey continua la sua battaglia per fare in modo che anche gli uomini possano avere i loro centri antiviolenza,e possano venire trattati come esseri umani dalla popolazione traviata che non riesce ad accettare il fatto che possano venire distrutti e maltrattati.Quando una ricercatrice riuscì a dimostrare che non solo uomini e donne fossero ugualmente violenti in circostanze normali,ma di come le donne siano di solito addirittura più portate a violenze in ambito domestico,sebbene esse sia il più delle volte psicologiche.La stessa ricercatrice fu costretta fuggire a causa di svariate minaccie di morte per lei e sua figlia e le sue ricerche vennero insabbiate.Tra le innumerevoli soluzioni riguardanti il ridimensionamento dei problemi riguardanti la la violenza sulle donne e il "femminicidio",quantomeno in Italia,la mia scelta ricade sui seguenti:riforma generale di buona parte delle leggi italiane in ambito penale e civile in modo che garantiscano pari oneri e sanzioni ad ambedue le parti,senza distinzione basata sul sesso.Migliori condizioni in caso di divorzio,per evitare che uno dei due coniugi prenda per sè la maggior parte dei beni dell'altro e ridefinimento delle condizioni di affidamento del minore per il bene dello stesso.Sistema meritocratico e regolarizzazione delle cosidette quote rosa,evitando di costringere possibili lavoratrici in altri campi di unirsi ad uno nei quali il rendimento sarebbe minore senza per questo vietare l'ingresso a possibili donne competenti e interessate alla professione.Creazione di centri antiviolenza per uomini e amministrazione dei fondi gestita dallo stato accompagnato da ispettori imparziali.Ed infine educazione scolastica basata sull'equità nel rispetto di ambedue i sessi,per evitare che le future generazioni possano venire influenzate dagli errori di quelle precedenti.
Note dell'autore.
Vi sarebbe anche il rimpiazzamento totale del governo Italiano con membri ben più capaci,ma nell'ambito delle opinioni realistiche non vi è spazio per divagazioni utopiche.
Se il moderatore di questa sezione ritiene che l'argomento sia inerente spero che venga lasciato qui,altrimenti sarei grato se venisse spostato dove sarebbe più idoneo.
Folletto:
Fosse qualcuno interessato riguardo la ricercatrice nominata nel saggio,il suo nome dovrebbe essere Janice Fiamengo.Se siete interessati e non vi disturba troppo guardare qualche video o leggere qualcosa su di lei in inglese vi consiglio vivamente di cercarla su google.
Vicus:
Sta benissimo qui. Grazie per il contributo, coraggioso vista l'attuale femminilizzazione della scuola. E complimenti anche al professore.
Rita:
Grazie, e' molto ben articolato e ben sviluppato
zagaro:
--- Citazione da: Rita - Marzo 03, 2015, 08:01:38 am ---Grazie, e' molto ben articolato e ben sviluppato
--- Termina citazione ---
questo signore era un ministro degli interni, mica bau-bau-micio-micio
http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/politica/amato-donne/amato-donne/amato-donne.html
se a questo modo di intendere accoppiavi il modo di intendere del Disegno di legge Buongiorno-Carfagna
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/22/femminicidio-da-bongiorno-e-carfagna-proposta-di-legge-per-lergastolo/422406/
ove la cultura diviene elemento preponderante,
come se la sarebbe cavata un siciliano prima dell'eventuale giudizio a questo punto sarebbe stata una bella domanda.
p.s. il femminicidio più che per legge potrebbe costruirsi tramite la giurisprudenza attraverso la reinterpretazione delle aggravanti, ma a quanto sembra questo è un discorso che non piace al femminismo, perché verrebbe a perdere la specificità dell'essere la vittima una donna, ma diverrebbe semplicemnte lo studio di particolari motivazioni di un evento.
domanda esempio: in un paesino del sud italia un impiegato maschio uccide il suo capo ufficio donna. allora dovremmo indagare fra le possibilità offertici dal femminicidio o dovremmo indagare sulle possibilità offertaci dalle patologie dei rapporti di lavoro?
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