Autore Topic: Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA  (Letto 4120 volte)

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Alberto1986

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Eccovi un altro esempio del peggior letame "intellettuale" zerbinico/anti-maschile proveniente dai soliti USA:



Citazione
Supremazia maschile addio. Non che non lo si sapesse già che l’uomo sta perdendo il primato a favore dell’altra metà del cielo. È solo che adesso sono proprio gli studi antropologici a dirlo. A dire chiaro e tondo che il mondo sta per vedere la ‘fine della supremazia maschile’. E questo perchè i vantaggi biologici delle donne stanno diventando sempre più importanti, mentre quelli degli uomini non servono più, e anzi possono trasformarsi in problemi. Melvin Konner, antropologo e neuroscienziato della Emory University, una delle più importanti negli Usa, lo sostiene in un libro appena pubblicato dal titolo appunto ‘Women After All:Sex, Evolution, and the End of Male Supremacy‘.
Addio supremazia maschile
Per avvalorare la tesi Konner prende esempi dalla biologia evoluzionistica, dall’etologia, dalla neurobiologia e dalla storia. La forza fisica e l’abilità militare ad esempio, scrive, sono stati vantaggi biologici significativi nel passato, ma nella società moderna non servono. ”Una donna non ha bisogno di passare il fitness test dei Marine per pilotare un drone da un ufficio in Colorado – afferma -. Abbiamo donne che pilotano F16 e Apache che hanno una potenza di fuoco che qualunque guerriero potrebbe solo sognare”. Lo stesso cromosoma Y, quello che caratterizza l’uomo, secondo l’autore è una ‘zavorra’. ”Chi lo possiede ha una vita più corta, e una maggiore probabilità di morire per incidente o per crimini violenti – sottolinea – oltre ad avere un rischio molto maggiore di finire in prigione. La ‘profezia’ sulla supremazia della donna, avverte però Konner, ha ancora bisogno di tempo per realizzarsi. ”Alcune donne mi accusano di essere troppo ottimista – afferma l’antropologo – ma lo sono proprio perchè le donne non si siedono sugli allori, e stanno cercando di infrangere sempre più barriere. Sta succedendo, e penso che sia una cosa positiva”.

http://www.secoloditalia.it/2015/04/supremazia-maschile-addio-mondo-guidato-dalle-donne/


Questo è l'imbecille: http://en.wikipedia.org/wiki/Melvin_Konner



Ps: per questo squallido eunuco femministiello, il fatto che le femmine "combattano" le guerre tramite un joypad seduti sulla comoda poltrona di un computer e che sterminino gente tramite droni a pilotaggio remoto, è cosa positiva  :sick: (tutte invenzioni frutto dell'ingegno maschile ovviamente, anche se finite ahimè nella mani sbagliate).
Al degrado misandrico autolesionista non c'è proprio limite in questo malato occidente  :sick: :sick: :sick:

Offline Vicus

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #1 il: Aprile 08, 2015, 14:53:37 pm »
Non c'è dubbio che il carattere emotivo ed erratico delle donne è un vantaggio evolutivo nella società dei consumi :lol: :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Salar de Uyuni

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #2 il: Aprile 08, 2015, 17:02:17 pm »

Citazione
Questo è l'imbecille: http://en.wikipedia.org/wiki/Melvin_Konner



Ps: per questo squallido eunuco femministiello, il fatto che le femmine "combattano" le guerre tramite un joypad seduti sulla comoda poltrona di un computer e che sterminino gente tramite droni a pilotaggio remoto, è cosa positiva  :sick: (tutte invenzioni frutto dell'ingegno maschile ovviamente, anche se finite ahimè nella mani sbagliate).
Al degrado misandrico autolesionista non c'è proprio limite in questo malato occidente  :sick: :sick: :sick:

Però perchè quello che a me e a te suscita fastidio e incazzatura,a lui fa giubilare di gioia?
Cos'è che fa click nel cervello di questa gente,cos'è che li rende carnefici di sè stessi?

Io una tesi ce l'ho,per me il femminismo è una valvola di sfogo delle società ipercompetitive,è un modo (stupido) con cui degli uomini fanno la guerra a degli altri...

Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #3 il: Aprile 08, 2015, 17:24:03 pm »
Citazione
Abbiamo donne che pilotano F16 e Apache che hanno una potenza di fuoco che qualunque guerriero potrebbe solo sognare”

Premesso che come giustamente fa notare Alberto F16 ed Apache potranno anche essere pilotati da donne,ma sono interamente progettati,creati e assemblati da uomini,emerge in effetti una certa idiozia TIPICAMENTE AMERICANA:

CARO ''ANTROPOLOGO'' SEI LAUREATO IN ANTROPOLOGIA MA LA GUERRA DEL VIETNAM NON TI HA INSEGNATO NIENTE?
Questa idea del vincere le guerre col ''gingillo più grosso'' è tipicamente americana,il Vietnam non gli è stato di lezione

I B52 E GLI APACHE NULLA HANNO POTUTO CONTRO LA DETERMINAZIONI DI DEGLI UOMINI VERI...
Le guerre non si vincono coi gingilli grossi le bombe,e un esercito che li pilota che somiglia ad una comitiva di turisti.
Vietnam,Afghanistan,Siria,Iraq,gli americani non vogliono capire,che per vincere la guerra ci vogliono dei guerrieri,perchè la potenza di fuoco si dispiega in un attimo,ma poi tu lì ci devi rimanere,e se non sei temprato per resistere fai una brutta fine.
E le donne che fanno la guerra più o meno come si prende un caffè in ufficio,non POSSONO VINCERE NESSUNA GUERRA.
Persino i somali gli hanno fatto il culo...
I somali che pure la nostra armata brancaleone italiana era riuscita a conquistare,hanno messo in crisi gli americani,Aidid che era uno sgherro qualsiasi ha fatto il figurone...
Gli americani,prima fanno guerre mandando avanti una combriccola disorganizzata di disperati avanzi della loro società (così li considerano i loro stessi capi a cominciare da Kissinger) governati da generali tanto arroganti,quanto impreparati,poi gli altri li impallinano in 5 minuti,e loro invece di imparare la lezione,che ti fanno?
Un cazzo di film di Hollywood in cui si presentano come eroi in stile Black Hawk Dawn,o i vari film sul Vietnam...
Ma gli eroi son dall'altra parte,quelli che con un fuciletto ti tengono in scacco i Black Hawk,e i B-52 magari guidati da donne,e il guerriero,il contadino viet,senza troppa prosopopea ma a capo chino nella sua uniforme,inamovibile e ferreo nella sua volontà incedibile,ma mai ostentata in stile rambo, è lì per dimostrarti che non basta una colonna di fuoco pilotata da una donna,a sostituire un guerriero,e nei fatti caro antropologo,la storia te lo ha dimostrato a un caro prezzo...
E tu ti definisci antropologo e non l'hai ancora capito?
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Cad.

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #4 il: Aprile 08, 2015, 18:29:01 pm »
Forse costui non è mai stato in un cantiere edile o in una fabbrica a vedere cosa sono gli impianti per dire che non serve più la forza fisica..... forse si costruiscono col pensiero.

Se non si siedono sugli allori le ex mantenute non so chi possano essere costoro di cui scrive.

Le donne pilotano F16 e Apache, certo! Anche i Tornado.........

Online Massimo

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #5 il: Aprile 08, 2015, 19:16:46 pm »
Ci penserà l'Isis a far capire a questi deficienti/e che la determinazione e la volontà sono meglio di qualsiasi ritrovato tecnologico.
Ma non ci sarà  bisogno di vedere l'assalto dei moderni giannizzeri all'Occidente. Tra breve l'Occidente collasserà su se stesso con una crisi monetaria e finanziaria epocale con lo scoppio di una gigantesca superbolla. E nell'abisso scomparirà femminismo e
zerbinismo vario ed assortito. Fino a quel momento non ci resta che fare il tifo per i Talebani e per l'Isis. Da loro ci sono dei valori
magari non condivisibili, ma dei valori. Da noi c'è il nulla.

Offline Angelo

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #6 il: Aprile 08, 2015, 20:35:14 pm »
Ci penserà l'Isis a far capire a questi deficienti/e che la determinazione e la volontà sono meglio di qualsiasi ritrovato tecnologico.
Ma non ci sarà  bisogno di vedere l'assalto dei moderni giannizzeri all'Occidente. Tra breve l'Occidente collasserà su se stesso con una crisi monetaria e finanziaria epocale con lo scoppio di una gigantesca superbolla. E nell'abisso scomparirà femminismo e
zerbinismo vario ed assortito. Fino a quel momento non ci resta che fare il tifo per i Talebani e per l'Isis. Da loro ci sono dei valori
magari non condivisibili, ma dei valori. Da noi c'è il nulla.

I Talebani hanno vinto. Tutti i grandi imperi sono stati sconfitti dagli afgani (inghilterra nell'800, URSS negli anni '80 e USA + NATO negli anni duemila).
Hanno vinto contro l'esercito più potente e hanno subito quasi 15 anni di guerra sul territorio afgano. L'ISIS è una creatura occidentale "sfuggita" di mano ai loro stessi creatori (USA, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ) ; quelli dell'ISIS pare siano contro i Talebani perchè "hanno parlato con il nemico" in "certe occasioni" (vedesi scambio di prigioniero USA etc.). C'è però anche il popolo del Donbass che ha dei valori. E pure loro stanno vincendo contro l'esercito ucraino armato da USA ed UE.
Oltre ai valori (che indubbiamente hanno questi popoli ) loro devono vendicare migliaia e migliaia di morti innocenti. 
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Frank

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #7 il: Aprile 08, 2015, 20:49:08 pm »
Nel vecchio forum di U3000 mi è capitato di leggere qualcosa del genere; ossia, articoli risalenti agli anni Novanta, in cui i soliti "scienziati" americani teorizzavano "la fine del maschio" e "la futura supremazia della donna"  (maschio e donna...).
Insomma, non è che questo imbecille dica qualcosa di nuovo; anzi, non fa che ripetere a pappagallo le tesi dementi di chi lo ha preceduto.

Citazione
Lo stesso cromosoma Y, quello che caratterizza l’uomo, secondo l’autore è una ‘zavorra’

Gli F16 e gli Apache, di cui parla questo deficiente, esistono proprio grazie a quel cromosoma Y.


Citazione
La forza fisica e l’abilità militare ad esempio, scrive, sono stati vantaggi biologici significativi nel passato, ma nella società moderna non servono.

Tipico ragionamento di chi non ha mai lavorato fisicamente, manualmente, oppure è sempre vissuto in una realtà ovattata, senza rischi né pericoli.
Io lo farei lavorare una giornata con me, magari come manovale di qualche rumeno o moldavo di mia conoscenza.
Dubito fortissimamente che dopo seguiterebbe a dire che "la forza fisica non conta più".
Porca pupazza, siamo veramente circondati da idioti.

Offline Frank

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #8 il: Aprile 08, 2015, 20:56:27 pm »
Questo è l'imbecille: http://en.wikipedia.org/wiki/Melvin_Konner

Bella faccia da coglione.
Non so che darei per portarlo su un tatami con me...
Tra l'altro leggo che anche questo tipo è nato 25 anni prima di me.
Bene, salvo imprevisti della vita (incidenti, malattie e quant'altro), ricorderò pure questo imbecille.

Offline Frank

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #9 il: Aprile 08, 2015, 21:19:49 pm »
A proposito della "fine del maschio" e della forza fisica "che non conta più",  :doh: guardate le prove suddivise fra uomini e donne...
http://www.linkiesta.it/test-fisico-fbi
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Dopo dieci anni, l’Fbi ha deciso di tornare ai criteri di selezione di una volta. Gli agenti devono essere bravi, svegli e, soprattutto, in forma. Come scrive il New York Times, chi volesse entrare nelle file del Federal Bureau of Investigation dovrà sottoporsi – e superare – un test fisico. E forse non è alla portata di tutti.

La selezione fisica era stata eliminata nel 1999. Dopo l’11 settembre, poi, la gran parte del lavoro dell’Fbi era dedicata a operazioni di studio e di intelligence per la caccia al terrorismo. La forma era stata del tutto dimenticata. Ora hanno #cambiatoverso anche loro: “le vite dei vostri colleghi e di chi sei chiamato a proteggere dipendono anche da quanto sapete correre, combattere, sparare. Non importa quale sia il vostro compito specifico”, ha sentenziato il direttore James B. Cooney, in una comunicazione interna. E allora, si torna tutti in palestra.

Il test è diviso in quattro parti, da svolgere a una distanza temporale di cinque minuti al massimo e consiste di:

1) Un minuto di sit-up
Sono i classici addominali, ma un po’ più faticosi. Il test richiede un minuto intero, senza pause. Perché il piegamento sia valido il torso deve essere perpendicolare alla superficie nella fase massima, e nella fase minima le scapole devono toccare il pavimento. Le donne passano con 35 sit up e oltre. Gli uomini passano con 38 sit up e oltre.

2) Una corsa a sprint di 300 metri
Partenza dal posto, ma in piedi (non sono consentite partenze da terra – alla Bolt, per intendersi), per tre quarti di un giro di un percorso standard. Qui conta il tempo: le donne passano se fanno meno di 64,9 secondi. Gli uomini passano se fanno meno di 52,4 secondi.

3) Sessione di flessioni
In questa parte del test, l’obiettivo è fare il maggior numero di flessioni possibile. Non c’è tempo, ma non sono concesse pause tra una flessione l’altra. Si arriva allo sfinimento, ma l’asticella non è alta: le donne devono totalizzare almeno 14 flessioni, gli uomini 30.

4) Corsa per 2,5 km
Infine, la resistenza. Due chilometri e mezzo di corsa, cioè sei giri di un percorso standard, da fare nel minor tempo possibile. Qui le donne superano il test se riescono a fare meno di 14:00 minuti e gli uomini se stanno entro i 12:24 minuti.

Come in ogni cosa, più i risultati sono buoni, e meglio è. Il risultato minimo implica il superamento della prova, ma dà solo un punto. Il test si può considerare passato solo se si raggiunge un punteggio di 12. Per cui bisogna fare bene, cioè molto bene, in ognuno di questi test. Dopodiché, potrete accedere al resto dell’addestramento. Questo filmato ve ne dà un’idea:
...

Offline Rita

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #10 il: Aprile 08, 2015, 21:30:11 pm »
I B52 E GLI APACHE NULLA HANNO POTUTO CONTRO LA DETERMINAZIONI DI DEGLI UOMINI VERI...
Le guerre non si vincono coi gingilli grossi le bombe,e un esercito che li pilota che somiglia ad una comitiva di turisti.
Vietnam,Afghanistan,Siria,Iraq,gli americani non vogliono capire,che per vincere la guerra ci vogliono dei guerrieri,perchè la potenza di fuoco si dispiega in un attimo,ma poi tu lì ci devi rimanere,e se non sei temprato per resistere fai una brutta fine.
E le donne che fanno la guerra più o meno come si prende un caffè in ufficio,non POSSONO VINCERE NESSUNA GUERRA.
Persino i somali gli hanno fatto il culo...
I somali che pure la nostra armata brancaleone italiana era riuscita a conquistare,hanno messo in crisi gli americani,Aidid che era uno sgherro qualsiasi ha fatto il figurone...
Gli americani,prima fanno guerre mandando avanti una combriccola disorganizzata di disperati avanzi della loro società (così li considerano i loro stessi capi a cominciare da Kissinger) governati da generali tanto arroganti,quanto impreparati,poi gli altri li impallinano in 5 minuti,e loro invece di imparare la lezione,che ti fanno?
Un cazzo di film di Hollywood in cui si presentano come eroi in stile Black Hawk Dawn,o i vari film sul Vietnam...
Ma gli eroi son dall'altra parte,quelli che con un fuciletto ti tengono in scacco i Black Hawk,e i B-52 magari guidati da donne,e il guerriero,il contadino viet,senza troppa prosopopea ma a capo chino nella sua uniforme,inamovibile e ferreo nella sua volontà incedibile,ma mai ostentata in stile rambo, è lì per dimostrarti che non basta una colonna di fuoco pilotata da una donna,a sostituire un guerriero,e nei fatti caro antropologo,la storia te lo ha dimostrato a un caro prezzo...
E tu ti definisci antropologo e non l'hai ancora capito?
un po' di tempo fa avevo letto quest'articolo di Giuseppe Cucchi, (che non ho capito se è un generale di riserva, un ex generale o che altro, ma comunque è sicuramente più competente in tema di guerra di me  :lol:) che mi aveva colpito perché sollevava il problema della vecchia fanteria (che ultimamente pare vada di moda dare per inutile, tra guerre aerei, obiettivi colpiti a distanza e piccoli nuclei di specialisti sabotatori stile SAS). Ebbene a me pare che la sua analisi sia un po' simile alla tua, soprattutto quando fa notare come gli americani per le loro guerre per "salvare" il Medio Oriente o altri paesi arretrati si appoggiano o si sono sempre appoggiate a fanteria in "loco", armandoli magari o aiutandoli nell'addestramento, ma comunque la fanteria o il boots on the ground (come lo chiama Cucchi) insomma l'uomo contro uomo, anche purtroppo considerando il rischio di grandissime perdite umane, resta ancora la carta determinante nelle guerre. http://www.limesonline.com/boots-on-the-ground-contro-lo-stato-islamico-serve-la-fanteria/66646

Nel corso degli ultimi venti anni gli americani sembravano aver trovato una soluzione al problema elaborando un modo di combattere che prevedeva da parte loro la gestione del fuoco a distanza ed eventualmente l’impiego di piccoli nuclei di forze speciali in appoggio a un’azione massiccia di fanterie locali.

 

Così è stato in Croazia, ove la controffensiva a terra fu croata ma preparata e accompagnata dal fuoco aereo Nato contro i serbi. Così è stato in Kosovo, ove a terra agivano i guerriglieri dell’Uck mentre noi tempestavamo dall’alto. Così è stato in Afghanistan, ove gli americani bombardavano ma a terra a dare il sangue necessario per la vittoria vi era la fanteria della Alleanza del Nord. Così è stato in tempi più recenti in Iraq e Kurdistan, con bombardamenti americani sullo Stato Islamico (Is) impegnato dai soldati dell’esercito iracheno e dai peshmerga curdi.

 

Nelle Divisioni Corazzate di un tempo si usava ricordare come “il carro fosse il peggior nemico del carro posto in crisi da elementi di arresto”. Il che indicava come, perchè il carro fosse in crisi, l’elemento di arresto dovesse esserci. La stessa regola vale ora per i bombardamenti, specie per i bombardamenti contro forze mobili come quelle dell’Is che fondano la loro forza su improvvisi concentramenti di pick-up armati con mitragliere che spuntano dal nulla e nel nulla rapidamente spariscono se non hanno di fronte una solida fanteria – l’elemento d’arresto – capace di mantenerli inchiodati e costringerli a subire il fuoco che viene dall’alto.

 

Evviva i boots on the ground, dunque… anche se a volte si tratta di una merce estremamente difficile da reperire nei mercati locali!

 

È proprio questo il problema che gli americani e tutti i membri della tanto numerosa quanto inefficace coalizione che essi hanno messo in piedi contro l’Is si trovano di fronte sia in Siria sia in Iraq. In quest’ultimo il problema è relativamente più semplice, almeno sino a quando il fuoco della coalizione servirà a fermare ulteriori avanzate verso l’area curda e quella sciita del paese. Ma quando si tratterà dell’area sunnita da quale cappello di prestigiatore dovranno uscire i fanti necessari? Ai suoi tempi Petraeus era riuscito a convincere le tribù sunnite irachene ad appoggiare l’azione americana. Ma i miracoli avvengono solo una volta, e se non li si usa bene anche i miracoli durano lo spazio di un mattino!

In Siria la situazione è anche peggiore, al punto che nella sua disperazione Washington ventila due soluzioni – una più assurda dell’altra. La prima consisterebbe nell’armare e rinforzare i “movimenti islamici sunniti più moderati”, idea che ricorda molto anche nell’uso dei termini l’affannosa ricerca dei “talibani moderati” che avrebbero dovuto appoggiare il nuovo corso afghano e che non sono mai stai reperiti. La seconda vagheggia di un esercito di esuli e rifugiati, come se fossimo all’epoca della Rivoluzione francese, con tutte le difficoltà di reclutamento e i tempi lunghi di addestramento che ciò comporterebbe.

 

Soluzioni che non sono soluzioni, dunque, ma solo fantasie!

L’unico discorso serio che si potrebbe e dovrebbe fare a questo punto è quello di accettare una svolta radicale dei nostri orientamenti politici e cercare le fanterie tra chi nell’area le possiede, cioè gli sciiti. Anche se ciò vorrebbe dire riabilitare l’Iran e far comprendere agli alawiti di Siria che saremmo ansiosi di aprire un dialogo con ogni eventuale successore del presidente Assad.

È troppo? Beh, allora di fanteria mandiamo la nostra. Combatterà e morirà, ma permetterà all’azione di fuoco della coalizione di essere efficace. E forse col tempo di distruggere l’Is. Poor Bloody Infantry!
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Salar de Uyuni

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #11 il: Aprile 08, 2015, 22:29:08 pm »
Citazione
un po' di tempo fa avevo letto quest'articolo di Giuseppe Cucchi, (che non ho capito se è un generale di riserva, un ex generale o che altro, ma comunque è sicuramente più competente in tema di guerra di me  :lol:) che mi aveva colpito perché sollevava il problema della vecchia fanteria (che ultimamente pare vada di moda dare per inutile, tra guerre aerei, obiettivi colpiti a distanza e piccoli nuclei di specialisti sabotatori stile SAS). Ebbene a me pare che la sua analisi sia un po' simile alla tua, soprattutto quando fa notare come gli americani per le loro guerre per "salvare" il Medio Oriente o altri paesi arretrati si appoggiano o si sono sempre appoggiate a fanteria in "loco", armandoli magari o aiutandoli nell'addestramento, ma comunque la fanteria o il boots on the ground (come lo chiama Cucchi) insomma l'uomo contro uomo, anche purtroppo considerando il rischio di grandissime perdite umane, resta ancora la carta determinante nelle guerre. http://www.limesonline.com/boots-on-the-ground-contro-lo-stato-islamico-serve-la-fanteria/66646

Nel corso degli ultimi venti anni gli americani sembravano aver trovato una soluzione al problema elaborando un modo di combattere che prevedeva da parte loro la gestione del fuoco a distanza ed eventualmente l’impiego di piccoli nuclei di forze speciali in appoggio a un’azione massiccia di fanterie locali.

 

Così è stato in Croazia, ove la controffensiva a terra fu croata ma preparata e accompagnata dal fuoco aereo Nato contro i serbi. Così è stato in Kosovo, ove a terra agivano i guerriglieri dell’Uck mentre noi tempestavamo dall’alto. Così è stato in Afghanistan, ove gli americani bombardavano ma a terra a dare il sangue necessario per la vittoria vi era la fanteria della Alleanza del Nord. Così è stato in tempi più recenti in Iraq e Kurdistan, con bombardamenti americani sullo Stato Islamico (Is) impegnato dai soldati dell’esercito iracheno e dai peshmerga curdi.

 

Nelle Divisioni Corazzate di un tempo si usava ricordare come “il carro fosse il peggior nemico del carro posto in crisi da elementi di arresto”. Il che indicava come, perchè il carro fosse in crisi, l’elemento di arresto dovesse esserci. La stessa regola vale ora per i bombardamenti, specie per i bombardamenti contro forze mobili come quelle dell’Is che fondano la loro forza su improvvisi concentramenti di pick-up armati con mitragliere che spuntano dal nulla e nel nulla rapidamente spariscono se non hanno di fronte una solida fanteria – l’elemento d’arresto – capace di mantenerli inchiodati e costringerli a subire il fuoco che viene dall’alto.

 

Evviva i boots on the ground, dunque… anche se a volte si tratta di una merce estremamente difficile da reperire nei mercati locali!

 

È proprio questo il problema che gli americani e tutti i membri della tanto numerosa quanto inefficace coalizione che essi hanno messo in piedi contro l’Is si trovano di fronte sia in Siria sia in Iraq. In quest’ultimo il problema è relativamente più semplice, almeno sino a quando il fuoco della coalizione servirà a fermare ulteriori avanzate verso l’area curda e quella sciita del paese. Ma quando si tratterà dell’area sunnita da quale cappello di prestigiatore dovranno uscire i fanti necessari? Ai suoi tempi Petraeus era riuscito a convincere le tribù sunnite irachene ad appoggiare l’azione americana. Ma i miracoli avvengono solo una volta, e se non li si usa bene anche i miracoli durano lo spazio di un mattino!

In Siria la situazione è anche peggiore, al punto che nella sua disperazione Washington ventila due soluzioni – una più assurda dell’altra. La prima consisterebbe nell’armare e rinforzare i “movimenti islamici sunniti più moderati”, idea che ricorda molto anche nell’uso dei termini l’affannosa ricerca dei “talibani moderati” che avrebbero dovuto appoggiare il nuovo corso afghano e che non sono mai stai reperiti. La seconda vagheggia di un esercito di esuli e rifugiati, come se fossimo all’epoca della Rivoluzione francese, con tutte le difficoltà di reclutamento e i tempi lunghi di addestramento che ciò comporterebbe.

 

Soluzioni che non sono soluzioni, dunque, ma solo fantasie!

L’unico discorso serio che si potrebbe e dovrebbe fare a questo punto è quello di accettare una svolta radicale dei nostri orientamenti politici e cercare le fanterie tra chi nell’area le possiede, cioè gli sciiti. Anche se ciò vorrebbe dire riabilitare l’Iran e far comprendere agli alawiti di Siria che saremmo ansiosi di aprire un dialogo con ogni eventuale successore del presidente Assad.

È troppo? Beh, allora di fanteria mandiamo la nostra. Combatterà e morirà, ma permetterà all’azione di fuoco della coalizione di essere efficace. E forse col tempo di distruggere l’Is. Poor Bloody Infantry!

Minchia Rita dobbiamo fare un'eccezione alla regola e farti diventare generalessa,perchè ne capisci di più dei vertici della Nato,dovendo sintetizzare il tutto:sì si vince con LA FANTERIA esattamente,e chi si appoggia sempre alla fanteria degli altri fa la fine deltardo impero romano,presto o tardi gli stati satellite che tu usi per combattere gli altri si coalizzeranno contro di te e marceranno nel cuore dell'impero.
Così insegna la storia!
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Melvin Konner, un altro "studioso" dell'anti-maschile made in USA
« Risposta #12 il: Aprile 09, 2015, 09:28:19 am »

Le donne pilotano F16 e Apache, certo! Anche i Tornado.........

Pur con gravi problemi di disorientamento spaziale.
Ogni tanto si perdono e bisogna andare a ri-prenderle....

Non saprete mai perché il 19 Agosto 2014 precipitarono due Tornado.
Ma... potete intuire...

Tralascio di parlare dei problemi di incontinenza...
Vnd [nick collettivo].