Troppo comodo cosi'.
In Italia c'e' stata una adesione entusiastica all'Europa almeno fino alla crisi del 2008. Piu' in particolare, pur non avendone i requisiti l'Italia imploro' la Germania di farla entrare nell'Euro (mentre la Germania era riluttante e inizialmente decisamente contraria) al momento della sua costituzione, nel 1999. Tutto questo con l'appoggio deciso della popolazione.
Lo stesso vale per la Grecia, dove nonostante le bastonate prese in questi anni c'e' ancora una maggioranza di greci che vogliono tenersi l'Euro.
Francamente, sono stanco di balle. L'Euro nei paesi del Sud e' stato voluto fortemente dalla popolazione, altro che storie.
Semmai, sono i paesi del Nord come la Germania che erano contrari.
Gli italiani non hanno votato per l'euro ma l'hanno dovuto accettare, così come dovuto accettare che il vecchio milione di lire al mese diventasse 512 euro circa e con i prezzi di parecchi beni quasi raddoppiati rispetto al periodo pre euro. E' vero, all'inizio hanno accettato lamentandosi poco e sperando che questa "sfaccimma" di Europa desse un "futuro migliore" ai propri figli e a loro stessi. Dopo tanti anni di promesse, di "crisi del debito" , vedendo che stiamo facendo sempre più la fine della Grecia (in particolare dopo il GOLPE FINANZIARIO DEL NOVEMBRE 2011) hanno cominciato a odiare la moneta Euro.
Questione Grecia...
Qualche anno fa, pure proposero in Grecia un referendum... Vi ricordate come andò a finire? Referendum non fatto poichè l'Europa... Era il 2011
http://www.corriere.it/economia/11_novembre_03/g20-grecia-euro_412f53d6-05f0-11e1-a74a-dac8530a33df.shtmlGrecia, l'euroreferendum non si farà Papandreou apre a governo di transizione
Il premier in Parlamento: «Sacrifici duri, ma necessari per avere un futuro». Contatti avviati con l'opposizione
MILANO - Il referendum greco sulla volontà o meno di rimanere nell'euro non si farà. Dopo aver provocato un terremoto nella già devastata situazione economico-finanziaria dell'europa, il premier greco Papandreou fa marcia indietro. Niente consultazione popolare, affronterà il voto di fiducia in Parlamento ma con un'apertura all'opposizione per un governo di transizione. In serata, dopo colloqui con parlamentari dell'opposizione, si è presentato al Parlamento di Atene per un intervento sulla crisi: «Ho la responsabilità di trovare le risorse per evitare la bancarotta del Paese - ha detto in sintesi il premier - . I sacrifici sono stati duri, ma aiuteranno a porre nuove fondamenta per il futuro. L'accordo raggiunto a Bruxelles il 26 ottobre è fondamentale per il Paese e apre nuovi orizzonti per la Grecia. E l'unico modo di rimanere nell'euro è aderire ai termini dell'accordo della scorsa settimana».
GOVERNO ALLARGATO - Prima di presentarsi in Parlamento per pronunciare il discorso con cui chiede la fiducia, George Papandreou ha avuto un colloquio telefonico con Antonis Samaras, leader del principale partito d'opposizione Nuova Democraiza. Al centro del colloquio l'ipotesi di formazione di un governo di unitá nazionale che possa guidare la Grecia fino alla conclusione del salvataggio europeo. I colloqui tra governo ed opposizione continueranno per tutta la notte. Papandreou del resto era in grande difficoltà. Voci della sua maggioranza lo volevano dimissionario subito dopo il consiglio dei ministri d'emergenza. E proprio in quella riunione almeno quattro membri dell'esecutivo avrebbero chiesto a Papandreou il passo indietro. Anche la Bbc era convinta che il premier fosse pronto a lasciare nel giro di poche ore. Un'ipotesi poi smentita dall'ufficio di Papandreou. Mentre la tv di stato greca spiegava che l'ex vicepresidente della Banca centrale europea, Lucas Papademos, avrebbe sostituito Papandreou in caso di dimissioni.
REFERENDUM- La crisi di governo era stata formalmente aperta dalla scelta del premier di indire un referendum sul piano salva-euro varato la scorsa settimana dall'Unione. Una mossa che ha creato ondate di ribassi sui mercati con effetto a catena sui titoli di altri paesi e delle banche. Di conseguenza, era palese l'irritazione dei principali leader europei, senza contare la reazione di alcuni ministri greci, tra cui il titolare delle Finanze e numero due del governo Evangelos Venizelos, che rivendicano la «conquista storica» dell'ingresso nell'euro. In Parlamento due deputati della maggioranza socialista hanno annunciato intanto che non voteranno venerdì la fiducia al governo, che rischia di perdere così la maggioranza in Parlamento, ridotta a 150 voti su 300. Il ritiro del referendum potrebbe far cambiare loro idea.
SARKOZY: «UN SUCCESSO L'ANNULLAMENTO DEL REFERENDUM» «Se con un comunicato l'opposizione in Grecia dice che supporta le misure nel piano negoziato il 27 ottobre, il referendum diventa meno utile». Così il presidente francese, Nicolas Sarkozy, nella conferenza stampa con i giornalisti al G20 di Cannes. «Non vogliamo dare l'impressione - ha aggiunto il capo dell'Eliseo - di entrare nelle vicende domestiche dei Paesi, ma noi ci occupiamo dell'euro e la moneta unica va difesa». Il presidente francese ha detto ancora che l'eventuale annullamento della consultazione popolare sulle misure di austerità della Grecia sarebbe «un successo del messaggio lanciato da Francia e Germania».
OBAMA: «ALLEATI DELL'UNIONE» - Insieme all'Italia, la Grecia è il grande tema del G20 in corso a Cannes. Arrivando al summit il presidente americano Obama ha chiesto di dare «priorità alla ricerca di soluzioni per la crisi» assicurando che gli Stati Uniti «sono pronti a dare un mano» a conferma del ruolo di «alleati dell'Unione»
MERKEL: «AVANTI SENZA LA GRECIA»- L'Eurozona si sta comunque attrezzando per minimizzare i danni di una possibile uscita della Grecia dalla moneta unica. E dell' eventualità fino a qualche ora prima ritenuta drammatica, quasi impronunciabile, in realtà i leader stanno prendendo atto. «Andremo avanti anche senza la Grecia» avevano affermato al termine del vertice con Papandreou, mercoledì note a Cannes, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy. «Lavoriamo per ridurre i danno per i cittadini tedeschi e della zona dell'euro» ha poi confermato il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker intervistato da una tv tedesca.
JUNCKER: NON A OGNI COSTO- Sulla stessa linea c'era il presidente dell' Eurogruppo Jean-Claude Juncker: «È auspicabile che la Grecia resti nell'euro, ma non a ogni costo» ha affermato ammettendo che si sta già «lavorando sulla questione di come assicurarci che non ci sia un disastro per i cittadini tedeschi, del Lussemburgo, della zona euro. Siamo assolutamente preparati per la situazione».