Autore Topic: Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot  (Letto 2040 volte)

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Offline Vicus

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L’agenzia di stampa Associated Press annuncia: per la parte dei nostri lanci informativi che riguardano informazioni su aziende, ricorriamo adesso ad un software fornito dalla ditta Automated Insight. Grazie a questo programma, “Invece di fornire 300 articoli fatti a mano, possiamo fornirne ogni trimestre fino a 4400 su temi riguardanti le imprese americane”, ha spiegato il direttore della redazione di AP; Lou Ferrara.
Sicuramente i lettori non noteranno la differenza, e non solo perché già adesso i mainstream media sono sostanzialmente scritti da robot, ancorché salariati. Anche le aziende coinvolte sono di sicuro contente. Basta ricordare il famoso detto: “E’ ‘notizia’ è quella cosa che qualcuno, da qualche parte, non vuole sia pubblicata. Tutto il resto è pubblicità” (attribuita a Lord Northcliff, editore-direttore de Times). Quella prodotta dal software sarà pubblicità, come quella attualmente prodotta dai robot a cui ancora bisogna pagare lo stipendio.
D’altra parte, ha rivelato il suddetto Ferrara, “già da anni la Associated Press utilizza l’automazione per coprire una ‘grossa parte’ delle notizie sportive”. Le tifoserie hanno sicuramente gradito: anch’esse, dopotutto, sono robotiche.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #1 il: Settembre 01, 2015, 01:17:15 am »
Mi viene da ridere, dato che il giornalismo non esiste più da decenni e decenni e gli attuali scribacchini nostrani non sono nient'altro che marionette capaci solo di scrivere porcherie politicamente corrette dettate dal proprio editore.
Alla fine dei conti, quindi, non vedo alcuna differenza tra un software ed un pupazzo umano che fa il giornalista. Anzi, io ci trovo anche una nota positiva: forse è la volta buona che il mestiere di giornalista si appresta a scomparire. 

Offline Vicus

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #2 il: Settembre 01, 2015, 03:51:12 am »
L'articolo tocca tutta una serie di questioni, in particolare il mito della carriera (che ormai fa presa quasi esclusivamente sulle donne) e quello della tecnologia che rende obsoleto l'uomo.
Piazzare uomini-fantoccio nelle varie professioni (giornalismo compreso) è solo la prima tappa dell'obsolescenza del lavoro per come lo conosciamo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #3 il: Settembre 01, 2015, 12:54:28 pm »
mi immagino il redattore di bozze........

C'è già quello automatico che a volte combina castronate peggio di quello "pensante" :lol: .

Ha ragione Alberto, che differenza c'è tra robot e marionette?
Mi sa che stavolta anche le varie Terragni e De Gregorio devono cominciare a tremare...
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #4 il: Settembre 01, 2015, 15:02:52 pm »
A mio parere il tema più importante dell'articolo è la riorganizzazione del lavoro.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline freethinker

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #5 il: Settembre 01, 2015, 16:12:33 pm »
A mio parere il tema più importante dell'articolo è la riorganizzazione del lavoro.
Esatto, una riorganizzazione di dimensioni tali che nella storia umana non si era mai vista, che distrugge la dimensione antropologica del lavoro. In altre parole, è qualcosa di anti-umano che mina alle fondamenta il principio per cui esiste il lavoro: esso esiste perchè deve servire l'uomo, non è fine a se stesso.
Tutto il progresso e l'evoluzione della tecnologia  lo testimoniano: partendo dai tempi più remoti, vediamo che l'essere umano è passato dal muoversi con difficoltà a piedi, alle cavalcature, ai carri, alle carrozze, poi ai treni a vapore, infine alle sofisticate automobili di oggi. Se pensiamo al periodo nel quale ci si muoveva in carrozza, intorno a tali mezzi di trasporto esisteva tutto un "indotto" che dava lavoro a maniscalchi, scudieri, fabbri ferrai, falegnami, sellai, eccetera eccetera. Con l'evoluzione della tecnica, il vetturino che stava a cassetta è stato sostituito, per così dire, dall'autista, in un certo lasso di tempo, così come il maniscalco ha finito per cedere il posto al gommista, e via dicendo.
Oggi assistiamo a qualcosa di radicalmente diverso: l'automobile viene costruita da impianti robotizzati automatici: il lavoro non ha cambiato forma, semplicemente non c'è più. Ma la cosa più assurda è che mentre impianti automatici continuano a produrre automobili, queste poi restano invendute: l'essere umano che aveva bisogno del prodotto, e che a sua volta col suo lavoro produceva altri beni, è stato eliminato, nel senso che non produce e non compra.
Ora, pensare che possa esistere una società (?) post-umana, nella quale i prodotti siano prodotti per non servire a nessuno, mi sembra un cosa demenziale a solo pensarla. :sick:
Per non finire OT, mi ricolloco subito sull'argomento: realizzare software per scrivere le sciocchezze politicamente corrette che leggiamo sui media quotidianamente, non è affatto un'impresa difficile (e lo dico da persona che ha scritto software per una vita); basta avere delle regole inferenziali precise e un dizionario dei sinonimi, poi si tira fuori dal pc quello che si vuole.
Forse qualcuno di voi ricorderà che un po' di anni fa qualcuno, con l'intento di prendere in giro i discorsi inconcludenti dei politici italiani, si era preso la briga di costruire un "generatore" di discorsi politici nel quale, assemblando in maniera random una serie di frasi precostruite, si otteneva un perfetto discorso che non voleva dire assolutamente nulla! :lol:
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #6 il: Settembre 01, 2015, 19:39:20 pm »
Ora, pensare che possa esistere una società (?) post-umana, nella quale i prodotti siano prodotti per non servire a nessuno, mi sembra un cosa demenziale a solo pensarla. :sick:
Il mondialismo è un Leviatano senza cervello. Come nel '29, c'è abbondanza di merci ma non la moneta per comprarle: il paradosso della povertà in mezzo all'abbondanza. Negli anni '30 si gettava il cibo in mare perché la gente non poteva comprarlo, altro che 'fame nel mondo': la 'sovrappopolazione' riguarda solo i poveri, che vanno decimati per non gravare sui profitti.
C'è però una lettura alternativa del fenomeno: se ciò che oggi è considerato lavoro possono farlo le macchine, possono sorgere forme nuove di lavoro, di tipo intellettuale e basato sulla cultura generale. Il mestiere di domani sarà sfidare le convenzioni, per trovare nuove idee che portino benefici socioeconomici alla comunità. Per questo la gente sarà remunerata per imparare, e si formera in prevalenza fuori dalle aule (come già avviene).
Comunque vadano le cose, il mondo di domani sarà magari prospero, ma l'opposto della civiltà dei consumi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #7 il: Settembre 02, 2015, 10:06:36 am »
Il mondialismo è un Leviatano senza cervello. Come nel '29, c'è abbondanza di merci ma non la moneta per comprarle: il paradosso della povertà in mezzo all'abbondanza. Negli anni '30 si gettava il cibo in mare perché la gente non poteva comprarlo, altro che 'fame nel mondo': la 'sovrappopolazione' riguarda solo i poveri, che vanno decimati per non gravare sui profitti.
C'è però una lettura alternativa del fenomeno: se ciò che oggi è considerato lavoro possono farlo le macchine, possono sorgere forme nuove di lavoro, di tipo intellettuale e basato sulla cultura generale. Il mestiere di domani sarà sfidare le convenzioni, per trovare nuove idee che portino benefici socioeconomici alla comunità. Per questo la gente sarà remunerata per imparare, e si formera in prevalenza fuori dalle aule (come già avviene).
Comunque vadano le cose, il mondo di domani sarà magari prospero, ma l'opposto della civiltà dei consumi.
Si, la penso così anch'io, in alcuni casi il cambiamento è già in atto e spesso ricalca i contorni di ciò che esisteva in passato, quando lo stato non era capace di vedere i problemi reali della gente. Per esempio certe aree del welfare, dove nascono spontaneamente i gruppi di auto-aiuto tra volontari non retribuiti: che cosa sono se non una rivisitazione delle antiche società di mutuo soccorso?
E c'è anche una spasmodica ricerca dell'autosufficienza energetica, pensa che ho trovato su internet ditte che producono pannelli solari termici per coloro che, vivendo in condominio, devono affrontare difficoltà e divieti vari per l'installazione. Si tratta di pannelli solari camuffati da piastrelle dei balconi o addirittura da vaso di fiori :D
Ci vorrà più o meno  tempo, ma credo che finiremo per riscoprire la saggezza e il buonsenso dei nostri nonni :D   

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #8 il: Settembre 02, 2015, 12:35:48 pm »
Lo Stato esiste sempre meno e dovremo tornare ad arrangiarci da noi
« Ultima modifica: Settembre 03, 2015, 11:38:22 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #9 il: Settembre 02, 2015, 12:43:35 pm »
Lo Stato esiste sempre meno e stiamo tornando al  medioevo quando la gente doveva arrangiarsi da sé

E' una cosa che noto nella vita di tutti i giorni, e non è manco detto che abbia solo lati negativi, anzi.
Per fare un esempio agricolo: succede nelle campagne attorno a Sassari (e quindi, per esteso, presumo da molte altre parti), tu mi dai un boccione del tuo olio che io ti do una cassa dei miei pomodori.
« Ultima modifica: Settembre 02, 2015, 13:45:03 pm da Vicus »
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #10 il: Settembre 02, 2015, 13:46:01 pm »
E' un modo per ricominciare. Sembra anche che la vita in campagna sia più sicura economicamente e più umana.
« Ultima modifica: Settembre 03, 2015, 11:37:50 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Lavoro umano sempre più obsoleto: articoli giornalistici scritti da robot
« Risposta #11 il: Settembre 03, 2015, 13:34:04 pm »
Trovo finalmente il tempo di rispondere più in dettaglio:
Si, la penso così anch'io, in alcuni casi il cambiamento è già in atto e spesso ricalca i contorni di ciò che esisteva in passato, quando lo stato non era capace di vedere i problemi reali della gente. Per esempio certe aree del welfare, dove nascono spontaneamente i gruppi di auto-aiuto tra volontari non retribuiti: che cosa sono se non una rivisitazione delle antiche società di mutuo soccorso?
E c'è anche una spasmodica ricerca dell'autosufficienza energetica, pensa che ho trovato su internet ditte che producono pannelli solari termici per coloro che, vivendo in condominio, devono affrontare difficoltà e divieti vari per l'installazione. Si tratta di pannelli solari camuffati da piastrelle dei balconi o addirittura da vaso di fiori :D
Ci vorrà più o meno  tempo, ma credo che finiremo per riscoprire la saggezza e il buonsenso dei nostri nonni :D
C'è un tendenza spontanea di gran parte della società ad auto-organizzarsi. Ad uno sguardo attento si può scorgere, insieme al crollo di istituzioni un tempo consolidate, il nascere di nuove forme di aggregazione che sono il nucleo della società futura.
Un'altra tendenza fondamentale oggi coperta dal rumore di fondo di altre notizie, è quella dell'autosufficienza energetica - e non necessariamente energia solare. Di recente una TV straniera ha trasmesso un documentario, che parlava di una 'centrale domestica a fusione fredda' messa a punto da uno scienziato italiano, che ha interessato la comunità internazionale. Il prototipo sarebbe pienamente funzionante e mancherebbe solo la messa a punto della produzione in serie.
E' una cosa che noto nella vita di tutti i giorni, e non è manco detto che abbia solo lati negativi, anzi.
Per fare un esempio agricolo: succede nelle campagne attorno a Sassari (e quindi, per esteso, presumo da molte altre parti), tu mi dai un boccione del tuo olio che io ti do una cassa dei miei pomodori.
Già decenni fa alcuni sociologi avevano preconizzato un ritorno al baratto. Ci troviamo nel paradosso di un'abbondanza di beni, resa possibile da avanzati procedimenti agricoli e industriali, e crescente scarsità di moneta.
La gran parte della moneta circolante è costituita da debito, emesso dalle banche che creano denaro dal nulla sotto forma di prestiti, senza adeguate riserve di liquidità. Tuttavia, l'interesse sul prestito non è fornito dalla banca ma dal debitore, che per pagare la banca deve sottrarre moneta all'economia reale. Per questo un'economia fondata sul debito va incontro a ricorrenti crisi di liquidità che si risolvono puntualmente in default anche di interi Stati.
La moneta non è ricchezza ma un semplice mezzo di scambio convenzionale: sono i cittadini a darle valore usandola come unità di quantificazione del loro lavoro.
Per questo può essere sostituita da altre valute non necessariamente emesse dallo Stato (come è avvenuto in Argentina e recentemente col Bitcoin).
« Ultima modifica: Settembre 04, 2015, 15:46:35 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.