Autore Topic: Vescovo: “il Papa sbaglia sui rifugiati”  (Letto 804 volte)

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Offline Vicus

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Vescovo: “il Papa sbaglia sui rifugiati”
« il: Settembre 09, 2015, 00:00:06 am »
Fonte: Washinton Post

BUDAPEST – Il messaggio domenicale di Papa Francesco non poteva essere più chiaro: con centinaia di migliaia di rifugiati diretti in Europa, i Cattolici del continente hanno il dovere morale di aiutarli aprendo chiese, monasteri, case e santuari.

Lunedì, il capo spirituale della chiesa del sud dell’Ungheria – dove si stanno verificando alcuni dei più pesanti flussi migratori d’Europa – ha diffuso un messaggio altrettanto chiaro: Sua Santità si sbaglia.

Il Vescovo Laszlo Kiss-Rigo ha dichiarato: “Non si tratta di rifugiati, questa è un’invasione la cui portata si estende per tutto il sud di questa nazione a predominanza cattolica [vedi anche Baviera cattolica come destinazione privilegiata dei 'rifugiati']. Vengono qui al grido di ‘Allahu Akbar’ (Allah è grande) e vogliono conquistarci”.

Il chiaro linguaggio del prelato riflette la tensione spirituale che attraversa l’Europa su come rispondere a questa marea di uomini donne e bambini a predominanza musulmana che dilaga per un Continente ampiamente Cristiano.

Il richiamo del papa alla compassione ed alla carità si scontra con il parere del Primo Ministro ungherese Viktor Orban, che considera il flusso migratorio una sfida portata contro la cristianità Europea ed in Ungheria, perlomeno, sembra essere il punto di vista vincente.

Anche se i Cattolici, in altre parti d’Europa, hanno ascoltato con attenzione il richiamo di aiuto del Papa, i capi della Chiesa non hanno reagito con risposte adeguate alla crisi umanitaria, la peggiore in Europa da decenni.

Nonostante le razioni negative che Orban si è attirato dal mondo nel suo tentativo di bloccare uno dei popoli più vulnerabili al mondo fermando la loro avanzata, la sua presa di posizione sembra avere rinforzato la sua immagine di nazionalista “sensato” che vuole difendere il proprio Paese contro un’ondata di “decine di milioni” di nuovi arrivi. In un’intervista, il Vescovo Kiss-Rigo dichiara: “la penso esattamente come lui”.

La situazione, spiega il vescovo Ungherese, è tale che l’Europa è stata inondata da persone che si stanno spacciando come rifugiati, ma in realtà rappresentano una grave minaccia per il Continente ed i suoi valori cristiani.

Anche se la maggioranza dei migranti che hanno attraversato la frontiera sud dell’Ungheria sono Siriani – dove la guerra è costata più di 320.000 vite in 4 anni – li considera non meritevoli di assistenza perché la maggior parte “ha soldi”, aggiungendo che rifiutano il cibo che si offre loro e lasciano rifiuti dove si fermano.

Dice Kiss-Rigo, per 9 anni Vescovo in un’area che vede la presenza di 800.000 cattolici: “la maggioranza si comporta in modo arrogante e cinico”, ma il personale della stazione centrale di Budapest – dove centinaia di rifugiati si sono fermati lunedì – rilasciano una versione differente: li descrivono come disperati bisognosi di aiuto e riconoscenti di riceverlo.

Un assistente di volo di 34 anni, dice: “quando sono arrivato in stazione era piena di bambini e neonati. Io stesso ho 3 figli ed ho immaginato come sarebbe stato il trovarmi lì. Avrei fatto quello che fanno loro”.

La settimana scorsa ha passato giorno e notte nel distribuire cibo, vestiario e pannolini per conto di Migration Aid, una organizzazione ungherese di soli volontari sorta parecchi  mesi fa per riempire il vuoto lasciato dal Governo e da gruppi caritatevoli consolidati. L’impegno di Migration Aid è stato notato dai migranti che hanno scritto sui muri della stazione “Ungheria hai della brava gente”.

I suoi volontari hanno poco appoggio dalle organizzazioni più importanti, soprattutto quelle Cristiane. Balazs Odor – funzionario della Chiesa Riformata di Ungheria, la seconda più importante – riconosce che le organizzazioni religiose sono state lente nel rispondere alla crisi ed aggiunge di rifiutare il punto di vista di Odor.

L’Ungheria non è una nazione particolarmente religiosa, proviene da mezzo secolo di dominio comunista impegnatosi a cancellare la Chiesa, ma Botond Feledy, analista politico, fa notare che la mossa di Orban di presentare il Paese come un baluardo contro l’invasione musulmana tocca una corda profonda nella psiche del Paese: la principale festa nazionale ungherese commemora il passaggio alla Cristianità e risale ad oltre un millennio fa. I nazionalisti, poi, citano spesso la sconfitta inflitta nel XVII° secolo agli occupanti Ottomani quale prova che l’Ungheria è una salvaguardia decisiva contro le influenze maligne.

Orban ha giocato già in precedenza la carta della Cristianità introducendo nella Costituzione una clausola che si riferisce “al ruolo della Cristianità nel preservare lo spirito della nazione” e promuove l’educazione religiosa nelle scuole. La cosa ha funzionato facendogli aumentare la popolarità ma per Eva Varga, medico 63enne che fa volontariato per i migranti, una crisi di rifugiati è l’occasione peggiore per sfruttare politicamente la religione e dichiara: “Per me non ci sono pazienti Cristiani e non-Cristiani, ci sono solo pazienti e sono obbligata a prendermene cura”.
« Ultima modifica: Settembre 09, 2015, 00:28:15 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.