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http://27esimaora.corriere.it/articolo/ha-ucciso-il-marito-col-veleno-per-topi-liberata-in-nigeria-la-quindicenne-wasila/Wasila Tasi’u ha 15 anni. Non ha mai imparato a leggere e scrivere perché non è mai andata a scuola, ma è una vedova e un’assassina. Ha passato gli ultimi dieci mesi in un carcere nigeriano nello stato di Kano per l’omicidio del marito di 35 anni che le era stato imposto di sposare come seconda moglie.
Nell’aprile dell’anno scorso, una settimana dopo il matrimonio, il marito Umar ha invitato gli amici per festeggiare. Wasila ha preparato il banchetto: riso condito con veleno per topi. Sono morti in quattro e lei è finita sotto processo per omicidio: rischiava la pena capitale. Ma l’altro ieri è stata liberata, con il suo velo candido sopra la gonna multicolore. Il suo avvocato, una donna (con lei nella foto) ha convinto il procuratore a ritirare le accuse. Avevano cercato di condannarla sulla base di una confessione in inglese che aveva firmato con l’impronta del pollice: ma lei parla solo la lingua Hausa.
Non era affatto scontato che Wasila ottenesse la libertà. Un’altra minorenne che ha ucciso il marito trentacinquenne resta in carcere.
Wasila ha un altro problema però: molti la vogliono morta.
Gli attivisti per i diritti umani hanno esultato alla notizia del suo rilascio. Ma c’è anche chi crede che sia un’ingiustizia. I leader religiosi del villaggio del Nord da cui proviene chiedono un risarcimento per le vittime: 36 milioni di naira (170mila dollari) per ciascuno dei morti sulla base della sharia. Il governo ha offerto 2 milioni di naira (quasi diecimila dollari) per ciascuno, ma gli interessati hanno rifiutato. ”Quattro persone sono morte. La gente è arrabbiata. Potrebbero reagire”, ha spiegato all’Associated Press l’avvocata Aliyu Ibrahim, che ha difeso Wasila pro bono perché si batte per i diritti delle donne nigeriane da quasi trent’anni.
La famiglia di Wasila è andata a trovarla pochissime volte quand’era in carcere. Ora però la rivuole. L’avvocato Ibrahim teme che la darebbero in moglie a qualcun altro. D’altra parte, aggiunge, senza scuole nella zona non è che ci siano grandi alternative per i genitori. In Nigeria i matrimoni con le minorenni sono contro la legge, ma sono frequenti lo stesso (le norme non sono state ratificate nel nord del Paese, dove metà delle ragazze a 15 anni sono già mogli).
Durante il processo, Wasila non ha fiatato: ha guardato il pavimento. E’ stato condotto in inglese e lei non capiva una parola. Faticava, però, a controllare le emozioni e di tanto in tanto scoppiava in lacrime.