Sono incappato in un evento interessante che mi era sfuggito, per questo apro questo thread. Addirittura un articolo del washington post che si occupa delle dichiarazioni di un vescovo italiano. Siamo famosi.
I politici spesso parlano di disoccupazione come uno dei problemi principali dell'Italia, parlano di "creare posti di lavoro" espressione che sinceramente mi fa un po' sorridere, si creano merci, oggetti, case, ma posti di lavoro?
La disoccupazione è uno dei temi centrali del nostro secolo, un male che va combattuto, uno dei mali principali, ci sono delle persone "inutili" per l'economia, che ha bisogno di un certo numero di persone per produrre tutto e quindi ci sono persone "in eccesso".
Non parlo di persone che non possono essere sfamate, non parlo di persone che l'ambiente non può sostenere, parlo di persone che non servono al sistema economico. Inutili, dannose anche, magari si ribellano pure, hanno tempo libero, leggono, fanno rivoluzioni. Non solo inutili ma dannose. Una piaga.
Quindi da sempre ho avuto questa impressione che l'aborto, con i suoi 6 milioni di bambini non nati in Italia, da quando è stato introdotto, non fosse altro che un sistema per ridurre la disoccupazione. Di fatto lo è, che sia stato introdotto per questo o no non è dato a sapere, che abbia ridotto di 6 milioni il numero di disoccupati è certo.
Perché però apro ora questo thread? Perché a febbraio 2015 il vescovo di Ferrara, Luigi Negri fa una dichiarazione secondo cui l'aborto è la causa della crisi economica. Ci sarebbero secondo lui 6 milioni di lavoratori in meno.
Ovviamente lo stato sociale, conquista? moderna, si basa sul fatto che c'è una popolazione attiva, che lavora, che paga le pensioni e la sanità ad una popolazione che non lavora, ossia ai bambini paga la scuola, agli anziani sanità e pensioni.
Lo stato sociale si basa sul rapporto numerico tra popolazione attiva e popolazione non attiva, in Italia questo rapporto è sempre più a favore della popolazione non attiva, siamo diventati un popolo di vecchi a causa dell'aborto, quindi è evidente che abbiamo fatto e dovremo fare sempre più tagli a pensioni e sanità o dovremo mettere sempre più tasse sui lavoratori per mantere lo stesso livello. L'aborto quindi è una questione demografica ed economica, non morale come vogliono farci credere.
Dopo le dichiarazioni del vescovo scoppiò un putiferio, addirittura il washington post riportò le dichiarazioni del vescovo e scrisse un articolo, eccolo qui
http://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2015/02/05/abortions-caused-italys-economic-crisis-archbishop-claims/L'articolo ci spiega che in Italia c'è molta disoccupazione, quindi il vescovo è intellettualmente disonesto nel dire che 6 milioni di persone in meno sono 6 milioni di lavoratori in meno. Ossia con molto candore ci spiega che l'aborto in Italia non ha conseguenze economiche, lasciando intendere che i morti non saranno diventati lavoratori, ma saranno rimasti disoccupati.
Ossia lascia intedere che l'aborto è stato introdotto per ridurre la disoccupazione, aumentando il carico quando ci spiega che le donne in Italia hanno ancora difficoltà ad abortire, quindi dovrebbero esserci più aborti.
Grazie washington post per avermi chiarito un dubbio che avevo da tempo.