Fino a poco tempo fa, anche i film in generale erano molto più lineari nelle storie, nelle immagini, nei personaggi…Non c’era bisogno di professori per capirne quella che allora si chiamava, “la morale della favola”, bastava seguire la vicenda: i buoni avevano certe caratteristiche, i cattivi altre: i buoni facevano la cosa giusta (anche l’ispettore Callaghan qualche volta faceva tacere la SW357) e i cattivi facevano la cosa malvagia, a volte c’erano dei buoni che sembravano cattivi e dei cattivi che sembravano buoni, ma tutto si chiariva nel finale e ognuno aveva ciò che aveva meritato: il premio o la punizione.
Ma la cosa più importante è che le qualità tipicamente maschili come il senso dell’onore, la responsabilità, il sacrificio, a volte anche della propria vita, per aiutare gli altri, penso a certi film bellici dove un protagonista lotta fino allo sfinimento per salvare i suoi compagni (tra l’altro, in qualche caso si tratta della trasposizione hollywodiana di fatti reali), eccetera, erano giustamente valorizzate.
Condivido le opinioni sui film di Sergio Leone, sono dei capolavori e come tali non hanno tempo. Anche il giustiziere Bronson mi piaceva molto, come Callaghan.
Se invece dovessi cercare qualche film di epoca abbastanza recente da salvare dal diluvio, penserei a “Waterworld”, un film che è stato abbastanza snobbato dalla critica e quando uscì fu un flop, e non me ne stupisco.
Pur essendo un film che gli esperti in filmologia (oggi abbiamo esperti di qualsiasi cosa) definirebbero di genere catastrofico-ecologista, non è affatto pedante e/o pesante: il messaggio ecologista c’è (i ghiacci polari si sono sciolti e il livello dei mari si è alzato, coprendo gran parte della terra), ma è inutile piangere sul latte versato, ora per i sopravvissuti si tratta di sopravvivere.
L’umanità ha subito un brusco risveglio e si sono ripristinati alcuni valori fondamentali: la terra, ad esempio, viene scambiata (si è tornati al baratto) come se fosse oro, idem l’acqua, una piantina in vaso è un vero e proprio tesoro… Questo è uno spunto di riflessione importante, proprio oggi che in modo politicamente corretto si crede di poter sovvertire le leggi naturali.
La vita è pericolosa, ci sono i buoni (come il protagonista, l’anello di congiunzione tra l’uomo e il pesce Kevin Costner), che naviga a bordo di un catamarano a vela, e ci sono i cattivi, gli “smokers”, che viaggiano su una petroliera che ha conosciuto tempi migliori (ha la propulsione a remi) e sognano un improbabile ritorno agli schemi del passato, non appena troveranno la mitica Dryland.
Devo confessare che uno dei personaggi che ho trovato più simpatici è proprio il capo dei cattivi, il più convinto di tutti e molto tosto, al punto che, quando dopo una battaglia particolarmente dura in mare, perde un occhio, dice ai suoi: “dalla natura arteriosa del sangue che mi esce dall’orbita, potete dedurre che oggi è una brutta giornata…”
Le scene di azione, tutte dal vero e senza uso di computer vari, sono veramente eccezionali ed ebbero un costo talmente alto che Costner, che oltre ad essere il regista, era anche il produttore, quasi andò in bancarotta.
Ma il messaggio che mi sembra più interessante nell’ambito della QM, è che il personaggio interpretato da Costner ha delle doti umane virili molto importanti: combatte, difende i più deboli (una donna e una bambina), ma lo fa con reticenza e senza aspettarsi nulla, anzi, quando sarebbe il momento di ricevere il premio finale (i favori della donna che ha salvato) lui si allontana verso altre avventure, una perfetta immagine del MGTOW, che ha cose più importanti da fare che accasarsi.
Secondo me, un capolavoro