Autore Topic: "Ogni maledetta dominicana"  (Letto 3710 volte)

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Offline Damocle

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"Ogni maledetta dominicana"
« il: Luglio 26, 2015, 19:16:30 pm »
Fonte: http://www.italiachiamaitalia.it/articoli/detalles/8715/Santo+Domingo,+ogni+maledetta+dominicana+%96+di+Lorenzo+Mariucci.html

Quando fattori innati e economici/culturali si mischiano.

"Ogni maledetta dominicana

Nonostante il titolo evocativo, questa non è la recensione di un film sportivo sulle tribolazioni di una squadra di baseball di Santo Domingo. Al contrario, qui si parlerà di donne dominicane senza troppi giri di parole, col fine di tracciare un parallelo sulla piega che stanno prendendo le relazioni uomo-donna nel Nord del mondo.

Ma non aspettatevi un’apologia della prostituzione caraibica, né tantomeno una demonizzazione della medesima. Non si può difatti connotare il fenomeno in quanto nelle Grandi Antille è impossibile fare una separazione concettuale fra ragazze da marciapiede e ragazze di vita quali studentesse, cameriere, parrucchiere, commesse, bariste. In Repubblica Dominicana ci sono infinite sfumature e situazioni intermedie che obbligano a mettere da parte approcci manichei e pipponi veterotestamentari. Mezza isola di Hispaniola è infatti un potenziale bordello diffuso che però non risponde solo a leggi mercantili di domanda e offerta, ma pure a istintive regole dell’attrazione: per un uomo bianco, magari giovane e piacente, camminare lungo i corridoi di un supermercato dominicano equivale a essere obiettivo bellico di decine sguardi esplosivi, ben lungi dall’abbassarsi per primi. Insomma, una vittoria gratificante per il narcisismo del maschio caucasico, il quale esercita un fascino che per certi versi trascende il portafoglio: nonostante sia un popolo concepito dal geniale incrociarsi di molteplici etnie, avverto nelle gente dominicana la stessa sudditanza religiosa che attraeva le popolazioni amerindie verso i feroci conquistadores spagnoli. Certo, l’uomo bianco qui equivale innanzitutto a “dollari che camminano”, ma un blanquito lindo y flaco provoca una forte attrazione sulle giovani locali. Una fascinazione non solo economica, ma anche estetica ed esotica, fra l'altro suffragata dal paradossale razzismo inter pares che anima molti mulatti dominicani: non vedono di buon occhio la marcata pigmentazione dei vicini haitiani, 100% afro-americani. Tant’è che a me, blanquito italiano, i dominicani poco scolarizzati si appellano con un gentile “señor”, mentre immigrato haitiano viene sbrigativamente chiamato “negro”.

Ora non vorrei che tutti i lettori maschi, appena terminato il precedente paragrafo, abbiano già prenotato un biglietto di sola andata per Punta Cana o giù di lì. L’amore in Repubblica Dominicana ha sempre un prezzo. Ma andiamo con ordine.

Solo su queste latitudini un maschio straniero viene bonariamente rimproverato da una donna in quanto ragazzo facile. Il perché è presto detto. Appena arrivati, si noterà ben presto di rivestire un ruolo messianico, una sensazione godibile nelle pasticcerie e nei supermercati, nelle strade polverose e nelle spiagge coralline, nelle discoteche all'aperto e in quelle clandestine (va beh, ci mancherebbe). E è necessario mantenere il sangue freddo in questi fatidici momenti, quando cioè si è stregati da seducenti canti di sirene color caramello; è piuttosto facile entrare in confusione (demenza libidinica) e si rischia di andare in tilt come un giocatore d’azzardo in mezzo a mille slot machine. A prescindere dall’età, le donne dominicane si prodigheranno in atteggiamenti smorfiosetti e finto-ingenui, in primis coi bianchi giovani e bellocci, i quali vivranno una sorta di seconda adolescenza in mezzo a tante lusinghe.

Andare in un baretto per bersi un centrifugato di frutta tropicale è l’occasione per cominciare la giornata alla grande, innanzitutto per l’accoglienza, sempre celebrata dalle cameriere con un sorridente “hola, mi amor”. L’intercalare “mi amor” è piuttosto frequente ai Caraibi e corrisponde indistintamente a signore, amico, ragazzo…nonostante ciò, il semplice ascolto di quelle poche sillabe rinfranca da un intera annata di delusioni. Il meglio viene comunque dopo. Nel locale può capitare di essere adocchiati e invitati da una ragazza a condividere il suo tavolo e in principio non si capisce mai quale sfumatura ella rappresenti nella spessissima linea rossa che separa la prostituzione tout court da tutto il resto. Forse sono ragazze che vogliono arrotondare lo stipendio con massaggi più o meno innocenti; forse sono curiose; forse vogliono vivere l’esperienza all-inclusive di frequentare un bianco; forse sentono il bisogno di scambiare quattro chiacchiere con un nuovo amico dalle differenti prospettive; forse desiderano fidanzarsi per sistemarsi a vita o per qualche settimana; forse sognano un bebè con gli occhi chiari; forse godono di accordi commerciali coi baristi locali e si beccano discrete commissioni per ogni bevanda consumata in compagnia del pollo di turno; forse molto più prosaicamente cercano un cliente all’infuori dei circuiti delle casas de citas (lett. case d’appuntamento) e dei flussi dei russi vecchi, panzoni e cafoni. A prescindere dalla loro reale motivazione, le ragazze dominicane sono bravissime a mettere a loro agio i più timidi, addirittura facendoli sentire popolari manco fossero calciatori di Serie A.

La bellezza afroantillana si declina in molteplici sfaccettature cromatiche e morfologiche adatte a tutti i gusti: ci sono le flacas (snelle e sinuose), le llenas (letteralmente piene, quindi molto formose) e le gorditas (cicciottelle). Non c’è altro da aggiungere, vi trovate di fronte a tutto fuorché a donnine: le conversazioni sono brillanti e per i veri viaggiatori le ragazze rappresentano un prezioso bollettino vivente per tastare il polso della società dominicana. Che chiacchierate! Che Vita Elegante! Al prezzo di un caffè si può ottenere il miglior materiale per un gustoso trattato antropologico sull’intera isola. E le ragazze parlano bene pure senza aprire bocca, piuttosto sarete voi a rimanere a bocca aperta: basta un sottofondo musicale al ritmo indiavolato di raggaeton o denbow e vi improvviseranno uno di quei balletti dove ogni movimento è pura imitazione di un atto sessuale. Chi pensa che una volta trasferito in Repubblica Dominicana sentirà la mancanza degli amici, si sbaglia di grosso. Al contrario, qua i livelli di socialità e condivisione sono alle stelle. Insomma, si fa amicizia subito, ma alla maniera di Gesù, cioè soprattutto con peccatori e prostitute.

In Repubblica Dominicana è possibile fidanzarsi immediatamente, schioccando le dita. Ma qui scattano i guai. Magari piacete alle ragazze, e pure tanto, ma inevitabilmente - chi più, chi meno - vi tratteranno come un bancomat.

È vero, un appuntamento si strappa senza problemi, ma c’è il rischio concreto che la serata possa essere una lungo viaggio di mortificazione per le vostre tasche. Funziona così: in base al feedback di sguardi scegliete la vostra nuova amica fra uno stuolo di cameriere, cassiere, parrucchiere, ecc.. Senza dubbio il loro spirito volitivo vi trasporterà in un gorgo di nottate leggendarie all’insegna di bachata, merengue, qualche beverone a base di ron, discoteche all’aperto, corse in motoconcho (i taxi su due ruote dell'isola) e chi più ne ha, più ne metta! Tutte le sere, tutto rigorosamente pagato da voi! Ovviamente più sganciate, più le ragazze si sentiranno motivate a chiedervi di più: qualche cadeaux, empanadas a gogo, cene luculliane, birre appena assaggiate e lasciate sul bicchiere, vestiti, bigiotteria e magari qualche ora al salone di bellezza. E in posti turistici come Bavaro o Boca Chica tutto diventa una corsa a chi ce l’ha più grosso - il portafoglio - per pavoneggiarsi con le amiche/fidanzate e sperperare pesos per mance, paccottiglia, tragos de ron. Ecco, è sempre così, le ragazze dominicane in un modo o nell’altro sono macchine mangia-soldi, perlopiù in buona fede; le più audaci trovano poi il verso di trasferirsi permanentemente a casa vostra (talvolta con il loro bambino) e magari coronare il loro sogno di emancipazione sociale: sposarsi con un bancomat caucasico, magari belloccio. Ad ogni modo c’è da ammettere che naufragar è dolce in questo mare di lusinghe e moine, un ritorno a piedi uniti nel candore adolescenziale che è perfetto soprattutto per chi detesta lo squallore della prostituzione tout court. Anche in quest'ultimo caso è tuttavia sufficiente essere piacenti e brillanti in spagnolo per frequentare le casas de citas senza spendere quello che sborsa un brutto cafone russo o un buzzurro italiano panzone. Altro trucco per chi è solito adottare questa extrema ratio: in genere professioniste e semi-professioniste puntano ad avere più clienti in una nottata, pertanto se qualcuno prima di mezzanotte volesse un "servizio a domicilio" fino al mattino seguente, sarà costretto a scialacquare cifre da capogiro. Verso le 2/3 del mattino le tariffe si cominciano ad abbassare decisamente.

Ma cosa spinge le dominicane (e pure le immigrate haitiane) a esasperati atteggiamenti adulatori e alla ricerca spasmodica di denaro, amicizie generose, vitto e alloggio garantiti? La fame? Spesso non la loro. C’è una sottile linea rossa che unisce tutte le ragazze, anzi, una sottile linea blu, quella dei test di gravidanza. Si, perchè - partendo dalla working class femminile e arrivando via via al mondo della prostituzione tout court - tutte le ragazze fra i 15 e i 24 anni hanno un figlio, quasi fosse un marchio di fabbrica dell’essenza sottoproletaria afroantillana, una tipicità riscontrabile anche fra i campesinos dell’interior centromaricano o nelle baraccopoli brasiliane. Sembra un fenomeno demografico che va di pari passo con la povertà, tant’è che dalle mie curiose conversazioni risulta che nella vicina Haiti, una delle più malmesse economie mondiali, ci siano percentuali bulgare di maternità under-18.
Da occidentale guardingo non riesco a entrare nell’ottica di questa mentalità totalmente priva di una cultura anticoncezionale, ma bensì pregna di incondizionato fatalismo riproduttivo. Ormai sono rassegnato e non mi stupisco più quando quasi ogni dominicana, orgogliosissima, mi mostra una foto del proprio bimbo e poi, per non mortificare la mammina, sono costretto a commentare con parole sdolcinate e entusiastiche qualsiasi immagine.
Parlare di gravidanze indesiderate è comunque una bestemmia semantica, in quanto in queste latitudini è assente tutto quell’apparato di paranoie, calcoli e rimorsi a posteriori che corredano le gioventù dei paesi industrializzati. Qui si risponde alla natura e chi si è visto, si è visto; sembra un passaggio obbligato della crescita concepire un figlio a prescindere dalle reali possibilità di mantenerlo. Addirittura un ragazzo di Haiti mi ha confidato, forse esagerando, che le ragazze locali ventenni senza figli sono sterili. Bah!

Le conseguenze di questo spensierato vitalismo sessuale sono intuibili: le ragazze dominicane sono perlopiù obbligate a trasferirsi in zone turistiche e danarose come Punta Cana per cercare fortuna, gloria e magari un fidanzamento internazionale. La finalità è mantenere se stessa, il figlio e la propria madre. Si, avete letto bene, pure la madre della ragazza, in quanto prenderà in affido il bimbo fungendo da mamma/nonna. In questi casi si verifica un caso transgenerazionale di eterno ritorno all’uguale: le ragazze sono solite lasciare il figlio a Santo Domingo sotto la tutela della propria madre, la quale forse venti anni prima era andata a sua volta altrove per cercare forme di sostentamento, magari attraverso mansioni umili o praticando il lavoro più antico del mondo. Per la quadratura del cerchio manca il quarto elemento, ossia il padre naturale, il quale di rado si occupa direttamente del proprio pargolo se non viene concepito all’interno di un contesto matrimoniale. Per quanto ne so, molte ragazze-madri locali non vogliono che il loro giovane partner maschile si trovi più fra i piedi una volta esaurito il suo ruolo biologico (un atteggiamento riscontrabile in quasi tutte le specie mammifere); al massimo gli concedono - se e quando possibile - di inviare dei soldi la cui reale provenienza non è data a sapersi.

Concludendo, tutto l'ambiente dominicano è bello caliente, forse per osmosi con le situazioni descritte nei precedenti paragrafi. Pure la middle class dominicana, scolarizzata e senza figli precoci a carico, è socievole e contribuisce al rilascio di vibrazioni positive ben assorbite dalla fiumana di stranieri trapiantati nell'isola. Non vi stupite pertanto di vedere attempate signore occidentali a passeggio con aitanti ragazzoni mulatti e morenos. Costoro sono i sanqui panqui, tutt'altro che meri gigolò; piuttosto si possono definire amanti a tempo indeterminato, ma questa è un’altra storia…"

Offline Damocle

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Re:"Ogni maledetta dominicana"
« Risposta #1 il: Luglio 26, 2015, 19:19:24 pm »
Fonte: http://www.borto.net/cuba_-_le_ragazze_cubane.htm

Quello che segue è un altro reportage di viaggio da un paese caraibico, però questa volta di un altro blogger:

"A quanto pare l'immaginario collettivo dell'italiota medio che non è mai stato a Cuba associa l'isola caraibica a un luogo dove le persone di sesso femminile sono completamente disinibite e si concedono alla sola vista del turista. Lo dimostrano anche le quantità di preservativi che mi sono giunti in regalo dalle più disparate persone prima della mia partenza... (!!!) Posso comunque dire che queste dicerie derivano da 3 fattori:

- Il classico italiano in ferie che fa 1 e racconta 10 all'amico che a sua volta racconta 20 ad altro amico che a sua volta racconta 30....
- Sono cose appartenute al passato di Cuba
- Tutto il mondo è paese e pagando si ottiene quel che si vuole... ma mi risulta che qui in Italia sia la medesima cosa...

Sfatiamo inoltre un altro mito... le cubane (almeno per i miei gusti) NON sono delle belle donne. Magari a volte han un bel fisico, ma di faccia son bruttine... poi tra le tante, ce ne sono poche che rispondono bene ai miei canoni di bellezza, ma in generale ripeto... secondo me NON sono nulla di speciale, 100 volte meglio le italiane...

Altro mito da sfatare... le cubane è vero, sono disponibilissime... tutte... basta pagarle!!! La stragran maggioranza (voci meglio informate dicono il 90% di loro, ma il buon Miky sospetta che siano proprio il 100%... ne parleremo più avanti di questi 2 numeri...) di loro praticano il lavoro più antico del mondo... e sono anche parecchio esplicite nel fartelo capire. Capita infatti di passeggiare per l'Havana trovare una coppia di ragazzi cubani a braccetto che passeggiano e come vedono il turista il ragazzo ti propone la sua donna...

Dato che siamo in una terra dove c'è l'embargo, i cubani non possono uscire da Cuba, internet non lo possono usare, "tele-Fidel" non fa certo i documentari su Venezia... credevo che i cubani (e le cubane) fossero attratti dal turista, come io sono attratto da loro, data la diversa cultura, il diverso modo di vivere, la loro dittatura... invece no, loro sono solamente attratti dai tuoi soldi... di come vivi, di com'è l'Italia, di perché a Venezia ci sono le barche e non le auto, di raccontarti come vivono loro, di com'è la dittatura... o non gliene frega nulla o comunque quello che a loro interessa di Venezia gliel'han già raccontato altre 100 persone e lo sanno già... quindi l'unica cosa che te hai di interessante per loro sono i soldi...

Ci sono poi svariati problemi che complicano il rapporto tra turista e ragazza cubana...
- di tipo legale... la polizia è parecchio severa nei loro confronti e vede di brutto occhio la ragazza che sta con il turista (soprattutto per il fatto che temono che tu turista possa raccontare loro di come è il mondo al di fuori di cuba). Tu come turista (se lei è maggiorenne) non corri nessun rischio, ma per loro possono esserci rogne. Così preferiscono evitare di farsi vedere in giro con turisti (e a Cuba la polizia è OVUNQUE... ad ogni angolo della strada... è impressionante la cosa). Alla ragazza del primo racconto ho chiesto se lei avesse problemi a farsi vedere in mia compagnia e lei ha detto "no, però se viene la polizia è meglio che gli dici che io sono la tua ragazza". In altra occasione, mentre passeggiavo abbracciato a una donna, lei mi ha detto di star zitto perché all'angolo c'era la polizia (che poi si vede lontano un miglio che non sono un cubano... serve che parli per farlo capire? Bah...)
- di tipo logistico/legale... ammesso e non concesso che trovi una ragazza, anche una prostituta e vuoi avere quello per cui hai pagato dove vai?!?!? Per legge loro non possono entrare in albergo e te non puoi andare a casa loro... ci sono le "case particular" ma in tutte quelle dove siamo stati ci han tassativamente proibito di portare cubani la dentro. All'Havana addirittura il padrone di casa dormiva in entrata (!) per vedere con chi rincasavi (!!!). Quindi... buh.. son giunto alla conclusione che o ti noleggi un auto o comunque devi avere delle conoscenze che ti permettano di conoscere qualche affittacamere abusivo o qualcuno che permetta la cosa.
- di tipo etico/morale... non ho mai pagato una donna in vita mia... non sono mai stato con una prostituta in vita mia... non vedo perché mai dovrei andare a puttane e pure pagarle... per giunta quando sono in vacanza... insomma... non ci siamo proprio ecco. Poi ognuno la pensa come vuole....

Vediamo un po di esempi di vita vissuta:

Ok, cominciamo con il raccontare un po quello che è successo con le persone dell'altro sesso a Cuba.

Comincio con un episodio di Varadero... il primo giorno che siamo la... albergo, doccia, cena, ci vestiamo e usciamo... il nulla... il deserto più assoluto, come descritto nella pagina dedicata a Varadero... ci sono 2 ragazze che camminano.. vado da loro per chiedere un locale dove poter passare la serata... mi avvicino spiaccico quelle 2 schifezze di spagnolo che so e una di loro fa per fermarsi, l'altra manco mi bada e trascina via l'altra dicendo qualcosa del tipo "che fai? Andiamo!" "ma han chiesto solo un informazione..." "c'è la polizia! C'è la polizia!" e se ne vanno... bah...

Il primo giorno abbiamo camminato in lungo e in largo per l'Havana e NESSUNA donna si è avvicinata a noi, non è quindi vero che "ti saltano addosso", anzi, le uniche persone che ci han preso d'assalto sono stati uomini che volevano venderci i generi più disparati di cose (tra cui anche donne) o truffarci...
La sera siamo andati su un posto dove c'era un po di gente (una baretto sul Malecon)... entriamo e ordiniamo al banco. Ci dirigiamo con i drink in mano verso un tavolo libero, ma 3 ragazze sedute ci fermano e ci invitano a sederci con loro... bhe, perché rifiutare?!?

Entriamo così in contatto per la prima volta nella vacanza con delle cubane.... vediamo che succede... come ci sediamo i loro discorso vergono SUBITO sul fatto che noi dovevamo loro qualcosa... da bere, sigarette... non cediamo ovviamente... cioè non esiste nè qua nè a Cuba che mi siedo al tavolo con una ragazza e questa come prima cosa che mi chiede è "cosa mi offri da bere?" Oh, ma per chi mi hai preso?!? Capiamo immediatamente che queste donne avevano qualcosa che non andava...

Ragazza: mi offri una sigaretta?
Miky: Non fumo...
Ragazza: bhe, allora comperami un pacchetto!
Miky + Borto: :O
Viste le nostre facce in risposta alle loro domande ci chiedono prontamente:
Ragazza: ma scusa... ma voi non pagate una donna quando andate con lei?
Miky + Borto: O_o''' ma dove siamo finiti?!?!?!?!?!

Vabè cerchiamo di fare una comunicazione "normale" con queste donne, ma loro volevano esclusivamente soldi, fumo o alcool da noi... dopo aver capito che non c'era trippa per gatti si allontanano un po... io e Miky perplessi parliamo un po dell'accaduto e dopo un po si avvicina a noi un cubano che con il solito fare simpatico si mette a parlare con noi... ci propone al solito droga, sigari e... donne...! Ci chiede se volevamo una donna, come la volevamo... poi chiama una ragazza, la quale si avvicina a me e mi chiede (in italiano) "vuoi fare l'amore con me?" :O Praticamente 'sto tipo era una sottospecie di pappone del locale e proponeva le ragazze ai turisti in cambio di una provvigione da parte della tipa (che NON viene con te perché gli stai simpatico, ma perché poi la paghi...).

Ok, siamo finiti in un locale di troie... da prender nota della cosa e non tornarci...

Bueno... altra giornata... siamo su un taxi particular... E' rosso e il tassista si ferma. A bordo strada 2 ragazze ci guardano, io le guardo e loro mi fanno cenno con la mano della direzione dove devono andare... è (fatalità) la stessa nostra e così le invito a bordo della vettura. Una di loro è parecchio carina, parlano spagnolo, ma ci capiamo... ci presentiamo e loro ci chiedono da quanto giorni siamo la. Diciamo loro che è il secondo giorno che siamo la... ci chiedono poi:

Ragazze: con quante ragazze siete stati finora?
noi: umh.. bhe.. a dire il vero manco una...
Ragazze: risatina....
noi: bhe.. te con quanti turisti sei stata quest'anno?
Ragazze: cominciano a contare sulla mano 123456..7..8.9..10...20...30... boh... ho perso il conto!
noi: O_o
Ragazze: ma perché non siete stati con nessuna ragazza?
noi: bhe, tutte quelle che abbiamo conosciuto volevano soldi...
dopo 100 metri sono scese :|

Ok, capito come funziona a Cuba... ma è mai possibile che troviamo sempre e solo zoccole?!!?!!??? Ci saranno pure ragazze normali e non prostitute a gogo su questo cacchio di posto.. o no?

Come a volte capita nella vita... quando meno te l'aspetti, succede quello che pensi...

siamo al "barrio cino" a cenare in vista di una serata alla "casa della musica"... stiamo ultimando la cena quando entrano 2 ragazze e si mettono a cenare sul tavolo a fianco al nostro... una di esse è particolarmente carina... però sono vestite in maniera abbastanza "europea" per essere a Cuba... il che, viste soprattutto le esperienze precedenti, fa venire seri dubbi sulla moralità delle donne... comunque...

Borto: Miky... andiamo a conoscerle?
Miky: si, bravo, così poi devi pagar loro la cena...
Borto: eh, vabè... basta andar via prima che finiscano, no?
Miky: lascia stare va...

poi vabè, uno sguardo tira l'altro... e finiamo per sederci al tavolo delle donne e conoscerle. Si parla un po del più e del meno e poi viene fuori il discorso prostituzione... loro ci spiegano che effettivamente a Cuba funziona esattamente come abbiamo capito, però loro non fan parte di quel 90% di ragazze che vanno con i turisti per soldi e che loro si vestono così perché a loro piace e non perché sono "malo". Le ragazze sembrano sincere e riusciamo ad avere quindi un rapporto "normale". Pagano loro il loro conto del ristorante e restiamo la seduti a chiacchierare. Passa un tipo che vende peluche... la ragazza diventa matta per quel peluche rosa che suona e chiede quanto costa, il tipo vuole 15CUC... troppi per lei.. e il tipo prontamente le suggerisce di farselo comperare da uno di noi e lei senza manco guardarci risponde che siamo solo amici, che non siamo i relativi ragazzi e che quindi non si può fare... Ohhh! miracolo...! Le ragazze sembrano sincere, Maria mi sembra una ragazza interessante da conoscere.... e decidiamo di passare la serata con loro... ci portano su un locale dove per entrare costa 10CUC a testa... noi abbiamo i nostri 20, ma loro no e i soldi che ci siamo portati dietro non arrivano a 40 (e qua mi fa girare le balle che loro diano per scontato che io debba pagar loro l'ingresso su un locale... ma vabè, qui evidentemente le cose funzionano così) andiamo quindi su un'altro locale la vicino dove non so per che motivo non paghiamo l'ingresso e le consumazioni costano pochissimo. Il locale tra l'altro è molto simile a un piccolo locale dei nostri, se non fosse per quella cacchio di salsa che ballano in ogni dove all'Havana... :/ Maria tira fuori dalla borsetta un cellulare... una cosa estremamente rara per un cubano, dato l'elevato costo.. ci raccontano poi che loro vivono nella zona dove era il locale... ci eravamo stati la mattina da quelle parti e non ci sono brutte case, anzi, pare un quartiere residenziale di benestanti...

Maria è carina, è parecchio solare e allegra... non so bene come descrivere... ma qualcosa la rende particolare... qualcosa mi portava a volerla conoscere meglio, perché dentro di me sentivo che era speciale... perché si era creato un bellissimo feeling tra me e lei... perché è bello scoprire che entrambi abbiamo gli stessi interessi, gli stessi valori... lo stesso fascino...
Io credo che sia veramente raro provare una sensazione di questo tipo.. però è fantastico quando succede... quel feeling che si viene a creare con l'altra persona.. qualcosa di surreale... che ha il sapore particolare dell'impresa impossibile, magica... l'atmosfera si trasforma in poesia... unica, irripetibile,diversa dalla precedente e dalla successiva..."