Ci sono differenze culturali enormi tra la cultura islamica e la nostra appunto nel gestire il rapporto con le donne. Proverò adesso
a sintetizzarla per sommi capi anche a rischio di apparire superficiale, ma per amore di chiarezza e per non annoiare chi legge: al
contrario della nostra, che esalta la figura femminile, la cultura islamica esalta la figura e il ruolo del maschio. E' chiaro che doveri
gli vengono assegnati (è inevitabile) ma viene sancito il diritto dell'uomo al rispetto e alla considerazione come "obbligo religioso"
per le donne. Nella cristianità è il contrario: viene detto all'uomo di rispettare la donna e i suoi bisogni: "Ogni uomo ami la moglie come il proprio corpo" disse Paolo di Tarso. La Chiesa ci ha messo il carico da 90 con la mariolatria che ha imperato in Occidente
fino ad oggi e ancora di più con il concetto proclamato al concilio di Efeso nel 431 di Maria Theotokos cioè "Madre di Dio" in tal
modo sancendo sul piano teologico e dogmatico l'esaltazione del femminino e del femminile. Ma anche la cultura "laica" ci ha messo del suo, con l'elaborazione del concetto cavalleresco del rispetto della dama che, se era per il momento riservato solo alle donne dell'aristocrazia feudale, si sarebbe inevitabilmente esteso alle donne di ogni classe sociale, una volta che la società da
aristocratica si fosse trasformata in "democratica". I poeti e i letterati hanno poi completato la frittata, con la tresfigurazione
della donna come depositaria di ogni virtù ed ispiratrice del bene, del bello e del buono, come hanno fatto nel Medioevo i poeti e i trovatori provenzali, i "minnesanger" tedeschi e in Italia Dante Alighieri con Beatrice e Francesco Petrarca con Laura. Da tale inizio si è poi sviluppata la nefasta e nefanda vocazione occidentale allo zerbinismo nei confronti del genere femminile che è giunta fino a noi esprimendosi anche con le mielose e odiose canzonette della musica leggera che ci hanno trasmettono i bei concetti sdolcinati del "senza di te non vivo più", "senza di te non esisto" e stronzate e fesserie consimili. Questa è la strada
che l'Occidente ha (purtroppo) preso e una volta che una civiltà prende culturalmente una via, la percorre fino alle sue idiote
ed estreme conseguenze accettando tutte le assurde conclusioni di un simile sviluppo appunto per non recidere le sue radici.
L'Islam non ha avuto nulla di tutto questo: fin dall'inizio è rimasto fermo sulle sue posizioni di celebrazione del ruolo maschile
e della figura maschile raccomandando persino le punizioni corporali per le donne che non rispettano l'uno e l'altra. Nero su
bianco vi è scritto nel Corano che se la donna non ubbidisce al marito, questi ha il diritto e il dovere di picchiarla. Parlavo tempo fa con un imam (guida spirituale dell'Islam) che mi ha detto testualmente: "La differenza tra noi maschi islamici e voi
maschi occidentali è che mentre voi siete così imbecilli da rispettare le donne anche se non se lo meritano, noi uomini islamici
invece CI FACCIAMO RISPETTARE DALLE DONNE ANCHE SE NON CE LO MERITIAMO". Mentre una pretesa del genere a noi fa
schifo, a loro invece non fa schifo affatto. Questo è il motivo CULTURALE per cui il femminismo non riesce ad attecchire nei
paesi islamici, con grande rabbia e stizza delle donne occidentali. E questo è il motivo perchè il mondo islamico oggi conosce
il fenomeno ISIS che è una esasperazione di queste posizioni, anche in contrapposizione dell'Occidente, che non può invece
proprio per motivi di carattere culturale, attecchire qui da noi che abbiamo invece preso la direzione diametralmente opposta