Dialoghi > Natura maschile e natura femminile

Giuseppe padre di Dio

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Frank:
Dio è il creatore per chi crede.
Chi non crede pone una semplicissima domanda: chi è il creatore di Dio ?
Peraltro si potrebbe aggiungere: chi ha creato il creatore di Dio ?
E così via, all'infinito.
Ovviamente non se ne esce e non esiste alcuna reale e sensata risposta al riguardo.

Vicus:

--- Citazione da: ilmarmocchio - Giugno 12, 2015, 21:20:12 pm ---dai, non si può equivocarne il senso :
la Chiesa è donna. più chiaro di così

--- Termina citazione ---
Non ho equivocato, dico solo che la Chiesa non può essere una donna, essendo un'istituzione.
Non è errato dire che la Chiesa è madre e la dignità di Maria è superiore a quella degli Apostoli. Ma l'essenza della Chiesa non può limitarsi a a queste affermazioni: spero che la stampa non le interpeti nel solito senso femminista, facendo della Chiesa un gineceo o una stanza dei bambini. O prendendole come un invito a cancellare la Chiesa degli Apostoli e di Tommaso d'Aquino.

@Frank: la scienza comincia a scoprire che il tempo non è un assoluto - il che non rende difficile immaginare un'entità che sia sempre esistita.

Frank:
@ Vicus, questa non è farina del mio sacco, è stata scritta da un vecchio della q.m. almeno dieci anni fa.


--- Citazione ---Che cosa faceva Dio prima di creare l'universo? Per quale motivo lo creò in quel particolare momento, piuttosto che in un altro? Ma, soprattutto, perché creò l'universo? Se era "contento" di esistere in eterno senza un universo, che cosa lo costrinse a "decidersi" a crearne uno?
La Bibbia lascia parecchio spazio al dibattito su questi argomenti. E il dibattito c'è stato di sicuro. In effetti, gran parte della dottrina cristiana relativa alla creazione venne sviluppata molto tempo dopo la stesura della Genesi e fu influenzata dal pensiero greco tanto quanto da quello giudaico. Due questioni sono particolarmente interessanti dal punto di vista scientifico. La prima riguarda la relazione di Dio con il tempo; la seconda la sua relazione con la materia.
Le principali religioni occidentali proclamano che Dio è eterno, ma la parola "eterno" può avere due significati alquanto diversi. Da una parte può significare che Dio è esistito per un periodo infinito di tempo nel passato e che continuerà a esistere per un periodo infinito di tempo nel futuro; dall'altra che Dio è completamente fuori dal tempo.
Sant'Agostino optò per la seconda interpretazione quando affermò che Dio creò il mondo "con il tempo e non nel tempo". Considerando il tempo come universo fisico, piuttosto che come qualcosa in cui ha luogo la creazione dell'universo, e ponendo Dio completamente al di fuori di esso, Agostino evitò elegantemente il problema di cosa facesse Dio prima della creazione.
Questo vantaggio, comunque, è conseguito a un certo prezzo. Tutti possono riconoscere la forza dell'argomento che "qualcosa deve avere dato inizio a tutto questo". Nel diciassettesimo secolo era di moda considerare l'universo come una macchina gigantesca che era stata azionata da Dio.
Persino oggi molti sono attratti dall'idea di Dio come Primo Motore o la Causa Prima in una catena causale cosmica. Ma cosa significa, per un Dio posto fuori del tempo, causare qualcosa? In conseguenza
di questa difficoltà, quanti credono in un Dio atemporale preferiscono enfatizzare il suo ruolo nel mantenere e sostenere la creazione in tutti i momenti della sua esistenza. Non viene fatta alcuna distinzione tra creazione e conservazione: agli occhi del Dio atemporale entrambe rappresentano la medesima azione.

Il rapporto di Dio con la materia è stato allo stesso modo oggetto di difficoltà dottrinali. Alcuni miti sulla
creazione, come ad esempio la versione babilonese, dipingono un'immagine del cosmo come qualcosa che emerge dal caos primordiale. (Letteralmente "cosmo" significa "ordine" e "bellezza"; quest'ultimo aspetto soppravvive nella moderna parola "cosmetico".)
Secondo questo punto di vista la materia è anteriore a un atto soprannaturale creativo, ed è ordinata da esso. Una concezione simile fu abbracciata nella Grecia classica. Il Demiurgo di Platone era limitato perché doveva lavorare con la materia già esistente. Questo atteggiamento fu adottato anche dai cristiani gnostici, che consideravano la materia corrotta, e quindi un prodotto del diavolo più che di Dio.
In realtà l'uso generico della parola "Dio" in queste discussioni può disorientare, considerata la ricca varietà di schemi teologici proposti nel corso della storia. La credenza in un essere divino che dà origine all'universo e poi "si mette seduto comodamente" a osservare gli eventi che si svolgono, senza prendervi direttamente parte, è nota come deismo. In esse la natura di Dio è espressa nell'immagine del perfetto orologiaio, una sorta di ingegnere cosmico, che progetta e costruisce un meccanismo elaborato e immenso, e poi lo mette in moto. In antitesi con il deismo c'è il teismo, la credenza in un Dio che è il creatore dell'universo, ma che rimane pure coinvolto direttamente nella gestione quotidiana del mondo, soprattutto negli affari degli esseri umani, con cui
Dio mantiene un rapporto personale continuo e un ruolo di guida. Tanto nel deismo quanto nel teismo
viene tracciata una netta distinzione tra Dio e il mondo, fra il creatore e la creatura. Dio è considerato come un essere completamente altro dall'universo fisico e oltre esso, benché ne sia ancora responsabile. Nel sistema noto come panteismo, non viene fatta una tale distinzione tra Dio e
l'universo fisico. Pertanto Dio è identificato con la natura stessa: ogni cosa è parte di Dio e Dio è in ogni cosa. C'è anche il panenteismo, che somiglia al panteismo in quanto l'universo è parte di Dio, ma
non tutto. Una metafora è quella dell'universo come corpo di Dio.
Infine, parecchi scienziati hanno proposto un Dio che si sviluppa all'interno dell'universo, diventando alla fine così potente da rassomigliare al Demiurgo di Platone.

Alla fine della fiera, però, resta il fatto che nessuno sa, né mai potrà sapere, se Dio esiste oppure no.
Tra l'altro basta chiedere:"Qual è la causa di Dio?" e subito cominciano le difficoltà...
Risponde il credente:"Dio non ha bisogno di causa, poiché Egli è un essere necessario, causa di se stesso".
Perfetto.
Ma se si ammette che qualcosa - e cioè Dio - possa esistere senza causa, viene meno la necessità del concetto di Dio. Infatti, anche l'universo stesso potrebbe esistere senza una causa esterna a sé. Supporre che l'universo sia causa di se stesso richiede una sospensione dell'incredulità non maggiore che dichiarare che Dio è causa di se stesso.
--- Termina citazione ---

Vicus:
Dio non è un concetto, un'idea astratta aggiunta alla realtà per spiegare qualcosa - in altre fedi l'idea di creazione è alquanto sfumata.
La fede di un uomo si vede dal fatto che parla di Dio come di una Persona presente, con naturalezza e semplicità, non in termini sensazionalistici.
Detto questo, i greci arrivarono con la sola ragione a scoprire l'esistenza di un Dio personale, osservando la natura così ordinata e complessa da non poter essere frutto del caso.

PS Nella nostra attuale cultura cerchiamo di descrivere la realtà con concetti astratti. Vico e altri proposero un linguaggio comune che partisse dall'osservazione di essa.

ilmarmocchio:

--- Citazione da: Vicus - Giugno 13, 2015, 00:07:02 am ---Non ho equivocato, dico solo che la Chiesa non può essere una donna, essendo un'istituzione.
Non è errato dire che la Chiesa è madre e la dignità di Maria è superiore a quella degli Apostoli. Ma l'essenza della Chiesa non può limitarsi a a queste affermazioni: spero che la stampa non le interpeti nel solito senso femminista, facendo della Chiesa un gineceo o una stanza dei bambini. O prendendole come un invito a cancellare la Chiesa degli Apostoli e di Tommaso d'Aquino.

La stampa prenderà la palla al balzo, purtroppo.
Anch'io ritengo che una istituzione non ha sesso. Rimane però l'affermazione  virgolettata " la Chiesa è donna ".
Non capisco dove si vuole andare a parare, visto che ritengo molto improbabile che Bergoglio sia uno sciocco
--- Termina citazione ---

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