È interessante come nessuno abbia mai associato femminismo e nutrizione (con tutte le problematiche connesse, tra cui anoressia e cibo spazzatura).
Mentre nel mondo si promuoveva cibo spazzatura e le grandi multinazionali del cibo prendevano il controllo alle donne fu detto di smettere di cucinare e di usare cibi pronti. Fu detto loro che nutrire i propri figli in modo sano era una forma di oppressione. Strano che nessuno abbia mai associato le due cose.
Le mie nonne mi dicevano "mangia che ti sciupi" e volevano cucinare e rimpinzarmi a forza, invece dalla generazione di mia madre in poi erano tutte fissate con le diete. Danno un manto di scientificità alle loro malattie parlando di "riduzione delle calorie". Quasi tutte le mie parenti femmine (mezze anoressiche, sempre a dieta) ripetono il mantra che hanno letto su qualche giornale che la riduzione delle calorie allunga la vita.
L'epidemia di obesità e di cibo spazzatura è probabilmente legata al femminismo (strumento anche delle multinazionali del cibo?). Epidemia che poi ha portato alla cronicizzazione di alcune malattie, tipo diabete, facendo gli interessi anche delle case farmaceutiche.
Se da domani mangiassimo tutti in modo sano ci sarebbe un crollo di pil mostruoso.
Ora le femministe in america stanno combattendo per far accettare le donne grasse. Prima hanno lottato per il fast food, ora lottano per l'accettazione delle donne grasse. Mi sembra sempre di più che il femminismo sia stato creato ad arte dalle multinazionali per controllare la popolazione con la scusa dei "diritti delle donne". Dall'aborto al cibo a tutto il resto. Quasi ogni battaglia femminista guarda caso ha giovato a qualche gruppo.
Non c'è alcun dubbio. Si sono impiegati enormi mezzi per tenere le donne 'a spasso' lontano da casa, e questi sono i risultati.
Ottimo spunto.
L' epidemia di sovrappeso è cominciata quando si sono diffusi i grandi magazzini e l'abitudine di mangiare fuori casa.
Guarda caso, nelle epoche passate, in cui la gente mangiava a casa, non esisteva questo problema.
Il cibo industriale è economico e poco deteriorabile, ma assai poco saporito.
Ecco quindi zucchero e sale a profusione, pubblicità massiva, e ingredienti sempre più scarsi.
Inoltre, la fretta ha portato ad una alimentazione spesso compulsiva, poso soddisfacente e assai calorica.
L' anoressia nervosa è una malattia psichiatrica, non psicologica e il maschilismo non può entranci di meno.
Perchè ?
Perchè l'ideale delle anoressiche, la magrezza, non interessa al maschio, anzi.
L' uomo sessualmente desidera la donna snella ma formosa, altro che gli scheletri anoressici.
L' anoressia , se riceve uno stimolo sociale, lo riceve dalla moda, che sappiamo essere in mano agli omosessuali, i quali desiderano che l'attenzione sia per i propri abiti e non per le modelle.
Inoltre, essi in testa hanno il corpo di giovani adolescenti MASCHI e non di donne formose, per cui lo possiamo dire senza timore di smentite :
il maschilismo, se mai è esistito, non ha avuto e non ha a che fare con l'anoressia nervosa.
Ci ha invece a che fare, dal punto di vista sociale, il femminismo, con il suo impossibile antagonismo contro l'uomo, con la sua malata ricerca di una patologica onnipotenza.
L' anoressica , nella sua pazzia, insegue un ideale che in nessun modo può essere collegato agli uomini, visto che il sesso per esse è tabu.
Ci sarebbe da dire molto anche sull' uso degli estrogeni nelle carni e dei fitoestrogeni, con i danni sul sistema sessuale maschile.
C'è un'ulteriore ipotesi per completare il quadro. Col pretesto di 'liberarle', Il femminismo - con l'appoggio di media e legislazione - induce le donne a percepire negativamente la propria femminilità e a imitare modelli maschili. Anoressia e dismenorrea sembrano essere le conseguenze estreme di queste campagne, che però producono effetti in tutte le donne 'normali'.
La natura fa sentire (ancora) la sua voce con cicli, emozioni ecc. che le donne sono oggi incapaci di integrare nell'immagine che hanno di sé e nei loro modelli comportamentali. L'unica ricetta che ci si ostina a proporre è 'più femminismo', dicendo inoltre alle donne che la causa di tutti i loro mali sono gli uomini, perché non vogliono adeguarsi alle loro storture.
Il pensiero come il linguaggio contemporaneo patiscono vere e proprie intimidazioni ('indietro non si torna', 'le conquiste femminili non si discutono'), per cui su certe cose vige il noto 'divieto di fare domande'. Prima le donne si risveglieranno da questo incubo, meglio sarà per tutti.