http://www.corriere.it/salute/10_aprile_01/pillola-abortiva-regioni_d394f15c-3dbc-11df-9bd9-00144f02aabe.shtmlMILANO - Le Regioni non sono tutte allineate sull'uso della pillola abortiva Ru486, né sulle modalità di somministrazione (se in day hospital o in regime di ricovero ospedaliero di almeno tre giorni), nè sulla tempistica e sull'iter che accompagna l'utilizzo di questo farmaco. Alcune hanno deliberato una propria norma in materia, altre stanno sperimentando il farmaco, altre ancora stanno aspettando di vedere le linee guida del ministero. E alcune, nei mesi scorsi, con le elezioni alle porte hanno preferito aspettare il voto e lasciare alle future giunte e consigli il compito di lavorare su questo tema. In generale, le regioni di centrodestra appaiono più chiuse rispetto all'adozione del farmaco, mentre quelle di centrosinistra sembrano più flessibili. Ecco la situazione al momento.
VALLE D'AOSTA - Sono allo studio modalità di somministrazione con tutte le precauzioni per proteggere la donna. Lo dichiara l'assessore regionale alla Sanità Albert Laniece, specificando che l'orientamento è verso il ricovero ospedaliero e che le regioni non possono bloccare la commercializzazione della pillola abortiva Ru486, visto che è validata dall'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco.
P.A. TRENTO - Ha emanato una normativa che prevede la somministrazione in day hospital.
PIEMONTE - Ha optato per la somministrazione in day hospital, con monitoraggio della donna anche al di fuori dell'ospedale per l'arco di tempo necessario all'aborto. Ora il neo governatore Roberto Cota ha annunciato che farà «di tutto per contrastane l'impiego».
LOMBARDIA - Ha emanato disposizioni per la somministrazione in regime di ricovero ospedaliero ordinario. In diverse occasioni il presidente Formigoni, appena rieletto, si è espresso per la difesa del diritto alla vita e della donna nel rispetto della legge 194, mentre «la Ru486 va nella direzione opposta perché scarica sulla donna tutto il peso psicologico e fisico di una esperienza traumatica».
VENETO - Ha emanato una disposizione che prevede la somministrazione di ricovero ospedaliero ordinario. Luca Zaia, appena eletto presidente, si è dichiarato contrario a questo farmaco e ha affermato che studierà le modalità per far valere questa posizione.
EMILIA ROMAGNA - La regione ha optato per il day hospital, con un apposito protocollo per monitorare la donna, anche al di fuori dell'ospedale, per l'arco di tempo necessario all'aborto.
TOSCANA - Ha deciso per il ricovero ordinario. Il neo presidente Rossi ha polemizzato con Cota, definendo «stupidaggini» le sue posizioni. La Toscana ha «potenziato i consultori e formato oltre 500 operatori» e coordina il progetto nazionale per la prevenzione delle Ivg, le interruzioni volontarie di gravidanza, fra le donne straniere.
UMBRIA - La Regione non ha ancora una normativa. La neo governatrice, Catiuscia Marini del Pd, poche settimane prima dell'elezione aveva detto: »Sarò molto ferma: sì alla Ru486 con il vaglio medico-scientifico, a cui spetta stabilire se vada somministrata in day hospital o in degenza ospedaliera».
LAZIO - Mancano ancora delle disposizioni. Ma quelle che verranno assunte prevederanno il ricovero in regime ospedaliero, come ha assicurato la nuova governatrice Renata Polverini, spiegando che la Ru486 «seguirà lo stesso percorso dell'aborto chirurgico, quindi sarà somministrata in ospedale».
CAMPANIA - Non c'è una normativa regionale di riferimento. Oggi il neo presidente Caldoro si è detto sulla stessa linea di Cota e ha prospettato che «la Ru486 debba essere prevista in regime di ricovero ospedaliero».
BASILICATA - Non ci sono disposizioni. Se ne occuperà il nuovo Consiglio regionale, che si insedierà nelle prossime settimane, ha fatto sapere il governatore rieletto De Filippo.
PUGLIA - La Regione ha avviato la sperimentazione nel Policlinico di Bari e nell'ospedale Vito Fazzi di Lecce e ne attenderà l'esito per adottare le linee guida che saranno delineate con un apposito provvedimento di giunta.
CALABRIA - Manca una normativa. Oggi il neo presidente Scopelliti ha affermato che «l'unica ipotesi percorribile per la somministrazione della pillola abortiva è quella dell'ospedale».
SICILIA - Nei mesi scorsi l'assessore alla Sanità Russo aveva assicurato che la Regione si sarebbe attenuta «in modo scrupoloso alle direttive contenute nella determina dell'Aifa», l'Agenzia italiana del farmaco. (Ansa)
01 aprile 2010