Ho trovato questo articolo che mi pare degno di essere letto :
http://eresiechiesacattolica.blogspot.it/2013/04/l-origine-del-culto-mariano-spiegato-da.html#.VfCCFWztmkoL' ORIGINE DEL CULTO MARIANO SPIEGATO DA UN EX-PRETE IN UNA PREDICA di Gregor Daillard
Un prete cattolico, leggendo la Bibbia, scopre le discrepanze e le contraddizioni fra l'insegnamento di Gesù e le dottrine del Vaticano. Questo libro racconta la sua storia e come egli ha deciso di seguire la Parola di Dio, pagando per questo un caro prezzo.
Quel lunedì 15 agosto 1988 stava per dare origine a molti grattacapi, ma dava altresì un avvio decisivo alla mia conversione. Il 15 agosto è il giorno che la Chiesa Romana consacra all’assunzione di Maria al cielo ove, incoronata regina, condivide col Figlio il governo dell’universo.
Quel giorno dovevo tenere la mia predica mariana. La Scrittura ci lascia intravedere la lotta che Maria ha dovuto sostenere fra la sua appartenenza alla sinagoga giudaica da una parte e la sua presa di posizione per Gesù dall’altra.
È proprio questo suo conflitto e la sua decisione per Gesù, che ha reso per me esemplare la figura di Maria.
Come avrei potuto mostrare ai fedeli, che sarebbero venuti alla messa quel giorno, in che modo Maria era divenuta per noi un esempio da imitare? E come avrei potuto chiarire che il culto, reso a Maria dalla Chiesa Cattolica, è in realtà l’abominevole adorazione resa fin dall’antichità alla babilonese dea Semiramide e a suo figlio?
Alcuni giorni prima la mia segretaria mi aveva mostrato degli opuscoli, intitolati ‘Perché piange Maria?’
Alcuni sconosciuti li avevano distribuiti nel villaggio. Il loro contenuto aveva fatto sorgere delle domande, ed alcuni avevano telefonato per sapere cosa ne pensassi. Io ne avevo esaminato il testo ed avevo notato delle basi storiche.
Prendendo da esso lo spunto, e sulla base di alcuni testi biblici, preparai la mia omelia mariana. Oltre ai servizi religiosi nella mia chiesa parrocchiale, quel giorno dovevo celebrare due matrimoni con relative messe nella vicina frazione di S.Nicola.
Pregai allora la mia segretaria di registrare su cassetta il sermone che avrei tenuto alle 17,30. Mi sembrava opportuno avere un documento sonoro per un soggetto così delicato. Si trattava infatti di un tema che suscita sempre polemiche fra i cattolici e i credenti delle altre comunità cristiane.
Ecco dunque il testo della predica:
“Cari fratelli e sorelle,
Recentemente qui nel Vallese molti hanno ricevuto un opuscolo recante l’immagine della Madonna di La Salette che piange, e intitolato ‘PERCHE' PIANGE MARIA?’
Ho ricevuto telefonate da parte di persone, che mi hanno domandato se è vero ciò che vi è scritto, ed altri per strada mi hanno chiesto che conto ne dovessero fare.
Io ho letto il libretto e, basandomi anche su altri elementi, esporrò in primo luogo il contenuto e poi l’origine delle differenze che ci sono fra Maria, la madre di Gesù, e la famosa madre di Dio, poiché ci troviamo di fronte a due figure totalmente diverse.
C’è infatti una differenza fra il modo in cui Dio ci presenta Maria nella Sacra Scrittura, fra il modo in cui ce la descrivono i testimoni suoi contemporanei, che l’hanno conosciuta, e quelli che 1800 anni più tardi pretendono di conoscerla.
Penso che sia chiaro per tutti noi che coloro, i quali vivono con una persona, la conoscano molto meglio di quelli che 300 anni più tardi ne vorranno parlare. Io credo che sia decisivo ciò che i discepoli, gli apostoli di Gesù, ci dicono di Maria, e non quello che ne hanno detto gli altri più tardi.
Maria, la madre di Gesù, è stata una donna degnissima di rispetto.
Nell’opuscolo ci viene mostrato, su basi storiche, come la Madonna, che molti venerano senza rendersene conto, in realtà non ha nulla a che fare con Maria.
Viene storicamente dimostrato, ed è proprio così, come nei tempi antichi, a Babilonia, una satanica donna di nome Semiramide si sia impadronita del potere assoggettando a sé altre tribù.
Questa Semiramide era una donna bellissima ed energica, ambiziosa e animata da spirito di avventura, piena di vizi e di malvagità; crudele al punto da trovare piacere nel torturare a morte le persone. Gli uomini la temevano poiché si trattava di una donna diabolica, ed essi credevano che in lei agisse la potenza di Dio. Perciò la chiamavano madre di Dio, madre del cielo, regina, onnipotente cui tutto è sottoposto.
Semiramide era sposata a Nimrod, che era nello stesso tempo suo marito e suo figlio. Nimrod morì prematuramente, e Semiramide pretese onori divini per lui. Così egli divenne oggetto di adorazione, ed alla madre fu attribuito il titolo di madre di Dio. Inoltre, Semiramide fece fare e diffondere statuette, che la raffiguravano col suo figlio bambino sulle braccia.
Quando ella morì, tutta Babilonia, l’odierna Arabia, era a lei sottomessa, e gli abitanti di quei territori ne erano così impauriti da venerarla dappertutto con un senso di timore.
Il culto di questa madre di Dio si diffuse allora ben presto in tutto il mondo. I Germani, ad esempio, adoravano divinità somiglianti a Semiramide, e così altri popoli. In molti paesi la dea-madre era la divinità più importante, perché è quella che genera, e pertanto essa era oggetto di un culto speciale.
Ricordiamo brevemente un episodio, che si svolse allorché l’apostolo Paolo si recò per la prima volta ad Efeso – una città dell’odierna Turchia – ove era un santuario di Artemide, divinità corrispondente a Semiramide.
Da tutte le regioni circostanti vi accorrevano i pellegrini portando doni, nella speranza di guadagnarsi i favori e la protezione della dea. Paolo entrò in quella città e denunciò l’errore che si commetteva adorando una figura satanica, mentre Cristo era venuto per liberare gli uomini di tutto il mondo dalle false divinità.
Nel capitolo 19 degli Atti degli Apostoli leggiamo ciò che avvenne ad Efeso, ed è interessante notare a che punto gli uomini erano legati alle potenze diaboliche in quella città.
È scritto: ‘Paolo parlò regolarmente nella sinagoga per tre mesi’. Egli era ebreo e voleva portare gli ebrei alla fede in Gesù. Ma alcuni di essi si chiusero al suo messaggio e finirono per farsi beffe di lui davanti a tutti. Paolo allora si separò dalla sinagoga e prese a parlare ogni giorno nella sala di un greco di nome Tiranno. Per lo spazio di due anni egli insegnò, e così gli abitanti di quella provincia, giudei e greci, poterono ascoltare il suo messaggio accompagnato da grandi opere da parte di Dio…
Fu a questo punto che ad Efeso si produssero dei disordini a causa della nuova dottrina. V’era un orefice, di nome Demetrio, che produceva e vendeva riproduzioni in argento del tempio della dea Artemide; ciò procurava a lui, e a tutti gli altri coinvolti in quel commercio, un cospicuo guadagno.
Demetrio convocò tutti quelli che esercitavano lo stesso mestiere, e disse loro: ‘Uomini, voi sapete che da questo lavoro proviene la nostra prosperità; e voi vedete e udite che questo Paolo ha persuaso e sviato molta gente dicendo che quelli costruiti con le mani non sono dei. Pertanto sussiste il pericolo che non solo il nostro commercio ne venga danneggiato ma che anche il tempio della grande dea Artemide perda significato! Pensate un po’che succederebbe se la nostra dea, venerata in tutta l’Asia e nel mondo intero, dovesse un giorno cadere in dimenticanza!’ Essi, udito questo discorso, divennero furiosi nei confronti di Paolo e si misero a gridare: ‘Grande è la (madre di Dio) Artemide di Efeso!’
Il tumulto si propagò in tutta la città. Gaio ed Aristarco, che avevano seguito Paolo dalla Macedonia, vennero afferrati e trascinati nel teatro. Paolo avrebbe voluto seguirli, ma i fratelli ed anche alcuni magistrati, suoi amici, gli consigliarono di non farsi vedere. Tra quelli che s’erano radunati regnava una grande confusione e i più non sapevano perché fossero lì. Dalla folla fecero venir fuori Alessandro che, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa. Ma quando si accorsero che era ebreo, tutti, per quasi due ore, non fecero che gridare in coro: ‘Grande è l’Artemide di Efeso!’
Il racconto prosegue. Paolo capì che quella gente era schiava di quella donna potente. Non potevano essere liberati. Dovendo partire per la Macedonia, l’apostolo lasciò ad Efeso Timoteo, perché curasse la piccola comunità che seguiva Gesù. Ma l’opposizione contro Paolo, contro il cristianesimo, era molto forte.
Ed ora un fatto interessante, che è storicamente documentato. Ad Efeso, dopo questi fatti, convissero, anche se nettamente separati, cristianesimo e paganesimo, finché l’imperatore romano Teodosio I – e questo per noi cattolici è molto importante – non dichiarò nel 391 il Cristianesimo religione di Stato, proibendo nello stesso tempo tutti i culti pagani.
Fino agli inizi del secolo IV gli imperatori avevano perseguitato crudelmente i cristiani, come noi tutti ben sappiamo. Ma poiché cresceva sempre più nell’impero il numero dei cristiani, nonostante le persecuzioni, il trono imperiale cominciava a vacillare, e Teodosio cercò la soluzione più opportuna, quantunque lui non si sia mai fatto battezzare.
Per quegli Efesini, che fino a quel momento erano rimasti fedeli alle loro tradizioni pagane ed alla fede nella dea Artemide, si presentavano ora dei momenti difficili. Essi si dovevano sottomettere ad un Dio-Padre, sebbene nel loro cuore restassero fedeli ad una dea-madre – la cosiddetta Semiramide o Artemide. Ma appena 40 anni più tardi, nel 431, il Concilio di Efeso portò ad una svolta decisiva.
È vero che la venerazione di Artemide non fu più autorizzata, ma la Chiesa cristiana diede a Maria il titolo di Madre di Dio (mentre fino a quel momento era stata designata semplicemente come la madre di Gesù) e si cominciò a venerarla come tale.
In tal modo ella veniva disonorata e ridotta al rango di una dea, cosa che ella non era e non avrebbe mai voluto essere. Ora gli Efesini avevano di nuovo la loro dea, un surrogato di Artemide.
In quel periodo un gran numero di pagani era entrato a far parte delle comunità cristiane portandovi nel segreto del loro cuore le credenze nelle divinità pagane.
Maria ora diveniva madre di Dio e regina del cielo, come lo era in precedenza Artemide, Semiramide. La proclamazione del dogma della divina maternità di Maria fu accolta ad Efeso con grandi esplosioni di giubilo popolare, ed il vecchio culto pagano, divenuto cattolico, si è protratto fino ai nostri giorni.
Cari fratelli e sorelle, tutto questo può sembrarvi strano – ed io potrei citarvi ancora altri esempi – ed alcuni potrebbero pensare: ‘Il parroco sta dicendo queste cose perché è contro Maria.’ Ma io devo ancora una volta dire che c’è differenza fra l’essere contro Maria o l’essere contro la madre di Dio.
Nella fede cristiana non esiste una madre di Dio. C’è solo una madre di Gesù, colei che lo ha generato. Tutto il resto non è cristiano. Lo possiamo leggere negli scritti che ci hanno lasciati i discepoli del Signore.
Paolo ha scritto in seguito due lettere a Timoteo, che si trovava ad Efeso, ed in esse lo esorta a rimanere fedele; ciò che hanno fatto i cristiani che al tempo di Teodosio si opposero a quel dogma, dicendo che era una cosa abominevole, che avrebbe ostacolato le conversioni.
Gli uomini non avrebbero trovato la salvezza, poiché si sarebbero trovati asserviti all’antica dea madre. Paolo dunque aveva scritto a Timoteo: ‘Non c’è intermediario o avvocato fra Dio e gli uomini al di fuori di Gesù Cristo’, (1Timoteo 2:5).
Ed in un’altra lettera Paolo afferma: ‘Se qualcuno sa di altri mediatori fra Dio e gli uomini, al di fuori di Gesù Cristo, e dà un significato diverso alle parole, ed insegna diversamente da quello che è l’insegnamento di Dio, sia egli maledetto!’ (Galati 1).
Anche gli apostoli Pietro e Giovanni sono concordi nel dire che non c’è mediatore al di fuori di Gesù Cristo. In Lui solo gli uomini trovano la vera salvezza e la benedizione per la loro vita (Atti degli Apostoli 4:12).
Ed ora qualcosa di interessante, che chi ha cura d’anime può constatare. Quelli che non onorano Maria, la madre del Signore, ma sono invece devoti di una qualche speciale Madonna, la qual cosa equivale ad adorare la dea pagana, regina del cielo, vanno soggetti ad uno stesso male: spesso non trovano pace nella loro vita spirituale.
Si tratta sovente di persone molto religiose, che però sono legate a qualche comportamento immorale, segno della loro dipendenza da quella donna potente.
Altre volte ci troviamo di fronte a persone dedite all’alcool oppure inclini alla depressione. Ciò nondimeno non significa che tutti quelli che sono depressi facciano parte della medesima categoria.
Questi devoti della Madonna spesso si mettono contro il Vangelo, contro la Sacra Scrittura. Persone che, malgrado le molte preghiere, non trovano la pace e non riescono a riconciliarsi. Si potrebbero elencare ancora altri sintomi, constatati nel corso del tempo.
Pertanto vorrei invitare voi tutti a fare un esame di coscienza: Ringrazio Dio per Maria, la madre del Signore? Adoro solamente Dio, ringraziandolo per l’esempio di Maria? È per me Maria un esempio di fede, oppure rivolgo a lei le mie preghiere considerandola la regina del cielo? È qui che avviene la distinzione fra i cristiani e coloro che hanno un’altra fede!
Vorrei dirvi, cari fratelli e sorelle, che quanto vi sto dicendo non viene da me. Talvolta penso che come prete ho una grande responsabilità e che un giorno, forse anche presto, dovrò comparire davanti al tribunale di Dio.
Ma io non vorrei essere fra coloro che si limitano a trasmettere una vecchia tradizione, avendo paura di fare diversamente. Non dobbiamo avere paura di nessuno, ma onorare solamente Iddio!
Quante persone oggigiorno si regolano così? Anche i preti sanno bene che quando essi parlano della regina del cielo, in fondo non fanno altro che trasmettere lo spirito dell’antica Semiramide; ed essi sanno anche che i devoti della Madonna non hanno la pace nel cuore, ma non hanno il coraggio di mettere Maria in contrasto con la regina del cielo.
Voglio dirvi che come prete si ha il dovere e la responsabilità d’insegnare ciò che Dio ha insegnato. Perciò vorrei pregarvi di non prendervela a male.
Io ripeto ciò che dice la Bibbia, e la Bibbia è la Parola di Dio.
Immaginatevi che io v’insegnassi qualcosa di diverso da ciò che dice la Bibbia; quali sarebbero le conseguenze? Le anime rimarrebbero prigioniere del loro peccato e della loro vecchia vita, senza salvezza.
Perciò voglio invitarvi ad esaminare la vostra fede, e se qualcuno vuole arrabbiarsi, lo faccia direttamente con Dio, perché è Lui il Signore!”