Autore Topic: Il sempre "amato" femminismo...  (Letto 1627 volte)

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Offline Angelo

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Il sempre "amato" femminismo...
« il: Marzo 23, 2015, 01:02:01 am »
Spesso qui sul forum ci si sente meno soli, ma paradossalmente sempre "in pochi"...Quindi, talvolta è bello vedere che sempre più persone collegano il femminismo a certi ambienti...

http://www.giornaledelribelle.com/

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22 Marzo 2015
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Da Rassegna di Arianna del 17-3-2015 (N.d.d.)
 
Sabato 14 marzo corrente anno, alla Sala Umberto di via della Mercede a Roma numerosissime persone hanno affollato la platea per partecipare ad un convegno che è stato sommamente interessante ed insieme inquietante. Mai è stato fatto uno spaccato della nostra società in modo così lucido, esponendo con prove alla mano come la nostra civiltà si stia nullificando in un’altra fatta da esseri bionici, lontani da qualsiasi pallido cenno di natura, appiattiti sul pensiero unico di stampo globalista, orribilmente iposensibili, disgustosamente asessuati. Tutto questo per desiderio di potere, per cieca volontà di ricchezza materiale, che allinea il pensiero oltremarino a quello folle e violento del più becero islamismo. A conti fatti, non sono che le due facce della stessa diabolica perversione economica tesa a portare un gruppo di gestori e di banche al governo del mondo, alla nera signoria di milioni di ombre che lavorano per loro. L’arma letale è la tecnica o la scienza che non valuta la sostanza di cui l’uomo è fatto.
Il convegno è stato aperto dal Prof. PAOLO BECCHI, Docente presso l’Università degli Studi di Genova e Redattore de “Il Fatto Quotidiano”, che ha evidenziato come varie leggi e disegni di legge siano approvati per assecondare questo spaventoso processo: la scusa è il diritto, per sfornare dalla buca figli di semi sconosciuti al fine di far passare le voglie a due esseri omologhi ed omologati alle filosofie dell’ “omofobia”, oppure, ed è peggio, per dimostrare quanto la Tecnica eguagli i miracoli cristiani o i prodigi delle antiche religioni. Il risultato è il progressivo abbattimento di quei valori della personalità che costruiscono non solo una civiltà, ma la stessa ragione della Creazione. A questo scopo si strappa l’uomo dalla sua congeniale attività per avviarlo all’informe lavoro secondo la norma che “tutti possono fare tutto”, che ricorda gli schiavi di Metropolis, vale a dire alla provvisorietà, al precariato a vita espresso nella ghignante parola di flessibilità. Nell’ambito lavorativo è tormentoso ma è nulla rispetto alla diffusa manipolazione del vivente, anche attraverso la genetica, per portare la civiltà attuale ad un altro orizzonte antropologico, dove genitore non è chi genera, ma chi usa il diritto di essere genitore per utilizzare un potere senza la partecipazione diretta nell’atto generativo forse per paura di questo, forse per dolorose esperienze. Psicologicamente è essenziale la partecipazione in quanto il dono di sé veicolato da una profonda emozione irradia il germe che fa vivere; in altri termini, chi è figlio dell’amore ha in nuce una sicurezza psichica maggiore. Ma la società attuale non deve pensare a questo, basta dicotomizzarsi nell’esaltazione della Tecnica che tutto materializza e negli imbambolamenti sentimentali delle soap opera, così si fa contenta. Non serve pensare che ha una parte che vive e non si vede, che si chiama pensiero. Forse esso è una favola da distorcere come quelle narrate ai bambini per inculcar loro la sbiadita cosa della plurisessualità, la Fatina dai Capelli di Mota a nome gender, che fa apparire un i.pad per celare il vulnus psicologico della depressione, del vuoto del domani.  Perché, secondo gli studi del relatore, l’appiattimento del carattere umano normale, maschio e femmina, produce distruzioni nella mente di chi lo subisce. Ma no, non vale che Freud abbia esposto come i guai psichici siano dovuti a educazioni sessuali distorte, e si crede al nuovo Vangelo del MIUR, che lo chiama educazione alla diversità. Che, nel nuovo orizzonte, non è amore per il prossimo in quanto nessuno è eguale all’altro e, dunque, non insegna ad interagire con gli altri, ma è la mano di velluto che castra lentamente ogni vivente, così si è tutti grigi, tutti produttori di cibo per i cari padroni orchi, tutti burattini sostituibili e senza numen o nome. Diranno loro, un giorno, non chi, ma cosa si deve essere.
ALAIN De BENOIST, il secondo relatore, fa presente che la moda del Gender è nata in USA dopo il 1960 a seguito del Femminismo egualitario, che in breve lo avrebbe sostituito e sarebbe sbarcato nel 2000 in Europa. Il Femminismo non è la valorizzazione del Femminile, ma una rivolta contro la sudditanza spesso disumana della donna all’uomo, durata secoli e dovuta a timore del Maschile per il Femminile. Timore non nativo, non congenito all’uomo, ma dovuto a religioni errate, ad ignoranza imposta come guida da dittatori, da menti altrettanto ignoranti. Spesso i più ostinati maschilisti hanno mende psicologiche dovute a presenze genitoriali castranti, oppure essi sono esiti di etiche sociali basate sulla paura dell’ignoto generativo rappresentato dalla donna, sul rischio di non essere all’altezza in un atto sessuale, o alla paura di unirsi ad un essere diabolico, inferiore, sporco, e finire all’inferno. Il vero male è non riconoscere questo, equilibrando le posizioni, il vero peccato è la religione che dice la donna soggetta all’uomo o figlia del diavolo, che sostiene che il sesso è cosa bestiale a meno che non sia “guarito” dal crisma del matrimonio. Ma De Benoist continua, irridendo a ragione l’assunto femminista egualitario secondo il quale non ci saranno più problemi quando femmina e maschio saranno uguali e, pertanto, le donne devono formarsi sulla libertà. Ma quale libertà? Se si inquadrano gli individui, essi non hanno scelta e quindi non sono liberi e, se si nota che l’eguaglianza è identità, per raggiungerla bisogna cancellare la naturale diversità morfologica, attitudinaria, caratteriale dei sessi, quindi bisogna negare il sesso, disperdendolo in varie sfumature innaturali ed inconsistenti. La natura che ci porta avanti da miliardi di anni è fatta di maschile e femminile, altre manifestazioni sono sporadiche, sono eccezioni, non generano. Il potere ricorre alle chiacchiere, alla menzogna, come quella che il sesso è il ruolo sociale dato da cultura e costruzione sociale, che la biologia non ha riscontro con l’identità sessuale e quindi il genere si costruisce senza sesso, ma secondo un sistema di idee. La scienza dimostra invece che la sessualità, nella sua differenziazione, è presente già nell’embrione umano di pochi giorni, prima dello sviluppo visibile, con soglie, reazioni, forze diverse, e quindi è il sesso a costruire il genere.  Il filosofo francese nota che gay e lesbiche sono biologicamente uomini e donne, quindi l’omosessualità non è il terzo sesso e la neutralità non esiste: ammetterla è negare il limite e l’incompiutezza umana, che sono parte delle personalità come difetti e pregi e che sono spesso i poli di attrazione dei sentimenti, delle simpatie, delle scelte professionali. Non è possibile autogenerarsi altro che nelle astrazioni astruse e pretenziose di chi ama farsi un’immagine modaiola da intellettuale, così come l’uguaglianza viene confusa con un sé medesimo che riduce l’altro allo stesso, e questa è violenza, prigionia, distorsione psicologica. Credere in queste asserzioni è destinarsi al solipsismo, all’isolamento, alla nullità spirituale: Amatevi, come io vi amo, è forse questo?  Benoist sostiene che nessun sesso è inferiore all’altro, ma che essi non sono intercambiabili, ed anche che la mentalità globalista odierna, volendo privare la società delle classi, l’ha invece privata di sesso, facendo guerra a quello maschile, come se volesse nasconderlo perché non avrebbe più nulla da dire.
Il discorso è ripreso a titolo di conferma con la Prof.ssa GIUSEPPINA BARCELLONA - dell’ Università degli Studi di Enna – per illustrare le stesse condizioni dal punto di vista della Giurisprudenza, indotta dagli alieni dell’oltremare a favorire l’inverarsi di questo incubo e analizzato da ERIC ZEMMOUR, giornalista francese de Le Figaro dal punto di vista storico. Egli fa presente che dalla fine dell’Impero di Napoleone gli uomini si sono ostinatamente opposti alle sue direttive. È infatti un negare tutti gli ideali che lo costruirono, no alla guerra, no ai confini, no all’audacia, no alla difesa, usando i valori femminili come arma per distruggerli e facendo credere alle donne di essere alla guida di una nazione, quando invece si conferma il potere maschile nella presenza quasi esclusiva di esso nella finanza, nucleo infame del Governo delle infelici nazioni che ad essa sono soggette. Esattamente, tale offensiva ha data dalla fine della prima Grande Guerra, poiché è da quel momento che si è evidenziata la brutalità, il dolore della guerra senza esprimere l’onore, l’amor di patria, l’eroismo degli uomini che hanno salvato o costituito la loro patria.  Gli stati d’oltremare hanno destabilizzato le Nazioni che hanno raggiunto già con l’equazione chapliniana dell’operaio uguale alla macchina, con un principio diverso di quello visto da Metropolis, anzi, l’opposto, ed indotto a guarire i problemi della sovrapproduzione con l’iperconsumo, indugiando infine a togliere alla politica il potere, a mettere il padre al posto della madre, la madre come reggente e far diventare il bambino il re della famiglia. Se ciò appare seducente, è bene notare che è come se gli si facesse guidare un treno: polemicamente può essere ammesso, ma la realtà può dare esiti tragici. Per questo motivo, sostiene Zemmour, l’Islam fa ascendere in ferocia la mascolinità contro la femminilizzazione dell’opera statunitense ed occidentale, ritenuta decadenza, e per questo motivo la società occidentale è dominata dall’omosessualità e rigidamente guidata dalla teoria del genere, vero e proprio cavallo di Troia che porterà la Civiltà attuale verso un sabbioso, infecondo nulla. Il giornalista conclude con l’affermazione che la Rivoluzione francese è la reazione contro la femminilizzazione della corte settecentesca e ciò rende essenziale l’opera di Bonaparte.
DIEGO FUSARO, filosofo e ricercatore presso l’Università San Raffaele di Milano, esce per fortuna dalla consuetudine intellettualoide riportando alla centralità il Pensiero di Hegel, e non l’Economia di Marx come in molti luoghi definiti centri di cultura si trova e, attraverso la Filosofia del Diritto, indica come purtroppo oggi tutto sia compiuto con la distruzione della Famiglia, il nihilismo, l’omologazione forzata. Ricorda che Hegel dice che la vita etica è fondata sulla stabilità professionale (lavoro) ed affettiva (famiglia), mentre il capitale non vuole umanità, ma uomini resi stupidi atomi di consumo. Il tedesco sostiene che il matrimonio è la fondazione divina degli Stati, e che con la Famiglia lo Stato si realizza oggettivandosi. Inutile chiamare gli individui odierni, abbrutiti dall’ignoranza, a considerare queste idee né romantiche, né incensanti, ma semplicemente giuste.
Né la luminosa grandezza del “Pensiero Hegeliano”, né la chiusa del convegno, egregiamente compiuta dalla dottoressa TIZIANA CIPRINI del Movimento Cinquestelle, possono toglierci la tristezza del prendere atto che l’umanità è poco più che analfabeta, quando la mente corre agli studenti che non conoscono la storia, soprattutto quella antica, a seguito della dissennata serie di programmi ministeriali fatta a “salti” di secoli, a “moduli” per “non confondere lo studente”. Non possono accorgersi cosa sarà il loro futuro, o non-futuro e, non avendo cultura, non hanno difesa. Forse anche questo è quello che vuole la Globalizzazione. La dottoressa Ciprini interpreta lo stato dei nostri paleolitici progenitori, osservando che non il potere prepotente dei maschi negava alle donne il partecipare alla caccia, ma il loro alto senso di famiglia, di donna, di minore da preservare da rischi, così come l’Archeologia dimostra.  L’uomo nostro originario, figlio di Natura, che è lato manifesto del Dio inconoscibile, ci ha portati fino al duemila perché non globalizzatore e ciò si vede dai prodotti artistici e di uso comune. L’uomo nostro padre, figlio della Fede nella Natura, difendeva la donna, la onorava, generava con lei senza paura, perché non aveva la Tecnica attuale, né il concetto di peccato, ma di amore e di sesso come unica e sola via per passare la morte e ritornare rigenerato. Il potere sta uccidendo entrambi, sia donna che uomo sono le sue ghiotte vittime, anche nella reazione al lato occidentale di esso che è l’Islam, né si può guardare al Cattolicesimo, perché questo è distaccato dal Figlio di Natura Cristo ed ha guardato al Femminile solo come Madre Vergine, ma mai nella vera consistenza di Donna.
 La salvezza da questa orribile situazione, emersa dai contributi di saggezza offerti dai relatori del convegno, affinché il Post-Umano non sia travolto da un impalpabile Diluvio, è solo e soltanto un rapido ritorno alle leggi maschili e femminili della Natura, confidando nella potenza infinita della sua Arca e nella luce generatrice del suo Gradale.
Marilù Giannone

Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

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Re:Il sempre "amato" femminismo...
« Risposta #1 il: Marzo 23, 2015, 15:07:46 pm »
Intanto su lidi intelligenti e "apparentemente lontani" il sempre "amato" femminismo viene sempre più smascherato... Povere femministuncole, che scusa utilizzerete quando vi troverete senza uomini, sole e con i vostri psicofarmaci? Che scusa utilizzerete se invece si andrà verso ciò che nessuno nomina ma che pare sempre più avvicinarsi? Come riciclerete i migliaia di post offensivi nei confronti degli uomini che avete messo sul web? Dove scapperanno e chi accoglierà delle serpi in casa?

 :shifty: :shifty: :shifty: :shifty:

http://www.conflittiestrategie.it/salviamo-litaliano-dai-politicamente-corretti

Opponiamoci al politicamente corretto delle galline senza cervello, dei polli senza ritegno e di quelli che fanno ancora “Tiresia e molla” per indecisione tra un’ovaia ed un coglione, i quali vorrebbero imporci un finto cambiamento lessicale per via legale. Andiamo contro i comitati governativi che stanno studiano la maniera di forzarci a parlare e a scrivere in una neolingua sessualmente rispettosa dei pareggiamenti di genere, un tot al chilo di fica e di cazzo e tutto il cervello mandato all’ammasso. Un pronome neutro sta per prendere il sopravvento sul nostro modo di esprimerci ed attenti a non sgarrare per non essere accusati di molestia sessuale. Sarà la desinenza di un sostantivo a tradirvi, la posizione delle gonadi a seppellirvi. Se vi trovate in un luogo chiuso contate bene le tette se non volete incorrere nel reato di accordamento del genere al verbo e nella furia delle erinni di questo occidente moralmente in panne. Se proprio non avete tempo da perdere e non volete apparire sessisti, tenete, eventualmente, nascosto il nerbo per abbreviare le procedure di calcolo ma anche lo strazio della ragione. Il potere deve uscire dalla cervice del fucile, viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse Tube. Solo ad ex comuniste, femministe fallite, potevano saltare in mente queste stronzate.
Eccovi alcune formule sessiste da evitare, anche se sarebbe meglio evitare le partorienti di queste idee deformi e balzane, nate sotto le gonne come la gonorrea
http://www.funzionepubblica.gov.it/…/linguaggio_non_sessist…

Io avrei voluto dileggiare di più tutti questi idioti ed idiotesse, deficienti e deficientesse, cretini e cretinesse che vorrebbero pure far passare simili deliri linguistici per analisi scientifica (lo scrive espressamente l’autrice del manuale di sopra), ma mi basta adattare qui un vecchio testo di Giovanni Papini per ottenere l’effetto desiderato, che meglio di così nessuno può essere insultato. Ed ecco a voi il Papini rivisitato, dove il maschile comprende ancora il femminile, come si usava nei giorni felici in cui uccelli e passerine sapevano cantare all’unisono:
“Tre spanne sotto il cervello io nutro un odio, un odio contro il puzzo cosciente, contro l’imbecillità evoluta. Tre spanne sotto il cervello si spenge ogni polemica. I politicamente corretti rinunzino alla discussione. I revisionisti della grammatica s’adagino sopra i loro luoghi comuni, perché il mio piede possa calpestarli. Smontate uomini, donne, e froci di paglia, di stoppa e carta straccia. Nascondetevi, ceffi di cera, mascheratevi facce rinsecchite, sparite, ghigne insolenti. Sgonfiate, protobischeri impostori e impastatori di lemmi. Aria ci vuole, e luce e calore e solidità, o anima mia. Abbasso la ginecocratica coglioneria!
Fumano d’orgoglio, le gran fave. Fumano, questi straccioni e stronzoni, questi mangiasputi e fiutarutti, questi tinconi, questi turabuchi, questi scorticapidocchi, questi merdaioli, questi caconi, questi galoppini, questi pagnottisti, questi biasciconi, questi lumaconi, questi minchioni, questi balordi gonzi e grummi, questi ciglioni appuzzoni e citrulli, questi sussurroni coccoloni, questi satraponi virtuosoni. Già tutto il paese fuma, smerlato com’è da queste pecore matte. Pulizia ci vuole e niente sesso indifferenziato! Abbasso il politicamente corretto e chi l’ha creato!
Bischeri sollevatissimi, bischeri smargiassi, bischeri ventosi, bischeri girandoloni, bischeri soppiattoni, bischeri politicanti, bischeri economicizzanti, bischeri sessualmente parificanti, bischeri vani, bischeri solenni, bischeri tronfi, bischeri crespi, bischeri callosi, bischeri pensosi, bischeri pacifisti, bischeri femministi, bischeri revisionisti, bischeri fetenti, bischeri ufficiali, bischeri legali, bischeri del cervello, bischeri antilibici, bischeri europeisti, bischeri democratici: BISCHERI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI Accidenti al politicamente corretto, impero delle bestie da soma, regno degli schiavi, padronanza dei servi, supremazia degli impiegati, sostegno degli stiaccolati, trionfo dei cimiciosi, gloria dei piattolosi, arma dei brodoloni; orchestra di miasmi, concerto di sputi, convegno di sudori, sistema di muffe; esautorazione dell’intelligenza, cloaca dove affogano fantasia, ingegno, energia e tutte le soavità; proterva asineria, fessa stivaleria: abbasso la boldrineria!

E rovini la mediocrità! Fuoco al tugurio dei politicamente corretti! PER UNA VOLTA EVVIVA LA FORCA ed ABBASSO LA SORCA, o amici, per la libertà vostra e la libertà mia!
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

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Re:Il sempre "amato" femminismo...
« Risposta #2 il: Marzo 23, 2015, 20:03:49 pm »
Ed anche una penna illustre smonta le teorie gender...

Povere femministucole "avete fatto la pipì fuori dalla tazza e la pulirete, eccome se la pulirete"... Del resto alcune di voi si sono proclamate "cagne sciolte" e che "pisciano in piedi"...

http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/03/23/che-orrore-il-gender-confonde-i-diritti-di-tutti-anche-dei-gay/

Provate a chiedere a un bambino se vuol giocare alle bambole. Nove volte su dieci risponderà di no e si ritrarrà scandalizzato. Provate a domandargli se ha una fidanzatina : spesso rispondono con un espressione di disgusto : « Io non ho una fidanzatina, a me le bambine non piacciono », urlerà. E provate a chiedere a una bambina se ama giocare al calcio, se desidera fare giochi di guerra, se vuole azzuffarsi. Vi guarderà con un’aria sconsolata. E se le domandate se preferisce trascorrere le vacanze estive con una femmina o con il figlio della vostra amica, nove volte su dieci non avrà dubbi : meglio, molto meglio l’amica.
E’ così da sempre, eppure domani potrebbe non essere più così. Già, perché nel mondo occidentale si diffonde sempre di più la cosiddetta ideologia gender (in italiano identità di genere) che in nome di una causa apparentemente sacrosanta, quella della lotta alla discriminazione sessuale, impone norme di comportamento ed educative estreme. Come narrato nei giorni scorsi dai giornali, in alcune scuole italiane, ad esempio, i bambini vengono costretti a travestirsi da femmine e a giocare alla mamma, mentre alle bambine vengono imposti giochi di ruolo decisamente maschili. Nel frattempo si impongono modelli che tendono a sradicare identità centrali insite nella natura umana. In certi Comuni italiani ed europei – ma fortunatamente non dappertutto, ad esempio non ancora in Svizzera –  quando si iscrive il proprio figlio a scuola o all’anagrafe le autorità non richiedono più di indicare padre e madre, bensì genitore 1 e genitore 2. E alcuni Paesi stanno anche abolendo la voce « sesso » sui documenti da sostituire con quella « genere » ; il tutto in difesa dei diritti degli omosessuali.
E qui dobbiamo intenderci : chi scrive sostiene da sempre l’emancipazione degli omosessuali, non solo in teoria ma – ed è l’aspetto più importante – nella quotidianità. In famiglia abbiamo amici gay e lesbiche e mai sul lavoro ho giudicato una persona considerando le sue tendenze sessuali, rimandando al mittente qualunque pettegolezzo. Non mi importa se un collaboratore è omosessuale per la semplice ragione che non sono affari miei.
Ritengo che un vero Stato liberale debba permettere a ogni cittadino di vivere in libertà e nella tutela della privacy la propria sessualità e sono lieto nel poter dire: ormai ci siamo. Gli omosessuali non devono più nascondersi e men che meno vergognarsi. Una vittoria civile.
Il problema, però, è che una battaglia giustissima e nei suoi tratti salienti conclusa, si sta trasformando in qualcosa di ben diverso; assume dimensioni inaspettate e per molti versi ingiustificate, al punto che talvolta si ha l’impressione che a essere diversi siano gli eterosessuali e che avere una famiglia normale sia quasi scandaloso. Mi riferisco, lo avete capito, alle rivendicazioni più oltranziste e all’isteria quasi intimidatoria che accompagna certe pretese e che recentemente ha indotto gli stilisti Dolce e Gabbana a protestare pubblicamente. Il loro « Basta ! » è risuonato alto, ma pur essendo omosessuali sono stati messi alla gogna mediatica in nome del politicamente corretto.

Il problema nel problema – e veniamo al punto – è che l’estremismo progay viene usato come ariete mediatico e legislativo per propagare e imporre l’ideologia gender. Ideata dallo psichiatra americano John Money, sostiene che le differenze sessuali tra maschio e femmine non sono naturali, biologiche, come peraltro avviene in tutto il mondo animale, bensì culturali : dunque gli uomini sarebbero tali solo perché educati da maschi e le donne sarebbero donne solo perché educate da femmine. E che attraverso gli opportuni condizionamenti sociali, a cominciare dall’educazione nelle scuole, accompagnato da un vero e proprio bombardamento mediatico, si possa convincere chiunque a decidere a quale sesso appartenere o a vivere l’ambiguità sessuale come un fatto naturale.

E’ il ribaltamento del mondo: una battaglia a tutela della minoranza gay viene usata per tentare di sradicare l’identità sessuale naturale della stragrande maggioranza delle persone e convincere le nuove generazioni che ognuno può scegliere se diventare omosessuale o bisessuale o transessale. Diciamola tutta : è un’aberrazione, che però si afferma sempre di più, agendo su più livelli. Il potere di emulazione del mondo dello spettacolo e del cinema è noto. Pensate all’ambiguità sessuale di Lady Gaga (che omosessuale non è ma si presenta come icona trans) o della barbuta Conchita, ai messaggi reiterati dei film di Hollywood o dei serial tv dove addirittura la Disney propone alcuni classici in versione gay. Osservate il mondo della moda: si scelgono sempre di più modelle androgine e modelli effeminati, al punto che talvolta non si capisce più se a sfilare è un uomo o una donna. Non è un caso che a Londra sia stato aperto pochi giorni fa il primo negozio gender.

Ma ancor più inquietante è il fatto è che i casi italiani non sono affatto isolati. Nelle scuole francesi è diventato obbligatorio un corso di insegnamento per promuovere la libertà dei sessi e per combattere l’omofobia che si propone di « sostituire categorie mentali come quella di ‘sesso’ con il concetto di ‘genere’ che mostra come la differenze tra uomo e donna non siano basate sulla natura ma siano prodotte storicamente e replicate dalle condizioni sociali ». Corsi analoghi vengono insegnati nelle scuole inglesi.

E’ una battaglia subdola perché, schermandosi dietro alle rivendicazioni gay, inibisce un dibattito normale. Si impedisce alla gente di capire cos’è l’ideologia gender, di interrogarsi e in un’ultima analisi di decidere. Come dovrebbe accadere in democrazia.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

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Re:Il sempre "amato" femminismo...
« Risposta #3 il: Marzo 23, 2015, 21:21:25 pm »
Un altro articolo che conferma quanto le FEMMINISTE SIANO COLPEVOLI DELLA SITUAZIONE DEI PADRI SEPARATI. LEGGETE LE LORO STORIE. E RICORDATEVI DI QUEL FAMOSO PASSO DI MANZONI... VERRA' UN GIORNO...
RICORDO LE VOSTRE BELLE PAROLE "D'AMORE" NEI CONFRONTI DEI PADRI SEPARATI, VOI VIGLIACCHE FEMMINISTE CHE LI DILEGGIAVATE SUI VOSTRI SITI, SCRIVEVATE CHE ERANO FALSITA' I PADRI ALLA CARITAS, LE MOGLI PROTETTE DA LEGGI CHE VOI AVETE VOLUTO E PER LE QUALI AVETE ESULTATO. AVETE GIOITO DELLA SOFFERENZA DEI PADRI SEPARATI, ESSERI UMANI COLPEVOLI DI AVER CREDUTO CHE VOI FOSSE DOTATE DI UN'ANIMA. MA VOI NON AVETE ANIMA, NON AVETE COGLIONI, NON AVETE NULLA.PER QUESTO VI SIETE DIVERTITE A BUTTARE MERDA SU QUEI POVERI CRISTI, BEN PROTETTE DA UNO SCHERMO. SIETE STRUMENTI, MACCHINE, ROBOT. FEMMINISTE. Così coraggiose da non venire neanche qui, su un forum dove non si censura, così coraggiose da cancellare qualsiasi prova del vostro colpevole sostegno alle vergognose leggi che hanno portato uomini alla fame per soddisfare i vostri capricci da femministe viziate. Non ci sarà nessuno ad aiutarvi, non fate pietà neanche ai vermi. E quando tornerete a casa, da sole, perchè sole rimarrete, non basteranno le canne, la cocaina, l'alcool, la birra con altre che vi tratteranno come zerbini o come utili strumenti per raggiungere posizioni o privilegi. Sarete sole. E niente vi potrà dare sollievo.


Leggete l'articolo adesso, fatelo di nascosto. Tanto lo so che leggete...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/padri-separati-poveri-invisibili-senza-presente-e-senza-1108043.html

"Mia moglie mi ha lasciato sei mesi fa portandosi via tutto. I bambini, la casa. Adesso mi trovo solo e sull’orlo del fallimento. E tra qualche giorno anche in strada. Mi farebbe piacere conversare con chiunque possa aiutarmi dandomi consigli su cosa fare.Qualcuno che magari è già stato in questa situazione." Scrive Renato.

"Buttato fuori casa a giugno, con una mano davanti e una dietro. Lavoro precario a 700 euro al mese, 450 di affitto in nero perché non posso pagare la cauzione, acqua, luce e gas come seconda casa. Ottanta euro li do a mia moglie per il piccolo Lorenzo, mio figlio, e con quello che avanza metto la benzina allo scooter per andare a lavorare e faccio un po’ di spesa". Racconta Fabrizio.

"Sono Nicola, mi sono separato 10 mesi fa ed ho 4 figli. Ora dormo in macchina, non ho un lavoro e non riesco a pagare il mantenimento. Lei mi minaccia mettendomi i bimbi contro. Li vedo sempre meno. Non ho nessuno che mi sostiene, non ho un'arma. Cosa faccio? Mi suicido? Non vivo più".

Cercano conforto online tra siti e forum. Si confidano, si confrontano, si mettono a nudo. Raccontano i complessi iter legali che stanno affrontando, la difficoltà di ricominciare da zero, la paura di essere un padre separato. Storie diverse ma che, nella sostanza, si somigliano tutte. Se ne parla poco, forse perché si confondono tra la folla. Eppure, capita di incontrarli nella mensa dei poveri di Milano. Mangiano in fretta, con lo sguardo basso. Sono puliti, ben vestiti e con la valigetta dell’ufficio tra le gambe. La vergogna è tanta, come la fame. Ed un pasto gratuito diventa fondamentale.

"È aumentato moltissimo il numero degli italiani che vengono qui da noi per un pasto caldo"- racconta Marina Nava rappresentante dell’Opera San Francesco, storico punto di riferimento per l’accoglienza. All’ora di pranzo, infatti, la sala della mesa è piena. Ci sono moltissimi stranieri in fila, ma anche signori e signore anziane ben vestite. "Sono pensionati, a cui fa comodo fare un pasto al giorno qui in mensa, di sera, infatti, non li vediamo quasi mai".

Il menù è ricco, un pasto completo: pennette con zucchine e pomodori, una mozzarella, carote bollite, pane, una mela ed acqua a volontà distribuita dai dispenser della grande sala. "Sì, tra loro ci sono sicuramente padri separati ed in difficoltà. Del resto- continua Nava- dallo 0,04 percento di 15 anni fa, il numero degli italiani che vengono qui in mensa è salito al 15%."

"Ero un pompiere"- racconta Angelo, ormai un ospite abituale che scherza e chiacchera con tutti alla mensa dell’Opera di San Francesco. "Vengo qui dal 2001." Si capisce poco di quello che dice, in bocca gli è rimasto un solo dente. Ha le mani grandi e rovinate, si commuove spesso parlando della sua vita: "Guidavo l’autobotte dei pompieri, poi un giorno, per aiutare i colleghi, mi è caduta una cosa in testa. L’invalidità e il prepensionamento." E continua commosso: "Ero sposato, ho anche un figlio. La pensione è poca…" Dove dorme? "Sto in un casale fuori Milano, ma è puntellato"- mentre finisce di parlarne sgrana gli occhi.

"I 7,1 milioni di italiani che vivono da soli devono affrontare un costo della vita superiore del 66 per cento rispetto a quello medio di ogni componente di una famiglia tipo" è quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sul calo dei divorzi e delle separazioni in Italia.

Una inversione di tendenza per una scelta dolorosa ma anche costosa che - sottolinea l'associazione – è stata favorita dalla crisi che ha fatto anche aumentare il numero di divorziati e separati in grave difficoltà economica. La presenza di separati e divorziati è peraltro in forte crescita tra i 4,1 milioni di abitanti che sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare. Vivere da soli è più costoso: la spesa media per alimentari e bevande di un single è di 332 euro al mese, il 62 per cento superiore a quella media di ogni componente di una famiglia tipo di 2 o 3 persone che è di 204 euro.

E anche a Roma la situazione non cambia. Nella storica mensa diurna di Colle Oppio, c’è l’umanità tutta. Pensionati, clochard, stranieri e anche molti giovani. Un uomo sulla quarantina arriva davanti all’ingresso, ha uno scooter vecchio ed un abbigliamento casual. Va di fretta ed è incerto. Viene spesso qui a pranzo? "Scusi, ma non mi va di parlare. Mi vergogno" E di cosa? "Di essere in difficoltà. L'hanno scorso sono stato in vacanza in Sardegna, capito sì?" Poi cosa è successo? "Eh, quella str***a di mia moglie m'ha mollato, s'è presa la casa e i figli ed io so' rimasto senza una lira e pure da solo." Che lavoro fa? "Guido l'autobus, prendo una miseria. Però ora me ne vado che c'ho da fare, scusi". Si infila il caso, sale in sella e va via come se qualcuno lo stesse inseguendo.

"Viene qui quasi tutte le sere. Noi chiudiamo alle 20.30 e lui arriva circa 10 minuti dopo." spiega Mario (nome di fantasia) dipendente di un supermercato in zona Tiburtina a Roma. Parla di un "ormai amico", un uomo sulla cinquantina, divorziato ed in difficoltà che, inizialmente come cliente, lo ha approcciato per chiedergli aiuto. "Per legge noi dobbiamo buttare tutto quello che non viene consumato nel banco del pane per esempio. Detto tra noi, è una cosa assurda! Lei non si immagina neanche quanto pane si butta." E continua: "Era un cliente abituale, veniva qui con la moglie ed il figlio a fare la spesa. Poi per un po' non l'ho più visto. Verso Natale è tornato, sembrava quasi malato." Perché? "Perché era più magro, un po' trasandato. Mi ha salutato poi mi ha fatto capire che si era separato e non se la passava bene." Le ha chiesto aiuto? "Sì, ma non soldi o cose così, mi ha fatto capire se alla chiusura potevo dargli un po' di pane o un pezzo di pizza che tanto sarebbero andati buttati." E cosa ha fatto? "La sera passa e gli do qualcosa, ma se me beccano passo i guai. Ma come si fa a non aiutare qualcuno in difficoltà? Io una famiglia ce l'ho e il pensiero di non tornare a casa, trovare la cena pronta, stare a tavola con i miei figli... me vengono i brividi."

Basta aspettare per vederlo arrivare. Sono le 20.40. Gira l'angolo della strada e si avvicina al retro del supermercato. Con Mario si salutano stringendosi la mano e dandosi pacche sulle spalle, sembrano amici di una vita. All'improvviso si guardano intorno, Mario prende una busta di carta, di quelle da panetteria, appunto, e lo saluta velocemente. L'uomo si allontana svelto con lo sguardo rivolto verso terra ed il pane tra le mani.
« Ultima modifica: Marzo 23, 2015, 21:32:42 pm da Angelo »
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Angelo

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Re:Il sempre "amato" femminismo...
« Risposta #4 il: Marzo 24, 2015, 02:49:34 am »
Altro articolo notevole.

http://pauperclass.myblog.it/2015/03/23/decostruzione-del-maschio-occidentale-secondo-lultraliberismo-il-poliscriba/

DECOSTRUZIONE DEL MASCHIO OCCIDENTALE SECONDO L’ULTRALIBERISMO (Il Poliscriba)
Posted on 23 marzo 2015
Il circo mediatico è del tutto “incorporato” (in inglese si direbbe embedded) nelle scelte strategiche delle oligarchie finanziarie che dominano il pianeta, e parlare di “opinione pubblica” è del tutto illusorio. (Costanzo Preve)

Non farò, in questa sede, una trattazione del femminismo, già ampiamente analizzato da pensatori più preparati e illustri del sottoscritto.
Mi soffermerò – nell’ambito della corretta analisi di Guy Debord ne La società dello spettacolo, a mio avviso corollario conseguente all’uomo monodimensionale marcusiano e del post-nicciano harakiri della Scuola di Francoforte (nel senso suicida della stessa di fronte all’impotenza che esprimeva con i suoi metodi e il suo lessico filosofico, già anacronistici rispetto alla filosofia stessa e ai tempi in cui si collocava, completamente e rapidamente assorbiti dalla volontà di potenza tecnica) – sulla capacità di consumo maschile, all’interno del Mondo Mercato Globalizzato e sulla sua dis-funzione estetico-etologica, funzionale all’incremento della produzione di beni  effimeri a discapito di quelli utili e duraturi.

Voglio porre l’attenzione sulla transizione da un’economia maschile a una femminilizzante-infantilizzata, conseguenza “inevitabile” della decostruzione antropologica del maschio occidentale (europeo-anglo-americano-nipponico) e della caduta inevitabile del saggio di profitto inerente alla meccanica fordista prima e taylorista dopo.

Una transizione che si affianca e poi si innesta al cedere degli argini di una società militare, nazionalista, patriarcale, ordinativa e di controllo statale (keynesiana o capitalismo dal volto buono) culminata con l’esondazione della teoria giuridica e nella prassi teologica dei Diritti Umani, con i suoi tribunali sovranazionali a imitazione di un processo farsa iniziato a Norimberga (come sosteneva anche e non solo J.F.Kennedy).

Evoluzione o involuzione che si è nutrita di trascendenza-esoterica-psicologica, spazzando via i vecchi credi religiosi animisti, monoteisti e monogamici, sui quali si fondava la Sacra Famiglia, già ampiamente vivisezionata dal pensiero marxista, dirompendo nelle strutture parenterali con la disintegrazione della famiglia e liquefazione pansessuale conseguente.

Ma andiamo con ordine.

Ci troviamo, anche se ancora per poco, in una condizione semipacifica all’interno dei confini ideologici di un mondo ludico-estetico voluto dalle oligarchie-finanziarie, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, dopo gli ultimi rigurgiti sessantottardi e l’esplosione della febbre del sabato sera proto-new-age, che diedero la stura al desiderio narcisista totalizzante, pandemia sociale che travalicò e trascinò con sé qualunque aspirazione collettivista, aiutata anche dall’implosione del blocco socialista sovietico.
I vari fenomeni sociali triti e ritriti di cui si è  discusso alla nausea, caratterizzanti la società del “benessere”, sembrano destinati a esaurirsi dopo il lampante fallimento della loro promessa di ricchezza maggiorata generazione dopo generazione e pacifista omninclusiva a causa delle pressioni terroristiche di matrice islamico-maschilista che, a ragione, indicano nella nostra  declinazione da una società solida a una liquida (Bauman), da una materiale a una simbolica (Baudrillard), da una di controllo centralizzato a una di controllo differito (Foucault), la nostra malattia terminale.

L’Islam fa paura perché, separandone le interferenze sempre più pericolose del fondamentalismo bellicoso, folle e idiota, non solo teorico ma anche marziale, punta il dito proprio sulle nostre debolezze, oggi difese come ricchezza ed evoluzione indispensabile di un’umanità destinata al buonismo e pacifismo totalizzante universale tout court, quasi una rivisitazione, in chiave radical chic, di un defunto mito rousseauiano.

È evidente che l’Islam radicale strumentalizzi questo nostro tramonto spengleriano e accusi “noi” di infedeltà ai principi sciovinisti che giammai siamo disposti a far rientrare dal retro, dopo essere stati ricusati e vomitati all’indomani della chiusura e trasformazione in musei della memoria,  dei campi di concentramento/sterminio nazisti.
Una decadenza che chiude ancora un occhio su altri genocidi più vicini all’influenza giudaico-sionista (Progetto Manhattan) come a dire che, il pacifismo può discendere solo da un popolo eletto a simbolo del martirio condiviso e accettato incondizionatamente da tutti.

Una decadenza che sfrutta manodopera a bassissimo costo, ma relegata lontano dai media, dai nostri sensi, viste le condizioni disumane alle quali quei lavoratori fantasma sono costretti a produrre gli stessi beni che noi consumiamo e che i produttori schiavizzati non possono permettersi di acquistare, mantenendoci, ancora per poco, lo ribadisco, nell’illusione del nostro status di esseri umani, farciti di diritti e liberaldemocrazia.

Qui non mi addentro oltre, ma è chiaro che una buona parte della destrutturazione della componente maschile della nostra società, ha alle spalle una lunga serie di attacchi alla centralità della figura del maschio-padre, iniziata con Freud e protratta fino a oggi ad opera di una certa editoria-filmografia sostenuta dalla finanza ebraica, con buona pace di tutti coloro che gridano all’antisemitismo.

Il controllo sull’ opinione pubblica con la strategia del consenso (Chomsky) da parte degli ebrei e non, ha semplicemente assolto al ruolo vittimista agganciato alla funzione antropologica dello specchio e del capro espiatorio (Girard):  il male e il bene, Gog e Magog, dovevano assumere connotazioni chiare, inconfondibili, assolute.

Il problema di far rientrare tutti i fenomeni sociali  in sole due categorie, è cosa non ancora risolta e, a mio avviso, irrisolvibile.
Il fatto che alcuni si pongano indiscriminatamente all’interno della categoria “buoni” in maniera del tutto arbitraria e autodeterminata, e indichino tutti gli altri come “cattivi”,  ha del ridicolo e del pericoloso.
Il fatto ulteriore che la maggior parte dei buoni si senta  sempre e comunque una minoranza, ha dell’assurdo; quanto sono assurde le ragioni dei vinti e dei vincitori nelle guerre che, alla fine, sottraggono sempre un quid di umanità alla bestia mammifera acculturata.
Si passa dalla persecuzione attiva alla mania di persecuzione, una sorta di schizofrenia sado-masochista che non può che portare a scontri via via crescenti, da quelli famigliari a quelli di “civiltà”, tra apocalittici fanatici del complotto e integrati (Eco).

In tutto questo guazzabuglio dai contorni tutt’altro che definiti, il Mondo Mercato fa la differenza, comunque e sempre.
Vendere di più e conseguentemente produrre di più, avvalorando la teoria economica imbecille della crescita infinita, (Japan-economy docet), resta l’imperativo categorico della morale capitalista, nonché finanziaria, ma questa si esprime criminalmente su un livello simbolico cui accennavo prima, riferito al feticcio “moneta virtuale creata dal nulla” come gioco al rialzo sostenuto da un bluff equiparabile a un’ infinita mano di Poker con, al centro del verde tavolo, un piatto incrementato senza posa, fino alla vittoria di un unico giocatore.

Nel caso dell’economia mondiale, significherebbe l’Eden impossibile di un attore universale, di un banco che vince sempre, che vive di sole entrate e si arricchisce senza mai spendere, completamente svincolato dalle regole della domanda e dell’offerta.

I consumatori tipo di una tale economia a crescita infinita, per i guru succedutisi e sfornati dai prestigiosi atenei aderenti alla visione liberista del Mondo Mercato, debbono essere: eterni bambini, individui fortemente autoreferenziali, capricciosi, indottrinati nell’arte del self made boy/girl, androgini e schiavi.

L’intero apparato globale semantico-simbolico-pubblicitario (600mld di euro l’anno per mantenerlo a livello globale, quanto le spese militari degli USA) deve essere saldamente ancorato nel sistema nervoso centrale e periferico del bambino in modo da bloccarne lo spirito di ricerca e di affrancamento  consapevole del sistema produci-consuma-crepa.
La caratteristica di tale pratica dell’ ipnosi, affine all’illusionismo, spinge l’adolescente prima e l’adulto poi, di entrambi i sessi, a regredire verso l’infanzia e, se possibile, alla vita uterina, all’interno di una sorta di indistinta condizione biologica fetale.

I premi all’adesione incondizionata e apparentemente non coercitiva all’apparato propagandistico, sono palesati dai costanti sorrisi propinati da ogni dove mediatico e dall’abolizione/abbandono sistematico di un’educazione famigliare/scolastica rigida, per una morbida e flessibile, fino al limite dell’anarchia.
La colpa è scambiata con l’assunzione di responsabilità e il diritto sancisce un “giù le mani da Caino”, lastricando l’inferno dell’irresponsabilità, dell’anarchia sociale, che elimina progressivamente i carnefici trasformando tutti in vittime, di buone intenzioni metafisico-giuridiche, nascondendo le punizioni sotto le sabbie bituminose del politically correct, svuotando le carceri e sottraendo i deboli-pauperizzati  della pur minima sicurezza sociale, precarizzata quanto il lavoro.

Il maschio è condizionato a intraprendere una via sessualmente differenziata; a umiliare la sua inclinazione etologica aggressiva (Lorenz) su base genetica (Dawkins), circoscritta da regole di convivenza alle quali ha scelto di sottostare per motivi inerenti alla sopravvivenza individuale e del gruppo, più che per una vocazione perbenista; a non sentirsi predatore/cacciatore, sia nell’ambito alimentare (difesa di animalismo-vegetarianesimo-ecologismo acritico) che in quello sessuale (rinuncia al corteggiamento e all’esibizione di elementi di forza fisica ).
Stesso dicasi per le attitudini artistiche-intellettuali, oggi in mano a potenti lobby gay che sostengono, senza alcuna prova, la superiorità omosessuale in tutti gli ambiti culturali, venendo meno a un sano principio di reciprocità, ricalcando lo stesso metodo irrazionale/accusatorio, maschilista, eterosessuale che a parole rifiutano.

La qualità umana più richiesta alla parte maschile della società è remissiva/protettiva, una protezione che, si badi bene, deve essere il più aderente possibile a un’obiezione di coscienza o a una resistenza passiva da porgi l’altra guancia e perdona 70 volte 7: lo si vede anche con la denigrazione mediatica di quei padri di famiglia che si difendono sparando agli aggressori armati, in difesa dei loro cari e della loro proprietà, non potendo fare affidamento sulle forze dell’ordine, ormai “conniventi involontari” del disordine sociale.

Inevitabile che, per ottenere una riduzione della carica testosteronica del maschio, l’elemento endocrinologico che nessuna propaganda-simulacro avrebbe potuto depotenziare, si sia ricorso, negli ultimi 40 anni:

al disgregamento dell’apparato militare con eliminazione del servizio di leva obbligatorio in tutti gli Stati dell’Unione Europea;

alla liberalizzazione delle droghe, (oppiacei ad uso farmaceutico) e relativo incremento esorbitante del traffico illegale di stupefacenti;

all’esaltazione delle dipendenze da gioco (con concessione senza controllo fiscale delle slot-machines alle mafie e aumento settimanale delle giocate da parte di Lottomatica);

al controllo irrisorio della distribuzione degli alcolici e del fumo ai minorenni (è stata scientificamente dimostrata la correlazione statistica  tra bisessualità post-eterosessuale e abuso di alcolici/stupefacenti);

al continuo propugnare la sessualità come plasmabile dall’ambiente, negando una sessualità bipolare maschio-femmina congenita e naturale, bollata come antiscientifica. Non si risponde alla domanda: allora, individui non educati sessualmente, quale orientamento sessuale avrebbero? Nessuno può o vuole affermare che sarebbero… spinti alla procreazione per la sopravvivenza della specie, alla quale, invariabilmente, sono orientati i nostri geni, pena l’ostracismo dal tempio della scienza buona che non fa torto a nessuno, ma se ne fotte e spregiudicatamente confonde natura con cultura;

alla diffusione capillare di immagini pornografiche dell’oggetto-donna, per creare un effetto sovrastimolante nel maschio eterosessuale con relativa caduta del desiderio nei confronti della femmina (o desiderio innaturale sfociante nelle violenze e nel femminicidio), della procreazione e incremento del capitalismo a luci rosse e pedopornografico, legale e illegale che non conosce crisi;

alla mascolinizzazione della donna, inducendo in lei desideri di consumo solitamente maschili,    e atteggiamenti violenti delineati da tutta una serie di protagoniste dei film di azione, andando così a compensare la perdita di durezza nel maschio con un’ altrettanta perdita di morbidezza, anche fisica (magrezza a tutti i costi) della femmina;

al cambio del regime alimentare: da una equilibrata dieta mediterranea/onnivora, ad una prevalentemente vegetariana a base di soia, notoriamente legume ricchissimo di estrogeni, per alimentare, umani in crescita, bovini da carne e da latte, con demonizzazione dei cibi ricchi di colesterolo e di tutta una dieta favorente l’incremento dell’ormone-killer-violento testosterone.

L’ultraliberismo si pasce di questo effetto femminilizzante-infantilizzante del maschio, dal bambino all’adulto, per creare dipendenze compulsive, fattori di forte destabilizzazione maschile, ma decisamente emotivo-compensative.

Al momento, nei confini del nostro Mondo Mercato, non vi sono condizioni e spinte endogene per invertire il processo che ho descritto.
Effettivamente, mi duole dirlo, l’Islam integralista, attualmente, ha il potere di risvegliare quel polo maschile occidentale che non trova nella nostra società indebolita, come sopraesposto, la naturale e corretta espressione virile.
Purtroppo, stanno aumentando i figli maschi del nostro femmininfantile mondo, che sognano gloria e martirio sotto l’egida del califfato universale.
Forse, la prima grande decadenza che non si è ancora conclusa, è quella che ha trascinato l’eroe terreno omerico, sulla via di una santità metafisica islamica, esaurita quella giudeo-cristiana, che non potrà che condurci al crepuscolo finale della ragione, pura o pratica che sia.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton