FRAMMENTO 22
Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato prima me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe la sua proprietà: ma poiché non siete dal mondo e io vi ho presi dal mondo, per questo il mondo vi odia. (Gv 15, 18-19)
Se il mondo vi odia, è segno che non lo capite. Conformatevi al mondo e il mondo vi salverà. (Quinto evangelo)
L'attitudine da prendersi nei confronti del mondo ha subito ai nostri giorni nell'insegnamento dei migliori teologi e nella convinzione dei cristiani più illuminati un'accelerata evoluzione.
"Fuggiamo il mondo!", dicevano gli antichi asceti. "Salviamo il mondo!", ribattevano gli apostoli di tutti i tempi. E per secoli la disputa si sostanziò della contrapposizione di questi due enunciati, senza che fosse possibile risolverla con la soppressione di uno dei termini. Se pur disputa c'era: in realtà il mistico anche nella sua solitudine si sentiva al servizio della salvezza dei fratelli e l'apostolo nel suo lavoro per gli altri cercava di non soggiacere ai dettami della società mondana.
Ma in questi ultimi tempi abbiamo compreso che il torto era di entrambi. Il mondo non deve essere né fuggito né salvato: è già salvo da sé, Perché tutto quello che c'è in esso, tutte le sue idee, le sue aspirazioni, le sue abitudini, hanno una loro Positiva bontà, che attende solo di essere capita e apprezzata.
Anzi, e qui la nuova luce raggiunge il pieno meriggio, occorre lasciarsi salvare dal mondo: chi se ne distacca o, peggio, chi tenta di opporre resistenza, è irrimediabilmente perduto.
Così noi oggi ammiriamo l'umiltà e la larghezza di spirito dei nuovi cristiani che invocano ogni giorno più intensamente per sé e per la Chiesa quella redenzione che solo il mondo può apportare: chi altri ci può liberare dalla nostra angusta visione della realtà, dalle inibizioni e dalle remore di natura morale, dalla mania aberrante del sacrificio, della rinuncia, del senso del dovere?
C'è chi mutua dal mondo (ma forse qui si esagera un po') perfino il riscatto dalla concezione di un Dio trascendente, e in fin dei conti oppressivo, che antecedentemente al parere della nostra coscienza decida del bene e del male.
"Conformatevi al mondo e il mondo vi salverà!". Nonostante l'apparente contraddizione, abbiamo qui espressa con forza la legge suprema dell'anticonformismo, l'unica ad essere cordialmente e universalmente accettata. Tutti siamo anticonformisti e spesso in un modo veramente inaspettato.
Anticonformista è colui che coraggiosamente decide di non andare più a messa in un'epoca in cui il novanta per cento non ci va.
Anticonformista è colui che sa oltrepassare tutti i tabù sessuali, dal momento che "fanno tutti così". Anticonformista è quell'uomo che sa perfino vestirsi come la sua bisnonna, purché lo facciano al tempo stesso tutti quelli della sua tribù.
Anticonformista è chi accetta questa concezione dell'anticonformismo, poiché non è contestata da nessuno.
"Per il mondo non prego", avrebbe detto Gesù secondo l'evangelo di Giovanni. Ci ha sempre lasciati perplessi questa frase senza misericordia. Ma forse adesso ne cogliamo il significato: non dobbiamo pregare per il mondo, che non ha nessun bisogno della nostra preghiera. Noi piuttosto abbiamo bisogno del mondo, se non vogliamo essere relegati in un angolo coi nostri inutili rimpianti, solitari conformisti che fanno vergognosamente spicco nell'anticonformismo universale.