Autore Topic: Da migranti a supereroi  (Letto 2830 volte)

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Offline ilmarmocchio

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #1 il: Giugno 23, 2015, 17:44:21 pm »
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Arrivano i supereroi politicamente corretti
GLI autori Marvel sanno che Darwin ha perfettamente ragione. I supereroi come gli organismi viventi devono cambiare perché l'ambiente cambia. Altrimenti, rischiano di scomparire. Per rimanere icona e mito devono far parlare di sé. Dunque i personaggi Marvel si trasformano seguendo il politically correct e la necessità di acquisire nuovo pubblico. Per esempio tra le lettrici e i neri. Ecco Thor: nel giro di un paio di mesi diventa donna. Il Thor maschio negli ultimi tempi lascia a desiderare, sta combinando un sacco di guai e non merita più di usare il martello che è il simbolo del proprio potere, quello del figlio di Odino. Non ci sarà una She-Thor, cioè una versione femminile del personaggio. Semplicemente una donna sarà Thor. D'altronde la scritta sul martello di Thor recita: «Chiunque detiene questo martello se egli ( he, maschile) è degno, deve possedere il potere di Thor».
Evidentemente l'iscrizione dovrà essere aggiornata. e il povero vecchio Thor? Dopo essere diventato indegno di usare la sua tipica arma, secondo qualche indiscrezione prenderà un altro nome e userà l'ascia. Anche per Capitan America, il cui nome all'anagrafe è Steve Rogers, sta per cambiare tutto. Infatti Steve non sarà più in grado di somministrarsi il siero del supersoldato, che gli ha permesso di rimanere giovane ed eroico. Diventato un normale ottantenne alle prese con gli acciacchi della sua età, vedrà il suo ruolo interpretato da Sam Wilson, da sempre suo compagno d'avventura e primo supereroe afroamericano con il nome di Falcon. Non è una novità la sostituzione di Steve Rogers, ma per la prima volta il personaggio simbolo del superomismo statunitense, colui che negli anni Quaranta aveva preso per la collottola Stalin e Hitler, avrà la pelle nera come il presidente Obama. Questo lo avvicinerà ai problemi della gente comune: il personaggio ha un passato di assistente sociale, e conosce da vicino i problemi delle metropoli e della povertà.
Qualcuno potrà dire che questa è una vecchia storia, che è sempre accaduto, che ci fu il nero Isaiah Bradley che divenne Capitan America nel 2003 e combatté contro i nazisti (in avventure ambientate nella Seconda Guerra Mondiale). Che due anni fa venne rivelato il matrimonio gay di Northstar, ex Alpha Flight ed ex X-Men con il suo partner Kyle. Che da qualche tempo Ms. Marvel è Kamala Khan, una pakistana-americana le cui avventure, in stile molto autoriale, sono scritte da un'autrice islamica. Che Spiderman da tempo non è più Peter parker, ma Miles Morales, di madre portoricana. Che tra gli X-Men non mancano relazioni omosessuali. Sullo stesso piano la concorrente DC Comics ha risposto per ora più timidamente. Alan Scott, il primo Lanterna Verde, dodici anni fa fece coming out. Mentre fece notizia nel 2006 quando Batwoman si innamorò di un poliziotta.
D'altronde la comunicazione ha le sue necessità e le sue regole, spiega Marco Marcello Lupoi, direttore di Marvel Italia: «C'è la volontà di rinnovare i personaggi seguendo i cambiamenti della società. E il nuovo pubblico da avvicinare è innanzitutto quello femminile. Un tempo si pensava che, a parte Wonder Woman, i supereroi femminili non potessero che fallire. Oggi abbiamo sette, otto testate dedicate a loro e che un'icona della mascolinità come Thor venga sostituito da una donna semplicemente perché è migliore dell'uomo mi sembra una scelta epocale». In linea con altre scelte molto coraggiose, riguardo la libertà sessuale. Pochi giorni fa la Marvel ha vinto il Premio Glaad contro le discriminazione per la sua serie dei Giovani Vendicatori, in cui convivono coppie di gay e di lesbiche.
Se un supereroe deve cambiare, le situazioni che possono far parlare di lui il mondo non sono poi tante: il matrimonio non va più tanto di moda, la morte è stata fin troppo usata (ma si vocifera che da settembre sugli albi statunitensi si potrà assistere a quella di Wolverine, drammatica e poetica). Non rimane che il tema del genere uomo donna, del colore della pelle e delle preferenze sessuali. Poco altro. Neanche i traslochi non fanno notizia. Perché nel frattempo qualche supereroe da New York, città simbolo del supereroismo Marvel, sta andando dall'altra parte, a San Francisco. L'ha fatto Devil, è in procinto di farlo un altro personaggio che sta per cambiare: Iron Man. San Francisco è in California, dunque vicina a Hollywood e a San Diego. Hollywood è il cinema, cui la Marvel deve tantissimo in questi ultimi anni. I fumetti sono fondamentali per la continuazione di un sogno e di una tradizione ma il vero business è altrove: al box-office e nel merchandising, nel commercio delle immagini dei personaggi reso possibile dal successo cinematografico.
San Diego è la città dove si svolgerà la prossima settimana (dal 24 al 27 luglio) il più crossmediale tra i grandi festival del fumetto. Là dove fino a vent'anni fa c'erano stand di editori e qualche bancarella per i dischi usati, ora c'è l'industria del cinema e della televisione. Per ore si fa la fila per le firme degli attori e le anteprime di film grondanti di effetti speciali. È in attesa di San Diego che le novità Marvel vengono lanciate in queste ore. Così come la notizia dei nuovi film: altri cinque dal 2017 al 2019.
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Il soldato-simbolo è un assistente sociale Lanterna Verde fece coming out anni fa
THOR E CAP
Sono tra i padri fondatori dell'universo Marvel Ora Steve Rogers e Donald Blake lasciano i loro personaggi

Offline Sardus_Pater

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #2 il: Giugno 23, 2015, 17:59:12 pm »
Molte di queste scelte sono spiegabili con le terre parallele, decine, che fanno parte degli universi della DC e della Marvel.
Quindi, continua ad esserci l'universo in cui Peter Parker è l'Uomo Ragno, quello in cui Thor è un uomo, ecc. Il giornalista, che evidentemente non ne capisce un tubo di fumetti, non sa queste cose e riporta allegramente notizie frammentarie. Pensate che in un Universo parallelo DC, il piccolo Superman è atterrato in URSS ed è cresciuto da perfetto supercompagno :w00t: .
Ormai i comics book sono fatti per nerd trenta-quarantenni che s'accattano acriticamente tutto quello che fa parte dell'universo Marvel (fumetti, gadget, art book dedicati, action figures, ecc.), ma quasi non c'è ricambio generazionale, visto che ai ragazzini interessano poco i fumetti e preferiscono i film e i giocattoli. Il ^pericolo^ di queste novità per "mantenersi al passo coi tempi" quindi è molto limitato.
Comunque, non è manco detto che questi cambiamenti incontrino il successo commerciale sperato e che le case editrici tornino sui loro passi, inventandosi l'ennesimo universo parallelo per spiegare i cambiamenti occorsi in precedenza.
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Offline ilmarmocchio

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #3 il: Giugno 23, 2015, 18:18:17 pm »
naturalmente non è cambiata la società, ma si vuole farla cambiare :doh:

Offline freethinker

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #4 il: Giugno 23, 2015, 19:01:13 pm »
Sottoscrivo, non è proprio detto che si ripeta il successo che ebbero i fumetti originali, io li leggevo negli anni 80 perchè mio fratello era un appassionato, ma era un'epoca in cui non c'erano serie televisive del genere eccetera. E poi, come ben sanno gli appassionati di fantascienza, genere nel quale è nato il concetto stesso di universo parallelo, quello degli universi paralleli è un tema da trattare col contagocce, in quanto il lettore rischia di perdersi e di perdere l'interesse.
Curioso poi che, mentre si producono fumetti con storie femministicamente corretti, i ragazzini vadano matti per i video giochi pieni di eplosioni, gare di velocità, eccetera. Evidentemente, l'indottrinamento di un certo tipo fa abbastanza cilecca :(
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Offline Sardus_Pater

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #5 il: Giugno 24, 2015, 10:34:01 am »
Citazione
E poi, come ben sanno gli appassionati di fantascienza, genere nel quale è nato il concetto stesso di universo parallelo, quello degli universi paralleli è un tema da trattare col contagocce, in quanto il lettore rischia di perdersi e di perdere l'interesse.

Invece, sia alla DC che alla Marvel ne hanno abusato, hanno fatto decine di spin-off che solo i veri nerd possono seguire. Se non ti sveni per seguire anche dieci serie diverse al mese, visto che le trame son tutte concatenate, rischi di non capirci più nulla. E' anche una strategia commerciale, ma negli USA i comics book col cavolo che vendono quanto nel periodo in cui a Spidey gli ammazzavano Gwen Stacy o Tony Stark/Iron Man cadeva nella stretta dell'alcoolismo (anni '70, insomma).
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Offline Sardus_Pater

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #6 il: Giugno 24, 2015, 16:58:15 pm »
Nel frattempo, a proposito di fumetti, stavolta "neri", un esempio di misandria proveniente dalla presentazione della ristampa a "episodi mirati" di Satanik:

http://www.mondadoricomics.it/blog/satanik-the-marny-bannister-witch-project

La coppia formata dallo sceneggiatore Luciano Secchi – in arte, Bunker – e dal disegnatore Roberto Raviola – al secolo, Magnus – creano la sensuale, rossa e luciferina Satanik a pochi mesi di distanza da nero e torbido Kriminal.

È il dicembre del 1964. Nello stesso anno, il 17 settembre, negli Stati Uniti, era andato in onda il primo episodio del serial televisivo Vita da strega (Bewitched), destinato a diventare uno degli show di punta del network ABC.

Quando, un anno dopo, sempre negli USA, la NBC lancia – in concorrenza con la sit-com interpretata da Elizabeth Montgomery e Dick York – Strega per amore (I dream of Jeannie), con Barbara Eden e Larry Hagman, il Italia il pocket su cui vengono pubblicate le storie di Satanik è già un affermato successo editoriale.

Mentre, insomma, nell’immaginario pop mondiale la strega è ormai ridotta al ruolo di mogliettina fedele, alla ricerca di un tranquillo menage familiare, o di incontenibile cripto-geisha desiderosa di esaudire le volontà dell’uomo di cui è innamorata (anche se bisogna dire che la Jeannie di Strega per amore è, di fatto, un genio della lampada), Magnus & Bunker invece intendono ricondurre il mito stregonesco alle sue origini.

La strega come ribelle, quindi: una creatura che svela finalmente il marciume nascosto dietro la magnifica facciata del boom economico, lo specchio acido e cinico di una donna consapevole e indipendente capace di scardinare la mentalità patriarcale della classe borghese.

L’allegoria è evidente: perversa e dissoluta, bellissima e decadente, crudele e assetata di ricchezze, Satanik rappresenta l’alter ego di Marny Bannister, una venticinquenne docente universitaria di Chimica che a causa del suo volto sfigurato viene ripudiata dalla famiglia e rifiutata da una società maschilista e reazionaria.

Grazie a una geniale combinazione di teorie scientifiche e ricerche alchemiche, la dottoressa riesce, però, a mutare il suo aspetto, trasformandosi nell’unica cosa che gli uomini, nella loro mediocrità, comprendono e a cui ambiscono: una donna bella e disinibita da esibire come uno status symbol e possedere come un oggetto sessuale.

Ma Satanik di quelle voglie e di quelle ambizioni incarna tutto il potenziale distruttivo, ritorcendole, come in un contrappasso dantesco contro chi le cova dentro di sé.

Una raffigurazione metaforica quanto mai attuale, considerando che ancora oggi, all’inizio del nuovo secolo, la mente e il corpo femminile sono ancora prigionieri di discriminazioni, pregiudizi e odi atavici. E che emancipazione e pari opportunità devono troppo spesso essere conquistate su un terreno denso di insidie e di false libertà.


 
 
 
Ecco cosa succede a voler leggere un'opera, che per quanto sovversiva, è comunque figlia di quegli anni, col filtro degli occhi zerbineschi odierni :sick:.
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Offline freethinker

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #7 il: Giugno 24, 2015, 18:49:40 pm »
Ma si, me lo ricordo, il fumetto Satanik! qualche volta mi è capitato di leggerlo. In quei tempi tra ragazzi, ci si scambiavano spesso i fumetti; mi sembra di ricordare che gli autori Magnus e Bunker fossero gli stessi di Alan Ford, che compravo sporadicamente.
Dato che le risorse economiche erano poche, dovevo fare delle scelte e preferivo di gran lunga Linus, che aveva al suo interno delle strisce memorabili, tipo quelle di Wizard of Id, spassose, oltre che politicamente scorrette. Me ne sovviene una: il mago Wiz e  la moglie grassona passano davandi ad un negozio di costumi da bagno; la moglie dice al mago: "caro, come credi che mi starebbe quel bikini?" Risposta: "Come due elastici su un uovo di struzzo". :lol:   
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Offline Sardus_Pater

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #8 il: Giugno 24, 2015, 18:53:39 pm »
Citazione
Ma si, me lo ricordo, il fumetto Satanik! qualche volta mi è capitato di leggerlo. In quei tempi tra ragazzi, ci si scambiavano spesso i fumetti; mi sembra di ricordare che gli autori Magnus e Bunker fossero gli stessi di Alan Ford, che compravo sporadicamente.

Sì, erano Magnus e Bunker.

Oggi una striscia del genere come quella da te citata non passerebbe forse manco nella Settimana Enigmistica :cry: .
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Offline Vicus

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #9 il: Giugno 24, 2015, 22:10:12 pm »
Leggevo anch'io Alan Ford. Tra gli stranieri, Al Capp èuna vera opera d'arte, spassosissimo e allo stesso tempo di un livello intellettuale non riscontrabile nella letteratura 'seria' (men che meno nei libri della Maraini) :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Da migranti a supereroi
« Risposta #10 il: Giugno 25, 2015, 17:23:43 pm »
Comunque, quelle scemenze sul patriarcato ce le ha messe il recensore.
Non parliamo poi di Alan Ford, dove non c'era nessun riferimento femminista.
Sono schifezze di oggi

Offline Sardus_Pater

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Re:Da migranti a supereroi (il topic dei fumetti)
« Risposta #11 il: Giugno 26, 2015, 15:36:14 pm »
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Comunque, quelle scemenze sul patriarcato ce le ha messe il recensore.

Esatto. Satanik non si fa problemi ad ammazzare anche donne, ad esempio.
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