In provincia di Treviso, il prefetto donna, tale Maria Augusta Marrosu, già era famosa prima della schifezza che ha tentato di fare con la "sistemazione" di clandestini (andata male grazie alla giusta e ferma reazione degli abitanti locali che hanno difeso le proprie case).
Guardate questa campionessa cosa aveva fatto qualche mese fa...
http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/05/28/news/prefetto-cacciato-per-il-cane-marrosu-non-sono-arrogante-1.11509850TREVISO. Dopo la cacciata del prefetto Maria Augusta Marrosu e della sua cagnolina Olga dalla cena dell'asparago, lunedì sera al ristorante “Grave di Papadopoli” a Cimadolmo, imbarazzo e polemiche dividono Treviso. Il prefetto ha parlato ieri, per la prima volta, dichiarandosi tranquillo e negando di avere usato toni arroganti con i gestori. «Non è neppure servito che obiettassi che c'è una legge che consente di tenere con sé un cagnolino se non disturba. Ho manifestato tutta la mia irritazione e me ne sono andata, senza minacciare nessuno perché sono l'opposto di una rappresentante istituzionale arrogante», commenta Marrosu.
Parole che sembrano non aver toccato minimamente Maurizio Bassetto, proprietario del locale e protagonista del singolare battibecco. «Dalle 7 del mattino il mio telefonino non ha fatto altro che squillare», commenta, «mi hanno scritto ristoratori, sindacati di polizia e sindaci della zona dicendomi “Sei il mio mito”.
Non ho paura di nessuna denuncia, non mi piace l'arroganza e una come quella che ho subìto non l'avevo mai vista». Botta e risposta.
Ma ecco che lo screzio irrompe in piena campagna elettorale e la piccola Olga, trenta centimetri di bassotto misto a pincher, diventa a tutti gli effetti un caso politico. Andrea Zanoni, candidato alle regionali per il Pd grida al boicottaggio: «Trovo gravemente scorretto impedire l’accesso al proprietario con il proprio cagnolino, tenuto dentro a una cuccia a tracolla, soprattutto se non si ha ben evidenziato il divieto», dice, «perciò ritengo utile invitare tutti i cittadini che hanno un cane, tutti coloro che amano gli animali e tutti quelli che sono per il rispetto delle leggi, a boicottare questo ristorante, dove la correttezza e le buone maniere non sono di casa, facendo passaparola con amici e conoscenti».
Apriti cielo. Mentre molti animalisti applaudono, voci dal Pd si alzano contro il sabotaggio. Il primo a smarcarsi è Daniele Ceschin, altro candidato in corsa per palazzo Balbi, invitando tutto il suo partito a prendere le distanze dalla proposta di Zanoni, definita una «scomposta ricerca di visibilità». «Non si tutelano i diritti degli animali e non si fanno gli interessi del territorio con i boicottaggi», ha commentato Ceschin, rincarando poi la dose: «Costruire una contrapposizione tra un'attività commerciale e il sacrosanto rispetto per gli animali, è strumentale e politicamente miope. Ancora più politicamente sciocco incitare i cittadini a un vero e proprio boicottaggio: non serve a nessuno».
Per Mauro Michielon, già parlamentare leghista e assessore di Ca' Sugana, tutto si riduce a una questione di buon senso.
Lo sostiene da politico ma, prima ancora, da proprietario di Rudy (cagnolino di razza shih tzu). «Se c'è una regola va rispettata», commenta, «quando noto che all'ingresso di una pasticceria c'è un divieto, il mio cane lo lego fuori. La premessa sono l'educazione e il rispetto delle norme»
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http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/07/18/news/caccia-il-prefetto-riceve-la-visita-dei-nas-1.11796839Caccia il prefetto, riceve la visita dei Nas
Due mesi fa: Marrosu era entrata nel ristorante con la cagnolina nella borsa, il titolare non gradì e la allontanò
di Serena Gasparoni
Ora 11.15: al ristorante “Grave di Papadopoli”, meglio conosciuto come “Da Maurizio”a Cimadolmo arrivano i Nas. Maurizio Bassetto fa spallucce e dice «me l’aspettavo».
Una sorta di “regolamento di conti”, fa intendere il ristoratore affatto sorpreso, dopo che il 26 maggio scorso aveva fatto gentilmente uscire dal locale il prefetto Maria Augusta Marrosu, il marito ma soprattutto la cagnolina Olga, nascosta nella borsetta. Nel locale non sono ammessi animali: irremovibile Bassetto non aveva fatto sconti, nemmeno al prefetto.
Il prefetto Maria Augusta Marrosu
Il prefetto Maria Augusta Marrosu
In suo soccorso sono sopraggiunti sul posto 5 venetisti del Life, poi i Carabinieri di San Polo. È stato redatto un verbale con le irregolarità rilevate. Le conseguenze? O una multa, l’ipotesi peggiore la chiusura. E’ accaduto ieri mattina: quando gli uomini dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità (Nas) sono giunti in via Cav. di Vittorio Veneto Maurizio Bassetto non era presente.
Maurizio Bassetto
Maurizio Bassetto
Hanno dovuto attendere il suo arrivo prima di iniziare i controlli di rito. «Ho chiesto per quale partita Iva fossero venuti ad effettuare il controllo, e li ho spiazzati», spiega Bassetto. In suo “soccorso” sopraggiungono sul posto cinque amici nonchè venetisti del Life. I toni si scaldano soprattutto quando i cinque pretendono di seguire gli uomini dei Nas ad ogni passo nel corso dell’ispezione all’interno del ristorante e alla richiesta di identificazione presentano il loro passaporto veneto. «Eravamo lì solo per vigilare sulle ispezioni in corso» dice Daniele Quaglia del Life. Una situazione tesa al punto che i Nas richiedono l’intervento dei Carabinieri di San Polo di Piave che una volta arrivati placando gli animi e fanno in modo che l’ispezione possa volgere al termine.
«Loro hanno fatto il loro lavoro per carità. Guarda caso l’ultima ispezione risale a circa 9 anni fa. Qualche pensierino l’ho fatto naturalmente a quanto avvenuto con il prefetto. Ma io l’ho detto fin dall’inizio che m’avrebbero mandato il controllo. La cosa più di tanto dunque non mi stupisce. Mi preoccupa piuttosto che mi facciano chiudere l’attività». Quando il prefetto venne fatto accomodare all’esterno del locale nel maggio scorso qualcuno riferì che Marrosu avrebbe pronunciato frasi del tipo «bisogna farlo chiudere questo locale», da lei poi prontamente smentite. Dopo l’ispezione i Nas hanno redatto il loro verbale.
«Devo ancora leggerlo le carte le ho lì, ma mi hanno sequestrato 20 chili di carne e hanno segnalato il fatto che manca l’autorizzazione Usl. Ma non ce l’ho da due annii», continua Bassetto, «Non riesco ad ottenerla solo a causa di un inghippo burocratico legato al fatto che per loro il ristorante farebbe parte del settore turismo anziché del commercio». Ora si tratterà di capire quali le conseguenze di questo verbale. Potrebbero limitarsi ad una multa o nella peggiore delle ipotesi potrebbe essere disposta la chiusura del locale. Un incubo che si ripeterebbe per Bassetto. «Già capitò nel ’94, spesi cento milioni delle vecchie lire, fui costretto a ricorrere al Tar ma alla fine mi diedero ragione».
L’ennesima grana dopo lo scorso 26 maggio quando la storia del ristoratore che caccia il prefetto e il suo cagnolino dal ristorante era sulla bocca di tutti. Alcuni dalla parte di Bassetto. Altri, tra cui l’attivista del Pd, Andrea Zanoni proposero di boicottare il locale. Strascichi di quell’episodio si possono rintracciare ancora su Tripadvisor. Elena di Montegrotto Terme scrive, «Ho visto far alzare una signora a metà cena perché la cameriera ha visto che nella sua borsetta c’era un cagnolino. È una vergogna, non ho visto trattare così neanche i ladri». La donna con il cagnolino nella borsetta era il prefetto Marrosu. «Sapevo che questo controllo sarebbe arrivato», conclude Bassetto, «basta non mi facciano chiudere».
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MARIA AUGUSTA MARROSU - Prefetto