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Questione Maschile e politica: nuovi spunti di riflessione
Vicus:
Propongo alcune note (che andrò ampliando nel tempo) per un'azione politica volta a far recepire le istanze della Questione Maschile.
Il recente astensionismo alle elezioni è un segnale positivo: i partiti tradizionali non convincono più.
Queste note non devono intendersi come la promozione di metodi illegali, ma vogliono proporre nuove modalità di partecipazione democratica.
1. Nessuno risolverà i problemi degli uomini al posto loro.
È frequente un atteggiamento passivo di attesa di qualche partito o candidato, che risolva la situazione al nostro posto. Tuttavia, è troppo tardi per negoziare posti in Parlamento o strapuntini ministeriali. È troppo tardi anche per portare le istanze della questione maschile nei partiti o tra gli elettori.
È necessario un passo preliminare, riaffermare la verità sui diritti degli uomini calpestati e sul femminismo, altrimenti la macchina totalitaria applicherà a fondo il suo programma: ridurre gli uomini a schiavi senza valore.
Se i qmisti hanno diritto a opinioni differenti, hanno egualmente diritto a metodi di azione differenti.
2. Riscrivere le regole
Dobbiamo definire noi le regole del gioco, non il femminismo. Riscrivere le regole significa ridefinire i limiti del femminismo mostrando la sua impotenza di fronte a metodiche agili, per infrangere la prigione di vetro del politicamente corretto.
I tabù femministi si affrontano anche con l'irriverenza per porne in luce l'illegittimità. In tal modo si spezza l'incantesimo della narrazione anti-maschile e si riporta la verità al centro.
3. La creazione di situazioni
E’ necessario aggirare la trafila burocratica per creare situazioni concrete in cui i diritti degli uomini abbiano spazio e visibilità: centri di aiuto ai padri separati, associazionismo, ecc.
4. Coinvolgere le emozioni
E’ importante coinvolgere le emozioni della gente, dando risalto a storie di uomini dal forte impatto emotivo.
A questo tipo di approccio, il femminismo burocratizzato sarebbe capace di reagire solo con un discorso disumanizzato e legalista di frasi fatte: "diritto alla scelta", "emancipazione", eccetera (Continua)
COSMOS1:
i padri separati sono molto attivi
più che mettere in piedi altre iniziative secondo me dovremmo:
1 aiutare le associazioni di padri separati già attive
2 favorire il superamento della conflittualità, del personalismo e dell'individualismo rancoroso che permea queste associazioni
Vicus:
--- Citazione da: COSMOS1 - Giugno 05, 2015, 07:47:42 am ---i padri separati sono molto attivi
più che mettere in piedi altre iniziative secondo me dovremmo:
1 aiutare le associazioni di padri separati già attive
2 favorire il superamento della conflittualità, del personalismo e dell'individualismo rancoroso che permea queste associazioni
--- Termina citazione ---
Sono idee anche per le iniziative esistenti
Sul punto 2 tornerò in seguito. Può servire basare l'azione sul principio di sussidiarietà: nessuna pretesa di monopolio, ma iniziative indipendenti ed agili su temi condivisi.
Vicus:
5. Non riforme, ma rifondare una cultura in cui ci sia spazio per l’uomo
L'efficacia delle iniziative a favore della questione maschile non deve giudicarsi immediatamente in termini di risultati positivi: deve innanzitutto valutarsi in termini di trasgressione dell'ordine stabilito.
Trasgredire significa combattere il meccanismo di riproduzione delle norme oppressive, delle ineguaglianze, delle ingiustizie. È operare una deviazione simbolica dalla "normalità" imposta da un modello.
L'etica maschile di domani non può che venire dal superamento dei modelli attuali di gestione politica e sociale: la trasgressione politica procede dall'identificazione dei problemi sociali che non possono essere risolti nell'ambito delle strutture o delle istituzioni esistenti.
L'idea di candidature politiche favorevoli alla questione maschile come preliminare alla trasformazione della società è oggi un controsenso. Gli strumenti politici messi a nostra disposizione dalla democrazia non devono essere messi al servizio della conquista di apparati, ma utilizzati per sviluppare pratiche alternative a quelle del modello dominante.
Non si tratta di opporsi frontalmente al potere vigente, ma di creare multiple situazioni concrete di resistenza e di riconquista democratica che permettano innanzitutto di ristabilire la verità nell'opinione pubblica.
E' una tattica simile a quelle delle 'rivoluzioni colorate', dei flashmob, iniziative irriverenti ma pacifiche per sensibilizzare le persone.
Ciascuna di queste situazioni e azioni sociali contribuisce allo smantellamento della società femminista che denunciamo.
Non si tratta di ricercare un'ipotetica "rottura" politica nella presa di controllo di organi di potere, ma ad aumentare la nostra influenza tramite la costruzione "qui e ora" di una contro-società, di una nuova forma di vita civile e sociale. La politica diviene allora l'emergere dalla moltiplicazione di progetti che emanano da questa contro-società, autentico contro-potere che crea dei punti di resistenza non aggirabili e irreversibili.
Non si tratta di lottare contro gli “eccessi del sistema”, ma di mettere in atto di nuovi modi di azione legali che aggirino il sistema.
Soltanto in ultimo sarà opportuno creare legami tra queste differenti forme di azioni per un'azione collettiva più coordinata.
La legge e il potere, se sono davvero democratici, devono riflettere lo stato della vita reale della società. Il nostro problema non è che il potere sia corrotto e arbitrario, ma la società che riflette questo potere: il nostro compito di uomini liberi è creare dei legami di solidarietà, di libertà e amicizia che si riflettono in una nuova struttura di potere. Il senso della libertà si riacquista con le pratiche di liberazione.
freethinker:
Vicus, la trovo un'ottima idea; tutti i punti sono validi, ma quello che secondo me sta alla base di tutto è il punto 5.
Molti oggi iniziano a percepire che viviamo in una società disumanizzata e, anche per le persone meno attente, è diventato difficile fingere che tutto vada bene. Per fare un esempio, leggevo pochi giorni fa su internet i commenti alla notizia che i centri commerciali/ipermercati sono in crisi in Italia: la quasi totalità dei commenti diceva che trova questi posti tristi e che avrebbe preferito tornare ai rapporti umani che aveva quando andava a fare gli acquisti nei “negozietti sotto casa”...In maniera vaga e imprecisa, molti cominciano a percepire che qualcosa non quadra, nel quadro della società come è dipinto dai media globalizzati-femministizzati: i conti non tornano, ci deve essere altro.
E qui arrivo ad un altro principio fondamentale espresso nel quinto punto: ristabilire la verità. E' fondamentale perchè viviamo nell'epoca della menzogna e soprattutto nell'epoca in cui le menzogne sono presentate come incontrovertibili, scolpite nella roccia come verità assolute.
Una di queste verità assolute ci dice che ci sono stupri in continuazione, femminicidi a go-go, che le strade sono cosparse di cadaveri di donne barbaramente trucidate dai loro partner, chi oserebbe dubitarne? Chi non sarebbe d'accordo sui centri anti-violenza (e sulle ricche sovvenzioni relative?)
E chi oserebbe dubitare della serietà della ricerca scientifica anticancro in mano a gente come Veronesi? Oppure dell'impegno che i vari fornitori di energia mettono nel cercare di farvi consumare meno energia, quell'energia che ESSI vendono a carissimo prezzo? Sarebbe come se un fabbricante di casse da morto volesse farvi credere di essere impegnato a lavorare per l'allungamento della vita media: una barzelletta! Ristabilire la verità è un'urgenza indifferibile, in tutti i campi e la verità non è mai comoda!
Infine, Vicus, quello che dici a proposito di legge e libertà mi ricorda molto le idee di Frederic Bastiat nel suo libro dal titolo “The Law” (si trova faclimente in rete), sopratutto sul fatto che Il senso della libertà si riacquista con le pratiche di liberazione.
Su tutto il resto sono in perfetta sintonia ;)
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