Autore Topic: Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.  (Letto 52543 volte)

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Offline Angelo

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #60 il: Aprile 18, 2015, 19:50:06 pm »
"Giorgio" , Eretica è Fikasicula. Se eventualmente arriverai a leggere queste righe, non dirmi "grazie". Piuttosto, salvo il caso in cui non ti piaccia fare lo zerbino, "ringrazia" Eretica.
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Gilbert Keith Chesterton

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #61 il: Aprile 18, 2015, 21:25:01 pm »
"Giorgio" , leggi qui.

@ altri lettori
Come vedete ha ammesso indirettamente di esser venuta qui a "copiare"...

http://www.identitainsorgenti.com/8-marzo-monica-capo-intervista-eretica-per-identita-insorgenti/


Il Sud per “Identità Insorgenti”, si può raccontare solo con l’azione militante sul territorio. E anche tu, in un certo senso, sei “insorgente” perché sei meridionale, sei Eretica e, da anni, con la tua militanza giornalistica e non solo, attraverso Femminismo a Sud, ci racconti le r-esistenze e porti avanti la battaglia antisessista, antirazzista e antifascista ma soprattutto la lotta per l’autodeterminazione femminile.

-Ci puoi raccontare come e dove nascono Eretica e Femminismo a Sud e in che modo hai cercato e ancora cerchi di liberare i corpi delle donne?

Femminismo a Sud è un progetto nato nel 2006. Era un blog a più firme. Tutte si chiamavano FikaSicula, fintanto che non decidemmo di usare ognun@ uno pseudonimo diverso. Poi diventò un collettivo vero e proprio e insieme abbiamo organizzato due stagioni del Feminist Blog Camp, una a Torino e una a Livorno. Abbiamo lanciato diverse campagne finché il gruppo non ha generato più luoghi di espressione e per mio conto ho fondato Abbatto i Muri che oggi consta migliaia di persone che seguono, partecipano, il blog, la pagina Facebook, l’account Twitter. Con Abbatto i Muri nasce la mia nuova identità virtuale: Eretica. Perché ad un certo punto della mia crescita individuale e politica mi sono accorta che il femminismo per alcuni versi e per alcune era ed è considerato un dogma. Se pronunci parole diverse e parli di femminismI, al plurale, si attiva la santa inquisizione che procede in scomuniche e roghi. Da qui, Eretica.

- Ci dici perché preferisci usare uno pseudonimo?

Perché io ho una formazione che parte dalla cultura cyber punk, il cyber femminismo, la cultura queer, mischiata ad un genere postcoloniale che diventa espressione del sud del mondo e del sud di correnti culturali in cui talune persone egemonizzano e altre restano ai margini. Nel mio mondo virtuale non esiste un titolo di merito per chi scrive. Non ha importanza chi dice e scrive le cose. I contenuti divulgati hanno importanza a prescindere dal fatto che tu sappia come mi chiamo. Io sono Eretica ed è un nome che sento mio perché da brava cyber femminista mi sono data una identità di genere e politica che mi rappresenta e mi piace. Non potrei essere altro che questo.

-Perché pensi che linguaggio, rappresentazione, fascismo e razzismo siano facce della stessa mentalità?

Perché il linguaggio è quello che realizza la comunicazione di un immaginario. Attraverso l’uso di un certo linguaggio tu puoi far maturare nella testa della gente idee fasciste, razziste. Lo sapevano, d’altronde, quelli che lavoravano nel ministero di Goebbels, giacché la rappresentazione di una realtà è più importante della realtà stessa. Se tu hai cognizione d’uso del linguaggio io vedrò il mondo esattamente come tu vuoi farmelo vedere. Così gli immigrati diventeranno tutti cattivi, persone dalle quali difendere al punto tale che diventa perfino giusto, nella mente di alcuni, giustificare azioni razziste e fasciste. Per cambiare le culture bisogna partire dal linguaggio. Si deve decostruire quello corrente e riformulare nei modi che ti consentono di sovvertire la comunicazione che genera fascismo e razzismo.

-Ad un certo punto della tua vita hai avuto una svolta e hai dato alla luce una nuova creatura, il blog Abbatto i muri, disertando le fila di quel che in Italia non condividevi e andando incontro, a tuo dire, alle fila nemiche. Cosa ti ha spinto a guardare oltre, cosa pensavi di trovare e cosa effettivamente hai trovato?

Come ti dicevo prima Abbatto i Muri deriva dall’esigenza di confrontarmi anche con mondi che non mi somigliano. Penso agli antifemministi, per esempio, che in gran parte, da quel che ho visto, non hanno neppure idea di quante forme di femminismo vi siano al mondo. Perciò si oppongono a un femminismo che forse non piace neppure a me. In ogni caso ero curiosa. Volevo capire il perché di tante obiezioni ricevute. Perché mai c’erano persone, uomini e anche donne, che sentivano l’urgenza di dire cose rispetto alle quali avevo un atteggiamento respingente? Speravo perciò di trovare il modo di guardare in maniera equidistante fenomeni sociali e culturali che comunque rappresentano tanti esseri umani. Ho trovato persone, come te e me, donne che non venivano considerate neppure donne perché invece che dichiarare esterna solidarietà in sorellanza denunciavano di essere ferite da altre donne. Ho trovato uomini che volevano soltanto essere ascoltati, invece che ricacciati indietro come fossero dei criminali. Ho trovato tanta e varia umanità e ne ho tratto certamente arricchimento, ho guadagnato in umiltà, in capacità di ascolto che non è detto si abbia neppure per le persone che la pensano esattamente come te, e mi sono convinta del fatto che tra diversità bisogna parlarsi, avendo rispetto gli uni degli altri, dicendo tutto quel che si ha da dire, ogni opinione contraria ma senza dimenticare mai che hai di fronte una persona che non può essere offesa, insultata in quanto tale.

-Tu sostieni che le sex workers scelgano la loro professione liberamente al contrario di quello che fanno le vittime di tratta. Alla luce di questa affermazione, puoi spiegarci come è cambiato il concetto di prostituzione, rispetto alla percezione dominante e nella pratica sociale, in questi ultimi anni?

Non sono io, in realtà, a dire che le sex workers hanno scelto liberamente di svolgere quella professione. Lo dicono le tante organizzazioni sindacali in loro rappresentanza, ferme nella rivendicazione che esige regolarizzazione e riconoscimento sociale. Rispetto a molti anni fa la prostituzione è diventato tema di discussione pubblica in due diverse modalità. C’è chi ne discute per ragioni di decoro e moralità comune e chi, invece, perché vorrebbe garantire alle donne altre possibilità prima ancora di riconoscere il diritto alla regolarizzazione della professione. Entrambe queste parti, i proibizionisti e le abolizioniste, svolgono una azione di marginalizzazione dei/delle sex workers e contribuiscono a rafforzare lo stigma negativo che pesa sulle loro teste. Poi c’è un’altra corrente di pensiero che, in Occidente e nel mondo, si sta affermando e che ricorda, costantemente, che le sex workers sono persone, soggetti. Lo stigma va cancellato, le leggi che parlano di loro devono essere scritte con il loro coinvolgimento e la società deve riconoscere che le sex workers non sono un problema di ordine pubblico e non rappresentano il pubblico degrado ma sono soggetti autodeterminati le cui rivendicazioni vanno ascoltate.

- L’8 marzo è la giornata che tradizionalmente ricorda e rivendica le battaglie e l’autodeterminazione delle donne. Hai raccolto e rilanciato sul tuo blog l’appello a far diventare quel giorno anche un momento di espressione e manifestazione di tutte e tutti: donne, uomini, gay, lesbiche, trans, queer, intersex, migranti, chi lotta per la casa, il lavoro, il reddito, contro le grandi opere e contro i cie. Partendo dalla parola d’ordine “io decido” quali sono oggi le urgenze a cui siamo chiamati tutti?

Credo che siano ancora più o meno le stesse. La battaglia da fare, tutti e tutte assieme, è quella che riguarda principalmente il reddito. la casa. È lotta di classe che va fatta in senso interiezionale, senza dimenticare l’antirazzismo, l’antifascismo, e l’antisessismo. Non è cambiato nulla quando parliamo di aborto, diritto alla libertà di scelta nella genitorialità, nell’assunzione di una identità di genere che preferisco, nel riconoscimento di diritti a partire dalle persone che restano sempre ai margini della società. Considerando che il femminismo non è una cosa che viaggia a compartimenti stagni e che l’otto marzo, oggi, è un’assurdità se vissuto come riconoscimento dell’essere donna in quanto avente figa, bisogna raccontare quanto e come abbiamo ampliato lo sguardo alle differenze. Ecco tutto.

Monica Capo
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Gilbert Keith Chesterton

Offline Jason

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #62 il: Aprile 19, 2015, 20:34:18 pm »
Sandokan1317, ma a te non va nulla bene: se non si cambia idea sui padri separati si è cattivi. Se invece si cambia idea, lo stesso si è cattivi, perchè ciò che si pensava prima non si deve cancellare più e quindi vale ancora.  Concentrati sul vero femminismo misandrico, cioè quello mediatico e istituzionale. Ormai non riesco più a seguirti.
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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #63 il: Aprile 19, 2015, 21:05:44 pm »
Sandokan1317, ma a te non va nulla bene: se non si cambia idea sui padri separati si è cattivi. Se invece si cambia idea, lo stesso si è cattivi, perchè ciò che si pensava prima non si deve cancellare più e quindi vale ancora.  Concentrati sul vero femminismo misandrico, cioè quello mediatico e istituzionale. Ormai non riesco più a seguirti.

1) Sono Angelo. Però va bene lo stesso Sandokan1317.

2) Ho già spiegato che sui padri separati Fikasicula è tornata indietro DOPO aver visto che i padri separati non sono una lobby, non sono dei pedofili, non sono dei carnefici ma delle vittime e "molto probabilmente" SOPRATTUTTO DOPO AVER FIUTATO CHE LA "PRESSIONE DELLA PENTOLA ERA ALTA" E LEI NON HA LE PROTEZIONI CHE I POLITICI HANNO.  Lo ha fatto e SOLO su questo ho sempre detto che è l'unico punto su cui è cambiata (senza ammettere che lei per tanti anni ha lavorato CONTRO I PADRI SEPARATI) e senza scusarsi di aver fatto per anni opera di distruzione dei padri separati. Non dico che avrebbe dovuto chiedere perdono all'umanità dei padri separati, ma che cazzo ci vuole a dire:" Scusatemi, su questo ho sbagliato". Non lo ha fatto, però SOLO SUI PADRI SEPARATI HA CAMBIATO IDEA. SE SU QUESTO PUNTO MI TROVI DELLE SUE AFFERMAZIONI DI SCUSE SONO DISPOSTO AD AMMETTERE CHE STO ESAGERANDO. IO NON SONO UNA FEMMINISTA O UN IPOCRITA. IO AMMETTO GLI ERRORI E NON NEGO I FATTI O L'EVIDENZA.

3) Fikasicula si è riciclata,ed è un fatto;  permetti che mi girano un pochino i coglioni dato che una femminista come lei ha le "letterine" dei padri separati e noi invece siamo ancora considerati: maschilisti, fascisti, cattolici estremisti, reazionari, etc.?

4) Fikasicula è a favore dell'educazione gender nelle scuole (A PROPOSITO, HAI VISTO IL VIDEO?), un'educazione manipolatoria, femminista, imposta con LEGGI NON VOTATE DA NESSUN ORGANO DEMOCRATICO, PALESEMENTE FALSE,  FINANZIATE CON SOLDI PUBBLICI, INSEGNATE DA FEMMINISTE DICHIARATE E CONCLAMATE, PERMETTI CHE LA CONSIDERO ANCORA UNA NEMICA SENZA SE E SENZA MA?
PERMETTI CHE DEVO RENDERE PUBBLICITA' A CHI E' FAVOREVOLE AL "GIOCO DEL RISPETTO" (E NON SOLO) E LO DIFENDE IN PIU' DI UN POST?

5) NOI QUI GIUSTAMENTE RIGETTIAMO LE CARNEVALATE DI MASCHIO 100% , FIKASICULA HAI VISTO CHE "AMICHE" HA? IO HO UNA "COLLEZIONE DI AMICHE" DI FIKASICULA. SE VUOI TI FACCIO LA CARRELLATA DI "AMICHE" CHE SI SCATTANO FOTO DI MASCHI INCATENATI, CHE "BEVONO LACRIME MASCHILI" .

6) IO NON DIMENTICO. E, A MENO CHE FIKASICULA NON AMMETTE E SI SCUSA E VERAMENTE CAMBIA, IO LE DARO' TUTTA LA PUBBLICITA' NECESSARIA. PERCHE' IO HO LA MIA DIGNITA' DA DIFENDERE.

7) IO SONO PER L'ESATTA PARITA', HO SEMPRE (NON A "CONVENIENZA") CONDANNATO IL FEMMINISMO E IL MASCHILISMO. SPIEGAMI QUINDI MEGLIO IN COSA NON RIESCI A SEGUIRMI.

8) E POI C'è QUESTA ROBA QUI. NON LE PUTTANATE FEMMINISTE DELL'ASTERISCO, L@ , LE SEX WORKER...
I MORTI, MIGLIAIA, E LE FEMMINISTE ZITTE. E' UN ANNO CHE MUOIONO E LORO "FANNO I COMPLIMENTI ALLE PUSSY RIOT" E ALLE FEMEN...


9) E POI C'E' UNA QUESTIONE "REGIONALE", NON SO DI CHE REGIONE SEI, MA IO SE UNO MI FA QUESTI "APPREZZAMENTI" , DEVO CHIEDERE LE SUE SCUSE O DEVO FARE LO ZERBINOTTO? NEANCHE PER QUESTO SI E' SCUSATA. NIENTE. E IO SONO QUELLO CHE ESAGERA?

Si scopre così che i partenopei hanno un immaginario erotico che si esercita sulla durata di una leccata di fica invece che su quella di una penetrazione. Il senso resta lo stesso e lo sconforto aumenta se si pensa che si sono appropriati di un elemento introdotto nei porno negli anni della rivoluzione sessuale, quando le donne si guadagnarono il diritto di dire cosa piaceva e cosa no.

By fikasicula   – dicembre 27, 2008

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2008/12/27/porno-partenopei/

« Ultima modifica: Aprile 19, 2015, 21:18:44 pm da Angelo »
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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #64 il: Aprile 20, 2015, 19:22:16 pm »
Angelo, se una persona, sia essa una femminista o no, ha posizioni opposte rispetto alle mie su una categoria sociale di persone in difficoltà, ma poi cambia idea e capisce le sofferenze di queste persone, io non insinuo che l'abbia fatto per "calcolo" o che si sia "cacata sotto" nè tanto meno pretendo le sue scuse, anzi al contrario, apprezzo la sua onestà intellettuale e umana nel aver rivisto le sue posizioni,e la sua umanità nell' aver compreso la sofferenza di queste persone. Pretendere la "resa senza condizioni" di una persona che ha cambiato idea, con richieste di scuse e perdono,rischia  di far allontanarla di nuovo e quindi di ricondurla sulle vecchie posizioni. Noi della QM non dobbiamo catturare prigionieri ma controinformare e quindi avvicinare alla nostra parte quante più persone possibile. Siamo attivisti, non soldati, noi!
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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #65 il: Aprile 20, 2015, 19:35:35 pm »
Angelo, se una persona, sia essa una femminista o no, ha posizioni opposte rispetto alle mie su una categoria sociale di persone in difficoltà, ma poi cambia idea e capisce le sofferenze di queste persone, io non insinuo che l'abbia fatto per "calcolo" o che si sia "cacata sotto" nè tanto meno pretendo le sue scuse, anzi al contrario, apprezzo la sua onestà intellettuale e umana nel aver rivisto le sue posizioni,e la sua umanità nell' aver compreso la sofferenza di queste persone. Pretendere la "resa senza condizioni" di una persona che ha cambiato idea, con richieste di scuse e perdono,rischia  di far allontanarla di nuovo e quindi di ricondurla sulle vecchie posizioni. Noi della QM non dobbiamo catturare prigionieri ma controinformare e quindi avvicinare alla nostra parte quante più persone possibile. Siamo attivisti, non soldati, noi!

Chi la pensa come Jason?

Perchè io non la penso come Jason. Ve l'ho spiegato. Ma io non sono amico di chi dice che 2+2 fa 5. Meglio che mi togliete dal wiki.
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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #66 il: Aprile 20, 2015, 19:40:35 pm »
Citazione
Siamo attivisti, non soldati, noi!

Un dibattito non è una guerra,in cui lo scopo è annichilire l'avversario,ma il momento socratico in cui tramite la logica del nostro interlocutore noi lo portiamo sostanzialmente a dire le stesse cose che diciamo noi.
Questo processo non è immediato,e sopratutto,deve dimenticare vecchi rancori.

Noi non siamo guerrieri,e nemmeno attivisti,SIAMO FILOSOFI,non imponiamo una verità,aiutiamo gli altri a trovarla in loro,senza condanne,perchè tutti possiamo sbagliare.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #67 il: Aprile 20, 2015, 19:49:06 pm »
Un dibattito non è una guerra,in cui lo scopo è annichilire l'avversario,ma il momento socratico in cui tramite la logica del nostro interlocutore noi lo portiamo sostanzialmente a dire le stesse cose che diciamo noi.
Questo processo non è immediato,e sopratutto,deve dimenticare vecchi rancori.

Noi non siamo guerrieri,e nemmeno attivisti,SIAMO FILOSOFI,non imponiamo una verità,aiutiamo gli altri a trovarla in loro,senza condanne,perchè tutti possiamo sbagliare.

Fermiamoci un attimo, forse a qualcuno questo video non fa effetto...

vedesi minuto 49 e minuto 25.

Fikasicula è a favore di queste schifezze.
Link con il suo appoggio senza se e senza ma.
 http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/24/bagnasco-e-la-teoria-del-gender-siamo-tutto-transumani/1533707/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/11/lideologia-gender-non-esiste-lomofobia-si/1492997/

Io non sono un guerriero, non sono un filosofo, non sono un attivista. Io sono un uomo. Ma se un UOMO, non uno zerbino, UN UOMO, vede dei bimbi torturati psicologicamente e Fikasicula appoggia queste lezioni fatte da femministe svedesi io da UOMO CHE DEVO FARE?
DEVO FARE I COMPLIMENTI A FIKASICULA E "CERCARE DI NON FARLA ALLONTANARE" O DEVO RIBADIRE QUELLO CHE LEI DICE OSSIA CHE LEI E' FAVOREVOLE ALL'EDUCAZIONE GENDER?
FATEMI CAPIRE.
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Gilbert Keith Chesterton

Offline Salar de Uyuni

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #68 il: Aprile 21, 2015, 06:31:17 am »
Fikasicula era l'equivalente di Gheddafi in Libia,non uno stinco di santo,ma almeno avevi una controparte con cui trattare,in quel marasma di beduini.
Se tu ti ricordi la recedente discussione con Fikasicula,l'ho trattata abbastanza male.
Ritengo di aver sbagliato,Fikasicula con fikasicula si poteva trattare.

P.S.
nè gheddafi nè fikasicula mi stanno molto simpatici.
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Offline COSMOS1

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #69 il: Aprile 21, 2015, 08:35:49 am »
1 L'HAI LINKATO TU:
Citazione
Penso agli antifemministi, per esempio, che in gran parte, da quel che ho visto, non hanno neppure idea di quante forme di femminismo vi siano al mondo. Perciò si oppongono a un femminismo che forse non piace neppure a me.
tu le dai ragione, fai di tutto un fascio: di tutte le femministe e di tutte le fasi di ogni singola femminista e di ogni frase di ogni singola fase ...  :ohmy:
quando attacchi i muri a testa bassa, non li abbatti ma ti ammacchi: ragiona, distingui, analizza, prima di etichettare

2 siamo tutti persone, anche i nostri nemici. C'è un livello di rispetto sotto il quale non si può e non si deve andare. Quando una persona si mette a nudo, affronta in pubblico i suoi lati deboli, la propria malattia nello specifico, si RISPETTA! ok? anche se fosse la nostra peggiore nemica.

3 qui c'è diversa gente che considera Eretica un interlocutore. Un interlocutore non è una persona che la pensa come te, ma una persona che rappresenta un'area diversa dalla tua ma la rappresenta in modo "razionale", cioè ci puoi parlare, non necessariamente per arrivare ad un punto di accordo, ma per capirne il punto di vista. Ciascuno di noi ha il proprio punto di vista e il proprio percorso: noi non pretendiamo che le femministe assumano il nostro, ma pretendiamo la libertà di non assumere il loro. Questo con Eretica è possibile.

4 noi non siamo una falange o un partito. Ci sono altri che puntano a strumentalizzare la QM per fare carriera. Noi siamo un forum, un'agorà, un luogo libero per pensare liberamente confrontandoci e magari litigando. Non cacciamo nessuno. C'è gente che ci contesta questa "libertà" (vedi Pino Irsuti su facebook), gente che si crede il nuovo messia del vangelo maschile! A noi ce ne sbatte, non abbiamo una ortodossia da difendere. L'unico requisito per essere in wiki è essere maschi (il pisello conta!) e avere una certa storia e credibilità nella QM. Stop.
« Ultima modifica: Aprile 21, 2015, 09:45:28 am da COSMOS1 »
Dio cè
MA NON SEI TU
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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #70 il: Aprile 21, 2015, 15:49:16 pm »
1 L'HAI LINKATO TU:tu le dai ragione, fai di tutto un fascio: di tutte le femministe e di tutte le fasi di ogni singola femminista e di ogni frase di ogni singola fase ...  :ohmy:
quando attacchi i muri a testa bassa, non li abbatti ma ti ammacchi: ragiona, distingui, analizza, prima di etichettare

2 siamo tutti persone, anche i nostri nemici. C'è un livello di rispetto sotto il quale non si può e non si deve andare. Quando una persona si mette a nudo, affronta in pubblico i suoi lati deboli, la propria malattia nello specifico, si RISPETTA! ok? anche se fosse la nostra peggiore nemica.

3 qui c'è diversa gente che considera Eretica un interlocutore. Un interlocutore non è una persona che la pensa come te, ma una persona che rappresenta un'area diversa dalla tua ma la rappresenta in modo "razionale", cioè ci puoi parlare, non necessariamente per arrivare ad un punto di accordo, ma per capirne il punto di vista. Ciascuno di noi ha il proprio punto di vista e il proprio percorso: noi non pretendiamo che le femministe assumano il nostro, ma pretendiamo la libertà di non assumere il loro. Questo con Eretica è possibile.

4 noi non siamo una falange o un partito. Ci sono altri che puntano a strumentalizzare la QM per fare carriera. Noi siamo un forum, un'agorà, un luogo libero per pensare liberamente confrontandoci e magari litigando. Non cacciamo nessuno. C'è gente che ci contesta questa "libertà" (vedi Pino Irsuti su facebook), gente che si crede il nuovo messia del vangelo maschile! A noi ce ne sbatte, non abbiamo una ortodossia da difendere. L'unico requisito per essere in wiki è essere maschi (il pisello conta!) e avere una certa storia e credibilità nella QM. Stop.

1) Il muro va abbattuto. Il crimine va perseguito. Il criminale va condannato. E' un fatto, non un'opinione. Che poi, recentemente e per ovvi motivi di marketing che ho già spiegato e dimostrato senza ombra di dubbio alcuno, il soggetto della nostra analisi dica A e poi anche il contrario di A a me non impressiona; avvalora ancora di più il fatto che sia complice dell'ideologia gender, asterischi in finale e altre nefandezze. Il soggetto femminista in questione mette il guanto di velluto e dice che la medicina fa "il bene del mondo"... Con me non abbocca, 2+2 fa 4.  Prendo per buono e valido solo l'ultimo consiglio: sarò ancora più freddo e analitico nello smascherare le nefandezze di taluni soggetti. Agli uomini piacciono le sfide.

2) Parzialmente d'accordo. Io rispetto. Loro no. Io dimostro, loro no. Io sono da loro definito:maschilista, fascista, misogino, cattolico estremista, nazista, etc. Non posso ricambiare con la stessa moneta, devo "porgere l'altra guancia". Sarò più freddo e analitico, ma non avrò atteggiamenti "cattolici e buonisti". Io rispetto chi rispetta. Con quelli che non rispettano le regole della civiltà non è un mio obbligo avere i modi della cavalleria. Però cercherò di tenerli; è ancora più bello umiliare e ridicolizzare chi, facendo un esempio, viene per ammazzarti con la spada e viene picchiato a mani nude,ed esposto nella pubblica piazza come pagliaccio. 


3) C'è chi crede che il ciuccio possa volare. Io non ci credo. I fatti danno ragione a me, ma per taluni è bello credere che il ciuccio voli. Il soggetto della nostra analisi, a mezzo di fatti incontrovertibili non ragiona, sfrutta la creduloneria e lo scarso acume di lettori ingenui. Con me non può funzionare: io ragiono, non sono ottuso, ho memoria. Sul discutere avrei dei fortissimi dubbi. Il soggetto della nostra analisi quando è venuto qui non ha risposto alle domande poste dagli utenti ma ha svicolato. Le è stato chiesto "A" e lei ha parlato di "B". Al mio paese si chiama evasione delle domande, in Italia si chiama evasione delle domande. E' evidente il perchè: se avesse continuato a credere nel femminismo nello stesso modo in cui faceva prima, avrebbe conservato la quota di amiche femministe perdendo però la credibilità agli occhi dei lettori e  non solo. Se invece avesse rinnegato il femminismo in cui aveva creduto per anni, avrebbe dovuto riconoscere di aver sprecato anni della sua vita, quindi di aver fallito; avrebbe perso le amiche, i contatti, ed eventuali agganci che in tempo di crisi servono.  Ha scelto la via di mezzo, è rimasta femminista con i "però". Facendo un parallelo è stata "diplomatica", ha acquisito pure uno spazio maggiore in posti dove il femminismo "antifascista, libertario, anticapitalista, etc." è ben accetto.  Naturalmente tale femminismo è "accettato" con i "però" di chi ha i padroni da omaggiare. 

4) Concordo su molte cose. Su una cosa però mi trovo in profondissimo disaccordo: " non abbiamo un'ortodossia da difendere". Non abbiamo l'ortodossia da difendere, ma da uomini dobbiamo difendere la Verità, la Giustizia, la Libertà. Dobbiamo difendere i valori sacri dell'essere umano dalle menzogne di chi ci vuole transuman@ , femminista, maschilista, ipocrita, avido, atomizzato, indeterminato, asessuato, sottoposto alle menzogne dell'ideologia gender, manipolato, etc.
Lo dobbiamo a noi stessi, se ancora conserviamo tracce di umanità. Lo dobbiamo ai nostri figli, alle nostre figlie, a chi è rimasto umano. Non condannare fermamente le menzogne del femminismo, dei politici che ratificano all'unanimità la Convenzione di Istanbul e con finti distinguo fanno finta di smarcarsi dall'ideologia gender e le altre vagonate di schifezze ci rende complici. Io non sono un complice di tali nemici dell'Umano. Io devo difendere l'Umano, perchè sono Umano.
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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #71 il: Aprile 21, 2015, 15:53:52 pm »
Fikasicula era l'equivalente di Gheddafi in Libia,non uno stinco di santo,ma almeno avevi una controparte con cui trattare,in quel marasma di beduini.
Se tu ti ricordi la recedente discussione con Fikasicula,l'ho trattata abbastanza male.
Ritengo di aver sbagliato,Fikasicula con fikasicula si poteva trattare.

P.S.
nè gheddafi nè fikasicula mi stanno molto simpatici.

Analisi completamente errata. Il soggetto ha dimostrato con parole sue di essere solo un'evoluzione più funzionale agli interessi del "mondo Nuovo".
Sulla questione del perdono... Io non posso perdonare chi non si scusa. Io non posso perdonare chi persevera nel credere che l'educazione gender sia una "cosa giusta e positiva".
Sei molto "comprensivo" con tali soggetti. Io no.
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Gilbert Keith Chesterton

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #72 il: Aprile 21, 2015, 18:24:08 pm »
Il soggetto delle mie indagini ha prodotto un altro articolo. Metto il link e sotto metto il testo copincollato. Sotto al testo metterò una linea di demarcazione per analizzare le teorie sostenute da tale soggetto.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/21/immigrazione-malafede-piange-gli-stranieri-morti-in-mare/1607941/

Ogni anno, più o meno nello stesso periodo, muore tanta gente che tenta di attraversare il Mediterraneo per arrivare sulle nostre coste. Ogni anno politici di destra e di sinistra, sempre che il Pd possa dirsi tale, devolvono alla massa dichiarazioni indignate, l’uno a dare la colpa all’altro, dimenticando che hanno governato a turno tutti quanti, salvo il M5S.

Il centrosinistra partorì la legge Turco/Napolitano, istituendo i Cpt, Centri di permanenza temporanea. Con il governo di centrodestra si approvò la Bossi/Fini, e nonostante il fatto che i leghisti tentino di farci dimenticare che sono stati al governo, grazie a quella legge i Cpt furono sostituiti dai Cie, Centri di identificazione ed espulsione, che, sempre grazie al governo di centrodestra, possono trattenere – per una identificazione molto lunga – gli stranieri fino a 18 mesi.

Sono 18 mesi da reclusi senza una condanna, solo per il fatto di essere stranieri. Per non parlare poi del reato di immigrazione clandestina istituito nel 2009 con Maroni al ministero dell’Interno, reato poi abrogato più o meno un anno fa, includendo il favoreggiamento per chi aiutava gli immigrati a non morire in mare. Non ho le cifre per dire se c’è gente che è stata rilasciata o se gli stranieri non restino comunque a vivere da detenuti, senza patria e senza storia, in questi luoghi in cui fino a poco tempo fa non facevano entrare neppure i giornalisti a verificare le condizioni in cui gli immigrati sono tenuti.

Poi, con un governo Berlusconi, si fece un patto con quel grand’uomo che reggeva il potere in Libia. Finché non si dichiarò che era una specie di dittatore e fu destituito con grande dispiacere di chi dovette provvedere a sorvegliare gli sbarchi senza più poter contare su quel gentilissimo aiuto.

Soldi e sostegno politico sono stati ripartiti per l’operazione Mare Nostrum, poi per Frontex, da un lato la consegna della sorveglianza dei nostri confini ai militari, come se fossimo in stato di guerra, e dall’altro il supporto ad una organizzazione privata che, se non erro, viene pagata dagli Stati europei per realizzare una sorta di ecologia dei nostri confini.

Nel frattempo in Italia si assiste a dei veri e propri paradossi. Chi ha lungamente descritto gli immigrati come fossero barbari all’assalto delle nostre terre ora rimprovera ad altri la morte di chi annega nel Mediterraneo. Chi ieri sosteneva che nelle città bisognasse tenere a bada campi rom, migranti, perfino quelli che chiedevano asilo politico, per problemi di sicurezza, ora si battono il pugno sul petto e si dichiarano dispiaciuti per quelle morti.

Se i migranti potessero spostarsi senza problemi, come si faceva, forse, quando l’umanità occidentale e imperialista, riteneva giusto colonizzare altre terre, le stesse da cui ora chiedono asilo persone impoverite, forse non morirebbe più nessuno. Se le persone potessero diventare cittadine del mondo forse si fermerebbe la tratta delle schiave, di quelle che per spostarsi devono prostituirsi senza averlo scelto o devono fare le badanti a prezzi da fame.

Lo scaricabarile, lo sdegno per le cattive azioni degli scafisti, altro non sono che la dimostrazione di una malafede che non ha giustificazioni. Gli scafisti e la criminalità prosperano in situazioni di clandestinità. I proibizionismi non hanno mai aiutato e proibire di cercare nuove vite ad altri esseri umani è una cosa disgustosa.

Non mi importa di quante bugie vi hanno riempito la testa. Se vi hanno detto che gli stranieri sono tutti delinquenti e se è giusto che restino a fare la fame dove noi, popolo ricco d’Occidente, abbiamo portato guerra, armi, razziatori di risorse. Non importa se si continua a dire che gli stranieri devono morire, bruciare, smettere di tentare di sopravvivere alla povertà e alle guerre perché prima vengono dli “Italiani”.

Chi tra voi è “italian@”? Abbiamo in corpo sangue di mille colori perché tante sono le etnie che hanno attraversato le terre in cui vivete, perciò non vantatevi di essere italiani veri perché di vero nell’italianità non c’è proprio niente. Pensate a quel che vuol dire solidarietà. Smettete di opporre il cattivismo al presunto “buonismo” e ad altre mille inversioni semantiche che usate per demonizzare persone che vengono marginalizzate e discriminate. E chi tra voi brandisce la croce dicendo che crede in un solo Dio, sappia che Gesù era arabo, così Maria e Giuseppe, e tutte le storie di cui si parla hanno un’origine che oggi sarebbe considerata alla stessa stregua di una scuola di terrorismo islamista.

E il nuovo mondo, gente, e bisogna aprire le porte a chi verrà perché non si può mai mantenere il mondo fermo e le persone hanno diritto di migrare. Altrimenti, se non c’è ricchezza di stimoli culturali, se si rimane arroccati in un integralismo fanatico, come vivremo noi, rinchiusi in questa prigione dorata? A me le galere non sono mai piaciute. Incluse quelle che vengono reclamate, a parole, per il “mio bene”. Buttate giù quei muri e incontrate le persone di cui avete così paura, e forse, così, vi accorgerete che il nemico non sta fuori da noi ma più vicino di quel che si creda. Buttate giù quei muri e licenziate gli eserciti e così il Mediterraneo smetterà di essere un cimitero che ogni anno nasconde alla nostra vista migliaia di persone, di qualunque sesso, età, morte, in nome della difesa del ricco “Occidente”.

Per inciso, io che sono siciliana, terrona, araba, africana, mi sento cittadina del mondo. Del mondo. Non di uno Stato/nazione.


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Parto dalla prima frase oggetto dell'analisi delle opinioni del soggetto che preferisce chiamarsi "Eretica". La metto in rosso scuro.


Poi, con un governo Berlusconi, si fece un patto con quel grand’uomo che reggeva il potere in Libia. Finché non si dichiarò che era una specie di dittatore e fu destituito con grande dispiacere di chi dovette provvedere a sorvegliare gli sbarchi senza più poter contare su quel gentilissimo aiuto.

Gheddafi era sicuramente non democratico. Però non fu destituito ma ammazzato da mercenari e "oppositori politici" trasformatisi poi in terroristi.
Gheddafi era a capo di uno dei paesi più ricchi dell'Africa, l'Italia con il governo Berlusconi aveva stretto dei rapporti economici, a mezzo ENI e Finmeccanica,  definiti Win/win .
A sostegno di tale tesi, è ben riportare un articolo di Gianni Petrosillo, autore di sinistra, chiaramente sconosciuto al soggetto che risponde al nome di "Eretica".

http://www.conflittiestrategie.it/gheddafi-e-litalia-di-g-p-31-ago

Inoltre, giusto per dare un quadro ulteriore di Gheddafi, è utile visionare il seguente video:

---> nel video viene citata la risata di una femminista, tale Hillary Clinton, che alla morte di Gheddafi pubblicamente sghignazzò . Del resto, i mandanti dell'assassinio sono senza dubbio alcuno gli USA.
A sostegno di tale tesi, ci sono articoli come questo e non le "opinioni" di presunte terzomondiste fautrici dell'ideologia de "i cittadini del mondo".

https://aurorasito.wordpress.com/2015/04/21/la-guerra-di-quarta-e-quinta-generazione-arrivano-sui-teatri-europeo-e-mediorientale/
Dalle foto, oltre ogni dubbio, si vede l'appoggio e i colloqui di futuri terroristi, gli stessi che hanno fatto scempio della Libia, della Siria e dell'Iraq da parte del senatore McCain.

Passiamo poi alla seconda parte di frasi, ricche di frasi ad effetto e analisi campate in aria.La riporto in rosso scuro e poi l'analizzo.


Nel frattempo in Italia si assiste a dei veri e propri paradossi. Chi ha lungamente descritto gli immigrati come fossero barbari all’assalto delle nostre terre ora rimprovera ad altri la morte di chi annega nel Mediterraneo. Chi ieri sosteneva che nelle città bisognasse tenere a bada campi rom, migranti, perfino quelli che chiedevano asilo politico, per problemi di sicurezza, ora si battono il pugno sul petto e si dichiarano dispiaciuti per quelle morti.

Se i migranti potessero spostarsi senza problemi, come si faceva, forse, quando l’umanità occidentale e imperialista, riteneva giusto colonizzare altre terre, le stesse da cui ora chiedono asilo persone impoverite, forse non morirebbe più nessuno. Se le persone potessero diventare cittadine del mondo forse si fermerebbe la tratta delle schiave, di quelle che per spostarsi devono prostituirsi senza averlo scelto o devono fare le badanti a prezzi da fame.



Sulla questione rom... Vedi, cara Eretica, la LEGGE ITALIANA e LA COSTITUZIONE ITALIANA , affermano chiaramente che tutti sono uguali senza distinzione di sesso, razza, religione etc. etc.
I rom, così come qualsiasi, ribadisco qualsiasi CITTADINO ITALIANO, devono rispondere ed attenersi alle leggi italiane, senza sconti e senza discriminazioni, positive o negative che siano. Ciò significa che, se io domani mattina mi sveglio e metto mio figlio al semaforo io devo essere allontanato da mio figlio.
Purtroppo in Italia, come potrai notare, ciò non avviene per taluni gruppi di persone, tipo i Rom. Sai perchè?
Perchè ci sono decine di ONG che MANGIANO e LUCRANO sull'assistenzialismo di Stato. Un tipico esempio recente è il caso "Mafia Capitale" che suppongo tu conosca.
Inoltre, dato che risulti tra i destinatari dei ringraziamenti del seguente documento, ti invito a leggere la parte relativa ai ROM. Senza ombra di dubbio, potrai notare che figuri in un documento dove, attenendosi a leggi extraitaliane, non votate da nessuno, ma scelte da gruppi sovranazionali viene applicato un doppio standard per le donne ROM; detto in maniera più semplice, le donne ROM, comprensive di prole, sono, per legge ratificata dall'intero Parlamento Italiano, SOPRA I CITTADINI ITALIANI.

Ti linko adesso il rapporto ombra CEDAW e ti ricordo che è strettamente legato alla Convenzione di Istanbul. Figuri inoltre tra i ringraziamenti per i capitoli 15 e 16. Proprio per essere precisi...
Leggi con attenzione il capitolo 9.
http://files.giuristidemocratici.it/giuristi/Zfiles/ggdd_20110708082248.pdf

http://www.pariopportunita.gov.it/images/stories/documenti_vari/UserFiles/PrimoPiano/Convenzione_Istanbul_violenza_donne.pdf  ---> da cui " Considerando il Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966), il Patto internazionale
sui diritti economici, sociali e culturali (1966), la Convenzione delle Nazioni Unite
sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW, 1979) e il suo
Protocollo opzionale (1999) e la Raccomandazione generale n° 19 del CEDAW sulla violenza
contro le donne, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (1989) e i suoi
Protocolli opzionali (2000) e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con
disabilità (2006);
"

Adesso, ti faccio notare un piccolo particolare... I paesi da dove vengono questi disperati sono stati bombardati da: USA, ITALIA, FRANCIA, etc. etc.
Talune femministe, non paghe di farsi grasse risate, hanno affermato le seguenti cose :



Adesso, dato che la femminista Madeleine Albright dichiara a cuor leggero simili nefandezze e dato che anche in quei paesi hanno visto tali immagini, pensi che siano tutti contenti di venire in Italia a ringraziarci per avergli bombardato le case seguendo come cagnolini le direttive dei padroni USA (che condividono molte tue istanze) ?
Pensi inoltre che far venire migliaia di immigrati temprati dalla guerra e dalla fame in un contesto dove ai "maschi" si impone di fare i femminucci in maniera sempre più evidente possa essere un beneficio per "i diritti LGBTQ"?

L'immigrazione va fermata spendendo i soldi NEI PAESI CHE STATI TERRORISTI E CANAGLIA HANNO BOMBARDATO, NON SPENDENDO MIGLIAIA DI EURO PER FAVORIRE COOPERATIVE LEGATE AL MONDIALISMO.


Passiamo ad un'altra "perla" di terzomondismo.

E il nuovo mondo, gente, e bisogna aprire le porte a chi verrà perché non si può mai mantenere il mondo fermo e le persone hanno diritto di migrare. Altrimenti, se non c’è ricchezza di stimoli culturali, se si rimane arroccati in un integralismo fanatico, come vivremo noi, rinchiusi in questa prigione dorata? A me le galere non sono mai piaciute. Incluse quelle che vengono reclamate, a parole, per il “mio bene”. Buttate giù quei muri e incontrate le persone di cui avete così paura, e forse, così, vi accorgerete che il nemico non sta fuori da noi ma più vicino di quel che si creda. Buttate giù quei muri e licenziate gli eserciti e così il Mediterraneo smetterà di essere un cimitero che ogni anno nasconde alla nostra vista migliaia di persone, di qualunque sesso, età, morte, in nome della difesa del ricco “Occidente”.

Integralismo fanatico in Italia non c'è, smettiamola di dire frasi ad effetto senza nessuna prova. E' evidente che un numero esagerato di migranti buttati in Italia e lasciati in zone ghetto si coalizzino, facciano più figli degli italiani (controlla i tassi di fertilità di italiani e stranieri)  e alla fine ti dimostreranno "pacificamente" come è bello imporre il velo e la Sharia.

Per inciso, io che sono siciliana, terrona, araba, africana, mi sento cittadina del mondo. Del mondo. Non di uno Stato/nazione.

Tu puoi sentirti "cittadina del mondo". Puoi sentirti "transuman@" ; passa per il cazzo alla maggior parte degli italiani, tranne a quelli che lucrano con gli immigrati nelle cooperative e tranne a quelli che con gli immigrati hanno abbassato i salari di tutti i lavoratori.
Sei in uno Stato/nazione, per adesso non è ancora del tutto il "mondo Nuovo" che professi e che "santifichi". Parla italiano, l'americano non ti aiuterà.
Ti lascio un video, capirai "tante cose"...



Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Angelo

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #73 il: Aprile 27, 2015, 17:06:40 pm »
Questo articolo di Fikasicula/Eretica rivela tante cosucce... Il lettore distratto non le capirà subito, ma con calma le spiegherò.

https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/04/27/10-ragioni-per-decriminalizzare-il-sex-work/

Il testo che segue, pubblicato sul sito della opensocietyfoundations, e tradotto da Donatella (grazie!), spiega in dieci punti perché la prostituzione va decriminalizzata. Si parte dalla considerazione che il rispetto per i/le sex workers sia necessario così come per ogni caso in cui si parli di rispetto dei diritti umani. Perciò vi auguro buona lettura!
>>>^^^<<<
10 ragioni per decriminalizzare il sex work

Questo documento fornisce dieci ragioni sul perché la decriminalizzazione del sex work è la miglior politica per promuovere la salute e i diritti umani dei sex worker, delle loro famiglie e delle loro comunità. Rimuovere la condanna criminale del sex work va di pari passo con il riconoscimento del sex work come lavoro e protegge i diritti dei sex worker attraverso la salute sul posto di lavoro e gli standard di sicurezza. La decriminalizzazione significa che i sex worker hanno più possibilità di vivere senza marchio di vergogna, esclusione sociale e paura della violenza.
I sex worker sono adulti che ricevono denaro o altre forme di compenso in cambio di servizi di sesso consensuale, sia regolare che occasionale. Un sex worker può essere femmina, maschio o transgender. In molti paesi il sex work e le attività ad esso associate sono atti criminali.
Il sex work è criminalizzato non solo attraverso il divieto di vendere i servizi sessuali, ma anche attraverso leggi che proibiscono l’adescamento, vivendo fuori dai guadagni del sex work, dalla protezione di un bordello o dall’acquisto di servizi sessuali. In aggiunta, molti sex worker maschi e transgender vanno incontro ad arresto, persecuzione e molestia per le leggi che criminalizzano relazioni intime con lo stesso sesso. I sex worker sono anche spesso penalizzati per violazioni non criminali come aggirarsi con intenzioni sospette, vagabondare e impedire lo scorrimento del traffico. Nel limitare la libertà dei sex worker di negoziare l’uso del condom con i clienti, di accedere ai servizi pubblici come quelli sanitari e di organizzare e sostenere i propri diritti, la criminalizzazione accresce la vulnerabilità dei sex worker alla violenza, all’estorsione e ai rischi della salute.
Questo documento fornisce dieci ragioni sul perché la decriminalizzazione del sex work è la miglior politica per promuovere la salute e i diritti umani dei sex worker, delle loro famiglie e delle loro comunità. La decriminalizzazione si riferisce alla rimozione di tutte le proibizioni criminali e amministrative e alle pene sul sex work, incluse le leggi che vittimizzano clienti e proprietari di bordelli. La Nuova Zelanda e il New South Wales in Australia sono le due giurisdizioni note per la decriminalizzazione dell’industria del sesso.
La decriminalizzazione va di pari passo con il riconoscere il sex work come lavoro e col proteggere i diritti dei sex worker tramite la legge sul lavoro, la salute sul posto di lavoro e le misure di sicurezza. Quando il sex work è decriminalizzato, i sex worker possono premere per condizioni di lavoro più sicure e usare il sistema giudiziario per cercare un risarcimento per discriminazione e abuso.  I sex worker hanno più possibilità di vivere senza marchio di vergogna, esclusione sociale e paura della violenza. Pure dove il sex work è decriminalizzato, la prostituzione di minori e il trafficking umano possono e dovrebbero rimanere atti criminali.
1) La decriminalizzazione rispetta i diritti umani e la dignità
Il fondamento dei moderni diritti umani è che tutte le persone sono nate libere e uguali in dignità e diritti. Ci sono molti motivi per cui gli adulti esercitano il sex work, sia che sia il loro principale stile di vita, un mezzo per la temporanea sopravvivenza o un’opportunità per integrare un’altra entrata. Alcune persone scoprono che il sex work offre una miglior paga e condizioni di lavoro più flessibili. Qualunque siano le ragioni, il sex work è lavoro e i sex worker dovrebbero essere trattati con dignità. In molte parti del mondo i sex worker si sono organizzati per combattere per i diritti umani che non possono essere pienamente adempiuti finché le leggi criminali minacciano l’accesso dei sex worker alla giustizia, alla salute e ai servizi sociali; minano il loro diritto al lavoro e le protezioni sul posto di lavoro; e li espongono alla violenza, alla discriminazione e all’arresto casuale.
2) La decriminalizzazione aiuta a difendersi da violenza e abuso
Il sex work non è innatamente violento; è la criminalizzazione che pone i sex worker davanti ad un enorme rischio. Il bisogno di evitare l’arresto – di entrambi sex worker e clienti – significa che i sex worker che lavorano sulla strada debbano spostarsi in aree più isolate meno visibili alle forze dell’ordine, e dove la violenza è più prevalente. La paura dell’arresto e l’abuso della polizia limita il tempo e i metodi che i sex worker possono usare per condurre controlli di sicurezza sui clienti senza l’individuazione della polizia. Per i sex worker che non lavorano sulla strada, le autorità hanno addirittura chiuso forum di sex work online, come Redbook, che aveva offerto ai sex worker la possibilità di controlli più dettagliati dei clienti e quindi maggiore sicurezza. Questi fattori, più la reale o percepita impunità per i perpetratori di violenza contro i sex worker, posiziona i sex worker di fronte ad un grande rischio. Per esempio, dopo che la Scozia istituì leggi che criminalizzavano l’adescamento nel 2007, le suddivisioni di polizia hanno registrato un raddoppiamento negli stupri e negli assalti riportati. Nelle giurisdizioni che hanno decriminalizzato il sex work come la Nuova Zelanda, i sex worker hanno un’abilità accresciuta nel controllare i clienti, lavorano in zone sicure con un migliore accesso ai servizi di sicurezza e riferiscono alla polizia in casi di violenza.
3) La decriminalizzazione sfida l’abuso della polizia e della violenza
Dove c’è la criminalizzazione, la polizia esercita il suo potere sui sex worker. La polizia minaccia i sex worker con l’arresto, la pubblica umiliazione e l’estorsione. Nell’ Europa Centrale e dell’Est e nell’Asia Centrale un’alta proporzione di sex worker ha riportato di aver sofferto l’assalto da parte della polizia – alta quanto il 90 percento in Kirghizistan. In Cambogia quasi la metà di tutti i sex worker che esercitano per conto proprio sono stati picchiati dalla polizia e quasi per metà stuprati da questa; e quasi tre su ogni quattro sex worker residenti in bordelli sono stati picchiati e più di una metà sono stati violentati dalla polizia. Dalla Namibia alla Serbia, i sex worker riportano lo stupro della polizia durante la custodia, spesso senza condom e spesso come una precondizione per essere rilasciati su cauzione. In questi frangenti la polizia abusa dei sex worker con impunità, in parte perché i sex worker hanno paura dell’arresto o di ulteriori abusi per la denuncia di questi crimini. La decriminalizzazione dà il potere ai sex worker di farsi avanti per registrare lamentele contro la polizia che agisce illegalmente e per prendere i trasgressori della legge senza paura di conseguenze negative per le proprie vite. In Nuova Zelanda il 57% dei sex worker ha riportato che gli atteggiamenti della polizia sono migliorati dopo la decriminalizzazione nel 2003.
4) La decriminalizzazione favorisce l’accesso alla giustizia
Le leggi che criminalizzano il sex work fanno sentire i sex worker non sicuri nel denunciare i crimini – inclusi crimini violenti e altri abusi – perché temono la persecuzione, la sorveglianza della polizia, la vergogna e la discriminazione. Sia in Norvegia che in Svezia, per esempio, molti sex worker riferiscono che i limiti entro i quali devono denunciare i crimini alla polizia sono alti come risultato delle leggi che criminalizzano il sex work. La decriminalizzazione rimuove questo tipo di barriere. Dopo che la Nuova Zelanda ha riformato le sue leggi nel 2003, molti sex worker hanno dichiarato che potrebbero rivolgersi a polizia e tribunali per aiuto senza paura di essere perseguiti per la prima volta nelle loro vite. Nel 2014, per esempio, una sex worker a Wellington è stata risarcita di 25,000 NZD (dollari neozelandesi) dopo che un tenutario di bordello l’ha ripetutamente violentata, violando i suoi diritti sotto la tutela della legge sui diritti umani del Paese.
5) La criminalizzazione sfida le conseguenze di avere una fedina penale
In molti Paesi l’applicazione dura e prevenuta della legge assicura che una larga proporzione di sex worker avrà precedenti penali. I precedenti penali sono spesso fonte di vergogna e possono limitare drasticamente il futuro di una persona. In alcune parti degli Stati Uniti, per esempio, le persone responsabili di reati relativi al sex work sono registrate come criminali sessuali e devono portare documenti che li identifichino come tali. I criminali sessuali spesso non hanno il diritto di ricevere prestiti, educazione scolastica, o stare in un condominio.  Gli individui con precedenti penali relativi al sex work impiegano una grande fatica nel trovare un posto di lavoro fuori dal sex work. La verifica del datore di lavoro di norme e restrizioni sulle licenze richieste per certi campi di lavoro fa diventare quasi impossibile il cambio di carriera. In più, le condanne criminali per reati relativi al sex work sono state usate come base per riarresti arbitrari e per rimuovere la custodia genitoriale. I paesi che decriminalizzano il sex work dovrebbero rimuovere retroattivamente i precedenti penali riguardanti il sex work.
6) La decriminalizzazione favorisce l’accesso ai servizi sanitari
La decriminalizzazione è considerata come il miglior accesso per aiutare i lavoratori nei bordelli e il miglior supporto finanziario per i programmi sanitari per sex worker. Miglior supporto finanziario significa avere una maggiore capacità di condurre controlli sanitari di sera, un importante aspetto perché le sere sono spesso il tempo più affollato per i sex worker. La decriminalizzazione ha anche mostrato di accrescere l’accesso al condom e alle percentuali del suo utilizzo da parte dei sex worker. Per esempio nello stato del New South Wales, Australia, dove il sex work è decriminalizzato, l’accesso a e l’uso dei condom dei sex worker è più alto che nelle altre giurisdizioni australiane che hanno vari livelli di criminalizzazione.
In aggiunta, la decriminalizzazione abilita i sex worker a lavorare in collettivi nei quali possono organizzare in maniera appropriata, accessibile, e rispettosa i servizi sanitari per loro stessi. Questo offre una potente alternativa alla vergogna e alla discriminazione che i sex worker affrontano con molti operatori sanitari. Il Bar Hostess Empowerment and Support a Nairobi, Kenya, spicca come esempio tra i gruppi che hanno sviluppato servizi sanitari che sono eseguiti in stretta collaborazione con le comunità di sex worker.
7) La decriminalizzazione riduce il rischio di contrarre l’HIV e le infezioni sessualmente trasmissibili
La decriminalizzazione del sex work può evitare fino al 46 percento nuove infezioni da HIV tra i sex worker femmina sulla prossima decade. Un recente studio pubblicato su The Lancet ha concluso che la decriminalizzazione del sex work ha l’unico maggiore potenziale di ridurre le infezioni da HIV nelle comunità femminili di sex worker – anche di più dell’accrescimento dell’accesso al trattamento antiretrovirale. Quando il sex work è decriminalizzato, ai sex worker è dato il potere di insistere sull’uso del condom dei clienti, e sono più capaci di accedere ai test e al trattamento dell’HIV e di altre infezioni sessuali.
Al contrario, la criminalizzazione danneggia la facoltà dei sex worker di negoziare con i clienti l’uso del condom. Condom visibili e il trattare apertamente l’uso del condom pone i sex worker ad un grande rischio d’arresto. Questo deterre i sex worker e i clienti dall’utilizzo del condom, in particolare tra i sex worker di strada che sono spesso a più alto rischio di infezione HIV. In risposta a questo, diversi dipartimenti di polizia nel mondo hanno deciso di smettere di usare i condom come evidenza di prostituzione contro i sex worker.
8) La decriminalizzazione promuove condizioni di lavoro sicure
La decriminalizzazione rende possibile la creazione della salute sul posto di lavoro e regole di sicurezza che sono rilevanti per l’industria del sesso. In Nuova Zelanda, per esempio, la decriminalizzazione ha consentito l’inclusione del sex work nella legge della Salute e Sicurezza sul Lavoro, che ha favorito la creazione di guide linea di salute occupazionale che i sex worker hanno usato per asserire i loro diritti con datori di lavoro e clienti. Nel New South Wales, Australia, la decriminalizzazione è stata associata col diminuito rischio dei sex worker di lesione e insicurezza occupazionale in paragone con altre giurisdizioni australiane.
La decriminalizzazione promuove anche condizioni di lavoro più sicure per i sex worker abilitandoli ad organizzarsi. Nel complesso, i sex worker  possono far notare i fattori di rischio sui loro posti di lavoro e insistere su condizioni migliori. Per esempio, gli sforzi mobilitanti del Collettivo di Prostitute della Nuova Zelanda sono stati la chiave per affermare i diritti di sicurezza sul luogo di lavoro.
9) La decriminalizzazione permette risposte efficaci al trafficking
Il trafficking è una vergognosa violazione dei diritti umani che coinvolge la coercizione degli individui per sfruttamento sessuale o lavoro forzato. I sex worker possono essere alleati naturali nella lotta contro il trafficking, e possono essere ben posizionati per riportare le vittime di trafficking ai servizi appropriati. Per esempio, attraverso un consiglio autoregolato da sex worker, il comitato Durbar Mahila Samanwaya a Sonagachi (Kolkata), India, fu in grado di identificare e sostenere donne che erano state trafficate per essere sfruttate sessualmente. Quando sono liberati dalla minaccia di pene criminali, i sex worker si possono organizzare e collaborare con le forze della legge.
Nonostante questo, le leggi che proibiscono l’acquisto di servizi sessuali sono spesso promosse come mezzo per combattere il trafficking. Però non esiste alcuna prova che sia così. Un resoconto del 2014 redatto dalla polizia svedese ha trovato una non riduzione del trafficking nei quindici anni di criminalizzazione. Al contrario, la decriminalizzazione del sex work non provoca un accrescimento del trafficking. Per esempio, la Nuova Zelanda, che ha decriminalizzato il sex work nel 2003, è giudicata anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti come tra quei Paesi che conducono il lavoro più efficace sul trafficking umano.
10) La decriminalizzazione sfida il controllo statale su corpi e sessualità
La decriminalizzazione del sex work riconosce il diritto di tutte le persone alla privacy e alla libertà dal non dovuto controllo dello Stato su sesso ed espressione sessuale. Il trattamento differente del sex work da altri tipi di lavoro è un esempio della lunga storia dei governi nell’esercizio del controllo sull’autonomia del corpo, sull’autodeterminazione e sulla sessualità. La decriminalizzazione rispetta l’uguaglianza di genere e i diritti sessuali. Le leggi contro il sex work s’immischiano nei comportamenti sessuali privati e costituiscono una forma di controllo statale sui corpi delle donne e delle persone LGBTI che rappresentano una grande maggioranza mondiale di sex worker. Come i controlli statali sui diritti riproduttivi e le leggi sessuali tra adulti consenzienti, le leggi criminali che proibiscono il sex work cercano di regolamentare la moralità con scarso riguardo per l’autonomia del corpo.
 
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Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

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Re:Così Eretica da esser pagata su un quotidiano nazionale.
« Risposta #74 il: Aprile 27, 2015, 22:11:53 pm »
Non commento. Basta leggerla...

Grazie Eretica, i tuoi scritti "di getto" dimostrano ai ciechi e ai sordi che non sei cambiata. La femminista non perde il pelo e nemmeno il vizio. E tu ti dichiari femminista.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/27/stupro-lettera-ad-una-vittima/1627513/

Cara amica,

se ti capiterà di essere stuprata e vorrai rendere noto l’accaduto, dovrai ricordare alcune essenziali cose. Fatto salvo qualunque diritto dell’accusato, tenendo conto della presunzione di innocenza, il garantismo e il diritto a non subire gogna, linciaggi e a ottenere un giusto processo, questo è quanto dovrai ricordare.

Se lo stupro avverrà per mano di un familiare, e se quel familiare non è uno straniero, uno di religione musulmana, quello di cui si dice che è sempre molto cattivo con le donne che vogliono occidentalizzarsi, allora sappi che per lo più non ti crederà nessuno. Non solo. Il più delle volte ti ritroverai tutta la famiglia contro. Se lo stupro avverrà fuori casa, e ne sarà responsabile un italiano, impara che ti diranno sempre che è colpa tua. Te la sei voluta. Sicuramente ci stavi, l’hai provocato, menti spudoratamente e – secondo l’omertosa e sessista famiglia dell’accusato – sei tu la sgualdrina e vuoi rovinare la vita del tuo stupratore.

Se è impossibile mettere in dubbio la tua parola ed è dimostrabile, in modo concreto, il fatto che tu sia stata stuprata, allora diranno che lui è malato, è stato colto da un raptus, o era sotto l’effetto di strane droghe che lo hanno trasformato da potenziale premio nobel per il rispetto dei diritti umani a efferato criminale stupratore.

Se fuori casa ti stupra uno straniero, ricordati che in ogni caso a nessuno importerà di te. Tutti saranno felici di strumentalizzarti per realizzare piani politici razzisti e fascisti contro tutti gli immigrati, contro le immigrate e perfino contro i bambini di pelle, etnia, religione diversa dalla tua. Non avranno alcuna fretta ad accertare la verità e solo in quel caso vedrai riconosciuto il diritto a sentirti abusata. Saranno perciò subito pronti a piazzare il mostro in prima pagina, che sia colpevole o meno, che sia stato identificato da te o anche no, perché i ‘clandestini’, secondo il loro gergo, sarebbero tutti criminali, ladri e stupratori. Gli italiani invece no.



Se fuori casa ti stupra uno straniero, sentirai parlare sempre di castrazione chimica, di linciaggio al ‘negro’, di necessaria ‘sicurezza’. Nessuno ti chiederà come mai eri costretta a prendere il tram, bus, la metro in periferia a tarda ora. Nessuno si interrogherà sulla tua situazione economica. Qualcuno dirà alcune cose, per te insignificanti, sulla ‘certezza della pena’. Nessuno parlerà mai di certezza del reddito.

Se fuori casa ti stuprerà uno straniero sappi che ti crederanno solo se il presunto stupratore è di nazionalità rumena, araba, nord/centro/sud africana. Se ti stupra un americano, un militare statunitense o un qualunque uomo di origine europea, incluso l’italiano che appartiene alle forze dell’ordine, e, soprattutto, se lo straniero che ti stupra è ricco, a nessuno importerà di te e non ti crederanno mai.

Se fuori o dentro casa ti stuprerà un uomo, italiano, straniero, europeo, americano, sappi che è molto concreta la possibilità che ti useranno anche alcune delle donne che dicono di combattere contro la violenza, perché non gli interessano le tue soluzioni o quel che tu hai da dire. A loro serve una vittima per realizzare strategie omologanti che tengano ‘unite’ le donne dimenticando il fatto che siamo diverse, per cultura, provenienza, religione, identità politica e classe sociale. A loro servi tu per legittimare chi usa l’antiviolenza come pretesto per l’utilizzo di ulteriori dispositivi di potere. Gli servi affinché io smetta di occuparmi di rivendicazioni per il reddito e la casa e guardi il mio compagno di lotta come un nemico. Gli servi affinché si possa dire che tutte le donne sono vittime, dimenticando il fatto che ci sono le omofobe, le antiabortiste, le privilegiate, le ricche, le autoritarie che non hanno alcun rispetto della tua libertà di scelta al punto tale che quando impongono la propria visione morale delegittimano la tua opinione e dichiarano presuntuosamente di parlare anche a tuo nome.

In qualunque luogo avverrà lo stupro comunque sappi che i media solitamente ti tratteranno da puttana, da povera vittima che ha bisogno del soccorso del macho forte, il cavaliere, il tutore, o da vittima da prendere a pretesto per votare leggi razziste, piani securitari che servono a inserire in una legge che parla di stupro, che so, qualcosa tipo ‘la repressione degli elfi che non ci lasciano perforare le montagne’.

Dopo lo stupro avrai la sensazione di essere stata stuprata mille volte da tutte le persone che ti hanno usata e ti hanno violentata ancora per vari obiettivi. Potresti chiederti se hai fatto bene a raccontare, se effettivamente questo era il modo attraverso il quale volevi superare la tua brutta esperienza, se non era meglio che te ne stavi chiusa in casa per non incontrare il tuo stupratore e poi tutti gli altri che ti hanno stuprata dopo di lui. Potresti chiederti tutto questo ma dovrai innanzitutto ricordare che tu sei più importante di tutti i fottuti stronzi e le stronze che ti girano attorno come avvoltoi in attesa che il tuo cadavere gli sia utile per legittimare qualunque cosa.

Perciò, se ti capitasse di essere stuprata, puoi fare alcune cose. Forse rivolgerti ad altre donne o anche uomini, a una tua rete sociale di riferimento, una comunità fatta di amici, amiche, fratelli, sorelle solidali che sanno di cosa stai parlando. Persone che si occuperanno di te senza attribuirti la colpa di niente, qualunque sia la provenienza, la collocazione sociale, la posizione economica, del tuo stupratore. Puoi cambiare stato, nazione, ricordandoti però che la violenza non è meno violenza quando accade altrove. Perché non deriva da una etnia o una religione precisi, ma ha una radice culturale che ogni securitarismo e machismo di ritorno non vorranno mai affrontare e di cui negheranno l’esistenza. Puoi altrimenti fare un bel corso di autodifesa, formare una pink gang e difenderti da sola. In ogni caso, sorella, sappi che io sono con te.

With love
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton