Togliere il maschile è togliere l'atto creativo alla base dell'umanità , un obbrobrio possibile solo nell'epoca moderna.
Il matriarcato segna la regressione alla barbarie. E' l'uomo che trasmette la civiltà. Proprio stamattina ho letto un bell'articolo sul tema:
“Tenerezza”, sentimentalismi, hanno sempre anche il lato della ferocia irrazionale e improvvisa, anche quella è un impulso – una società che si commuove è anche una società che fa’ stragi. E’ lo status tribale, sub-civile. Contro Rousseau che predicava il ritorno allo stato di natura come liberazione, Hegel mostrò: “Lungi dall’essere il dominio della libertà, lo stato selvaggio è associato a passioni brutali ed atti violenti.
“Patria”, disse [Cacciari], non gli piaceva, c’è troppo di “Pater” [...]. Se mai, avrebbe voluto una “
Europa delle Matrie”. Applausi da pubblico. Non ebbi modo – ne voglia – di replicargli che come filosofo aduso alla terminologia ellenica, doveva sapere che il regno delle Madri fu, n ella Grecia arcaica, il regno delle Erinni.
Le civiltà delle madri è quella mafiosa, fu quella della vendetta familiare, della catena di faide, del familismo amorale. Già Eschilo celebrò la fine di quel “regno” della tenerezza-violenza, in una nota quadrilogia. Oreste uccide sua madre, che aveva ucciso suo padre Agamennone; le Erinni lo vogliono fare a pezzi, perché ha versato sangue della sua stessa famiglia, famiglia degli Atridi, una catena di omicidi…..Interviene Atena, spuntata dal cervello di Giove, e difende Oreste nel processo davanti all’aeropago: d’ora in poi si valuta il fatto in tribunale, ed Oreste ha compiuto un atto di giustizia, avendo sua madre tradito ed ucciso Agamennone. La Giustizia è soddisfatta, dunque cessi la catena della faida. D’ora in poi lo stato sarà
virile, razionale, “forma” e non “materia”; le Erinni siano confinate al focolare, diventino Eumenidi, che significa le benevole; loro sarà il “
regno della tenerezza” che si applica però rigorosamente solo ai nipotini, agli infanti. Di giustizia, le Madri non si occupino più.Tutte queste cose, Cacciari sa benissimo. Sa anche che qui, non ci mancano le Matrie. Ne siamo pieni. La mafia è una Matria, è una Matria la camorra; il clan dei Casamonica un’altra Matria, la cosca dei giudici in fondo è un’altra Matria; la Rai è una Matria, la Chiesa come s’è venuta atteggiando, un’altra ancora.
Siamo soffocati da madri, la nostra vita è piena di affetti, i figli so’piezz’e core, gli immigrati si accolgono tutti perché poverini, i disonesti e parassiti pubblici non vanno licenziati, all’omicida diamo quattro anni, i delinquenti si fanno uscire di galera perchè nessuno tocchi Caino…e così, passo passo, si regredisce alle Erinni. Perdendo il senso della giustizia, della forma, della razionale intelligenza a cui obbligare i cittadini.