Incuriosito dalla fonte dell’articolo postato da Frank faccio una piccola ricerca, ed ecco apparire un fenomenale esempio di manipolazione mediatica.
http://infodifesa.it/soldatessa-dellesercito-cosi-abbiamo/
SOLDATESSA DELL’ESERCITO: «COSÌ ABBIAMO BLOCCATO L’IVORIANO»
Redazione web / 1 settembre 2015
«Aveva quel borsone e l’abbiamo fermato. Saranno state le 7 di mattina. Abbiamo quindi chiamato la polizia che ha aperto la sacca: dentro c’erano telefonini, un pc portatile una telecamera. Tutto è cominciato così».
Il caporale Moena Mazzara, 27 anni, di Napoli, è uno dei due militari dell’Esercito che per primi hanno bloccato l’ivoriano di 18 anni Mamadou Kamara, accusato dell’omicidio dei coniugi Vittorio Solano e Mercedes Ibaniz durante una rapina nella loro villa di Palagonia.
«Ero all’inizio del mio turno –racconta la soldatessa – insieme al capo del servizio», il caporal maggiore capo scelto Pietro Mazzotta, 40 anni, della provincia di Siracusa. «Insieme alla polizia – spiega – vigiliamo all’ingresso del Centro e, in genere, fermiamo e controlliamo tutti quelli che entrano con dei borsoni. Abbiamo così fermato l’ivoriano e chiamato un ispettore di polizia che ha aperto la sacca: all’interno c’erano telefonini, un computer e altro materiale sospetto. Da lì sono partite le indagini» che si sono concluse con il fermo dell’extracomunitario.
Nel borsone, infatti, sono stati trovati anche pantaloni sporchi di sangue, mentre il telefonino è risultato essere del proprietario della villa. Una pattuglia di carabinieri si è recata sul posto pensando di dover raccogliere una denuncia per furto, invece ha scoperto i due cadaveri.
Mamadou Kamara è uno dei circa 3.000 ospiti del Cara di Mineo. Gli stranieri sono di norma liberi di entrare ed uscire dal centro, che è però sottoposto a vigilanza continua da parte dei militari dell’operazione “Strade sicure” e delle forze di polizia. «Nostro compito – spiega il capitano Filippo Rancatore, del 62/o reggimento fanteria di stanza a Catania, comandante del dispositivo di controllo – è quello di vigilare all’esterno del Cara, con delle pattuglie lungo la recinzione, e ai due varchi di ingresso.
Qui, in collaborazione con la Polizia, sottoponiamo a controlli gli ospiti che entrano ed escono.
Proprio come è successo ieri».Provo a sintetizzare: in pratica, siccome le soldatesse nell’esercito sono utili come una bicicletta ad un pesce, non appena è possibile bisogna fare in modo che appaiano, mediaticamente, di una qualche utilità.
Nell’arresto d’un malvivente, da parte di una pattuglia di due militari, di cui la soldatessa è di grado inferiore (caporale lei, caporale scelto lui) e di minore età (27 anni lei, 40 anni lui) nel titolo dell’articolo deve necessariamente comparire lei.
E fin qui…: la cavalleria è ancora d’uso.
Ma chissà: magari non è cavalleria.
Magari avrà avuto un qualche ruolo preminente nella vicenda.
Magari lo avrà bloccato con una fenomenale e fulminea azione d’immobilizzazione a terra!
Lo avrà atterrato con una repentina mossa di Krav Maga…
No:…
”Abbiamo così fermato l’ivoriano e chiamato un ispettore di polizia che ha aperto la sacca”Caspita! Inteso?
L’eroica azione è quindi stata la semplice richiesta d’aprire un borsone pieno di cellulari e panni sporchi.
Avrà però avuto il merito, la caporala d’aver intuito per prima e con un sesto senso tutto femminile…che si trattava di un omicida?
Nemmeno…
” in genere, fermiamo e controlliamo tutti quelli che entrano con dei borsoni”Quindi…?
E’ chiaro: si costruisce un articolo insignificante e pretestuoso a dimostrare che anche le donne combinano qualcosa durante un pattugliamento.
Ora mi sento molto più sicuro.
Sarebbe interessante sapere chi finanzia siti come questo