Autore Topic: CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.  (Letto 29789 volte)

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Offline Vicus

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #120 il: Gennaio 07, 2016, 01:33:24 am »
Vorrei infine commentare l'osservazione conclusiva di Silvio:
Uomini e donne devono orientarsi di nuovo verso la spiritualità, altrimenti non se ne esce.
Capisco che a molti sembrerà proselitismo fuori tema, o richiamo a sogni falliti.
Ma ad uno sguardo più attento, si vede che ogni società stabile e armonica si richiama a valori trascendenti (cristiani, indù, fate voi) e i rapporti tra i sessi poggiano su strutture consolidate in secoli di civilizzazione.
La mancanza di riferimenti spirituali produce invariabilmente individualismo e frammentazione sociale. Non a caso qui si afferma spesso che gli uomini sono poco organizzati. In realtà è l'indifferenza verso il sacro a produrre fallimento, specie nell'azione collettiva.
Viceversa, la dimensione spirituale libera negli esseri umani energie insospettate e rende ogni azione sociale molto più efficace.
Ho già accennato qui a comunità che hanno realizzato moltissimo con poco: famiglie unite, istruzione di ottimo livello libera da propaganda genderfemminista, libri e dimostrazioni contro il femminismo. Inclusa infiltrazione delle Femen e organizzazione della Manif', che ha avuto portata internazionale.
Non sono nato in queste comunità, mi ci sono avvicinato dopo aver constatato che altri percorsi del mondo cattolico sembrano votati al fallimento.
Non propongo modelli unici, ma credo che quest'esperimento riuscito, in una QM spesso dominata da pessimismo e incertezza, ci indichi la buona direzione da seguire per creare altre realtà anche di sensibilità differente.
Né abbiamo bisogno di proseliti: siamo ancora pochi, ma con famiglie anche di 8 figli e il 20% del totale delle vocazioni in Europa (dove altri vanno verso l'estinzione), siamo ottimisti sul futuro.
Immagino già i commenti, ma è in topic, l'ho scritto e non lo cancello :lol:
« Ultima modifica: Gennaio 07, 2016, 02:58:13 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Jason

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #121 il: Gennaio 07, 2016, 08:50:48 am »
Vorrei infine commentare l'osservazione conclusiva di Silvio:
Uomini e donne devono orientarsi di nuovo verso la spiritualità, altrimenti non se ne esce.
Capisco che a molti sembrerà proselitismo fuori tema, o richiamo a sogni falliti.
Ma ad uno sguardo più attento, si vede che ogni società stabile e armonica si richiama a valori trascendenti (cristiani, indù, fate voi) e i rapporti tra i sessi poggiano su strutture consolidate in secoli di civilizzazione.
La mancanza di riferimenti spirituali produce invariabilmente individualismo e frammentazione sociale. Non a caso qui si afferma spesso che gli uomini sono poco organizzati. In realtà è l'indifferenza verso il sacro a produrre fallimento, specie nell'azione collettiva.
Viceversa, la dimensione spirituale libera negli esseri umani energie insospettate e rende ogni azione sociale molto più efficace.
Ho già accennato qui a comunità che hanno realizzato moltissimo con poco: famiglie unite, istruzione di ottimo livello libera da propaganda genderfemminista, libri e dimostrazioni contro il femminismo. Inclusa infiltrazione delle Femen e organizzazione della Manif', che ha avuto portata internazionale.
Non sono nato in queste comunità, mi ci sono avvicinato dopo aver constatato che altri percorsi del mondo cattolico sembrano votati al fallimento.
Non propongo modelli unici, ma credo che quest'esperimento riuscito, in una QM spesso dominata da pessimismo e incertezza, ci indichi la buona direzione da seguire per creare altre realtà anche di sensibilità differente.
Né abbiamo bisogno di proseliti: siamo ancora pochi, ma con famiglie anche di 8 figli e il 20% del totale delle vocazioni in Europa (dove altri vanno verso l'estinzione), siamo ottimisti sul futuro.
Immagino già i commenti, ma è in topic, l'ho scritto e non lo cancello :lol:

Bravo , concordo al 100000 % , aggiungo che il femminismo non attecchisce non solo in ambienti cattolici*, ma nemmeno in quelli islamici e ortodossi . Forse il protestantesimo é un caso a parte, perché le societá protestanti oltre ad essere nate di fatto femministe sono quelle dove la societá é ora allo sfascio piú completo .


Sará un caso che le societá piú potenti sono ora quelle dove c'é un disprezzo del femminismo intrinseco ?

*Ovviamente parlo di ambienti religiosi veri, e intendo dove vi sono pochissimi neofarisei e pochissimi non praticanti
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Vicus

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #122 il: Gennaio 07, 2016, 09:28:00 am »
Bravo , concordo al 100000 % , aggiungo che il femminismo non attecchisce non solo in ambienti cattolici*, ma nemmeno in quelli islamici e ortodossi . Forse il protestantesimo é un caso a parte, perché le societá protestanti oltre ad essere nate di fatto femministe sono quelle dove la societá é ora allo sfascio piú completo .

*Ovviamente parlo di ambienti religiosi veri, e intendo dove vi sono pochissimi neofarisei e pochissimi non praticanti
Grazie Jason, rallegra sapere di non essere una voce nel deserto :lol: :drinks:
Islamici e ortodossi dimostrano che il femminismo non attecchisce dove ci sono solidi valori spirituali. Il protestantesimo è una forma di secolarizzazione e si è ormai quasi completamente diluito nel mondo profano, di cui ha assorbito il femminismo e tutte le altre contraddizioni.
Citazione
Sará un caso che le societá piú potenti sono ora quelle dove c'é un disprezzo del femminismo intrinseco ?
Per nulla: è la dimostrazione che il femminismo non porta alcun contributo alla società, ma ha un ruolo puramente distruttivo, e sarà gettato via dai suoi stessi ideatori quando non servirà più allo scopo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #123 il: Gennaio 07, 2016, 11:28:37 am »
@marmocchio: confermo, anche in Polonia e Romania la situazione è decisamente migliore da questo punto di vista.
@Frank: vero, ma si può imitare il meglio dell'uno e dell'altro Paese, non stiamo facendo una classifica tra nazioni, meno femminismo in politica e nella società non implica favorire la corruzione o istituire la tessera del pane.

Certo, ma io ci tengo sempre a precisare, semplicemente per non far credere che ad est ci sia una sorta di "paradiso terrestre", quindi che in quei luoghi siano tutte rose e fiori.
Come è vero che noi abbiamo i nostri problemi, è altrettanto vero che ad est hanno i loro.
Solo che di solito si sorvola su questi aspetti.
Come ho già avuto modo di scrivere, è da un po' di anni che non vado più in quei luoghi, e sebbene siano sicuramente migliorati rispetto ad allora, ricordo bene la povertà che ho visto in certi paesi dell'est.

@@

In questa città,
https://it.wikipedia.org/wiki/Foc%C8%99ani
città natale di una rumena che ho frequentato per quattro anni e dove mi sono recato in più di una occasione, lo stipendio medio è di 340 euro al mese e un litro d'olio che dalle mie parti costa 3 euro, lì ne costa 5.
Questo tanto per fare un paio di esempi; ma potrei continuare, citando anche certe zone dell'Albania, della Macedonia, ecc.
Del resto, se l'est fosse un totale "paradiso", non ci sarebbe (e soprattutto non ci sarebbe stata) una forte emigrazione.


Citazione
meno femminismo in politica e nella società non implica favorire la corruzione o istituire la tessera del pane.

Ovvio, ma se ogni tanto metto in evidenza la corruzione esistente in altri paesi, come la Russia (ma potrei citare anche la Romania, la Moldavia, l' Albania, ecc.) è perché solitamente non lo fa nessuno, per cui si tende a credere che altrove siano immuni a certi fenomeni, che invece sono diffusissimi in tutto il pianeta - non fosse altro per il fatto che la specie umana è la stessa ovunque.

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #124 il: Gennaio 07, 2016, 12:07:28 pm »
http://www.tempi.it/blog/la-differenza-di-valori-tra-i-russi-e-noi#.Vo5F_U8oGSo

Citazione

La preghiera del Mattino
«Il nostro ordinamento non riconosce il diritto alla non vita» Redazione
Good Bye, Lenin!
La «differenza di valori» tra i russi e noi
Invia per Email Stampa
luglio 16, 2015 Angelo Bonaguro

russia-famiglia-cremlino-mosca-shutterstock_263662772

dati poco confortanti riguardano il numero di aborti e divorzi. In varie occasioni, soprattutto parlando ai giovani, il patriarca ortodosso Kirill ha ripetuto che la Russia potrebbe essere «un paese diverso se non ci fossero così tanti aborti e divorzi», aggiungendo che «in media si separa il 70 per cento di coloro che contraggono matrimonio». Il dato è confermato da tempo dall’Istituto federale di statistica: nel primo semestre del 2012, ad esempio, su 100 matrimoni si sono registrati 65 divorzi. Nello stesso anno erano oltre 6 milioni le famiglie monoparentali (5,6 milioni le madri single, 634.500 i padri). Dalla metà degli anni Novanta per numero di divorzi la Russia ha superato l’America.

Rispetto al problema dell’aborto, benché da un paio d’anni a questa parte la tendenza sia in diminuzione con meno di un milione di aborti all’anno, l’eredità sovietica si fa sentire. Dal punto di vista storico, i dati sulle interruzioni di gravidanza in quel periodo sono stati declassificati solo alla fine degli anni Ottanta, ma sappiamo che l’Unione Sovietica era tra i primi paesi al mondo a praticarle (in Russia ci sono stati 5,6 milioni di aborti nel solo 1964, il picco più alto in tutta la sua storia). In epoca post-sovietica, sommando il numero di aborti praticati dal 1990 al 2012, si arriva alla cifra spaventosa di 50 milioni di bambini non nati.

Nel 2009 la media è stata di 73,7 aborti ogni cento nati (media Usa: 23,4 su 100 nel 2008). Non per niente anche in questo caso il patriarca ha usato più volte toni duri e preoccupati, paragonando il fenomeno a una «guerra invisibile» capace di assestare tra l’altro un colpo durissimo alla demografia nazionale.


Leggi di Più: Gay e famiglia, differenze tra Russia e Occidente | Tempi.it
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http://www.ilmioeden.it/quali-sono-i-paesi-dove-si-divorzia-di-piu/

http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2010/12/23/FAMIGLIA-IN-CRISI-Nella-top-10-dei-divorzi-Russia-Stati-Uniti-e-Cuba/136464/

http://dragonerosso88.blogspot.it/2012/12/la-piaga-dei-matrimoni-misti.html

@@

http://www.eastjournal.net/archives/60071

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #125 il: Gennaio 07, 2016, 16:53:07 pm »
Neanche a me dispiacerebbe – anzi sarebbe urgente - la modifica di un bel numero di leggi. Dico però che è un’illusione, purtroppo, credere di poterle cambiare solo incatenandosi ai cancelli del tribunale (testimonianza comunque lodevole e importante).
Gli uomini sono in sciopero e la cosa ha una sua efficacia. Funzionerebbe molto di più se questo sciopero fosse consapevole, e le donne fossero edotte delle ragioni di questo comportamento.
Specie se il disegno di legge Cirinnà dovesse passare, la donna media, priva di qualunque etica e capacità fdi rispettare i patti, diverrebbe al 100% infrequentabile.

quoto tutto

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #126 il: Gennaio 07, 2016, 16:57:04 pm »
Capito.
Nondimeno, in questo vecchio articolo, vi è una sintetica (e parziale) spiegazione del perché in Italia, come in altri paesi occidentali, siamo indietro rispetto a molti paesi dell'est.
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-02-09/mercato-fibra-ottica-175708.shtml?uuid=Aaoa2x6C&fromSearch

http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201109291213047259&chkAgenzie=ITALIAOGGI&sez=news&testo=&titolo=La%20fibra%20ottica%20avanza%20nei%20paesi%20dell%27Est

tutto giusto, ma ciò che conta è il risultato. Invece di buttar soldi a farci invadere da musulmani, si dovrebbe investire nella fibra ottica.
La corruzione esiste anche nei paesi dell ' est , anzi, è intrinseca all'animo umano.
da noi però neanche si vuole contrastarla

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #127 il: Gennaio 07, 2016, 18:00:29 pm »
La corruzione esiste anche nei paesi dell ' est , anzi, è intrinseca all'animo umano.
da noi però neanche si vuole contrastarla

Dai, questo non è del tutto vero.
Peraltro, restando in Europa dell'ovest, non è che la Grecia faccia molto di più dell'Italia in tal senso.
Non parliamo poi di quello che accade in certe zone dell' Asia, per non parlare del Sud America e dell' Africa. In confronto noi siamo la Danimarca.
http://www.travel365.it/10-paesi-piu-corrotti-mondo.htm
Con questo non sto certamente glorificando il nostro Paese; no, affatto.
Semplicemente faccio notare che come è vero che c'è di meglio di noi, è altrettanto vero che c'è anche (e soprattutto) di peggio o molto di peggio di noi.

Offline ilmarmocchio

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #128 il: Gennaio 08, 2016, 09:40:31 am »
Dai, questo non è del tutto vero.
Peraltro, restando in Europa dell'ovest, non è che la Grecia faccia molto di più dell'Italia in tal senso.
Non parliamo poi di quello che accade in certe zone dell' Asia, per non parlare del Sud America e dell' Africa. In confronto noi siamo la Danimarca.
http://www.travel365.it/10-paesi-piu-corrotti-mondo.htm
Con questo non sto certamente glorificando il nostro Paese; no, affatto.
Semplicemente faccio notare che come è vero che c'è di meglio di noi, è altrettanto vero che c'è anche (e soprattutto) di peggio o molto di peggio di noi.

La corruzione è ovunque, Germania docet ( Siemens e WW ).
però noi giustifichiamo troppo.
E' questo il problema. Che poi noi siamo autolesionisti, è vero

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #129 il: Gennaio 09, 2016, 20:54:31 pm »
Che poi noi siamo autolesionisti, è vero

In tal senso quello italiano è realmente il popolo "leader" in Europa.
Mai visto (in Europa) un popolo anti-nazionalista e autolesionista come quello italiano.
Un autolesionismo che li induce a non informarsi per bene neppure riguardo a quello che accade negli altri paesi, sia in Europa che nel resto del mondo.
Conosco italiani ai quali hanno dato lezioni (?) di "economia" e di "morale" perfino... dei nigeriani, quindi degli africani, ovvero gli abitanti del continente più corrotto del pianeta Terra.
http://www.lastampa.it/2012/04/09/esteri/viaggio-nella-corruzione-africana-XJJdqrrcsXxb0Rm8zITkoJ/pagina.html
Citazione

Viaggio nella corruzione africana
Un fenomeno che nel Continente Nero è più diffuso della malaria

09/04/2012
lorenzo cairoli

Ricordo che quando intervistai Marcello Faraggi sul film denuncia che aveva girato in Camerun sulla chicken-connection - l’83,5% dei polli congelati che dall’Europa e dal Brasile sbarcavano in Camerun non erano commestibili - mi confidò che buona parte del suo budget si era volatilizzato in mance e bustarelle. “Il guaio è che la prime volte perdevo il conto delle mance che avevo distribuito. In fondo, era sempre poco. Briciole. Ma a fine serata quando mi mettevo davanti al pc scoprivo di aver dilapidato una fortuna”. Quando si tratta di chiedere mance o mazzette, gli africani sono ricchi di fantasia.

I parcheggiatori di Nairobi, in barba alle camicie che sfoggiano con la scritta ‘Corruption is Evil,’ anzichè incassare i soldi del biglietto, preferiscono intascare i ‘soda money’, i soldi per comprarsi da bere, una tangente che consente a chi la paga di poter parcheggiare abusivamente e a prezzo scontato – una soda in Kenya costa intorno ai 50 centesimi. In Congo, se qualcuno vuole alleggerirti le tasche ti chiederà, in un francese flautato: ‘quelque chose de sucré’ da bere. Nelle carceri congolesi il vitto dei prigionieri è a carico dei familiari. Quando un parente porta il cibo, le guardie pretendono una tangente – dai 1000 ai 1500 franchi congolesi se il parente porta il cibo, senza cibo, dai 300 ai 500 franchi. A Freetown, in Sierra Leone, hanno invece un modo più poetico di spillarti i soldi. Da chi ti cambia il denaro al tassista che si scapicolla per portarti in orario in aeroporto, al momento del commiato tutti, ma proprio tutti, ti ricorderanno: ‘Don’t forget your friend’.

La corruzione in Africa e' piu' diffusa della malaria. Negli anni scorsi Transparency International individuo' nel Camerun di Paul Biya lo stato più corrotto di tutto il continente africano. Un paese dove senza bustarelle non si può abbattere un albero, non si viene promossi a scuola, non si entra all’Università, non si viene ricoverati in ospedale. Perfino in obitorio bisogna corrompere qualcuno. Altrimenti scaraventano a terra il defunto, gli rubano i vestiti, non lo restituiscono alle famiglie per il funerale. In Camerun la spazzatura brucia a cumuli nelle strade perchè il presidente lamenta di non avere soldi per pagare i netturbini ma ne ha a sufficienza per vivere da sibarita in Europa, per regalare cliniche private in Germania alla moglie Chantal, intascando i proventi della corruzione di cui il Camerun è primatista mondiale e del saccheggio criminale e scellerato delle foreste in cambio di legname pregiato (di cui noi italiani siamo i primi acquirenti).

Un altro paese spaventosamente corrotto e' la Nigeria forse il paese più petroliocentrico del pianeta, visto che il 95% delle sue entrate provengono tutte dal settore petrolifero, ma di queste, solo il 10% finisce in tasca alla popolazione. Il 60% viene predato, rubato, estorto, quel che rimane lo trivella la corruzione. E con le briciole lasciate dalla malavita e dal malgoverno si costruiscono scuole, strade e ospedali per i nigeriani. Nuhu Ribadu e' un Giovanni Falcone nigeriano che ha dichiarato guerra alla corruzione in uno dei paesi più marci della terra. Quattro anni di lotta senza quartiere, convinto, come predicava Falcone che ‘gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini’. Messo a capo del EFFC (Economic and Financial Crimes Commission) dal presidente Olusegun Obasanjo, Ribadu ha trascinato in tribunale più di mille corruttori facendone condannare più di un quarto, tra cui il suo diretto superiore, Tafa Bolagun, l’Ispettore Generale delle Forze di Polizia Nigeriane. E’ stato implacabile persecutore dei corruttori delle aziende straniere, ha vinto il World Bank’s 2008 Jit Gill Memorial Award for Outstanding Public Service per la sua lotta contro la corruzione, è uscito illeso da due attentati, ha collezionato in quattro anni più di quattromila minacce di morte. I nigeriani lo chiamano lo Zar o l’Obama di Nigeria. Nell’immaginario collettivo è una via di mezzo tra un Eliot Ness e un Robin Hood dalla pelle nera. Quando era a capo del EFFC stimò che la Nigeria dal giorno della sua indipendenza ad oggi s’era mangiata 380 miliardi di dollari in corruzione. Se quei soldi fossero stati investiti adeguatamente, la Nigeria adesso avrebbe un tenore di vita superiore a quello di quasi tutti gli stati europei. Invece è un paese a pezzi, misero, quasi medioevale, dove la maggior parte della popolazione non ha più sei ore di elettricità a settimana, né acqua nelle case. Prima del boom petrolifero, l’economia nigeriana ruotava tutta intorno all’agricoltura. Il paese era leader nel campo dell’esportazione del cacao, della gomma, della canna da zucchero e delle arachidi. Era il paradiso degli “oil rivers”, primo produttore ed esportatore mondiale di olio di palma. Con l’avvento del petrolio, tutto quello che prima esportava oggi lo importa.

Un altro paese incredibilmente corrotto e' il Gabon, feudo della famiglia Bongo - il padre Omar lo ha vessato per quasi mezzo secolo, adesso ci pensa suo figlio Ali' - un paese di nemmeno un milione e mezzo di abitanti ma dal sottosuolo straordinariamente sovraffollato di ricchezze – oltre al petrolio, manganese, oro, uranio e ferro, senza contare il legname delle foreste con i pregiatissimi okoumé e ozigo e le spettacolari piantagioni di caffè e di cacao. Nella capitale Libreville si ammassa la metà della popolazione del paese. E' una delle città più care del mondo, una Miami dalla pelle d’ebano e dall’accento francese con nights, casinò, grandi hotel che si affacciano sull’oceano, banche che applicano commissioni sui cambi da usura, auto a noleggio e taxi più cari che in Europa, droga ovunque, soprattutto marjiuana e un tasso di corruzione tra i più alti del continente. Secondo gli analisti la ricchezza del suo sottosuolo e la bassa densità di popolazione rende il Gabon uno dei paesi più ricchi del mondo ma più della metà del suo milione e mezzo di abitanti vive al di sotto della soglia di povertà. Perché i Bongo, nonostante i faraonici contratti spuntati alle compagnie petrolifere francesi, hanno regalato alla loro gente nights e prostituzione, hotel a cinque stelle e una feroce censura dei media, corruzione e servizi sociali scadenti, malversazione di fondi pubblici e ospedali da terzo mondo. E infatti, per il suo cancro all’intestino Omar Bongo scelse di curarsi e di morire in una clinica privata di Barcellona. Che è una costante dei dittatori africani, in carica o esiliati, quella di morire all’estero perchè in decenni di regime non sono stati capaci di costruirsi uno straccio d’ospedale appena appena decente dove farsi curare. Il dittatore togolese Eyadéma Gnassingbé morì d’infarto mentre veniva trasferito all’estero per le cure. Il tanzaniano Nyerere morì di leucemia in un ospedale di Londra. Il guineano Ahmed Sékou Touré morì a Cleveland durante un’operazione al cuore. La lista è lunghissima, con un’eccezione, il camerunese Biya che ha fatto costruire e intestare alla moglie una sibaritica clinica privata… in Germania, però 

E questo accade perché l'italiano medio è realmente convinto di vivere nel Paese più corrotto del mondo, mentre la realtà è ben diversa.
Ma tanto le mie son parole al vento.

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« Risposta #130 il: Gennaio 09, 2016, 23:53:28 pm »
Ma tanto le mie son parole al vento.
Sono più corrotte l'Africa, il Sudamerica, alcuni Paesi dell'Est e l'India. Quel che realmente non va in Italia è che non c'è una volontà di migliorare, solo fatalismo e propaganda politica.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #131 il: Gennaio 10, 2016, 00:10:48 am »
Sono più corrotte l'Africa, il Sudamerica, alcuni Paesi dell'Est e l'India.

Aggiungiamo pure la Cina, la Corea del Nord e vari paesi asiatici.


Citazione
Quel che realmente non va in Italia è che non c'è una volontà di migliorare, solo fatalismo e propaganda politica.

Già, lo so bene.
Purtroppo.

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #132 il: Gennaio 27, 2016, 09:46:00 am »
In tal senso quello italiano è realmente il popolo "leader" in Europa.
Mai visto (in Europa) un popolo anti-nazionalista e autolesionista come quello italiano.
Un autolesionismo che li induce a non informarsi per bene neppure riguardo a quello che accade negli altri paesi, sia in Europa che nel resto del mondo.
Conosco italiani ai quali hanno dato lezioni (?) di "economia" e di "morale" perfino... dei nigeriani, quindi degli africani, ovvero gli abitanti del continente più corrotto del pianeta Terra.
http://www.lastampa.it/2012/04/09/esteri/viaggio-nella-corruzione-africana-XJJdqrrcsXxb0Rm8zITkoJ/pagina.html
E questo accade perché l'italiano medio è realmente convinto di vivere nel Paese più corrotto del mondo, mentre la realtà è ben diversa.
Ma tanto le mie son parole al vento.

Mi ero dimenticato di scrivere che gli italiani (diciamo pure alcune "cime" di sesso maschile), sono anche gli unici che in Europa, sia dell'ovest che dell'est, postano dei video denigratori nei confronti dell'Italia e degli italiani in generale, glorificando al tempo stesso tutto ciò che è straniero.
E' un fenomeno che, perlomeno in Europa, si riscontra solo da noi e, il bello, è che sono proprio i nostri suddetti connazionali a farlo, non gli stranieri.
Perciò, figuriamoci se un popolo così disfattista, può prendere coscienza a livello collettivo della c.d. questione maschile.
Mah... che tristezza.


@@

ps: neanche quando mi recavo nei paesi dell'est, anni fa, nel periodo in cui erano nella melma più totale, ho mai ascoltato parole così piene di disprezzo da parte di rumeni o albanesi, verso i loro rispettivi paesi.
In loro c'era (e tuttora c'è) sempre un forte nazionalismo, un senso di appartenenza alla propria terra, un orgoglio, che gli italiani (eccezioni a parte) non sanno neppure cosa sia.

Offline Vicus

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« Risposta #133 il: Gennaio 27, 2016, 10:24:08 am »
Mi ero dimenticato di scrivere che gli italiani (diciamo pure alcune "cime" di sesso maschile), sono anche gli unici che in Europa, sia dell'ovest che dell'est, postano dei video denigratori nei confronti dell'Italia e degli italiani in generale, glorificando al tempo stesso tutto ciò che è straniero.
E' un fenomeno che, perlomeno in Europa, si riscontra solo da noi e, il bello, è che sono proprio i nostri suddetti connazionali a farlo, non gli stranieri.
Perciò, figuriamoci se un popolo così disfattista, può prendere coscienza a livello collettivo della c.d. questione maschile.
Mah... che tristezza.


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ps: neanche quando mi recavo nei paesi dell'est, anni fa, nel periodo in cui erano nella melma più totale, ho mai ascoltato parole così piene di disprezzo da parte di rumeni o albanesi, verso i loro rispettivi paesi.
In loro c'era (e tuttora c'è) sempre un forte nazionalismo, un senso di appartenenza alla propria terra, un orgoglio, che gli italiani (eccezioni a parte) non sanno neppure cosa sia.
Forse è anche per questo che all'est hanno fatto meno strada di noi. L'autocritica è una cosa buona, e noi italiani abbiamo coscienza del nostro valore e della nostra dignità all'estero, dove critichiamo meno frequentemente il nostro Paese (vedasi per esempio l'Argentina dove non c'è oriundo italiano che parli male dell'Italia).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:CONVEGNO A VICENZA IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA.
« Risposta #134 il: Gennaio 27, 2016, 15:36:50 pm »
Forse è anche per questo che all'est hanno fatto meno strada di noi. L'autocritica è una cosa buona, e noi italiani abbiamo coscienza del nostro valore e della nostra dignità all'estero, dove critichiamo meno frequentemente il nostro Paese (vedasi per esempio l'Argentina dove non c'è oriundo italiano che parli male dell'Italia).

Anch'io son del parere che l'autocritica è una buona cosa se rimane confinata all'autocritica, appunto, ma quella dei nostri connazionali è "altro", cioè autolesionismo e disfattismo allo stato puro. Il che è ben diverso.
Tra l'altro, che gli italiani critichino meno il proprio Paese quando sono all'estero è una mezza verità, Vicus.
In merito mi ricordo di un episodio (uno dei tanti, eh...), capitatomi a Praga, diversi anni fa. Ero in un bar, vicino a me c'era un italiano (giovane), dall'accento campano; stava parlando con una ragazza francese, una studentessa che in quel periodo studiava la nostra lingua; be', il tipo in questione non fece che parlarle male dell'Italia per tutto il tempo, tutti i suoi discorsi vertevano sulla mafia, la camorra, la 'Ndrangheta, la corruzione, i politici di merda e quant'altro.
Ora, che purtroppo questi siano mali che ci portiamo dietro da secoli è un dato di fatto, ma tu dimmi se è normale fare discorsi del genere ad una ragazza straniera, conosciuta in terra straniera.
Quando mai un francese, se conoscesse una ragazza italiana che studia il francese, si metterebbe a parlare delle magagne della Francia e magari della French Connection ?