Autore Topic: Terminologia femminista e culturalismo  (Letto 1780 volte)

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Offline Warlordmaniac

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Terminologia femminista e culturalismo
« il: Aprile 21, 2015, 10:46:45 am »
Siamo tutti contrari qui alla desinenza femminile per quanto riguarda le professioni che non avrebbero maschile?
Ad esempio la parola "deputato" siete convinti che non dovrebbe avere il femminile in "deputatA"?

Io sono favorevole e vi spiego perché.

Essendo contrario alla mentalità culturalista tipica del femminismo, non considero la donna uguale all'uomo, neanche dal punto di visto cerebrale e caratteriale. Anzi, per essere preciso, io avendo una formazione scientifica, considero la mente come parte del corpo.
Comunque, al di là di questo, il riassunto è che per me uomini e donne sono diversi per natura.

Se sono diversi, distinguerli mi sembra importante. Più uno li considera uguali e meno necessita di specificare se si ha a che fare con un dottore o una dottoressa.
Siccome per me la differenza c'è, è interessante, è un'informazione utile, sostengo l'importanza di una desinenza di genere.

Quindi mi ritrovo a pensare come la Boldrini. Sulle desinenze.

Però il femminismo è culturalista e dovrebbe proporre il genere neutro, invece che lottare per distinguere uomini e donne.

La vedete pure voi una certa contraddizione?


N.B.
Ovviamente sono favorevole al genere grammaticale femminile, finché non storpia immotivatamente la grammatica. Cioè non mi potete scrivere "direttora" o "presidenta".

Offline Angelo

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Re:Terminologia femminista e culturalismo
« Risposta #1 il: Aprile 21, 2015, 16:19:31 pm »
Totalmente contrario alle modifiche della lingua imposte dall'alto.

L'asterisco in finale di parola, il vocabolario "di genere" della Crusca, le violenze fatte alla lingua italiana hanno una radice ben precisa.
Sono teorie nate da determinati ambienti legati al femminismo e mirano alla destrutturazione della lingua con il fine di destrutturare l'identità di uomini e donne.

Quindi la lingua va lasciata così come sta, anzi proprio perchè l'italiano non è l'ultima lingua di qualche sperduto villaggio della isole samoane, dobbiamo rigettare tali immonde e antidemocratiche imposizioni linguistiche e utilizzare termini italiani invece che stranieri. Siamo italiani, abbiamo i nostri difetti, ma sulla cultura non dobbiamo lasciarci imporre teorie che deturpano la nostra lingua e la nostra cultura.

Il mio punto di vista è semplice: ogni termine modificato da centri legati ad ideologie antiumane e manipolatorie non va preso in considerazione, ma rispedito al mittente.

Partendo dall'immondo "selfie" e finendo con "@" e "*" .

Tornando al termine deputato... Va lasciato come sta, al maschile. Così come altri termini che hanno desinenze femminili non vanno maschilizzati o resi "neutri".

Noi siamo italiani, non siamo di cultura "anglosassone". Noi veniamo dal latino, dalla Grecia. E tra popoli che utilizzano "I Love you" e popoli che utilizzano 4 definizioni di amore (antica Grecia) noi dobbiamo evitare come la peste le mode limitanti (o castranti? ) d'oltremanica.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Warlordmaniac

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Re:Terminologia femminista e culturalismo
« Risposta #2 il: Aprile 21, 2015, 17:17:14 pm »
Tornando al termine deputato... Va lasciato come sta, al maschile. Così come altri termini che hanno desinenze femminili non vanno maschilizzati
Così i genderisti ce la mettono un quel posto. ..

Offline Angelo

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Re:Terminologia femminista e culturalismo
« Risposta #3 il: Aprile 21, 2015, 18:46:49 pm »
Warlord, i genderisti ce lo metteranno in quel posto fin quando noi saremo una colonia e non un paese sovrano. La lingua italiana, e so che l'hai notato, la stanno riducendo sempre più. Ci sono nemici e amici dei nemici. I nemici sono in USA e rispondono al nome di lobby mondialiste, favorevoli al "cittadino del mondo" , gli "amici dei nemici" sono gli "utili idioti" che lavorano per l'interesse di tali lobby (taluni in maniera consapevole previa retribuzione, altri per "ribellismo ignorante") .

Diciamo che non vorrei che paesi come questo subissero quest'onta qui... Già il titolo, "Inno alla libertà..."


Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton