L'articolo è lungo ma merita una lettura anche da parte di chi non crede, ne pubblico una sintesi limitata agli aspetti 'laici':
[Ho assistito di persona a diversi episodi come questo:]
Mi racconta l’amico e collaboratore Nicola Peirce:
«E’ successa una cosa disgustosa: eravamo alla consacrazione nella messa per Santa Rita a Sant’Agostino, l’ingresso si trova nel porticato dove c’è anche l’ingresso del liceo Piccolomini, erano le 12:30 e un ragazzino, avrà avuto 16 anni, che usciva da scuola è entrato nella chiesa e fatti alcuni passi dentro ha urlato a squarciagola una bestemmia tremenda contro Dio …siamo rimasti tutti (in realtà 4 gatti) pietrificati, senza avere neanche il tempo di reagire e quello è scappato via ridendo con un gruppetto di sodali. Abbiamo seminato vento per troppi anni e ora è in arrivo l’uragano».
[...] follia del mondo alla rovescia che come in tutti i tempi “finali” della storia umana, detti “clima da Basso Impero”, conosce un ritorno carnevalesco alle antiche divinità pagane, ai fasti baccanti e orgiastici, ai suoi culti idolatrici e perversi; dove la femminilizzazione dei costumi e l’omosessualità prendono il sopravvento, in un clima festaiolo ma dal sottofondo macabro, da “crepuscolo degli dei” viscontiano. Però, nel momento stesso in cui raggiunge l’acme il clima festaiolo, tutto crolla. E i festanti restano sotto le macerie.
[...] L’emergere endemico dell’omosessualità che sempre s’accompagna con un ruolo dominante della donna sull’uomo, fateci caso e mente locale, in tutta la storia umana ha significato sempre, inderogabilmente una cosa: che si è giunti al capolinea, e che una civiltà sta per crollare e proprio nel momento di massima baldoria carnevalesca e di completo rovesciamento della natura; un mondo sta per finire. Ma non quello di coloro che sono finiti calpestati dalla folla festante, no: quello dei festeggianti.
[...] Parlo di quella strega della Hillary Clinton, che è la versione crudele di Obama. Ebbene, papalepapale, in pubblico, Crudelia Demon che vuol diventare presidentessa, l’ha detta tutta, tradendo le intenzioni che già denunciavamo appartenere ai signori del mondo, quelli che hanno scritto l’agenda liberal-radicale. E fa venire i brividi:
«I codici culturali profondamente radicati, le credenze religiose e le fobie strutturali devono essere modificate. I governi devono utilizzare i loro strumenti e le risorse coercitive per ridefinire i dogmi religiosi tradizionali».
Avete capito dove si vuol andare a parare? Ma con chi ce l’ha? I musulmani? Niente affatto, non metterebbero mai le mani in quel vespaio. Parla della Chiesa di Roma, che in America, insieme a qualche pentecostale, è rimasta l’unica resistenza contro la deriva e il predominio totale del Pensiero Unico.
La rivoluzione è la distruzione di un ordine presente e la decostruzione delle fondamenta storiche e culturali sul quale un mondo intero si reggeva, per costruire il suo “nuovo” ordine basato sull’odio verso qualcosa, che in un primo momento si chiama “amore” per gli sventurati, per poi farsi desiderio di “felicità” per tutti impartita ex lege e guai a chi si sente triste, e più tardi, infatti, si dirà solamente “terrore”.
Le rivoluzioni si manifestano in primo luogo e invariabilmente come un dovere di “mutare le parole”, una guerra alle parole che secondo “lo spirito del tempo” e la nuova “sensibilità” che ispira, risulterebbero “scorrette”: vengono prima bandite, poi abolite, quindi proibite – anche se sono il nome proprio delle cose – sostituendole con nuove, “politicamente corrette”.
Infine la Rivoluzione uccide i suoi stessi figli
[...] la nuova epoca che segue, chiusa la breve parentesi rivoluzionaria, non potrà che essere un recupero del passato, una restaurazione parziale di quello che era prima, semplicemente aggiornato.
Emblematico il caso della Russia, per dirne una, dove oggi assistiamo allo zarismo repubblicano di Putin, nuovo zar elettorale di tutte le Russie, in una pace clamorosa tra spada e croce sancita a furor di popolo e plebisciti: nell’ex Unione Sovietica questo, cioè il paese che fu “ateo” per legge, dove fu proclamata la morte di Dio e del Cristianesimo.
[...] è la rivoluzione che ancora non osa dire il suo nome, che si traveste da “riforma compassionevole”, la fase 1 della rivoluzione ; ma sta prendendo progressivamente piede la fase 2, la rivoluzione che presto svelerà apertamente il suo nome e scatenerà la sua violenza ancora appena mascherata dietro il legalismo autoritario, e gettata la maschera del legalismo la infliggerà anche fisicamente in nome non più della “legge” ma di se stessa ai non allineati; a questa seguirà la fase 3, la morte e trasfigurazione della rivoluzione in una nuova burocrazia totalizzante la cui violenza nevrastenica non risparmierà nemmeno i rivoluzionari della prima ora, altrimenti nota come “terrore”; infine, la fase 4… fino alla “restaurazione” parziale dell’ordine precedente la rivoluzione, sotto le cui scure periscono i “terroristi” rivoluzionari.
Il piede di porco della rivoluzione: i gay
Non prendiamoci in giro, soprattutto non s’illudano i gay: sono soltanto il piede di porco che serve in questo momento ai nuovi rivoluzionari liberal-radicali per sfondare la porta di tutte le chiese e di tutte le nazioni – perché questa come tutte le rivoluzioni vuol essere internazionale e qualcosa di più stavolta: mondiale, intendendo per “mondo” l’Occidente più l’appendice psicolabile dei bastioni occidentali, l’America Latina.
Una volta sfondata la porta, a cosa serve più il piede di porco, i gay? Saranno un impiccio, i gay, e dovranno allinearsi pure loro, e la Rivoluzione, che è smemorata e non è riconoscente, conosce però il carico eversivo che con sé porta il sesso “libero”: farà cadere su di loro la mannaia dell’interdizione, perderanno non solo il “matrionio” e i “nuovi diritti”, ma pure quelli vecchi, e con essi la licenza sessuale. Ogni rivoluzione parte eticista e liberal-radicale e diventa moralista e reazionaria.
Scusate: non successe così anche in Urss? [e in Germania pure] Non fu Lenin a inaugurare il nuovo corso “radicale” con l’approvazione della sodomia, il divorzio, il “libero sesso”? E come finì quella storia? Con il moralismo più bieco reso più minaccioso dallo spionismo, dalla delazione che aveva un centralino in ogni condominio. La rivoluzione russa partì omofila e sessuomane e morì omofoba e bigotta… in Siberia sovente, dove accompagnò gli afflitti dal “vizio borghese”, la sodomia, almeno quelli che non contavano una mazza (pare che lo stesso Breznev talora lo praticasse); o nell’anonimato di qualche cella delle prigioni “del popolo”, ossia del Kgb, in un silenzio assordante, sanguinoso e mortale. Sic transeunt desideria mundi.
«Ma il messaggio stava passando in Irlanda, come dovrebbe passare in Italia: attenzione, se al referendum vince il “sì” al matrimonio omosessuale – in Italia possiamo dire “se passa la legge Cirinnà” – arriveranno anche le adozioni e l’utero in affitto. E, siccome la maggioranza degli elettori in Irlanda era contraria alle adozioni, ogni persona convinta della verità di questa tesi diventava un votante per il “no”. Il governo irlandese – ed entrambi i principali partiti politici del Paese – erano tanto favorevoli al “matrimonio” omosessuale da espellere dalle proprie fila i contrari. Hanno pertanto trovato un metodo semplicissimo per garantirsi la vittoria al referendum: con la forza dei numeri in parlamento hanno introdotto l’adozione omosessuale prima del referendum. A tempo di record il governo ha introdotto nel gennaio 2015 una legge che consente alle coppie omosessuali – sposate o non sposate non importa, e all’epoca il “matrimonio” ovviamente non c’era ancora – il pieno diritto a ogni tipo di adozione, l’ha fatta approvare alla Camera in febbraio e al Senato in marzo. È diventata legge il 6 aprile 2015. Ecco dunque smontato il principale argomento della campagna contro il “sì” al “matrimonio” omosessuale: “volete votare no perché siete contrari alle adozioni? Ma le adozioni ci sono già, e continueranno a esserci comunque vada il referendum”.
Ma qualcosa resiste dinanzi alla marcia trionfale del Pensiero Unico Dominante che non tollera dissensi, e questo è inaccettabile per l’establishment radicale che vuole regnare incontrastato sul mondo tant’è che ad uno a uno sta eliminando ogni corpo intermedio: vuole governare oscuro e grigio sul corpo delle persone, sui pensieri, le opinioni, il sesso, il cervello, il cuore, la pancia: d i r e t t a m e n t e! E’ per definizione, secondo i tecnicissimi manuali di scienza politica, un nascente “totalitarismo”, non dispotismo, badate: TOTALITARISMO. Ossia annullare l’uomo così com’è e crearne uno tutto nuovo, l’uomo nuovo, ideologico, roboticamente funzionale ai piani della casta, della lobby, del pensiero dominate, del Grande Despota Senza Volto e Nome che va stagliandosi con la sua ombra grigia sull’Occidente, moderno Moloch.
Cedute in Occidente l’una dietro l’altra tutte le dighe, a cominciare dalla denominazioni protestanti dissolte nell’acido della religione civile e ridotte a claque della secolarizzazione se non a sue avanguardie, c’è ancora però lungo il cammino trionfale che porta il Pensiero Unico verso l’Olimpo del ritorno agli antichi dèi pagani, quella sola pietra lì e non lo possono tollerare, onde il livore che schiuma bava velenosa: la dottrina cattolica. Che denuncia la loro orrenda contraddizione. Che sta lì incuneata nella terra a ricordargli di quanto sono vani e votati al disastro e poi al fallimento le rivolte dell’uomo contro Dio: la storia lo dice. La verità scomoda, va rimossa, come pietra d’inciampo.
Ma Roma resiste come un Bastione diroccato, resiste da secoli misteriosamente, insieme ai più poveri figli della Chiesa e ai cattolici dell’ultima ora, i convertiti: i cattolici africani, qualche asiatico, gli orientali, resiste persino all’Islam a costo di versare il suo sangue. Lo zoccolo duro che manda in bestia il Pensiero Unico è questo.
Ogni rivoluzione deve detronizzare e decapitare qualcuno, il capro espiatorio per poi giungere, quando si sentiranno abbastanza forti, al vero “nemico della rivoluzione” e “del popolo”: che è sempre uno: il Dio di Cristo, nella sua incarnazione terrena, la Chiesa di Roma. Pietro.
Fateci caso: le rivoluzioni partono “parlando d’altro” ma poi invariabilmente arrivano a quello che era il loro segreto e vero fine: sradicare il Cattolicesimo.
La prima rivoluzione fu quella Luterana, e quale fu il suo scopo?
La seconda fu quella Francese e dove andò a parare sino a Napoleone che rapisce persino due papi?
La terza fu quella comunista e contro chi si scagliò infine essendo che già nelle sue premesse si parlava di “religione come oppio dei popoli”?
Poi la quarta, quella sessuale, l’ultima, iniziata nel ’68 e che stiamo vivendo nel suo parossismo prossimo a diventare estremo: partita dalla demolizione della figura cristiana di donna esaltandone il modello opposto, sino al gesto emblematico della recisone del cordone ombelicale che nega nella radice la natura stessa della donna contrapponendo madre e figlio dopo che col divorzio si erano contrapposti uomo e donna [...]