Autore Topic: la salute della donna è prioritaria  (Letto 1267 volte)

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Offline ilmarmocchio

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la salute della donna è prioritaria
« il: Aprile 21, 2015, 19:03:24 pm »

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OMS: le priorità della salute delle donne
Interrogazione a risposta scritta – Nell’interrogazione si rileva che in vista dell'8 marzo 2015, “giornata della donna”, l'Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato un documento sulle otto priorità in termini di salute per le donne, ovvero: a) cancro. I due dei tumori più comuni che colpiscono le donne sono al seno e al collo dell'utero. Rilevare precocemente entrambi questi tipi di cancro è la chiave per mantenere le donne in salute;  b) salute riproduttiva. Problemi di salute sessuale e riproduttiva sono responsabili di un terzo di problemi di salute per le donne di età compresa tra 15 e 44 anni; c) salute materna. Molte donne stanno beneficiando degli enormi miglioramenti delle cure durante la gravidanza e il parto introdotti nel secolo scorso. Ma tali benefici non si estendono ovunque e nel 2013, quasi 300.000 donne sono morte per complicazioni durante la gravidanza e il parto. La maggior parte di queste morti avrebbero potuto essere evitate; d) HIV. Sono le giovani donne che portano il peso delle nuove infezioni da HIV. Troppe giovani donne lottano ancora per proteggersi contro la trasmissione sessuale del virus e per ottenere il trattamento di cui hanno bisogno. Sempre loro risultano essere particolarmente vulnerabili alla tubercolosi - una delle principali cause di morte nei paesi a basso reddito delle donne tra i 20 e i 59 anni; e) infezioni sessualmente trasmesse. Oltre a proteggersi dall'HIV e dal papillomavirus (HPV), è anche fondamentale migliorare la prevenzione di malattie come la gonorrea, la clamidia e la sifilide. La sifilide non trattata è responsabile di più di 200.000 nati morti e morti fetali precoci ogni anno, oltre che del decesso di oltre 90.000 neonati; f) violenza contro le donne. Oggi, una donna su tre sotto i 50 anni ha subito una violenza fisica o sessuale; g) salute mentale. L'evidenza suggerisce che le donne sono più inclini degli uomini a sperimentare l'ansia, la depressione, e disturbi somatici. La depressione è il problema di salute mentale più comune per le donne e il suicidio una delle principali cause di morte per le donne sotto i 60 anni. È di vitale importanza aiutare a sensibilizzare le donne ai problemi di salute mentale, dando loro la fiducia necessaria per richiedere assistenza; h) le malattie non trasmissibili. Nel 2012, circa 4,7 milioni di donne sono morte a causa di malattie non trasmissibili prima di raggiungere i 70 anni. Sono morti a causa di incidenti stradali, consumo di tabacco, abuso di alcol, droghe e sostanze, e l'obesità - più del 50 per cento delle donne in sovrappeso in Europa e nelle Americhe; i) essere giovani. Le ragazze adolescenti devono affrontare una serie di sfide: le malattie sessualmente trasmissibili, l'HIV, e la gravidanza. Circa 13 milioni di ragazze adolescenti (di età inferiore ai 20 anni) partoriscono ogni anno. Le complicazioni di queste gravidanze sono una delle principali cause di morte per le giovani madri. Molte, inoltre, soffrono le conseguenze di aborti a rischio; l) invecchiare. Avendo lavorato spesso in casa, le donne più anziane possono avere minori pensioni e sussidi, un minor accesso alle cure sanitarie e ai servizi sociali rispetto ai loro colleghi maschi. Le donne anziane hanno anche un rischio maggiore di abusi e, in generale, peggiori condizioni di salute. L’interrogante On. Fucci rileva che sulla base di questi dati l'Organizzazione mondiale della Salute ha organizzato, presso le Nazioni Unite, una conferenza internazionale per affrontare i problemi legati alla condizione delle donne anche alla luce degli impegni assunti nella Dichiarazione di Pechino del 1995 e rinnovare l'impegno globale per eliminare le disuguaglianze che mettono l'accesso a servizi sanitari decenti fuori dalla portata di tante donne. Si chiede quali siano stati gli esiti della conferenza presso le Nazioni Unite e quali iniziative il Governo intenda assumere in merito alle priorità indicate dall'Organizzazione mondiale della sanità

Offline ilmarmocchio

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Re:la salute della donna è prioritaria
« Risposta #1 il: Aprile 21, 2015, 21:54:43 pm »
altra perla del femminismo sanitario :



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Aumentano i medici che si cancellano dall'Ordine: è fuga all'estero

Condividi  Redazione DottNet
25/01/2015 21:51

Giovani medici 'in fuga' dall'Italia. "Negli ultimi cinque anni, su 6-7 mila laureati in Medicina, circa il 2% - oltre 700 unità - è emigrato all'estero in cerca di un lavoro". Un numero considerevole e sottostimato: "Si calcola infatti che siano circa 1000 i giovani dottori che ogni anno varcano il confine italiano. Francia, Germania, Svezia, Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti e Australia, i Paesi più gettonati".
A scattare la fotografia è Domenico Montemurro, coordinatore dell'Osservatorio Giovani Fnomceo, che ha analizzato il numero delle cancellazioni dall'Albo con richiesta specifica di andare all'estero. Il fenomeno - a detta del coordinatore dell'Osservatorio Giovani della Federazione nazionale ordini medici - "è preoccupante e in continua ascesa". Oltre ai 150-200 laureati che ogni anno si cancellano dall'Albo, dichiarando esplicitamente l'intenzione di andare a lavorare all'estero, c'è infatti un gruppo di giovani medici che, pur non cancellandosi dall'Albo, varca il confine: "Secondo alcune ricerche fatte online - spiega Montemurro - sono infatti almeno 1000 le persone che ogni anno richiedono al ministero della Salute il certificato di onorabilità professionale, documento necessario perché richiesto dai sistemi sanitari dei Paesi ospitanti".
I motivi della 'fuga' all'estero dei giovani medici sono soprattutto due. "Il primo - sottolinea Montemurro - è l'imbuto formativo che non permette ai laureati di entrare nelle scuole di specializzazione. A fronte di circa 7 mila laureati l'anno - e in futuro potrebbero essere di più - solo la metà, o poco più, riesce ad entrare nelle scuole. Mancano infatti le risorse per finanziare le borse. E, considerando che la spesa media per un contratto è pari a circa 120 mila euro, per finanziare le borse mancanti servirebbero 360 mln. "I più fortunati che riescono ad accedere alla specializzazione devono invece stare attenti a non sbagliare corso: "In determinate aree specialistiche - dice Montemurro- si registra un esubero di camici bianchi e trovare lavoro è difficilissimo, se non impossibile".
Per mettere un freno a questa 'fuga', secondo Montemurro, una soluzione potrebbe essere quella di "abolire l'obbligo della specialità, creando quindi percorsi professionalizzanti all'interno del Servizio sanitario nazionale". In ogni caso, per il coordinatore dell'Osservatorio Fnomceo è necessario mettere a punto una "corretta programmazione del fabbisogno dei medici, che metta in evidenza le specialità con carenza di professionisti. Inoltre - conclude - bisognerebbe abolire i 'tempi morti': l'abilitazione alla professione va presa all'interno del corso di laurea. Adesso, con le regole attuali, si rischia di perdere circa 1 anno".
Ma anche il vecchio medico di famiglia, almeno come lo ricordiamo tutti noi, rischia di scomparire. Colpa dell'età media della categoria che è molto alta e del rischio che entro il 2020 quasi il 50% dei medici ancora attivi potrebbero andare in pensione. E se ci aggiungiamo anche i prepensionamenti allora c'è il rischio di una vera e propria emergenza sociale. Le cause vanno attribuite soprattutto al carico burocratico che è cambiato in maniera insopportabile negli ultimi anni a causa di una serie di incombenze che vanno al di là di quella che è la cura primaria del paziente.
La fuga di cervelli che investe anche la professione medica preoccupa l'Enpam, l'ente di previdenza e assistenza della categoria. ''Ci preoccupa perchè il nostro sistema - spiega il presidente Alberto Oliveti partecipando al Forum dell'Ansa - si basa su un patto tra generazioni subentranti, quindi se dovesse ridursi la generazione successiva creerebbe un problema. Tuttavia il problema non riguarda il fatto che i colleghi vadano fuori, questo è un arricchimento. L'importante - puntualizza Oliveti - è che abbiano poi le condizioni per poter tornare in Italia, che deve essere attrattiva per sanità, salute e ricerca a prescindere dai cambiamenti che ci possono essere''.
E' in aumento inoltre la quota di donne tra i camici bianchi: ''Sì, vi è una progressiva femminilizzazione della categoria medica'', un dato che il presidente dell'Enpam giudica ''molto positivo, per la qualità assistenza in termini di sensibilità oltre che di competenza''. Preoccupante invece è il taglio della spesa della famiglie in campo sanitario a causa della crisi, ''anche se - osserva Oliveti - dal punto di vista previdenziale questo aspetto viene compensato dal progressivo invecchiamento della popolazione, che spende di più in sanità. In realtà la vera scommessa per la tenuta del servizio sanitario nazionale dipende dalla capacità di fare una programmazione e una pianificazione efficaci, saper investire nella ricerca e soprattutto saper gradualmente spostare nella sensibilità collettiva quanta più sanità possibile, in strumenti di salute, correttezza degli stili di vita, alimentazione corretta, ambiente salutare. Da questo punto di vista - conclude - tutti ci dovremmo impegnare per quota parte''.


Tutto va a ramengo nel mentre aumentano le dottoresse :
che ci sia una relazione ? :cool:

Offline Vicus

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Re:la salute della donna è prioritaria
« Risposta #2 il: Aprile 21, 2015, 22:29:32 pm »
L'articolo non approfondisce le ragioni della fuga dei medici all'estero :hmm: Sul favoritismo alle donne c'è poco da indagare :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.