Fonte: NYT
ATENE - Nella notte il Primo Ministro Alexis Tsipras ha annunciato la chiusura delle banche a seguito del fallimento dei negoziati con i creditori ed il conseguente perdurare di una situazione per la popolazione sempre peggiore, aumentando nel contempo l’allarme a Washington, Bruxelles e Berlino.
Le misure di emergenza hanno intensificato lo stato di confusione e imprevedibilità di una crisi che alcuni analisti sostengono potrebbe propagarsi attraverso i mercati finanziari globali minando la stessa unità europea. La maggior parte dei mercati asiatici ha da poco aperto negativamente.
Con così tanto in gioco, i leader delle principali capitali hanno incoraggiato la continua ricerca di un modo per evitare che la Grecia non sia costretta ad abbandonare la valuta europea. La Grecia dovrebbe rispettare la scadenza del debito entro martedì, ed ha per questo programmato un referendum per domenica prossima al fine di decidere se accettare i termini di una proposta da parte dei suoi creditori in vista di un bailout utile a far fronte ai propri obblighi finanziari.
Tsipras ha annunciato la chiusura bancaria d’emergenza, della borsa, ed ha imposto controlli sui capitali appena poche ore dopo che la Banca centrale Europea ha dichiarato che non avrebbe portato avanti il programma di prestiti di emergenza che era stato vitale per puntellare le banche greche in queste settimane. Il sistema bancario ha sfiorato l’insolvenza dopo che i titolari dei conti correnti, in preda al panico, hanno ritirato miliardi di euro fino a poche ore fa.
“È chiaro che la decisione della BCE non ha altro obiettivo che ricattare il popolo greco ostacolando la regolare procedura democratica in vista del referendum”, ha dichiarato Tsipras in un breve discorso televisivo.
Tsipras ha attribuito la decisione alla mancanza di volontà dei creditori del Paese di estendere il programma di salvataggio, che si concluderà martedì, fino a domenica prossima, in modo che la Grecia possa tenere il suo referendum nazionale. Il referendum è stata una mossa a sorpresa del Primo Ministro, annunciato sabato mattina, dichiarando che dovranno essere gli elettori a decidere se accettare le condizioni di aiuto proposte dei creditori — termini che lui ritiene onerosi.
I creditori della Grecia – gli altri 18 Paesi della zona euro, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale – hanno interrotto le trattative con Tsipras dopo l’annuncio del referendum, sollevando il timore che la Grecia faccia default sul suo debito decidendo di cercare di risolvere i suoi problemi finanziari abbandonando l’euro.
Obama la Merkel hanno parlato al telefono ed “hanno convenuto che era di fondamentale importanza fare ogni sforzo per tornare su un percorso che permetterà alla Grecia di riprendere le riforme e la crescita all’interno della zona euro”. Si attende ad ore una dichiarazione pubblica della Merkel da Berlino.
Christine Lagarde, Direttore Generale del Fondo monetario internazionale, che è sempre stata fortemente critica in merito alla posizione negoziale della Grecia, ha rilasciato in queste ore una dichiarazione più morbida e possibilista, che manifesta la sua volontà “a continuare ad impegnarsi con le autorità greche”.
La Grecia deve effettuare un pagamento di 1.6 miliardi di € al FMI entro martedì. Prima di questo fine settimana, i negoziati durati quattro mesi si sono concentrati su come ottenere che il Paese accettasse revisioni fiscali, aumento delle tasse e tagli alle pensioni in cambio della concessione, da parte dei creditori, di un piano di salvataggio di 7.2 miliardi affinché la Grecia rispettasse i suoi obblighi di debito a breve termine, equivalenti a circa 8,1 miliardi dollari. Tsipras ha ripetutamente invocato un più ampio accordo globale che avrebbe liberato la Grecia dall’economia di austerità.
A Bruxelles, la Commissione europea ha formulato le sue inaspettate mosse. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, ha rilasciato una dichiarazione che suggerisce che i creditori erano disposti a discutere il peso del debito della Grecia, domanda chiave del Governo Tsipras. Ancor più sorprendentemente, la Commissione ha pubblicato i dettagli dell’offerta fatta alla Grecia, una mossa destinata a dimostrare che i creditori avrebbero fatto di tutto per soddisfare le richieste greche.
“Questo è un ultimo ponte che stiamo costruendo per loro”, ha dichiarato un funzionario UE in merito alla decisione di pubblicare i termini della proposta. L’obiettivo era di fare pressione al signor Tsipras per “cambiare rotta” ed incoraggiare gli elettori a scegliere “sì” all’imminente referendum.
Alcuni ritengono che la figura chiave nella ricerca di un compromesso, supponendo che ci sia ancora tempo per farlo, sia la signora Merkel, la più potente figura politica in Europa. Rimasta in silenzio domenica, è stato reso noto che Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco, avrebbe parlato per il Governo a Bruxelles durante la giornata di sabato. In seguito al fallimento dei colloqui, il ministro delle finanze ha dichiarato che la Germania e le altre nazioni della zona euro vorrebbero continuare a mantenere un tavolo di discussione, ma ha altresì accusato i Greci per la dichiarazione in merito ad un possibile default. Ma Schäuble ha anche indicato la disponibilità a “fare di tutto per evitare ogni possibile rischio di contagio” sull’esempio greco…
Norbert Röttgen, membro anziano del partito della Merkel, responsabile degli affari esteri, ha sottolineato le più ampie implicazioni geopolitiche di quello che ha definito un “Governo greco vagabondo”, che potrebbe (addirittura, ndt) dire di no al prossimo round di sanzioni europee contro la Russia, precisando che dopo cinque anni di salvataggi, “non può semplicemente crollare nel giro di una settimana”.
Il punto del giorno ruota intorno alle specificità delle azioni di emergenza annunciate dal Tsipras, che non ha menzionato il mercato azionario nel suo discorso pubblico anche se un alto funzionario del Governo greco ha confermato che avrebbe chiuso anch’esso. Il Primo Ministro ha indicato che le restrizioni avrebbero riguardato i prelievi bancomat come i trasferimenti di denaro. Un decreto legislativo aveva confermato che le banche sarebbero state chiuse entro il 6 luglio e che il tetto quotidiano sui prelievi bancomat sarebbe stato impostato a 60 €. Ciò non si applicherebbe ai turisti con carte emesse nei loro Paesi d’origine. Tale basso tetto di prelievo in contanti evidenzierebbe la condizione disastrosa del sistema bancario greco. Cipro evitò un collasso bancario nel 2013 per l’adozione di misure simili, anche se il limite di prelievo giornaliero fu di 300 €. Il Governo cipriota agì però in concerto con altri Governi europei come parte di un nuovo programma di salvataggio, mentre le azioni greche sono il risultato di una rottura nei colloqui di salvataggio.
La Banca centrale europea, anche se si è rifiutata di estendere i fondi di emergenza per le banche greche, non ha tagliato del tutto il supporto, il che fornirà al Governo una certa flessibilità nei prossimi giorni. La decisione della Banca Centrale di limitare il programma di prestiti di emergenza invece di cancellarlo “consente alle banche greche di rimanere in una sorta di coma: non funzionano, ma non sono morte”, ha dichiarato Karl Whelan, professore di economia presso l’University College di Dublino. In questo modo, il sistema finanziario greco potrebbe essere rianimato se la Grecia mantiene un accordo con i suoi creditori.
E molti analisti hanno previsto che, nonostante i fuochi d’artificio di queste ore, le due parti potrebbero anche tornare al tavolo. Inoltre, anche se Tsipras e gli altri membri del suo Governo indicheranno alla nazione di votare “no” al referendum per respingere la proposta dei creditori, alcuni esperti prevedono che gli elettori greci, come per il voto sull’uscita dal sistema euro, voteranno “sì”.