http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/09/vasectomia-una-cortesia-alle-donne-poco-amata-dal-maschio-italiano/945180/Quando faceva coppia fissa con Marco e non se la sentiva di diventare madre, Paola ha usato per anni il diaframma.
Due giorni fa Giorgia si è fatta inserire la spirale, ha due figli e non vuole allargare la famiglia.
Dopo il parto, il ginecologo mi ha proposto di provare l’anticoncezionale sottocutaneo, un bastoncino al progesterone da conficcare nel braccio.
Di solito, l’onere della contraccezione è a carico delle donne, siano queste mamme che non desiderano altri figli, ragazze in coppia o single.
Prendere la pillola anticoncezionale per anni, decenni spesso, è quasi scontato; una consuetudine che funzioni bene…perché dunque cambiarla?
Molti uomini d’altronde non amano utilizzare il preservativo, limitando di fatto le opzioni a disposizione e forzando la mano sugli eventi come nel caso di T., che quando il primogenito aveva sei mesi è rimasta incinta del secondo. Il marito, poco incline al preservativo, evidentemente non lo era nemmeno alla retromarcia…
La prima volta che sentii il termine ‘vasectomia‘ fu circa vent’anni fa, quando durante una puntata di Beautiful, il capostipite dei Forrester si sottopose a questa operazione. Dieci anni dopo, sposando un americano, ho appurato che la vasectomia era una delle poche cose reali di Beautiful. In America un uomo su sei, dopo i 35 anni di età, si sottopone a questo intervento.
Dopo tre figli, mio marito ha deciso di fare lo stesso.
Quando ne parliamo ad amici o conoscenti, lo sguardo di rimando è di confusione quando non disorientamento. In un paio di occasioni, un lampo di terrore è passato sul volto di alcuni uomini.
In molti credono si tratti di una specie di castrazione, una pratica barbarica che privi l’uomo della propria virilità.
Niente di più falso!
La vasectomia è un metodo contraccettivo definitivo (benché possa essere reversibile nel 30% dei casi) effettuabile attraverso un semplice atto chirurgico in anestesia locale, in cui vengono chiusi i due canali deferenti dell’uomo dai quali passano gli spermatozoi. Non si va ad intaccare l’erezione e nemmeno la qualità dell’orgasmo, il liquido seminale continua a fuoriuscire ma privato degli spermatozoi. Un piccolo sacrificio di limitata durata (si torna a casa in giornata e dopo una settimana tutto funziona come prima) se comparata alla legatura delle tube, pratica chirurgica che presenta più complicazioni.
I metodi di contraccezione più usati come il diaframma, la spirale o la pillola, possono presentare tutti possibili effetti collaterali come infezioni, cistiti, gonfiore, nausea, emicrania, ipertensione, malattie cardiocircolatorie. Optare per una vasectomia – in quelle situazioni in cui si è certi di non voler essere più fertili – sgraverebbe le donne da una serie di rischi e fastidi a cui anche noi in primis decidiamo di sottoporci senza troppo questionare.
In Italia tuttavia (ultimo paese in Europa) la percentuale è allo 0,1 contro il 21% in Inghilterra, il 22% in Canada, il 19,5% in Nuova Zelanda, il 12,7% negli Stati Uniti.
Decidere di evitare alla propria compagna l’assunzione di ormoni o pratiche ginecologiche invasive, è un atto d’amore e di rispetto che l’uomo può fare senza dover rischiare nulla in cambio.
Ma qui da noi, dopo il piacere, il maschio italiano si riabbottona i pantaloni e guarda dall’altra parte.
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/21/battesimo-e-giusto-farlo-a-dare-ai-figli-per-far-contenti-i-nonni/1519108/Conosco molte persone che non mettono piede in una chiesa da anni, salvo per qualche funerale o matrimonio, ma che una volta diventati genitori, decidono di battezzare i propri figli.
L’ingresso nella chiesa mediante il sacramento del battesimo non corrisponde tuttavia ad una concreta volontà di continuità, ad esempio iniziando a far parte della comunità cattolica presenziando alla messa domenicale. Finito il battesimo, per il nuovo discepolo, le porte della chiesa non si riaprono più. Quasi tutti dicono di averlo fatto per accontentare il desiderio insistente dei nonni che ‘ci tenevano’.
medium_110207-101923_2606211nGli italiani sono fondamentalmente un popolo laico che, all’occorrenza, sfodera la sua anima baciapile non appena si accende il dibattito sui grandi temi sociali come l’aborto, l’eutanasia o le unioni gay. Gli italiani sono capaci di infiammarsi in crociate contro gli zingari che ‘rubano i bambini ai supermercati’ e poi affidano a cuore aperto, senza la minima incertezza, i propri figli ai preti. Ricordiamo che i dati sui preti pedofili sono accertati, mentre i rom che rubano bambini frutto di bufale dell’informazione.
Gli stranieri che vengono in Italia si domandano spesso come mai, in un Paese dove c’è una cappella in ogni frazione, o un crocifisso in ogni aula scolastica, le chiese siano vuote. Per secoli, dietro ogni nascita, ha dominato minaccioso lo spettro del limbo, orrendo contenitore dove i bimbi morti non battezzati vi restavano per l’eternità senza mai ricongiungersi a Dio.
La stessa Chiesa, in un documento del 2007 approvato dall’allora Papa Ratzinger, abolì di fatto il concetto di limbo, giudicandolo “una visione troppo restrittiva della salvezza”. Eppure, l’attuale pressione dei nonni nel voler ripulire l’anima ai propri nipoti, conferma che l’ombra del peccato originale sia ancora presente. I nonni sono i baby-sitters che fanno andare avanti il Paese, in molti casi impiegati su base giornaliera con contratti da fame a tempo indeterminato.
Recuperano i nipoti da scuola, li aiutano nel fare i compiti, li portano a calcio e a danza, cucinano primo, secondo e contorno, spingono passeggini con neonati strillanti nei parchi cittadini, corrono affannati dietro nipoti scalmanati, e credono di poter accampare qualche diritto nelle scelte (personalissime) dei genitori. E per quieto vivere, i figli accondiscendono.
L’orientamento religioso-spirituale da dare ai propri figli, non dovrebbe essere frutto di una scelta ponderata? Anche perché sbattezzarsi formalmente è sì possibile, ma per la Chiesa il sacramento resta irreversibile. Qualche tempo fa, di questi tempi, si è presentato alla nostra porta un prete. Si era in Quaresima, e come di consueto andava di casa in casa ad offrire la benedizione (pratica per la quale non l’avremmo certamente cacciato via in malo modo). I miei tre figli l’hanno accolto alla porta. Sorridendo, ha chiesto se i piccoli fossero battezzati. Gli abbiamo risposto di no.
Ha cominciato a parlarci dell’importanza della fede, del mistero del padre, del figlio e dello spirito santo. Poi, una volta finito il sermone, con la sua talare nera, ci ha voltato le spalle e se n’è andato. Senza benedire la casa. In tutta contrizione, di entrare a far parte di questo mondo, lascerò piena autonomia ai mie figli quando avranno l’età della ragione per sceglierlo.