D'accordo, ma gli omicidi dei neri da parte della polizia dove li mettiamo? Un poveraccio è stato ucciso a St. Louis solo perché vendeva sigarette.
Ho avuto modo di conoscere approfonditamente dei neri americani (o meglio delle nere
) con cui ho abitato per qualche tempo sotto lo stesso tetto.
La prima impressione è apparentemente negativa perché sono (comprensibilmente) pieni di rabbia, e prevenuti contro i bianchi da cui si aspettano incomprensione e ostilità. Ma rotto il ghiaccio le cose cambiano: quel che più meraviglia è che sono stati capaci di elaborare quasi dal nulla - e nelle peggiori condizioni - una cultura viva, alternativa a quella letteraria dell'occidente. Ne fossimo capaci noi, neo-selvaggi inebetiti dalle mode e dal vassallaggio nei confronti del capoquartiere di turno.
Il discorso non vale per gli africani e i neri europei che, ormai, sono culture subalterne all'occidente.
Quanto al rap e all'hip-hop, si può notare una costante della cultura afroamericana: quando la musica commerciale si impadronisce di una nuova invenzione uscita dai ghetti, questi ricominciano con uno stile più elementare che si evolve nel tempo.
Per i neri ma non solo, la musica non è semplice intrattenimento ma ha una forte valenza politica, ci sono stati anche casi di inventori di nuove forme musicali scomparsi in circostanze poco chiare (fonte: The Sound of the City, libro che consiglio caldamente di leggere).
Un noto pamphlet di Ruth Benedict, The Races of Mankind, diceva che il razzismo (e altri atteggiamenti equipollenti) è peggio della stregoneria, perché è impalpabile e diffuso e non ci si può difendere. Insieme alla povertà, bisogna tenerne conto per capire (e non necessariamente giustificare) l'atteggiamento dei neri.
PS Forse non varrà per tutte le nere, ma quelle che ho conosciuto non avevano nulla della vacua immaturità sognante di cui soffrono attualmente le occidentali.