Aspetti generali: interferenti endocrini, un
problema ancora aperto per la valutazione del
rischio
Gli interferenti endocrini (interferenti endocrini) sono sostanze chimiche caratterizzate dalla capacità di alte-
rare l’equilibrio ormonale degli organismi, esseri umani compresi. Gli interferenti endocrini possono modifi-
care una o più componenti della rete di segnali rappresentata dal sistema endocrino con effetti insidiosi a ca-
rico di svariati organi e tessuti. 1
Gli interferenti endocrini comprendono sostanze molto diverse. Con un approccio pragmatico agli aspetti di
valutazione del rischio, possono essere divisi in 4 grandi gruppi: 2
contaminanti che persistono nell’ambiente e si concentrano negli organismi viventi, e quindi anche negli
alimenti. Alcuni (come i policlorobifenili, PCB) sono vietati da anni, ma per la loro persistenza
rappresentano un “lascito” ancora attuale e continuano a essere un problema in alcune zone; altri
(ritardanti di fiamma bromurati, composti perfluorati come PFOS, perfluorotansulfonato e PFOA, acido
perfluoroittanoico) sono ancora utilizzati e immessi nell'ambiente, mentre le diossine (tra gli interferenti
endocrini più potenti) vengono prodotte da processi di combustione;
diversi pesticidi sono interferenti endocrini (fungicidi come i triazoli e i dicarbossimidi, erbicidi come le
triazine). Si tratta in generale di sostanze piuttosto potenti e che vengono attivamente diffuse
nell'ambiente. Fortunatamente, l'esposizione alimentare e ambientale a pesticidi è un problema verso cui
si mantiene alta la guardia in Europa con consolidati piani di sorveglianza dei residui negli alimenti e
programmi per la sostituzione di principi attivi particolarmente preoccupanti (vedi dopo);
altri interferenti endocrini sono sostanze di per sé poco persistenti, ma largamente usate in prodotti di
consumo: additivi delle plastiche (alcuni ftalati, bisfenolo A, BPA), conservanti (alcuni parabeni), ecc. In
genere, si tratta di sostanze meno potenti dei contaminanti persistenti e pesticidi, ma che danno luogo a
una esposizione diffusa e non sono ancora oggetto di piani di controllo di alimenti e ambiente. Dato l'alto
volume di produzione sono sostanze considerate prioritarie nel programma di revisione delle sostanze
utilizzate in Europa REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemical
substances); 3
sostanze naturali. Alcune, come la micotossina zearalenone sono del tutto indesiderabili; altre, invece
sono componenti bioattive presenti nella dieta, come i cosiddetti fitoestrogeni (per esempio la genisteina
della soia) e addirittura nutrienti essenziali, come lo iodio o il selenio. Per queste sostanze è soprattutto
opportuno valutare il rapporto rischio-beneficio, 4 in quanto gli effetti avversi si possono verificare per
assunzioni eccessive (nel caso di “integratori”) e/o in gruppi particolarmente vulnerabili; per esempio,
l’Authority europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha raccomandato di ridurre l’uso di additivi a base
di iodio nei mangimi allo scopo di minimizzare il rischio di un’assunzione eccessiva attraverso latte e
uova, in particolare per i bambini.
L’equilibrio ormonale è fondamentale per la crescita e lo sviluppo; per esempio, l'equilibrio estrogeni/andro-
geni è critico per la maturazione dei tessuti riproduttivi e per la pubertà, mentre la funzione tiroidea è crucia-
le per lo sviluppo cerebrale. Inoltre, un interferente endocrino con un determinato meccanismo (per esempio
un sostanza ad azione estrogenica come il BPA) può indurre effetti diversi nei maschi e nelle femmine; per-
tanto la valutazione degli interferenti endocrini deve tenere conto della suscettibilità legata all’età e al genere.
Una specifica attenzione va rivolta ai bambini, che non sono piccoli adulti. 5 Oggi riconosciamo che nel corso
dell'intera fase dello sviluppo dall'embrione, al feto, al neonato, al bambino fino al completamento dell'adole -
scenza, sono spesso esposti a rischi ambientali maggiori di quelli degli adulti per diversi motivi. C'è in primo
luogo una maggiore vulnerabilità generale: il maggiore consumo di alimenti e acqua, in rapporto alla massa
corporea, e la maggiore ventilazione, in rapporto alla superficie corporea, fanno sì che il bambino abbia una
maggiore possibilità di assumere contaminanti rispetto a un adulto esposto agli stessi livelli negli alimenti
e/o nell'ambiente. I bambini piccoli che gattonano e portano frequentemente le mani alla bocca hanno una
maggiore esposizione ai contaminanti presenti nel suolo, nonché nella polvere e sulle superfici domestiche.
Un altro aspetto fondamentale è l'immaturità dei sistemi metabolici: alcuni enzimi fondamentali per la elimi-
nazione di xenobiotici e pesticidi sono completamente assenti nell'embrione e nel feto, appena rappresentati
nel neonato e 4 volte inferiori nel bambino sino ai 3 anni rispetto all’adulto.
- 2 -Alimentazione e salute
Un altro aspetto è la suscettibilità specifica. Durante lo sviluppo pre e post-natale la fisiologia è in continua
mutazione e questo offre "finestre di vulnerabilità critiche" che non hanno alcun parallelo nella fisiologia
adulta e creano rischi peculiari per l'embrione, il feto, il bambino e il preadolescente. E' inoltre difficile defi -
nire una soglia di tossicità anche per tali effetti a lungo termine sulle fasi di sviluppo più suscettibili. Infine,
dosi molto piccole nell’ambiente e negli alimenti di interferenti endocrini diversi ma con gli stessi bersagli
potrebbero avere un effetto additivo.
Gli interferenti endocrini sono un problema di sanità pubblica: 6-8 un numero crescente di studi epidemiologi-
ci indica che le persone più esposte hanno un maggiore rischio di patologie riproduttive (infertilità, abortivi -
tà, endometriosi) e di disturbi pediatrici (alterazioni neurocomportamentali, pubertà precoce), mentre emer-
gono possibili associazioni anche con il diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro (per esempio quello del testi -
colo e della mammella). La ricerca non possiede ancora tutte le risposte, tuttavia i dati disponibili comincia-
no a essere sufficienti per regolamentare i principali interferenti endocrini in base al principio di precauzio -
ne.
Per questi motivi, gli interferenti endocrini vengono considerati fra le “sostanze particolarmente preoccupan-
ti” ai sensi del regolamento REACH, che disciplina le sostanze chimiche utilizzate in Europa. La Commissio-
ne europea ha avviato una revisione della propria strategia in materia di interferenti endocrini con l'obiettivo
di stabilire criteri coerenti per l'analisi del rischio nei diversi ambiti normativi (ambiente, prodotti di consu-
mo, alimenti, ecc), anche utilizzando un recente documento dell'EFSA. 9 Il problema degli interferenti endo-
crini è riconosciuto a livello globale: nel 2012 un documento congiunto di United Nations Environment Pro -
gramme e World Health Organization ha fatto il punto sullo “stato dell'arte” e sulle evidenze circa gli effetti in
atto sulla salute umana e degli ecosistemi 10 evidenziando che i rischi esistono e sono meno controllati, nei
paesi in via di industrializzazione (Asia, America latina, Africa). Un recente documento congiunto fra ricerca-
tori dell'ISS (Istituto Superiore di Sanità) e africani ha delineato gli scenari a maggiore rischio, fra cui il rici-
clo di materiali elettronici obsoleti (e-waste). 1