Autore Topic: vergogna senza fine  (Letto 1238 volte)

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Offline ilmarmocchio

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vergogna senza fine
« il: Marzo 06, 2015, 12:06:57 pm »
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/uomini-separati-mazziati-lettore-repubblica-sono-separato-ho-95787.htm


UOMINI, SEPARATI E MAZZIATI - UN LETTORE A “REPUBBLICA”: “SONO SEPARATO E HO LASCIATO TUTTO ALLA MIA EX E A MIA FIGLIA, CHE DEVO MANTENERE A VITA ANCHE SE, A 26 ANNI, NON VUOLE NÉ STUDIARE NÉ LAVORARE. VIVO CON 600 EURO”
“Adesso la giudice ritiene le condizioni della separazione “un capestro” per mia moglie; ma ora io alla mia età devo fronteggiare le continue assurde richieste di una moglie che trova ampio sostegno nella logica di una legislatura in materia di divorzio totalmente schierata dalla parte della donna”… -

Lettera di un lettore a “la Repubblica”

 Sono in attesa di divorzio, i tempi della separazione consensuale (tre anni) sono maturati dall’ottobre del 2014. In fase di separazione, ho ceduto la gran parte del patrimonio a mia moglie con gran perdita economica personale (mia moglie vive in una villa di 300 mq con parco e piscina, io mi sono ritirato in 45 mq). Sono un 65enne architetto che è riuscito a far vivere la propria famiglia al meglio ma ora la situazione è peggiorata: non ho più lavoro, ho dovuto chiudere lo studio e sono andato in pensione.

Vivo con una pensione di 660 euro e 1.400 euro lorde che mi derivano da alcune proprietà. Non mi lamento, potrei vivere benissimo se non fosse che ancora devo pagare a tempo indeterminato un assegno a mia figlia minore, 26enne, universitaria con poca voglia di concludere gli studi e ancor meno di lavorare. Mia moglie è bancaria e percepisce mensilmente più di me, avendo anche lei redditi da affitti.

Adesso la giudice ritiene le condizioni della separazione “un capestro” per mia moglie; ma ora io alla mia età mi trovo a fronteggiare le continue assurde richieste di una moglie che non tollera il naufragio del nostro matrimonio e che trova ampio sostegno nella logica di una legislatura in materia di divorzio totalmente schierata dalla parte della donna.

La mia condizione non è certamente delle più disperate ma quando un giudice mi dice che mia figlia «non può mangiare i mattoni o l’intonaco » mi viene in mente l’aristocratica Maria Antonietta che in mancanza di pane suggerisce al popolo di mangiare brioche.