Bluerosso, questa parte del tuo discorso mi lascia perplesso, perché parte dal presupposto che il progressista sia a priori un essere istintivo e non pensante. Più che altro, è l'infiltrazione di elementi estremisti o estremizzanti in un normale pensiero progressista che tutti, anche i moderati, potrebbero accettare (immaginate un centrosinistra senza femminismi, mondialismi e gender) che è pericolosa e intacca il pensiero e l'agire di quelli che si appoggiano a questa dottrina ma poco capaci di vagliarne difetti e pregi (insomma, senza un pensiero autonomo). Ma non tutti i progressisti sono come l'elettore medio del PD. Un Fusaro sarà di base marxista, ma la rielabora secondo la realtà attuale e non rimanendo ancorato a teorie di oltre 150 anni fa.
Al contrario. Il progressista (medio) è parecchio riflessivo ed esageratamente pensante.
Il problema è che quasi sempre dice di agire non per se (ci mancherebbe) ma in nome d'altri (a volte l'universo mondo).
Poveri, diseredati, neri, migranti, minoranze, omosessuali....
E quasi sempre non è ne povero, ne diseredato, nero, migrante, minoranza, omosessuale.....
A differenza del cristiano, cosciente dalla propria condizione di peccatore, il progressista vive il male fuori da lui (di solito è il suo oppositore politico).
Diventa feroce, intransigente. Il bene, e solo il bene lo rappresenta.
Quasi sempre assume un'utopia. Ma l'utopia per definizione contiene un alibi. Il più che probabile fallimento è direttamente proporzionale alla difficoltà (e bontà) della causa: "ci ho comunque provato". Bravo. Grazie!
Sentirsi progressista, è soprattutto un'inconscia consolazione rispetto all' "horror vacui" della miserevole e temporanea dimensione umana.
Come si può sopportare di passare un'intera vita senza aver la possibilità di partecipare (e constatare) del cambiamento di una seppur minima parte del mondo?
L'idea poi che su questa terra ci sia qualcosa che sia "degna" di essere conservata.....
A conservare, ci pensano i conservatori. I tradizionalisti. Gli ottusi.
Il problema in ogni caso non sono "i progressisti".
Sono gli arringatori, gli arruolatori, gli organizzatori, dei progressisti.
Fusaro potrebbe (e ripeto: potrebbe) essere uno di questi.
Studierò
p.s. - tutto quello che scrivo è frutto della mia esperienza personale. Non sono sociologo, politologo, psicologo.....
Quindi potrebbe essere anche un'analisi sbagliata.