Economia e donne al potere. Una digressione che ci porta al completamento della mutazione perenne e al contempo immutabile del femminismo, con la donna "modello" PD.
Economia e donne al potere. Si è sempre fatto un gran parlare da che l'Europa va sempre peggio, del ruolo e delle responsabilità giocate dalle donne in tutto questo. La Grecia ha sempre avuto uno scarsissimo numero di donne in Parlamento come in qualsiasi posto chiave dell'amministrazione e della dirigenza nella cosa pubblica come nel privato. Questo è un esempio che spesso le femministe ti oppongono negli ultimi tempi, ma se andiamo a vedere dalle nostri parti tra le donne di Renz, possiamo scoprire gustose note di colore: Come ogni regime, quello in atto nel nostro Paese non potrebbe certo esimersi dall'utilizzo della donna come utile foglia di fico ad copertura di ogni menzogna e promessa panzana nei vari settori possibili e immaginabili; grazie al loro necessario ed esibito successo e alla loro affermazione in ogni ganglio vitale del Paese. Ultimo esempio in ordine di tempo, i successi sportivi delle due tenniste pugliesi Flavia Pennetta e Roberta Vinci, entrambe finaliste all'US Open di New York, ragion per cui il nostro Matthew Renz che si sente così tanto Mandela o almeno Obama, non ha potuto fare a meno di raggiungere con volo di stato pagato la modesta cifra di 15000E da tutti i contribuenti, onde fare sentire alle due ragazze di successo il caloroso abbraccio della Nazione stretta tutta con grande viril ardore intorno al loro trionfo, il tutto in vieppiù sui suoli accoglienti con entusiasmo il nostro Conducator di Rignano, degli Stati Uniti d'America, eiaeiaeialà. Non possono di certo mancare i successi femminili delle bravissime e temprate nell'acciaio del Tavoliere delle Puglie, giovani donne della Razza italica discendenti di cotanta Magna Grecia. In ogni regime pubblico e privato che si rispetti, tanto più se piegato alle esigenze e all'estetica da imperanti “Lady Like”, si determina e diventa l'unica degna rappresentativa un' estetica e di un tipo di donna boschiana-madiana il quale va da soltanto un anno già per la maggiore, anche tra le cassiere appena carine e non solamente fra le ministre di bell'aspetto, ovvero il modello di donna disimpegnata e da pochi “byte” da qualunque cosa sia più lunga di 140 caratteri simil-Twitter, la negazione della relazionalità come della colloquialità ad estremo e supremo sacrificio a cospetto di Dea carriera, o di un piccolo misero lavoro reso ancora più svalutato e costituzionalizzato come precario e a tempo determinato, da Dio Renz. Il tipo di donna inafferrabile per chiunque non sia stato almeno una volta nella vita tesoriere del PD, da “buona la prima” non ci sarà mai “una seconda”, ovvero la mutazione genetica dei rapporti diventata imperante all'epoca dei social network, per cui l'interesse o non c'è al di là dell'approfondimento di conoscenza di un twit e svariate migliaia di mvp se sei un uomo fortunato, oppure al massimo il vecchio inaffondabile numero di telefono per essere chiamato quando e se mai ella “si sentirà” in una serata da meno squilibrata per concedere al povero maschio di turno tanta magnanima disponibilità. Ma mai e poi mai una seconda volta nella sempre temibile e impegnativa realtà. Un tempo, erano i vecchi che si rinchiudevano sempre più in se stessi e non intendevano proseguire quasi mai le conoscenze, adesso questo comportamento e' incitato e reso fenomeno comportamentale di massa femminile, dall'utilizzo dei social network -non a caso a guida, Zuckerberg, ebraico-capitalista- con la loro ipertrofica ma solo virtuale e apprente proposta incessante e commerciale di conoscenze e presentazioni.