Dialoghi > Natura maschile e natura femminile

Pensieri di Alexander Lowen

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maveryx:
Ho estratto alcuni pensieri di Alexander Lowen, fondatore della bioenergetica, che credo molto interessanti dal nostro punto di vista, da un suo scritto: La sessualità maschile e femminile.


Gli uomini sono creature romantiche. Il sentimento,  inteso come l’emozione  di vivere, è un attributo  dell’uomo come guerriero, cacciatore, avventuriero, esploratore, artigiano, scienziato o persona creativa.
Nelle culture primitive, e in parte anche oggi, gli uomini erano i ballerini, i cantanti, gli artisti, erano i guerrieri e i cacciatori che portavano eccitazione e movimento nel villaggio, mentre le donne stavano a casa a occuparsi dei lavori domestici e della famiglia. Nella nostra cultura sembra esservi stato un capovolgimento di valori e sono diventati dominanti valori femminili, come la casa, la famiglia, i bambini.
L’intero processo del guadagnarsi da vivere è ora mirato all’acquisto della casa e al suo abbellimento, ad allevare i figli, e così via, valori femminili in quanto estensioni della donna. Gli interessi femminili sono, quindi, diventati dominanti, danno potere alla donna e la rendono oggetto di idealizzazione.


L’uomo è, fondamentalmente, un elemento in movimento che trova il suo riposo nella donna. La donna, invece, è un elemento più statico, che è in attesa per ricevere l’uomo. Abbiamo detto che l’uomo appartiene al mondo e alla donna, ma non può essere in nessuna delle due cose, se non risiede in entrambe. Se un uomo non è nel mondo o non ne è parte, non può appartenere a una donna o mettersi in una giusta relazione con lei. E, viceversa, se non può funzionare come uomo verso una donna, non è veramente un uomo nel mondo degli uomini. La donna, anche, ha questa doppia relazione: funziona come donna per un uomo, solo se funziona come colei che si occupa della casa e come la madre dei suoi figli.


Abbiamo detto in precedenza che l’uomo non dovrebbe perdere la sua identificazione con i valori maschili, se desidera essere un uomo; lo stesso vale per la donna. L’invidia verso l’uomo e il tentativo di assumerne il ruolo avrà come unico risultato la perdita del suo vero sé, della sua natura femminile.
Ognuno deve amare la propria natura ed esserne orgoglioso, e ognuno deve rispettare quella dell’altro. Il rispetto è l’altra faccia dell’orgoglio: chi non rispetta l’altro, non può avere amor proprio. L’uomo, solo se si guadagna il rispetto della donna per la sua attività nel mondo, potrà guadagnarsi anche il suo amore sessuale. La donna stimata per le sue qualità di madre e di simbolo della casa, sarà anche l’oggetto del desiderio e della passione dell’uomo.


Sto solo dicendo che un uomo commette un serio errore se perde di vista i suoi valori maschili, se dimentica l’importanza delle sue attività maschili. Un interesse attivo verso il mondo, e per attività fisiche, come lo sport, può aiutarlo a sentire che non è solamente uno che deve sgobbare.
Ma soprattutto non dovrebbe lasciarsi sviare dal culto per la donna:
l’uomo è un uomo nella sua antitesi alla donna, non nella sua identificazione con essa.

GIUSTIZIALISTA:
È obsoleto  :D
Ora c'è l'upgrade a zerbino 2.0  :D

ilmarmocchio:
Io di Lowen ho letto " amore e orgasmo " e vi garantisco che è un testo da leggere assolutamente

maveryx:
L’invidia verso l’uomo e il tentativo di assumerne il ruolo avrà come unico risultato la perdita del suo vero sé, della sua natura femminile.
Alexander Lowen

Penso che questa frase spieghi tante cose.

Vicus:
Lowen si rifà (tramite Reich, teorico del pansessualismo) alla cd. Scuola di Francoforte, che teorizzava una sorta di cura psichiatrica di massa tramite l'ipersessualizzazione ed eventi traumatici collettivi, onde scardinare strutture psichiche e sociali definite "patriarcali":

« La repressione :doh: sessuale è alla base della psicologia di massa di una «certa» civiltà e precisamente di quella «patriarcale e autoritaria»,  :ohmy: :doh: in tutte le sue forme. » (W. Reich)

Quel che questi signori non dicono è che il cervello funziona per stereotipi culturali e gerarchie di valori, e l'estremo relativismo ha conseguenze nefaste sul suo funzionamento, comprese le abilità verbali. Gli uomini insicuri e balbettanti che vediamo oggi sono l'esito di questa terapia collettiva "antipatriarcale", che col pretesto di "liberare" la sessualità e la società, li ha incatenati in una schiavitù inconsapevole da cui non si vede ancora l'uscita.

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