http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2015/01/28/ARCG7zKD-direttrici_dipendenti_maltrattamenti.shtmlLa Spezia - Le sferzavano, per farle rendere di più. Le sottoponevano a vessazioni, ingiurie. Non solo. Secondo il pm Federica Mariucci si sarebbero spinte ancora oltre: alle allusioni sessuali, ai palpeggiamenti. Laura Valentini, 42 anni, era la direttrice. Sonia Ruscelli, Marisa Ratti e Rossana Scalese, invece le responsabili del coordinamento e vigilanza. Per l’accusa avrebbero reso un call center spezzino ad una sorta di girone infernale. L’accusa contesta loro il reato di maltrattamenti.
Le carte dell’inchiesta riferiscono di tutta una serie di strani “rituali”. Da quanto sostenuto dagli inquirenti sembra che le quattro avessero la fissa del sesso. In particolare Scalese, difesa dall’avvocato Mirco Rivosecchi, per un certo periodo sarebbe stata solita passare tra le postazioni «una statua raffigurante una figura maschile con il pene in erezione e pretendeva che tutte le operatrici sfregassero la parte genitale della statua asserendo che ciò sarebbe servito per effettuare più ordini…» si legge nelle carte dell’inchiesta.
Il fascicolo sul call center è ricco di particolari scabrosi. Per l’accusa, sempre la Scalese, quando le vendite calavano, avrebbero preteso che «le operatrici si bagnassero con dell’acqua contenuta in una bottiglia e dell’incenso».
Ma sono solo una parte delle vessazioni. A Valentini e Ruscelli vengono attribuite frasi del tipo «siete delle smutandate con quella gonna si vede la f…», oppure «togliti quel c… dalla bocca per parlare al telefono». Alla direttrice viene contestato anche di aver toccato il seno di alcune delle parti offese (sono dieci in totale).
Ieri il caso sui maltrattamenti sul luogo di lavoro è approdato in udienza preliminare. Il giudice dell’udienza preliminare Mario De Bellis ha disposto il rinvio giudizio per le quattro responsabili del centro. Il 7 maggio si celebrerà la prima udienza del processo che le vede al banco degli imputati. Sarà chiamato il giudice Giuseppe Pavich, in composizione monocratica, a decidere sul caso giudiziario.
È corretto premettere che le accuse formulate nei confronti delle imputate – difese dagli avvocati Alessandro Rappelli, Marco Argenziano, Daniele Caprara e Mirco Rivosecchi – sono state messe insieme sulla scorta delle deposizioni raccolte dai militari della Guardia di Finanza. Tra i racconti più inquietanti, quello relativo alle condotte contestate a Ruscelli e Ratti. Sarebbero state loro, per gli inquirenti, a imporre alle operatrici di «stare con le gambe aperte durante le telefonate perché in tal modo sarebbero state “più recettive”».