Autore Topic: figlicidio materno  (Letto 1600 volte)

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Offline ilmarmocchio

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figlicidio materno
« il: Maggio 11, 2015, 17:04:48 pm »
http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2015/03/10/ARKPv5lD-ammazzano_assassine_perche.shtml

Samuele, 3 anni, è morto per mano della sua mamma, Anna Maria Franzoni, nella loro villetta a Cogne nel 2002. Benedetta, anche lei di soli 3 anni, è stata uccisa con del diserbante dalla mamma, Veronica Sbano, nella sua casa di Carovigno, in Puglia. C’è poi il piccolo Julian, 4 anni, ucciso nel 2005 a coltellate dalla mamma, Christine Rainer, a Merano mentre faceva colazione con pane e marmellata. Poi ci sono Mirko di appena 5 mesi, Lorenzo di 4 anni, Gabriele di 6 anni, Federico di 16 mesi e molti altri angeli ancora. La lista dell’orrore, infatti, è tragicamente lunga e, stando alle indagini in corso su Veronica Panarello, anche il piccolo Loris, di 8 anni di Santacroce Camerina (Agrigento) potrebbe farne parte. Probabilmente in attesa del prossimo. Sì, perché anche se può sembrare una cosa immonda e del tutto innaturale, la madri possono uccidere i propri figli. A volte senza capire la mostruosità del loro gesto, ma altre volte con la mente terribilmente lucida.

Ma insomma che cosa porta queste donne a compiere un gesto così mostruoso ed estremo? Si tratta di casualità? Dobbiamo parlare di destino, oppure alla base ci possono essere ragioni precise, da ricercare nell’ambito psicologico più profondo? È possibile prevenire in qualche modo queste tragedie? Esistono modalità ricorrenti da indagare a fondo per poter capire meglio e quindi evitare altre possibili vittime?

Lo abbiamo chiesto allo psichiatra Vincenzo Maria Mastronardi che nella sua attività ha seguito diversi casi di madri assassine. Tanti da esser riuscito a tracciare, insieme a Matteo Villanova, diversi profili racchiusi nel volume “Le madri che uccidono” (Newton Compton).

DEPRESSIONE E SCHIZOFRENIA SPESSO ALLA BASE DEL GESTO

«Sono due i binari che possono portare una madre a compiere un figlicidio», spiega Mastronardi. «Il primo - continua - è quello della franca psicopatologia: la donna arriva a compiere quell’atto estremo senza intendere e volere. Siamo quindi di fronte a casi psicopatologici: depressione post-partum, depressione maggiore, schizofrenia, epilessia. In quest’ultimo caso mi riferisco al cosiddetto equivalente epilettico, che in casi rari può arrivare a compiere atti inconsulti». Infatti, i neurologi concordano nel ritenere che l’epilessia non possa causare di per sé comportamenti criminosi. In particolare, uno studio condotto dal LICE (Lega Italiana contro l’Epilessia) Irritability Group ha dimostrato che chi soffre di epilessia ha un’aggressività uguale e più spesso inferiore alle persone senza la malattia.

LE MAMME CHE AGISCONO RAZIONALMENTE

C’è poi quel secondo e agghiacciante binario. «Ci sono mamme che uccidono guidate da quella che ho ribattezzato “follia mostruosa della normalità razionale”. dice Mastronardi. «In questo caso - continua - il figlicidio è un atto razionale, lucido e consapevole». Sbagliato, quindi, pensare sempre a un raptus. «La madre che uccide perché impazzisce da un momento all’altro non esiste», dice l’esperto. «L’omicidio può essere estemporaneo, ma è un atto estremo a cui si arriva con un’involuzione lenta», aggiunge.

LE 3 COSE CHE SCATENANO LA FURIA OMICIDA

L’abbandono da parte del compagno: vendetta

A scatenare la furia omicida possono essere eventi particolarmente stressanti per la donna. «L’abbandono di un compagno, ad esempio, può essere all’origine della cosiddetta sindrome di Medea: la madre uccide il figlio per punire il compagno. Quindi un atto di vendetta».

Un atto di altruismo verso il figlio: lo fanno per salvarlo

Poi, difficile concepirlo, ma ci sono anche gli “omicidi altruistici”, spinti paradossalmente dall’amore. «E’ il caso delle madri che uccidono i figli nella convinzione di risparmiargli una vita brutta e piena di sofferenze», spiega Mastronardi.

Quei bambini indesiderati: la vergogna e l’ignoranza

Poi ci sono le madri che uccidono i figli non desiderati. «Quindi le motivazioni – sottolinea l’esperto - vanno rintracciate nell’immaturità della madre, che non si sente pronta ad affrontare la maternità o che è convinta di portare in grembo il “figlio della vergogna”, il quale la porterà a essere messa alla berlina dalla propria comunità». Una delle motivazioni più frequenti nei casi di bambini gettati nel cassonetto. «Alcune donne nascondono il pancione con fasciature strette – riferisce Mastronardi – e una volta partorito si liberano del neonato. Ci tengo a sottolineare che questa eventualità è frutto anche di ignoranza perché sappiamo che esistono i parti anonimi, in cui una donna può mettere al mondo il suo piccolo in segreto e allo stesso tempo rinunciando a essere una mamma».

I SISTEMI PIU’ USATI PER UCCIDERE: LI SOFFOCANO CON IL LORO PETTO

“Le principali cause del decesso dei bambini uccisi dalle mamme – spiega Mastronardi - sono per frattura delle ossa del cranio (ad esempio, colpi in testa), soffocamento (molto diffuso il cosiddetto “abbraccio mortale”, quando la madre preme la bocca del figlio contro il proprio petto finché non smette di respirare), strangolamento, annegamento,bruciature e ferite varie, e avvelenamento”.

PARE STRANO MA È POSSIBILE EVITARE QUESTE TRAGEDIE

Nella maggior parte dei casi i figlicidi potevano essere evitati. Come? “Facendo attenzione ai campanelli d’allarme”, dice Mastronardi. “In questo la famiglia gioca un ruolo importante. Le madri – spiega – non uccidono i propri figli di punto e in bianco, ma arrivano a compiere questo gesto estremo lentamente, lanciando tanti piccoli segnali”. Rivolgersi a uno specialista è il passo successivo e, in molti casi, l’unico “salva-vita”.


guarda caso, l'insigne specialiosta dimentica un motivo, frequente e razionale :
il senso di possesso del figlio da parte della madre