Autore Topic: Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim  (Letto 9780 volte)

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Offline Damocle

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Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« il: Luglio 21, 2015, 08:26:38 am »
Tempo fa è uscito un saggio scritto dalla sociologa Catherine Hakim che introduceva il concetto di "capitale erotico" https://en.wikipedia.org/wiki/Sexual_capital https://en.wikipedia.org/wiki/Catherine_Hakim



Ecco una presentazione delle idee di questa sociologa:

"Il mondo sorride ai belli, già da bambini. E questo vantaggio iniziale si prolunga nel corso di tutta la vita. Chi è avvenente è portato ad avere più amici, più amanti, a conquistare con maggiore facilità la simpatia di colleghi, clienti, ammiratori. Ha più successo nella sfera privata, ma anche nella politica, nello sport, nelle arti e nel lavoro. Ognuno di noi è dotato di alcune risorse personali che può cercare di sviluppare per migliorarsi: il capitale economico (il denaro), il capitale umano (l'educazione e l'esperienza) e il capitale sociale (le conoscenze e l'ambiente sociale in cui si cresce). Esiste però una quarta, fondamentale risorsa: il capitale erotico. Con ironia, la sociologa Catherine Hakim espone in che cosa consista questo prezioso giacimento - una miscela di bellezza, sex appeal, abilità sociali, vitalità, eleganza e competenze sessuali - spiegandoci quale ruolo abbia nella vita quotidiana e quanto sia determinante per comprendere i meccanismi relazionali, economici, psicologici della nostra società. Il capitale erotico è a disposizione degli uomini come delle donne, eppure queste ultime, che ne posseggono in quantità maggiore, essendo da sempre abituate a coltivarlo, ne beneficiano in misura minore. Pregiudizi maschilisti e teorie femministe per troppo tempo ci hanno inculcato l'idea che sfruttare il fascino femminile sia sbagliato: ma perché le donne non dovrebbero approfittare del proprio vantaggio?"

Le 6 componenti del capitale erotico secondo la Hakim sono:

1) Bellezza. Le ultime ricerche dimostrano come la regolarità dei tratti, la simmetria e persino il colore dell'incarnato contribuiscono al fascino, e l'idea di bellezza solo parzialmente si modifica nel tempo e nello spazio, a seconda dell'epoca storica o della società.
2) Richiamo sessuale. La seconda componente è il richiamo sessuale, che può essere distinto dalla pura bellezza. In una certa misura la bellezza è prevalentemente legata ai lineamenti del viso, mentre il richiamo sessuale è legato in primo luogo al corpo, ma può derivare anche dalla personalità o dallo stile, dalla femminilità o dalla mascolinità, dal modo di porsi con gli altri, dall'interazione sociale.
3) La terza componente del capitale erotico è di natura squisitamente sociale: grazia, fascino, capacità di interazione sociale, di farsi amare dagli altri, di farli sentire a proprio agio e felici, di suscitare in loro la voglia di conoscerci e il desiderio, se è questo che ci interessa.
4) La quarta componente è la vitalità: un insieme di forma fisica, energia sociale e buonumore. Le persone vitali possono risultare molto attraenti per gli altri, come accade è chi è definito "l'anima della festa".
5) La quinta componente riguarda il modo di presentarsi: l'abbigliamento, il trucco, il profumo, i gioielli e gli ornamenti in genere, l'acconciatura e i vari ornamenti che le persone indossano o esibiscono per segnalare al mondo il proprio status sociale o il proprio stile.
6) La sesta componente è la sessualità: la competenza sessuale, l'energia, l'immaginazione erotica, la giocosità e tutto quanto fa di una persona un partner sessualmente soddisfacente.

"Il capitale erotico è a disposizione degli uomini come delle donne, eppure queste ultime, che ne posseggono in quantità maggiore, essendo da sempre abituate a coltivarlo, ne beneficiano in misura minore. Pregiudizi maschilisti e teorie femministe per troppo tempo ci hanno inculcato l'idea che sfruttare il fascino femminile sia sbagliato: ma perché le donne non dovrebbero approfittare del proprio vantaggio? Nel lavoro, se si hanno esperienze e competenze accertate, l'avvenenza è un plusvalore, non un inconveniente. Per chi ha scarse qualifiche, invece, può diventare la risorsa più importante. E nel privato, imparare a sfruttare il capitale erotico è fondamentale per stabilire un rapporto vantaggioso con il partner: a qualsiasi età e in ogni cultura gli uomini hanno infatti un desiderio sessuale molto più spiccato rispetto alle donne e ne sono maggiormente condizionati."

"La scoperta del deficit sessuale maschile è di tale portata da dove essere dettagliatamente circostanziata in questo capitolo. Il principio del minore interesse e della forte domanda maschile di donne attraenti accresce il valore del capitale erotico femminile. Lo squilibrio nell'interesse per il sesso, se riconosciuto, offre alla donne un vantaggio rilevante nelle relazioni private"

"Il fatto ineludibile è che nella vita moderna la sessualità è diventata più importante per tutti: non solo per le élite o per i ricchi, come succedeva in passato, quando i re avevano gli harem e i nobili le concubine. Una delle conseguenze di questo aspetto della nostra vita è che il valore del capitale erotico femminile è aumentato, non foss'altro che a causa di una domanda maschile di intrattenimento sessuale apparentemente inesauribile, una realtà che le donne non sempre capiscono appieno."

I 4 capitali:

"Ogni individuo è dotato di quattro risorse personali. Il capitale erotico è la quarta.
Il capitale economico è la somma delle risorse e delle disponibilità che gli individui impegnano per generare guadagni di natura finanziaria: il denaro, i terreni o le proprietà immobiliari.
Ognuno di noi sa che il denaro può comprare quasi tutto. Oltre che di "capitale economico", oggi che le economie occidentali sono diventate meritocrazie, ci siamo abituati a parlare di "capitale umano" per riferirci agli enormi benefici economici e sociali che derivano da una buona istruzione scolastica e dall'esperienza professionale.
Ma il concetto di capitale culturale elaborato da Bordieu è più ampio di quello di capitale umano e include le conoscenze e i manufatti culturali: abbraccia le risorse e le disponibilità di informazioni che hanno valore sociale, come la conoscenza delle arti, della letteratura e della musica, oltre alle nozioni acquisite che contribuiscono al buon gusto e una dizione corretta, rendendo l'individuo "distinto". E comprende anche manufatti culturali quali dipinti, dischi o strumenti musicali, sculture, libri, arredi raffinati, abitazioni storiche o disegnate da architetti: cose materiale che possono essere possedute, acquistate e vendute (diversamente dal buon gusto) e contribuiscono a elevare lo status sociale dell'individuo.
Più recentemente abbiamo adottato l'espressione "capitale sociale" per riferirci al valore economico e sociale di amici, parenti e contatti professionali: chi si conosce, ben distinto da ciò che si conosce.
Secondo la definizione di Bordieu, il capitale sociale è la somma delle risorse, attuali o potenziali, di un individuo o di un gruppo, derivanti dall'accesso a una rete di relazioni o dall'appartenenza a una comunità, a una tribù o a un circolo che possono produrre relazioni utili.
Il capitale erotico combina bellezza, richiamo sessuale, vitalità, eleganza, fascino e abilità sociali. È una miscela di attrattive fisiche e relazionali."

Questa è la Hakim:



Qui è all'iniziativa tedesca "DLDwomen Night" in mezzo a due donne dal ragguardevole capitale erotico:



« Ultima modifica: Luglio 21, 2015, 08:37:22 am da Damocle »

Offline Damocle

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #1 il: Luglio 21, 2015, 08:46:06 am »
Mentre nel messaggio precedente all'inizio c'è la presentazione promozionale fatta dalla casa editrice e poi alcuni brani del libro tratti dall'anteprima di google books, quella che segue è una recensione presa da qui: http://www.matitaverde.it/Il-Capitale-Erotico-di-Catherine-Hakim.html

"Capitale erotico è un concetto coniato dall’autrice Catherine Hakim (benché in qualche occasione la frase fosse stata usata, non consistentemente, da altri studiosi) per indicare la facilità per le persone eroticamente interessanti di ottenere nell’esistenza privilegi e vantaggi simili a quelli che derivano dagli altri tipi di capitale, in particolare da quello economico (quanto ricco nasci) e quello sociale (chi conosce la tua famiglia). Secondo la Hakim, il capitale erotico non è ancora sfruttato con l’intensità e la nonchalance che meriterebbe, soprattutto dalle donne, che ne hanno in abbondanza. La Hakim propone alcune formule per metterlo a frutto, alcune delle quali sono legate allo scambio denaro-per-erotismo, che a detta dell’autrice dovrebbe essere più diffuso e meglio regolamentato.

La trama di questo saggio coincide un po’ con la storia del rapporto fra i sessi. Da sempre, l’umanità si è divisa fra un genere (quello maschile) che ha un forte desiderio sessuale e uno (l’altra metà del cielo) che il desiderio sessuale ce l’ha, ma non così potente. Questa differenza, secondo le classiche leggi economiche della domanda e dell’offerta, crea al contempo un “deficit” maschile e un “capitale erotico” femminile. Il problema è che le donne non sono state mai brave a sfruttare tale capitale, osteggiate come sono state da uomini gelosi del proprio predominio e rancorosi. I tempi sembrano invece maturi - secondo Catherine Hakim - affinché il capitale erotico venga misurato e pagato per quello che vale (sì: pagato anche in quel senso, in una visione dello scambio amoroso molto più vicina a quella lecita in Olanda che in Svezia, almeno nell’anno in cui scriviamo - il 2014).

I protagonisti di questo libro sono i belli: in particolare, le donne belle. I belli sono statisticamente avvantaggiati nella professione: ottengono posti di lavoro migliori, fanno matrimoni migliori, sono addirittura in media più intelligenti (a quanto pare, è falsificabile lo stereotipo della bella-oca: le persone belle sono soggette a più stimoli e diventano presto più sveglie delle brutte).
I brutti, secondo la Hakim, fanno una vitaccia non solo fra le mura domestiche, ma anche in campo professionale: guadagnano poco, soprattutto se sono obesi.
Quanto riportato finora non è originalissimo. Che la bellezza sia un bel vantaggio viene spontaneo pensarlo un po' a tutti. L’idea nuova apportata dalla Hakim è che il “capitale erotico” dei belli andrebbe riconosciuto e pagato al di là di ogni moralismo. Per esempio, dovrebbe essere esplicito che certe professioni (soprattutto quelle a contatto con il pubblico) dovrebbero essere riservate alle persone attraenti e non ci si dovrebbe scandalizzare se pagassero più profumatamente di professioni che comportano pari difficoltà e sforzo, ma eseguibili da persone brutte. Le persone belle non dovrebbero avere remore a sfruttare la propria avvenenza per ottenere quel che desiderano: per esempio, un matrimonio d'interesse nel quale la parte bella non è innamoratissima, o una promozione non meritata proprio sul campo. La Hakim poi entra in un territorio minato: sostiene che le persone belle non dovrebbero farsi scrupoli a scambiare il capitale erotico con il capitale economico neanche attraverso il mestiere più antico del mondo, che dovrebbe essere - secondo l'autrice britannica - più diffuso e socialmente accettato di quanto accade oggi, visto che è per lei un modo efficace per pareggiare i conti economici fra donne e uomini.

Gli assunti dai quali Catherine Hakim trae le teorie del capitale erotico sono un po’ forti e non necessariamente validati statisticamente, ci pare. In particolare, dà per scontato che:
gli uomini hanno più desiderio sessuale delle donne, per natura e non per cultura;
per questo motivo, gli uomini vivono una vita di frustrazione;
le donne sono in media assai più attraenti degli uomini. Questo aumenta la frustrazione degli uomini e li rende particolarmente soggetti a scambi economici che le donne dovrebbero sfruttare in maniera più consistente.
A noi pare che l’autrice mescoli troppo allegramente le inclinazioni naturali con quelle sociali. Per la Hakim, le abitudini erotiche di uomini e donne sono dettate solo dalla diversa natura del desiderio dei due sessi, dimenticando il ruolo dell’educazione e della cultura, che si sviluppano non necessariamente per assecondare le inclinazioni naturali, ma anche per contrastarle e almeno per compensarle. Sappiamo che questa critica le viene mossa specialmente dalle femministe, le quali tendono a sottovalutare le differenze biologiche fra i sessi per sottolineare quelle imposte dalla cultura prevalente. Ugualmente, non possiamo non notare come l’autrice consideri con disinvoltura la biologia come causa dell’organizzazione sociale, piuttosto che come una delle cause.

Questo volume è riuscito a conquistarsi le critiche sia dei maschilisti (i quali negano la quantificazione dell’erotismo femminile poiché lo vorrebbero totalmente asservito al proprio) sia delle femministe (le quali negano che le donne abbiano alcunché che le differenzi, qualitativamente o quantitativamente, dagli uomini, figuriamoci un capitale erotico). Da critici amanti della polemica, diremmo che è un bel risultato, che riscatta la banalità di certi capitoli del saggio."

Offline Warlordmaniac

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #2 il: Luglio 21, 2015, 11:11:29 am »
Una liberista che pensa di essere rivoluzionaria in una società liberista.
Dice che non si dovrebbero avere remore a scambiare potenziale erotico con potenziale di altro tipo; però non capisce che se più ti riconoscono come vuota, e più fascino perdi. Per essere attraenti lo spessore umano aiuta.

Mi ricordo di una ballerina da night, qualche mese fa, durante una consumazione, che mi ha detto in poche parole: "Senti, a me non me frega niente di niente di qualcosa cosa, le tariffe sono queste; io tutto quello che faccio lo faccio per guadagnare, mi interessa solo quello."
Sincerità che le mie zone basse non sembrano aver apprezzato.

Offline TheDarkSider

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #3 il: Luglio 21, 2015, 15:06:32 pm »
Condivido il presupposto teorico del discorso della Hakim: gli uomini hanno un desiderio sessuale piu' potente delle donne che genera una domanda di intrattenimento sessuale femminile pressoche' inesauribile.

Quanto alle conclusioni, e cioe' che le donne dovrebbero diventare ancora piu' approfittatrici e troie di quanto gia' non sono, a questo punto dello sviluppo della civilta' occidentale non vedo chi o cosa possa impedirlo.
Facciano pure, se credono che questo le renda felici, l'importante e' che non sia tolta a me la  liberta' di trattarle da luride troie approfittatrici quali sono.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
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Offline zagaro

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #4 il: Luglio 21, 2015, 15:10:22 pm »
Mentre nel messaggio precedente all'inizio c'è la presentazione promozionale fatta dalla casa editrice e poi alcuni brani del libro tratti dall'anteprima di google books, quella che segue è una recensione presa da qui: http://www.matitaverde.it/Il-Capitale-Erotico-di-Catherine-Hakim.html

"Capitale erotico è un concetto coniato dall’autrice Catherine Hakim (benché in qualche occasione la frase fosse stata usata, non consistentemente, da altri studiosi) per indicare la facilità per le persone eroticamente interessanti di ottenere nell’esistenza privilegi e vantaggi simili a quelli che derivano dagli altri tipi di capitale, in particolare da quello economico (quanto ricco nasci) e quello sociale (chi conosce la tua famiglia). Secondo la Hakim, il capitale erotico non è ancora sfruttato con l’intensità e la nonchalance che meriterebbe, soprattutto dalle donne, che ne hanno in abbondanza. La Hakim propone alcune formule per metterlo a frutto, alcune delle quali sono legate allo scambio denaro-per-erotismo, che a detta dell’autrice dovrebbe essere più diffuso e meglio regolamentato.

La trama di questo saggio coincide un po’ con la storia del rapporto fra i sessi. Da sempre, l’umanità si è divisa fra un genere (quello maschile) che ha un forte desiderio sessuale e uno (l’altra metà del cielo) che il desiderio sessuale ce l’ha, ma non così potente. Questa differenza, secondo le classiche leggi economiche della domanda e dell’offerta, crea al contempo un “deficit” maschile e un “capitale erotico” femminile. Il problema è che le donne non sono state mai brave a sfruttare tale capitale, osteggiate come sono state da uomini gelosi del proprio predominio e rancorosi. I tempi sembrano invece maturi - secondo Catherine Hakim - affinché il capitale erotico venga misurato e pagato per quello che vale (sì: pagato anche in quel senso, in una visione dello scambio amoroso molto più vicina a quella lecita in Olanda che in Svezia, almeno nell’anno in cui scriviamo - il 2014).

I protagonisti di questo libro sono i belli: in particolare, le donne belle. I belli sono statisticamente avvantaggiati nella professione: ottengono posti di lavoro migliori, fanno matrimoni migliori, sono addirittura in media più intelligenti (a quanto pare, è falsificabile lo stereotipo della bella-oca: le persone belle sono soggette a più stimoli e diventano presto più sveglie delle brutte).
I brutti, secondo la Hakim, fanno una vitaccia non solo fra le mura domestiche, ma anche in campo professionale: guadagnano poco, soprattutto se sono obesi.
Quanto riportato finora non è originalissimo. Che la bellezza sia un bel vantaggio viene spontaneo pensarlo un po' a tutti. L’idea nuova apportata dalla Hakim è che il “capitale erotico” dei belli andrebbe riconosciuto e pagato al di là di ogni moralismo. Per esempio, dovrebbe essere esplicito che certe professioni (soprattutto quelle a contatto con il pubblico) dovrebbero essere riservate alle persone attraenti e non ci si dovrebbe scandalizzare se pagassero più profumatamente di professioni che comportano pari difficoltà e sforzo, ma eseguibili da persone brutte. Le persone belle non dovrebbero avere remore a sfruttare la propria avvenenza per ottenere quel che desiderano: per esempio, un matrimonio d'interesse nel quale la parte bella non è innamoratissima, o una promozione non meritata proprio sul campo. La Hakim poi entra in un territorio minato: sostiene che le persone belle non dovrebbero farsi scrupoli a scambiare il capitale erotico con il capitale economico neanche attraverso il mestiere più antico del mondo, che dovrebbe essere - secondo l'autrice britannica - più diffuso e socialmente accettato di quanto accade oggi, visto che è per lei un modo efficace per pareggiare i conti economici fra donne e uomini.

Gli assunti dai quali Catherine Hakim trae le teorie del capitale erotico sono un po’ forti e non necessariamente validati statisticamente, ci pare. In particolare, dà per scontato che:
gli uomini hanno più desiderio sessuale delle donne, per natura e non per cultura;
per questo motivo, gli uomini vivono una vita di frustrazione;
le donne sono in media assai più attraenti degli uomini. Questo aumenta la frustrazione degli uomini e li rende particolarmente soggetti a scambi economici che le donne dovrebbero sfruttare in maniera più consistente.
A noi pare che l’autrice mescoli troppo allegramente le inclinazioni naturali con quelle sociali. Per la Hakim, le abitudini erotiche di uomini e donne sono dettate solo dalla diversa natura del desiderio dei due sessi, dimenticando il ruolo dell’educazione e della cultura, che si sviluppano non necessariamente per assecondare le inclinazioni naturali, ma anche per contrastarle e almeno per compensarle. Sappiamo che questa critica le viene mossa specialmente dalle femministe, le quali tendono a sottovalutare le differenze biologiche fra i sessi per sottolineare quelle imposte dalla cultura prevalente. Ugualmente, non possiamo non notare come l’autrice consideri con disinvoltura la biologia come causa dell’organizzazione sociale, piuttosto che come una delle cause.

Questo volume è riuscito a conquistarsi le critiche sia dei maschilisti (i quali negano la quantificazione dell’erotismo femminile poiché lo vorrebbero totalmente asservito al proprio) sia delle femministe (le quali negano che le donne abbiano alcunché che le differenzi, qualitativamente o quantitativamente, dagli uomini, figuriamoci un capitale erotico). Da critici amanti della polemica, diremmo che è un bel risultato, che riscatta la banalità di certi capitoli del saggio."
tecnicamente  non è nulla di nuovo
è solo una forma di utilitarismo applicata condito con regole economiche e sociologiche .
l'unico argomento nuovo è che 'imprenditore è una donna  e la merce di scambio il suo corpo.
tutto qui

tira di più un pel di fi** che un carro di buoi.
trovi differenza con gli scritti del libro?

Offline Warlordmaniac

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #5 il: Luglio 21, 2015, 15:24:00 pm »
Quanto alle conclusioni, e cioe' che le donne dovrebbero diventare ancora piu' approfittatrici e troie di quanto gia' non sono, a questo punto dello sviluppo della civilta' occidentale non vedo chi o cosa possa impedirlo.
Facciano pure, se credono che questo le renda felici, l'importante e' che non sia tolta a me la  liberta' di trattarle da luride troie approfittatrici quali sono.

E il femminismo allora a che serve?

Offline Damocle

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #6 il: Luglio 21, 2015, 18:17:08 pm »
tecnicamente  non è nulla di nuovo
è solo una forma di utilitarismo applicata condito con regole economiche e sociologiche .
l'unico argomento nuovo è che 'imprenditore è una donna  e la merce di scambio il suo corpo.
tutto qui

tira di più un pel di fi** che un carro di buoi.
trovi differenza con gli scritti del libro?

Ovviamente non è nulla di nuovo, l'unica cosa rilevante è che a sostenere queste cose sia una donna e per di più una sociologa con qualche credito in campo accademico. Del resto tutto questo è alla base dell'ipergamia, e cioè acquisire un più alto status socio-economico, ma anche favori più semplici, in virtù di  bellezza, fascino e gioventù http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=12391

Offline TheDarkSider

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #7 il: Luglio 21, 2015, 18:21:46 pm »
E il femminismo allora a che serve?
A quello che pensi tu, cioe' a negarmi la liberta' di trattare le troie da troie.

Per ora non ci sono ancora riusciti pero'. E se anche in futuro riusciranno a metter fuori legge lo "slut shaming", sicuramente non potranno obbligarmi a scegliere una di codeste troie approfittatrici come compagna o amica.
Non potranno impedire che io le disprezzi e le eviti.

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Offline Damocle

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #8 il: Luglio 21, 2015, 18:39:21 pm »
A quello che pensi tu, cioe' a negarmi la liberta' di trattare le troie da troie.

Per ora non ci sono ancora riusciti pero'. E se anche in futuro riusciranno a metter fuori legge lo "slut shaming", sicuramente non potranno obbligarmi a scegliere una di codeste troie approfittatrici come compagna o amica.
Non potranno impedire che io le disprezzi e le eviti.

A quanto pare questo nei paesi anglosassoni è un processo già in atto:

https://en.wikipedia.org/wiki/SlutWalk

Sono passati i tempi in cui le femministe criticavano i tacchi come scomodi orpelli sessuali e sessisti da indossare per rimarcare le differenze di genere e per i bisogni dell'uomo, adesso ne fanno motivo di vanto.








Online Frank

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #9 il: Luglio 21, 2015, 19:52:44 pm »
Citazione
Il problema è che le donne non sono state mai brave a sfruttare tale capitale,

... ahahahah!!   :rofl2:
Che cazzo di boiata...
Le donne "non sono mai state brave a sfruttare tale capitale" ?
... ahahahah!!


Citazione
a qualsiasi età e in ogni cultura gli uomini hanno infatti un desiderio sessuale molto più spiccato rispetto alle donne e ne sono maggiormente condizionati."

Qualcuno direbbe "la scoperta dell' acqua calda". 

Offline ilmarmocchio

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #10 il: Luglio 22, 2015, 08:27:22 am »
La bellezza è dappertutto l'ospite più gradito

W. Goethe in " le affinità elettive "  ha detto in una frase quello che la " scienzata " ha cercato di dire in 2 pagine :doh:

Offline ilmarmocchio

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #11 il: Luglio 22, 2015, 08:28:14 am »
A quanto pare questo nei paesi anglosassoni è un processo già in atto:

https://en.wikipedia.org/wiki/SlutWalk

Sono passati i tempi in cui le femministe criticavano i tacchi come scomodi orpelli sessuali e sessisti da indossare per rimarcare le differenze di genere e per i bisogni dell'uomo, adesso ne fanno motivo di vanto.









queste sono befane, non puttane :doh:

Offline giacca

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #12 il: Luglio 22, 2015, 11:23:04 am »
Citazione
Il capitale erotico è a disposizione degli uomini come delle donne, eppure queste ultime, che ne posseggono in quantità maggiore, essendo da sempre abituate a coltivarlo, ne beneficiano in misura minore.
Non capisco dove vive. Non le basta vedere che molte abusano del loro aspetto fisico e delle aspettative che ingenerano col loro potere contrattuale, fisico e non? In generale, in questa cultura individualistica, una persona che ha un potere deve sempre utilizzarlo per fare i cavoli propri o la grandezza sta nel saper rinunciare? Purtroppo prevale il primo pensiero.
« Ultima modifica: Luglio 25, 2015, 10:38:59 am da Vicus »

Offline Damocle

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Re:Il "capitale erotico" secondo la sociologa Catherine Hakim
« Risposta #13 il: Luglio 25, 2015, 08:49:45 am »
Ho notato che la Hakim era già stata citata: http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=12425.0

Offline Warlordmaniac

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