Autore Topic: Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"  (Letto 16342 volte)

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Offline Angelo

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #30 il: Marzo 12, 2015, 16:00:27 pm »
Le "autrici" tentano di giustificarsi... Chissà per quale "oscuro motivo" non vogliono diffondere e mettere sul sito le loro opere per i bimbi...

http://giocodelrispetto.org/2015/03/12/il-gioco-del-rispetto-e-il-rispetto-delle-regole-del-gioco/

Alla fine l’abbiamo fatta questa riunione con i genitori della scuola da cui è partito questo caso mediatico. C’eravamo noi curatrici del progetto, c’erano le rappresentanti dei servizi educativi del Comune di Trieste, c’erano le insegnanti che hanno aderito al progetto e c’erano i genitori. I servizi educativi hanno spiegato l’iter seguito in tutte le scuole per presentare il progetto alle famiglie, hanno annunciato che questa scuola, per quest’anno, inizierà la sperimentazione con due giochi (“bocciati 9 giochi su 11, titolano subito i giornali); le insegnanti hanno letto la storia di Red & Blue e il genitore che ha sollevato inizialmente il caso su Vita Nuova ci ha letto tutto il contenuto della scheda di gioco che secondo lui invitava bambini e bambine a “toccarsi i genitali”. Gli abbiamo chiesto di leggerlo tutto, senza estrapolare frasi dal contesto. Al termine della lettura, la reazione degli altri genitori è stata più o meno questa: “E quindi?” Non c’era pornografia, non c’erano nudità, non c’erano palpeggiamenti, non c’era educazione sessuale. I genitori hanno giudicato assolutamente validi i giochi proposti dal nostro kit e, cosa più importante, hanno rinnovato la stima e la fiducia nelle insegnanti dei loro figli. Concludendo, i genitori sono pronti a firmare l’autorizzazione per far partecipare i loro figli al progetto.
Lieto fine?
Non proprio.

Questa storia si porta con sé un bagaglio pesante, fatto di violenza, di arroganza, di ignoranza, di superficialità e disprezzo per le regole e per le persone.
Facendo un sunto molto veloce di quanto successo in questi giorni:
– un genitore è stato libero di diffamare un progetto supportato da Università, Comune, psicologi, pedagogisti e insegnanti, intimidendo tutti gli altri genitori con un volantinaggio che parlava di pornografia
– il quotidiano locale di Trieste è stato libero di chiamare “osé” le proposte di gioco contenute nel progetto, scrivendo un titolone in prima pagina, senza averci mai chiesto informazioni
– il quotidiano Libero è stato libero di scrivere che in Friuli Venezia Giulia si porta la pornografia nelle scuole
– esponenti della politica italiana, che ci rappresentano nel Parlamento, sono stati liberi di disquisire del nostro progetto su social network e mezzi stampa sempre senza aver verificato le fonti (e ci domandiamo se quando vanno a discutere di politica estera o quando fanno le leggi, usino la stessa prassi)
– una troupe televisiva è stata libera di entrare con le telecamere in una scuola dell’infanzia della città senza chiedere l’autorizzazione a nessuno
un consigliere comunale è stato libero di postare dal suo profilo facebook il nostro progetto senza chiedere alcuna autorizzazione, senza preoccuparsi del diritto d’autore o del danno derivato dalla violazione del copyright

In questi giorni la legge è stata violata in continuazione, ed è stata violata da chi dice di portare avanti una battaglia a tutela dei diritti dei bambini. Ma ci chiediamo quale esempio tutte queste persone potranno mai dare ai nostri figli. Quale etica professionale potranno trasmettere? Che cosa impareranno da loro i bambini e le bambine che devono essere protetti e protette dal nostro concetto di uguaglianza? L’intimidazione, l’alzare la voce, il disprezzo delle regole, l’indifferenza verso il lavoro e i sentimenti delle altre persone sono tutte manifestazioni che ci fanno pensare che il rispetto non rientri nelle priorità di tanta gente, e non ci stupiamo che il nostro progetto venga attaccato.

Noi qui siamo in tre. Non abbiamo un ufficio stampa, non abbiamo un social media team che ci segue online. Rispondiamo noi di persona a chi ci chiede informazioni e lo facciamo gratis, per amore della verità. Abbiamo studiato e proposto un progetto alle scuole e alle famiglie che hanno i figli in quelle scuole, non abbiamo creato un prodotto di marketing scaricabile online in versione ipad e pc. Il materiale didattico non è pubblico, ma è riservato alle famiglie che aderiscono alla sperimentazione. Ci hanno chiesto da più parti di farlo vedere, perché “la gente deve sapere”. No, non è “la gente” che deve sapere. Gli unici che devono sapere sono le famiglie e le insegnanti, che abbiamo cercato di tutelare fino all’ultimo secondo. Non siamo al circo, siamo nelle scuole. Il materiale didattico che le insegnanti e gli insegnanti usano ogni giorno nelle scuole non è pubblico o scaricabarile online. Libri, puzzle, album non sono alla mercé di tutti, ma fanno parte delle scelte autonome delle scuole.

Bene, ora tutto il materiale è online. Possiamo fare causa, denunciare, certo. Ma ormai le parole dei titoli sui giornali, dei politici e degli ignoranti sono state dette. Il danno è fatto. Perché quando manca il rispetto, che è la base di una società veramente civile, mancano le basi per far funzionare tutto il resto. C’è un grande terrore di sovvertire l’ordine, ma quale ordine? Noi vediamo solo disordine e anarchia, in cui chiunque è libero di calpestare gli altri, e senza chiedere il permesso.

Rimarremo online con la nostra pagina facebook e con il nostro sito, ma non ci presteremo più a moderare commenti che non cercano il dialogo, ma solo la provocazione. Torneremo invece a fare quello che sappiamo e vogliamo fare: migliorare e diffondere sempre più un progetto per una società più giusta e più equa, in cui i bambini siano liberi di crescere e di diventare adulti che si rispettano tra loro. Perché ce n’è un disperato bisogno.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Angelo

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #31 il: Marzo 12, 2015, 22:53:46 pm »
Oh, chi si rivede...Fikasicula. Pensavo che non avresti parlato di tale evento ed invece ne hai parlato. Guardate questa campionessa di "rispetto" che dice. Viene da FaS - Femminismo a Sud. Un blog femminista. Poi, magicamente, la Fikasicula è andata a scrivere per il Fatto Quotidiano.

qui il profilo facebook della femminista Fikasicula
https://www.facebook.com/AbbattoMuri

qui l'articolo sul blog

https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/03/11/lideologia-gender-non-esiste-lomofobia-invece-si/


La faccenda inizia con chi si oppone al fatto che l’omofobia sia considerata movente di discriminazione, bullismo, nelle scuole o tra adulti. C’è chi vuole avere la libertà di dire che un gay è malato e una trans coltiva perversioni. Tutta brutta gente da tenere a distanza perché potrebbe nuocere ai bambini. La campagna, da parte di varie organizzazioni cattoliche, è talmente massiccia da fare impallidire gli islamisti che parlano di impiccagioni ai froci. Non va bene formare gli insegnanti con appositi corsi che insegnino cos’è l’educazione al rispetto dei generi. Non va bene insegnare agli insegnanti a non sottovalutare segnali di bullismo: quando si insulta un bimbo perché è sovrappeso, disabile, o perché ritiene di essere altro rispetto a quel che il riflesso del corpo gli dice di sé.
Cosa c’è di male a fare in modo che i figli non picchino altri figli, che i bambini imparino a rispettarsi gli uni con gli altri? Non è forse il cattolicesimo che dovrebbe insegnare la tolleranza? E dove sono questi cattolici tolleranti se io vedo persone che si definiscono tali e che ultimamente sputano su chiunque sia diverso da loro? Dove sono questi genitori pietosi e caritatevoli, che difendono il sacro valore della famiglia, se poi se ne fregano del destino di bambini che vanno tutelati? E perché mai un genitore di un figlio gay o lesbica o con disforia di genere, non dovrebbe ottenere che gli insegnanti facciano di tutto purché quel figlio non soffra mai di alcuna discriminazione?
Ma cosa siete diventati, voi, che brandite la croce per giustificare il vostro razzismo e la vostra omotransfobia. Cosa siete diventati voi che volete rinchiudere in un ghetto i figli dei musulmani e quelli che hanno genitori omosessuali o che si riconoscono in identità diverse? Cosa vorreste, in questa nuova stagione di apartheid, da chi paga le tasse per popolare le stesse scuole che attraversano i figli dei cattolici? Il vostro Cristo appeso al muro di una classe non rappresenta tutti. Io l’ho dovuto sopportare, per esempio, ho dovuto pregare, in ginocchio, un Dio nel quale non credo e ho dovuto fare inchini, partecipare a riti, confessioni di peccati che non consideravo tali, sposalizi con Gesù che mi sarebbe stato bene solo in carne ed ossa. E perché mai la gente come me, e tanti figli che vengono cresciuti secondo valori differenti, devono essere destinati a nuovi campi (scolastici) di concentramento? E poi che altro ci riserverà il futuro? Quale moderna camera a gas potrà saziare il vostro appetito discriminatorio?
E per finire, dopo aver letto un sacco di idiozie, a partire da chi immagina che parlare di rispetto dei generi a scuola significhi far masturbare in classe i bimbi, o insegnargli a usare i preservativi, o, addirittura, a indossare un tanga, tutti pensieri che spiegano quanto morbosa sia l’immaginazione di chi li pronuncia piuttosto che di chi vi si oppone, leggo ora di un altro scandalo che affliggerebbe la nostra scuola pubblica.
Alcuni bimbi, con l’accordo dei genitori, si sono scambiati i vestiti, per gioco. I bambini diventavano streghe e le bambine diventavano cavalieri. Tutto nell’ambito di un progetto che si chiama “Il gioco del rispetto” secondo il quale i bambini possono immaginare le professioni che vorranno svolgere da grandi, a prescindere dal loro sesso. Che male c’è a rappresentare la realtà immaginando una inversione di ruoli? Dove sta lo scandalo? Allora, mi rivolgo soprattutto alle giovani donne e ai giovani uomini, a chi ritiene di averne piene le scatole di ruoli imposti, le donne a fare alcune cose e gli uomini altre, mi rivolgo a chi pensa che il genere è un costrutto culturale, che la biologia non spiega il perché le donne debbano pulire casa e gli uomini andare in miniera. Non è più così che va il mondo, e questo progresso coincide con un vantaggio che vale per tutti. Non siete forse voi, uomini, che dite di voler essere più vicini affettivamente ai figli? E come pretendereste di poter assumere un ruolo che è sempre stato assegnato alle madri se non combattete contro gli stereotipi sessisti? Non siete voi, signore, che dite di averne abbastanza di fare figli, di svolgere ruoli di cura? E come vorreste condividere le mansioni che normalmente vi vengono assegnate se non si parla di una nuova cultura che riconosce come interscambiabili i ruoli delle persone?
Allora ditemi: è un progresso o un regresso il fatto che figure politiche di destra si oppongano al capovolgimento e alla decostruzione di stereotipi che addomesticano bambini e bambine per farli crescere a misura di una ideologica integralista e conservatrice? Perché mai le bambine devono ancora essere costrette a giocare con materiale rosa, genderizzato, e i bimbi devono essere sommersi da materiale azzurro? E se una bambina volesse diventare un cavaliere e un bambino volesse diventare una strega, sul serio, voi, genitori, potreste impedirglielo?
La verità è che questa balla della teoria gender, diffusa a piene mani da chi vuole seminare paura nei confronti di chi pensa in modo diverso, è diventato un pretesto per fare politica perfino usando quel che succede negli asili, che per alcuni dovrebbero essere frequentati soltanto da bimbi “italiani”, “etero” e “cattolici”. Io so per certo che l’imposizione ideologia che riguarda le scuole ha un’ispirazione certa, che arriva dal ventennio. Ma i bimbi non possono più essere educati con una Bibbia in una mano e il Mein Kampf nell’altra. E’ il 2015, maledizione, e dovreste svegliarvi. Rassegnatevi e andate oltre, perché il mondo non si ferma solo perché voi siete rimasti indietro.
[Già pubblicato sul Fatto Quotidiano]
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Gilbert Keith Chesterton

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #32 il: Marzo 12, 2015, 22:59:18 pm »
Fikasiculaaaaaa...

Che mi dici a proposito di questo?


Un’altra scheda del progetto si intitola “Anche la maestra si traveste” interpretando “il/la meccanico/a, il/lamedico/a, l’infemiere/a, ecc.”.. I travestimenti, “anche con vestiti normali, da maschio e femmina” sono il pezzo forte del gioco “Se fossi” per piccoli da 3-6 anni. L’evoluzione proposta, che lascia più che perplessi alcune mamme e papà, riguarda “lo scambio di ruoli tra tutti i componenti della scuola: i bambini con le bambine /scambiandosi i vestiti laddove è possibile e imitandosi), la maestra con i bambini e viceversa”. L’idea è coinvolgere pure cuochi, bidelli e genitori in una specie di Carnevale no gender.


http://www.ilgiornale.it/news/politica/bimbi-travestiti-bambine-leggete-documento-choc-che-regola-1103904.html


Dai, appena puoi, se hai tempo, mi spieghi questi travestimenti... Ma non verrai. Anche se hai il profilo.  :shifty:



Naturalmente l'invito è rivolto a tutte le femministe, i femministi, i sostenitori di tali "giochi".
In particolare, care femministe che mi leggete, vorrei sapere da questo vostro documento, che vi linko, il significato delle pagine  12,  13 e 14?

http://www.ilgiornale.it/sites/default/files/documenti/1426079229-IL%20GIOCO%20DEL%20RISPETTO_Manuale%20Schede%20di%20gioco_slim.pdf
« Ultima modifica: Marzo 12, 2015, 23:15:28 pm da Angelo »
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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #33 il: Marzo 13, 2015, 01:07:59 am »
La beffa e' che tutta questa merda viene propinata ai bambini sulla base di un'emergenza, quella della violenza sulle donne, che non c'e' e viene percepita come tale sulla base di una sensibilita' che ritiene gravissima solo la violenza compiuta da un uomo su una donna ignorando completamente i numeri della questione e ignorando, ovviamente, qualsiasi tipo di violenza femminile sugli uomini :(

"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #34 il: Marzo 13, 2015, 01:39:16 am »
Bugie su bugie. La femminista è capace di questo. Per tale motivo evita accuratamente qualsiasi confronto.

Ma il messaggio si diffonde care femministe che leggete...
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Alberto1986

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #35 il: Marzo 13, 2015, 01:40:39 am »
Fikasicula è una femminista (seppur abbia interessi personali diversi da quelli del resto della sorellanza predominante) e come tale è a favore dell'educazione pedofila ed anti-maschile "gender".
C'era forse qualcuno che credeva il contrario?

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #36 il: Marzo 15, 2015, 15:50:18 pm »
Intanto in Canada impongono una legge che obbliga anche le scuole cattoliche a... Leggete tutto. QUESTO E' IL FEMMINISMO. QUESTA E' LA LIBERTA' SECONDO IL FEMMINISMO E LE SUE SOSTENITRICI.

http://www.tempi.it/canada-ci-hanno-imposto-una-legge-che-obbliga-le-scuole-religiose-a-istituire-club-lgbt#.VQWAOdKG9N0

D’ora in poi tutte le scuole cattoliche, protestanti, ebraiche o di qualsiasi altra estrazione dovranno dare la possibilità agli studenti di formare al loro interno club Lgbt o di qualsiasi altra natura. A deciderlo il 10 marzo scorso è stato il governo conservatore dello Stato canadese di Alberta, che dopo pressioni durate mesi da parte della “Gay-straight alliances” (Gsa), l’organizzazione nazionale degli studenti Lgbt, ha deciso in sole quattro ore di approvare la norma senza dare ai genitori la possibilità di dissentire: «Non ce lo aspettavamo», spiega a tempi.it Donna Trimble, leader dell’associazione “Parentes for choice in education” (“Genitori per la libertà di educazione”). Ma ora, «nel caso in cui in classe si dovesse parlare di orientamento sessuale e di teoria gender, non sarà ammessa alcuna esenzione richiesta dai genitori».
CLAUSOLA DI COSCIENZA. Il tentativo di introdurre la norma era già fallito una volta, ma l’opposizione liberal lo aveva ripresentato lo scorso autunno portando alla rottura del Partito Conservatore Progressista. Il governo si era opposto chiedendo l’esenzione delle scuole non statali, ma alla richiesta di una clausola di coscienza il movimento Lgbt ha scatenato un’intensa campagna mediatica contro i conservatori. Fino a spingere il premier, Jim Prentice, a fermare il nuovo ddl e ad appoggiare all’apertura della nuova sessione legislativa il provvedimento nella sua versione iniziale, priva della clausola di coscienza.
GLI “OMOFOBI”. «Ci avevano tranquillizzato sul fatto che non ci sarebbe stata tolta la libertà di educazione e invece si sono schierati tutti con i media», spiega ancora Trimble. «La campagna mediatica è stata giocata sulla compassione per gli studenti Lgbt vittime di discriminazione. Opporsi è quindi diventato sempre più impopolare, tanto che il partito conservatore si è vergognato di difenderci, accettando che fosse cancellata la clausola che richiamava l’articolo 26 della Dichiarazione dei diritti umani che sancisce il diritto di educazione dei genitori». Chi protestava in nome della libertà educativa «veniva presentato come un “omofobo”, mentre noi siamo per l’accoglienza di ogni persona senza che ci sia però imposta una visione o che ci si richieda di approvare un comportamento contrario a quello che riteniamo giusto».
NESSUNA AUTORITA’. D’ora in poi tutte le scuole dovranno riservare degli spazi e formare personale capace di supportare qualsiasi club richiesto dagli studenti, fra cui il “Gay straight alliance” e il “Queer straight Alliance”, nominati esplicitamente dalla legge. «In questo modo si mina l’autorità dei genitori», ha dichiarato anche John Carpay, presidente del Centro di giustizia per la protezione delle libertà costituzionali, mentre Jojo Ruba, direttore dell’associazione Faith Beyond Belief, ha sottolineato che le scuole religiose «insegnano che Dio ci ha creati uomini e donne e che il nostro sesso ci viene dato da Dio. Mentre la Gsa insegna che è una costruzione sociale, mettendo a repentaglio la fede».
I CATTOLICI. Secondo Trimble la cosa più grave è che, «in nome della responsabilità e dell’autodeterminazione degli studenti, il governo toglie ai genitori ogni voce in capitolo: le scuole non saranno più tenute a informarci su cosa accade al loro interno. Ma nemmeno gli insegnanti potranno dissentire». Per ora le reazioni sono state minime. Gli unici ad intervenire in questi giorni con una dichiarazione sono stati i membri dell’Associazione delle scuole cattoliche, che però «sono stati sul vago dicendo che accoglieranno la legge chiedendo agli studenti che i club siano in linea con l’insegnamento cattolico. Peccato che ieri il premier abbia risposto che la norma va seguita alla lettera».
«FIGLI DEL GOVERNO». Quello che accadrà ora non si sa, anche se «di certo con il proliferare di gruppi di ogni tipo, che reclamano i loro diritti senza più limiti, i conflitti e la ghettizzazione aumenterà anziché diminuire». Ma Trimble prevede anche «un incremento delle “home school”, anche se sono preoccupata perché molti genitori non possono tenere i figli a casa o pagare per una scuola privata che non riceva sovvenzioni dallo Stato». Proprio ora la Corte Suprema del Canada sta discutendo in merito alla libertà di educazione e «dalla decisione dipenderà la possibilità di una battaglia costituzionale. Altrimenti avremo davvero passato il limite, perché l’obiettivo ormai è svelato e ce lo stanno dicendo esplicitamente: “I tuoi bambini? Non sono più tuoi ma sono del governo”».


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Gilbert Keith Chesterton

Offline Vicus

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #37 il: Marzo 15, 2015, 17:02:39 pm »
Alla faccia delle libertà costituzionali. Sulla stessa linea dei corsi femministi nei campus, ma con una diffusione e imposizione senza precedenti.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Angelo

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #38 il: Marzo 15, 2015, 19:11:14 pm »
Riporto qualche parte del documento che hanno tentato di portare negli asili di Trieste e  pubblicato da "IlGiornale" sul web.

ecco il link.

GENITORI, LEGGETE! LE FEMMINISTE APPOGGIANO QUESTE SCHIFEZZE. LEGGETE!

http://www.ilgiornale.it/sites/default/files/documenti/1426079229-IL%20GIOCO%20DEL%20RISPETTO_Manuale%20Schede%20di%20gioco_slim.pdf

http://www.ilgiornale.it/sites/default/files/documenti/1426079229-IL%20GIOCO%20DEL%20RISPETTO_Linee%20Guida%202_slim.pdf


Qui c'è invece qualche notizia su Lucia Beltramini, una delle due femministe che ha scritto questo immondo libro. GUARDATE CHI L'HA FINANZIATA NELLA TESI. LEGGETE, NON SIATE CAPRONI IGNORANTI CAPACI SOLO DI SORBIRE TUTTE LE STRONZATE FEMMINISTE E PRO LGBTQ. RIGUARDANO I VOSTRI FIGLI!

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2013/06/27/news/violenza-sulle-donne-e-negazione-al-maschile-1.7332593

 Combattere la violenza nei confronti delle donne concentrando l’attenzione non più sulla vittima, ma sulle cause che inducono l’uomo a compiere atti di questo tipo. Pioniera del nuovo approccio di ricerca è Lucia Beltramini, 30 anni, che con la sua tesi di dottorato in Neuroscienze e Scienze cognitive ha analizzato “La negazione della violenza nella costruzione della mascolinità” vincendo il primo premio nazionale “Giovani Talenti” (categoria Volontariato e diritti umani), indetto dalla Junior Chamber International. Il suo merito non consiste solo nell’aver scelto un argomento di drammatica attualità, ma nell’approccio che contempla anche possibili interventi di prevenzione. Interventi che sono stati pubblicati sul nuovo sito di divulgazione scientifica dell’ateneo (www.divulgazione.units.it), sotto forma di progetti cui le scuole di Trieste possono aderire per intraprendere percorsi di educazione rivolti ad alunni, genitori e insegnanti.

«Considerata l'assenza di studi sull’argomento – spiega Beltramini – ho analizzato il modo in cui i meccanismi di negazione della violenza agiscono per occultare le violenze che ragazzi e uomini possono vivere nei contesti militari e sportivi. Ne emerge una cultura di accettazione della violenza, che può influenzare anche i rapporti che gli uomini instaurano con le donne». La ricercatrice ha intervistato 29 uomini con esperienze militari e 13 sportivi di alto livello, scoprendo che la maggior parte di essi ha subìto violenza da altri uomini ma tende a minimizzare questi casi, riducendoli a scherzi o giustificandoli come atti necessari a «diventare adulti» o ad essere accettati nel gruppo. Gli ex militari riportano umiliazioni, abusi (psicologici e verbali), minacce, pesanti violenze fisiche e tacciono su eventuali molestie sessuali. Al contrario, le «iniziazioni» a sfondo sessuale caratterizzano la realtà dello sport, in cui si ritrovano anche atti di violenza o umiliazioni.

«Il modello ideale di mascolinità è l'egemonia», incalza Beltramini. Da qui la necessità di far intervenire le istituzioni. La tesi (seguita dalla docente Patrizia Romito) è stata realizzata col cofinanziamento di Regione, Provincia e Azienda sanitaria. Alla presentazione sono intervenuti l’assessore regionale Loredana Panariti, la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, Daniela Gerin dell'Azienda sanitaria, il delegato del rettore per la divulgazione scientifica Enrico Tongiorgi e Tea Giorgi della Casa internazionale delle donne. È emersa la volontà di programmare interventi condivisi. «Le poca disponibilità di risorse – ha detto Poropat – ci induce a selezionare progetti efficaci come questi».

Elena Placitelli








QUI INVECE VIENE INTERVISTATA.

http://jekyll1.sissa.it/i-lati-nascosti-della-violenza/

Riconoscerli e parlarne. Per chi le violenze e gli abusi li subisce, non è facile. Soprattutto se si è giovani o giovanissimi. Anche perché la violenza può presentarsi in modo subdolo e confondersi con tante altre cose. In quest’ottica, internet può essere uno strumento prezioso  per confrontarsi con coetanei e per dialogare con esperti: un ambiente allo stesso tempo intimo e riservato.

Proprio sul web ha investito Lucia Beltramini, psicologa e dottoranda presso la facoltà di Psicologia dell’Università di Trieste: giovedì 24 novembre presenterà a Mappe un sito, No alla violenza!, ideato e gestito assieme alle colleghe Patrizia Romito, professore associato presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Trieste, Laura Pomicino, psicologa e ricercatrice in Medicina materno-infantile, Daniela Paci, insegnante di Scuola dell’Infanzia.

No alla violenza!, nato nel maggio 2011 in collaborazione con l’Università di Trieste, ha come scopo aiutare i lettori a riconoscere ed evitare le situazioni in cui si subiscono abusi e maltrattamenti. È il primo sito italiano a trattare questo tema rivolgendosi espressamente a un pubblico di ragazzi. E lo fa raccontando storie di prepotenza e abusi tra ragazzi. Una particolare attenzione è data alle relazioni di coppia: anche tra i giovanissimi, le situazioni di violenza sessuale, fisica e psicologica sono più diffuse di quanto si pensi, come emerge in questa intervista con Lucia Beltramini.
« Ultima modifica: Marzo 15, 2015, 19:25:51 pm da Angelo »
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Online Frank

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #39 il: Marzo 15, 2015, 23:57:29 pm »
In merito condivido in pieno questa vecchia frase di antifeminist.

Citazione
L'uomo deve tornare a ricoprire il ruolo di 'argine' alla demenza femminil-femminista, perchè se questa viene lasciata a "briglie sciolte" poi travolge tutto e tutti, elevando il 'nonsenso' a discorso comune, come ampiamente testimoniato dalla "produzione letteraria" delle femministe, che pare solo un colossale monumento alla malattia mentale

Offline TheDarkSider

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #40 il: Marzo 16, 2015, 17:19:50 pm »
In merito condivido in pieno questa vecchia frase di antifeminist.
Citazione
L'uomo deve tornare a ricoprire il ruolo di 'argine' alla demenza femminil-femminista, perchè se questa viene lasciata a "briglie sciolte" poi travolge tutto e tutti, elevando il 'nonsenso' a discorso comune, come ampiamente testimoniato dalla "produzione letteraria" delle femministe, che pare solo un colossale monumento alla malattia mentale
Quoto, e la dimostrazione e' che solo delle malate mentali possono lamentarsi in continuazione della loro condizione pur essendo la generazione di donne piu' privilegiata della storia. E non solo: piu' la societa' gli concede sempre maggiori privilegi, piu' le donne si lamentano.

Se non e' malattia mentale questa, non so cosa possa esserlo.
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Una donna marocchina

Offline Angelo

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #41 il: Marzo 16, 2015, 17:57:38 pm »
@ Dark sider

Malattia mentale?

No, queste non sono soltanto ed eventualmente malate mentali, troppo comodo per loro. Queste pensano ai soldi. Sono finanziate da Europa, ONU, Regione, Comune enti preposti alla "lotta all'omofobia, al bullismo, alla violenza maschile". Prendiamo una femminista a caso, tipo "Gasparino"... Fa conferenze in giro per l'Italia, va nelle scuole a propone lezioni che vengono accettate dai presidi, fa lezioni in altri ambienti... Ma chi paga queste trasferte? Le paga lei? Paga lo Stato, cioè paghiamo NOI con le nostre tasse e pagano varie ONG che sono finanziate per gli interessi dei soliti noti. Questi soggetti si muovono per DANARO. Il ministero pari opportunità ha SOLDI e questi soldi li utilizza per finanziare le ONG femministe che spargono merda sugli uomini. Così come esistono i mercenari di guerra, così esistono i mercenari ideologici. Se ne fottono altamente che i padri separati sono alla Caritas per colpa delle politiche discriminatorie che LORO sostengono; anzi, se un giorno sarà finanziato un centro per aiutare i padri separati, loro saranno in prima fila a chiedere soldi millantando "un'esperienza nel settore pluridecennale"... Se ne fottono di tutto. SOLDI, SOLDI, SOLDI, SOLDI. Pure se dovessero buttare nella merda i loro figli maschi con i loro immondi progetti, con le loro leggi, a loro non interessa. PERCHé DEVONO FARE SOLDI, PURE SUL SANGUE DEGLI ALTRI. C'è un problema grosso in Italia, a mio avviso... QUANTE SONO LE PERSONE CHE GUADAGNANO SUL FEMMINISMO, I DIRITTI LGBTQ? QUANTE SONO LEGATE A QUESTE PERSONE IN MANIERA INDIRETTA? O VERAMENTE PENSIAMO CHE MASSE DI ATTORI FACCIANO SPOT PER IL FEMMINISMO PER "IDEALI" ? LO FANNO PER SOLDI O PER AVERE FUTURI INCARICHI DI LAVORO BEN PAGATI PER L'ATTO DI PROSTITUZIONE INTELLETTUALE.
SONO MERCENARIE. OGGI SONO ANTIFASCISTE, DOMANI SARANNO MONARCHICHE, DOPODOMANI SARANNO CATTOLICHE... BASTA CHE VENGONO PAGATE. E TI DIRO' DI PIù... LORO ODIANO MOLTI DI NOI PERCHE' RICONOSCONO CHE NOI QUI SIAMO LIBERI E ASSOLUTAMENTE NON FINANZIATI DA NESSUNO. NON ABBIAMO NIENTE, NON ABBIAMO SPONSOR, NON ABBIAMO CENTRI SOCIALI "OCCUPATI"  E "TOLLERATI" SOTTO BANCO DA AMMINISTRAZIONI COMUNALI, NON ABBIAMO ASSOCIAZIONI CHE PRENDONO SOLDI. ABBIAMO QUELLO CHE LORO NON AVRANNO MAI... LA DIGNITA'.


- ANGOLO DESTRO DEL VIDEO. C'è IL NOME DEL FINANZIATORE (UNO DEI FINANZIATORI).

- QUI C'è UN'ALTRA "LIBERA" ATTRICE, TUTTO GRATIS SECONDO VOI?  :shifty:

TUTTE QUESTE ANTIFASCISTE, ANTIBERLUSCONIANE, LIBERTARIE,  DOVE CAZZO STANNO ADESSO? A CERCARE SOLDI A MEZZO "ATTIVITà UMANITARIE FILOFEMMINISTE E FILO LGBTQ.


GUARDATE COME ESULTANO LE MASSE FEMMINISTE QUANDO ABBIAMO AVUTO UN COLPO DI STATO NEL NOVEMBRE 2011 AD OPERA DELLA TROIKA.
ECCO IL LINK. TUTTI PECORONI CHE ADESSO SI TROVANO O NELLA MERDA O HANNO AVUTO IL LORO POSTO BEN PAGATO PER L'OPERA DI SMANTELLAMENTO DELL'ITALIA PER IL BENESSERE DI ALTRI PAESI.


« Ultima modifica: Marzo 16, 2015, 18:08:03 pm da Angelo »
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Gilbert Keith Chesterton

Offline Angelo

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #42 il: Marzo 18, 2015, 18:16:25 pm »
Intanto altre voci protestano contro il caso dell'asilo di Trieste...

http://www.statopotenza.eu/19212/ma-quale-rispetto

Nonostante da anni i Comuni di tutta Italia si lamentino dei tagli ai propri bilanci, con la conseguente difficoltà ad affrontare i numerosi problemi del convivere quotidiano (furti, quartieri ghetto, comportamenti arroganti degli stranieri), c’è comunque chi decide in piena autonomia di investire soldi pubblici in progetti quanto meno astrusi. Stiamo ovviamente parlando di Trieste e del “Gioco del rispetto – Pari e dispari”, diffuso recentemente negli asili della città.

Si tratta di un kit ludico-didattico, tramite il quale i bambini possono esplorare i propri corpi e quegli degli altri alunni, ascoltando il battito del cuore o il respiro. Il gioco permette anche di nominare i genitali maschili e femminili e, soprattutto, di travestirsi utilizzando indumenti diversi dal genere di appartenenza dei bambini. Di fronte alle ovvie e sacrosante polemiche, il vicesindaco Fabiana Martini ha subito cercato di gettare acqua sul fuoco: “Il “Gioco del rispetto” non affronta né i temi della sessualità, né quelli dell’affettività. Tra le proposte di gioco non ce n’è nessuna che riguardi l’educazione sessuale, né si toccano i temi dell’omosessualità. Qualsiasi tentativo di attribuire malizia a questa proposta è fuori luogo”.

Eppure la vicesindaca (scriviamo come vorrebbe la Boldrini…) cerca di sdrammatizzare una situazione che, in sé, può sembrare di piccolo interesse; peccato che la stessa si inserisca all’interno di un più complesso disegno di stortura ideologica, che agisce sottotraccia da decenni. Infatti un giochetto come quello che si propone negli asili di Trieste rientra a pieno diritto nella cosiddetta “teoria di genere”, di importazione anglosassone. Questa teoria, nata all’interno del mondo femminista e dei figli dei fiori degli anni Sessanta, prospetta una società ideale in cui l’eguaglianza tra le persone può essere attuata solamente riconoscendo nel sesso una mera convenzione sociale, costruita attraverso l’imposizione di regole e norme esterne, che obbliga le persone a vivere “da maschio” o “da femmina”, come se questi modi di essere avessero un reale fondamento naturale – fondamento che le teorie di genere negano risolutamente.

Questa teoria ha avuto un forte sviluppo negli ultimi decenni grazie soprattutto alla sinistra europea. Quest’ultima, dopo la caduta del Muro di Berlino e il tentativo di cancellare il passato comunista, ha deciso di abbandonare l’impegno per i diritti sociali, buttandosi a sostegno dei diritti civili, sulla falsariga dei liberal a stelle e strisce. Basta autonomia operaia e lotta continua, ma tutela di chi vuol drogarsi, abortire e sposare persone dello stesso sesso. E poi osano ancora chiedersi come mai la sinistra radicale sia scomparsa elettoralmente ed il Pd finito nelle mani di Renzi…

Tornando alla questione degli asili di Trieste, ciò che più inquieta di questa operazione è il fatto che si cerchi di influenzare le coscienze delle persone fin dalla giovanissima età. Giovanni Gentile faceva l’apologia dello Stato etico, eppure l’attuale Repubblica nata dalla Resistenza non dovrebbe avere alcuna morale da imporre al popolo italiano. Compito della scuola dovrebbe essere solo quello di insegnare la didattica, non certo quello di imporre l’ideologia oggi dominante.

D’altra parte, anche in questo caso il nostro paese paga la scellerata scelta di essersi sottomesso alla dittatura dell’Unione Europea. Quest’ultima, infatti, da anni sostiene, anche con cospicui finanziamenti, l’ideologia gender, prevedendo anche normative liberticide per chi tenti di opporvisi, facendo appello a visioni tradizionali della società. Ecco perché anche esponenti di centrodestra, come Berlusconi e Tosi, negli ultimi tempi hanno sostenuto la tutela dei diritti delle coppie di fatto o cose simili. Oggi, se vuoi essere accettato nel consesso civile, devi mostrarti favorevole all’ideologia gender, altrimenti vieni bollato come reazionario, populista o fascista. Motivo in più per sostenere ormai esaurita l’antica dicotomia destra-sinistra. La vera distinzione oggi è un’altra. Da una parte coloro che vogliono cancellare qualunque forma di identità, sia essa culturale, etnica o sessuale, vagheggiando il melting pot, cioè una poltiglia indistinta in cui siamo tutti uguali, cioè ugualmente schiavi del Sistema capitalistico; dall’altra chi invece si oppone a tutto ciò, rivendicando l’orgoglio della propria appartenenza, della propria identità e della propria storia. Il primo fronte marcia ormai compatto; attendiamo con ansia che l’altro esercito decida di unirsi, sotto diverse bandiere, ma con il medesimo obiettivo: la difesa delle identità e l’elogio delle differenze.

Alessandro Cavallini
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Gilbert Keith Chesterton

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #43 il: Marzo 19, 2015, 10:21:55 am »
Vorrei fare presente solo una cosa:io detesto il concetto di rispetto,perchè penso che sia intrinsecamente mafioso,il rispetto è pericoloso,perchè si rispetta per definizione solo chi ''si fa rispettare'' ovvero chi ha il potere dalla sua,in una società democratica e liberale matura,non ci dev'essere nessun bambino viziato che frigna perchè ''mi hanno mancato di rispetto''...
 Nella mia firma ho ripreso questo concetto che poi avevo sviluppato in un post

''Perchè internet è forte?
Perchè è privo di gerarchia e rispetto.
Cosa sono la gerarchia e il rispetto?
Quell'insieme di condizionamenti sociali che impongono alla gente di tacere anche se si trovano di fronte a una stronzata.
Il web non rispetta le donne,non rispetta nessuno,per questo è attendibile''

Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re:Trieste: bambini sottoposti a rivoltante educazione "gender"
« Risposta #44 il: Marzo 19, 2015, 10:22:51 am »
http://www.questionemaschile.org/?p=565

Internet,la gerarchia e il ”rispetto”

Sapete qual è la forza di Internet?

Che non rispetta nessuno,perchè è priva di gerarchia e rispetto.

Che cosa sono la gerarchia e il rispetto?

Quell’insieme di condizionamenti sociali per cui,la gente pur trovandosi di fronte a una evidente stronzata,che riconosce come tale,sta zitta per timore del giudizio degli altri.

Vi ricordate di quando negli anni 80 l’avvocato Agnelli,sfasciava una ferrari dopo l’altra e veniva ripescato dai soccorsi pieno di coca?

No?
Difficilmente ve lo potete ricordare,i giornali non ne hanno mai fatto menzione.

Il potere,infatti,si misura così:
E’ LA CAPACITA’ DI FARE TACERE.
Anche chi sa,soprattutto chi sa,perchè non tutti rimangono vittime dell’inganno,ma quelli che sanno preferiscono tacere.

SI RISPETTA TACENDO,SI TACE RISPETTANDO.
In Sicilia lo sanno bene.

In questo senso internet,irrompe nella monolitica società umana,fatta di silenzi e rispetti, come strumento magnificamente democratico…
Internet è democratica come la morte,non rispetta nessuno,non fa differenze e colpisce tutti:

Internet non rispetta le donne,non rispetta gli uomini,non rispetta i neri,i bianchi,gli ebrei,i cattolici,i protestanti,gli atei,i musulmani,i buddhisti,i taoisti,i vegani,i carnivori,i seguaci del Feng Shui ecc…

METTETEVI L’ANIMA IN PACE,INTERNET NON RISPETTA NESSUNO, il che significa implicitamente che non fa differenze,tutti possono essere criticati,nessuno è immune…

Però alcuni lo accettano,altri no,perchè?

Se nella società sei già abituato a essere costantemente sotto il bersaglio delle critiche,non insorgi perchè per te è la normalità e non c’è nulla di diverso tra il trattamento che ricevi nella società reale e quello che ricevi su internet.
Se però il tuo status sociale è tale che gli altri ti debbano ”rispetto” insorgerai contro la diabolica creazione che ha rotto la tua immunità da critiche e ha buttato nel cesso ”il rispetto”.

Internet è un meccanismo orizzontale in cui ognuno è libero di dire quel che cazzo gli pare degli altri,ma deve accettare che gli altri facciano lo stesso con lui.

Un esperimento di democrazia e di orizzontalità dei rapporti umani mai esistito prima.

Se hai uno spirito democratico,riesci a stare al gioco,se non riesci a stare al gioco è perchè evidentemente la ”gerarchia e il rispetto” ti ponevano in uno status di immunità per cui tutti potevano essere criticati ferocemente,ma tu e il tuo gruppo sociale, evidentemente no.

Quindi quando tu insorgi contro il web,perchè vengono scritte cose ”contro le donne”,è perchè evidentemente,il duetto ”gerarchia e rispetto” sta dalla tua parte,rendendoti immune dal feroce tiro di fuoco incrociato che invece colpisce tutti gli altri.

E’ una caduta della maschera,un implicita ammissione del proprio potere,che spesso viene negato o addirittura proiettato su altri gruppi sociali, che però stranamente non godono di tale immunità,e infatti non insorgono per una parola in più scritta in un forum,tanto che cos’è una parola in più in un forum,se essi sono costantemente criticati nella loro società?

Perchè dovrebbero chiedere che internet li rispetti,se poi sarebbero comunque presi di mira in modo feroce dalla società in cui vivono? Sarebbe fatica sprecata…

Il discorso cambia per quei gruppi sociali che subiscono critiche esclusivamente su internet:una volta silenziato internet,il gioco è fatto.

Insomma ponetevi queste domande,per capire i rapporti gerarchici reali,e non quelli comunemente postulati,e così spesso stigmatizzati,nella nostra società.

Ogni riferimento a gruppi sociali specifici è puramente casuale,provate voi a fare il giochino:

CHI E’ CHE TUONA CONTRO IL WEB,PERCHE’ IL WEB DI QUA,DI LA’,NEL WEB SI ANNIDANO PERICOLOSI ELEMENTI DA FERMARE CON OGNI MEZZO?
BENE CHI TUONA,STA IMPLICITAMENTE AMMETTENDO IL PROPRIO POTERE,IL PROPRIO STATUS DI IMMUNITA’.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''