Autore Topic: Il macchinista del diretto 136 ... e altre storie?  (Letto 1950 volte)

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Offline Rita

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Il macchinista del diretto 136 ... e altre storie?
« il: Marzo 31, 2010, 21:12:41 pm »
si puo'  :unsure: mica si viola il copyright... senò si toglie, se si puo' storie e storielle letterarie che hanno in qualche modo attinenza al tema o comunque ai rapporti uomo-donna, magari datate, ma in fondo ripropongono storie vecchie ma sempre nuove che il grande fiume raccoglie sulle rive della bassa e porta al mare ..." parafrasando Giovannino Guareschi di cui metto la prima storia.

Per Red:
http://www.metromaschile.it/forum/index.php/topic,1219.msg11394.html#msg11394

qui l'ho raccontata male .. a memoria  :rolleyes:
La ricopio in bella copia così come la scrisse Guareschi, tratta da il "Corrierino delle famiglie".



Ognuno c'ha il suo idolum

Il macchinista del diretto 136, ogni volta che era di servizio, appunto, sul diretto 136, partiva col cuore pieno di agitazione. “Ci sarà anche questa volta?” pensava, mentre il treno cominciava a muoversi “Ci sarà anche stavolta come tutte le altre volte?”
Infatti già da due anni, quando il diretto 136 arrivava alla curva numero 18, succedeva un certo fatto, che dava sempre più da pensare al macchinista.
Alla curva 18, il diretto doveva rallentare e, quando la macchina passava a velocità ridotta davanti alla casetta bianca che sorgeva a una cinquantina di metri dal piede della scarpata, il macchinista poteva vedere, con tutta tranquillità, che le imposte della seconda finestra del primo piano si spalancavano e si affacciava una giovane donna che, sorridendo, agitava il braccio in segno di saluto.
Erano ormai due anni che la cosa si ripeteva puntualmente. E puntualmente il macchinista rispondeva al saluto agitando il berretto.
Il fatto era diventato quasi un incubo per il macchinista e, con l’andar del tempo, pensava alla ragazza della curva 18 anche quando non era in servizio.
Il macchinista non era felice. Era celibe, abitava presso una vecchia zia che gli voleva un bene dell’anima. Il macchinista non aveva quindi preoccupazioni di nessun genere e avrebbe potuto tirare avanti in completa tranquillità se la monotonia della sua vita non gli fosse venuta a noia.
Unico diversivo la ragazza alla curva 18. Ma fino a quando sarebbe stato un diversivo?
Il fatto si ripeteva già da due anni e minacciava quindi di diventare “regolare”, addirittura “regolamentare” e quindi, di trasformarsi anch’esso in una semplice parte della noia generale.
E, un giorno, qualcosa accadde veramente di nuovo alla curva 18: giunto alla curva 18, il diretto 136 rallentò come di consueto. Poi, con un improvviso stridore di freni, si arrestò.
Un uomo scivolò giù dalla locomotiva e si perdette rapidamente tra la sterpaglia di un boschetto che si levava vicino alla scarpata.
Accadde un putiferio perché l’uomo che era saltato giù dal treno era il macchinista. Il diretto rimase fermo qualche minuto e poi, quando il capotreno ebbe compiuta la necessaria indagine, il convoglio riprese la marcia guidato dall’aiutante macchinista.
Il treno scomparve e, allora, il macchinista uscì dal suo nascondiglio e guardò la casetta bianca.
La donna giovane e bella era rimasta alla finestra: aveva visto il macchinista saltar giù dalla locomotiva e correre a celarsi nel cespuglio.
Continuava a sorridere e il macchinista si avviò verso la casetta bianca.
Giunto sotto la finestrella si fermò e guardò su.
“Scusate se uno sconosciuto vi rivolge la parola” disse il macchinista “ma io…”
“Non siete uno sconosciuto” rispose allegramente la fanciulla, “Io vi conosco ormai da due anni. Voi siete il macchinista del diretto 136”.


Il macchinista allargò le braccia: “Diciamo piuttosto che io ero il macchinista del diretto 136. Dopo quel che è successo poco fa, credo che non lo sarò mai più vita natural durante”.
La ragazza diventò triste: “Peccato” sospirò, “peccato davvero. Mi piaceva tanto il macchinista del diretto 136 .. adesso che non ci siete più, il diretto 136 non passerà più?”
“No davvero. Passerà regolarmente, come sempre, con un altro macchinista al posto mio”.
La ragazza battè le mani piena di gioia:
“Non vedo l’ora che arrivi domani per vedere come sarà il nuovo macchinista del diretto 136. Dite che sarà bello e simpatico come eravate voi?”
“Non lo so “ rispose il macchinista “Comunque io vi faccio presente che io non sono morto e se ero bello e simpatico fino a mezz’ora fa, lo dovrei essere ancora”.
“A me piaceva tanto il macchinista del diretto 136”
Il macchinista guardò per l’ultima volta la ragazza e trovò che, vista da lì, era tutta diversa da quando la vedeva stando sulla cabina della locomotiva.
“Così, scherzando scherzando, s’è fatto tardi” borbottò toccandosi il berretto. “Buona sera”
“buona sera” rispose la ragazza ritirandosi dalla finestra e richiudendo le gelosie.
E lui?
Lui non andò in nessun posto. Incominciò a gironzolare per la campagna e imparò rapidamente a vivere di niente come tutti i vagabondi dell’universo.
Continuò a gironzolare per la campagna sempre costeggiando una linea ferroviaria.
E ancora oggi sono passati anni ed annorum e il vagabondo che fu macchinista del diretto 136, continua a vivere così, come un cane randagio, aspettando che il treno passi, lassù in alto in cima al terrapieno della strada ferrata.
 
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Re: Il macchinista del diretto 136 ... e altre storie?
« Risposta #1 il: Aprile 01, 2010, 19:24:06 pm »
bella...
ci voleva, grazie Rita...  :wub:
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Rita

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Re: Il macchinista del diretto 136 ... e altre storie?
« Risposta #2 il: Novembre 13, 2010, 22:28:48 pm »
http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/la-qm-e-la-casa-del-popolo/msg22644/#msg22644

il dialogo fra i pensionati della Casa del Popolo "ispira" e "suggerisce". In particolare questo passaggio mi ha fatto tornare in mente un altro racconto di Giovannino Guareschi (e da notare che i suoi racconti sono i racconti dell'uomo qualunque, quello che si sarebbe dovuto riconoscere insieme alla sua famiglia, nelle descrizioni de "Il corrierino della famiglia" e "La scoperta di Milano" "Lo Zibaldino" etc.

Citazione
E pensa' che in casa mia ha sempre comandato la mi moglie, era l'ammiraglia di casa: a lei piaceva il fritto,cucinava sempre fritto,ho caato incudini per quarant'anni ma guai dirle varcosa contro.

Il fritto proibito  :cool:
http://iodagrande.blogspot.com/2010/02/il-fritto-proibito.html
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