credo che questo articolo non dica niente di + di quel che già sappiamo, però è utile perdere qualche istante per fare due riflessioni:
1 il mondo femminazista è alle corde, sta raschiando il fondo per mantenere la posizione della donna succube. Questo articolo è sintomatico, notate
2 l'uso costante di percentuali, tralasciando i numeri assoluti
3 l'uso di percentuali non verificate, non verificabili, non falsificabili: il 96% delle violenze domestiche non viene denunciato.
ma ditemi un po' signora Maria Lombardo alias cerebrolesa di turno, ammettiamo pure che ci siano agenzie +/- quotate ke sparano kaxxate di qs tipo, ma se lei c'avesse un piccolo dubbio che la cifra sia vera, come potrebbe dimostrare che è falsa? Allora, signorina cara, faccia il piacere di ripassare Popper: ciò che non è falsificabile non ha alcuna dignità scientifica, e allora smettiamola di sparare percentuali x darci un'aria seria e impegnata
4 in Italia ci sono grosso modo 27.000.000 di M e 29.000.000 di femmine (27 e 29 milioni!) poichè qualunque rapporto tra MM e FF è un rapporto di coppia e poichè a nessun M viene impedito di aver rapporto con 1,1 D (!) ciò significa che i rapporti a rischio in Italia sono 29.000.000 (!) Ma allora, se abbiamo 1 omicidio ogni due giorni (ammesso e non concesso) significa che la probabilità comunque è di 1/30.000.000 (uno ogni trenta milioni) ogni due giorni, quindi 1/60.000.000 al giorno (uno ogni sessanta milioni al giorno!) Ma dai, signorine acefale, fatevi due conti: accendere la macchinetta del caffè è molto-molto-molto + rischioso che frequentare un uomo, per quanto pazzo sia
5 poi è vero, ci sono quei due, tre casi la settimana
vogliamo fare qualcosa x diminuirli? certo, non è la cosa + urgente da fare in Italia (i danni da campi elettromagnetici fanno molti + morti). Ma se proprio volessimo fare qualcosa, cosa dovremmo fare? amiche care la risposate è MOOLTO SEMPLICE: ridare fiducia al maschio, ripristinare percorsi di iniziazione (...) al maschile, sottrarre i maschi alla tutela asfissiante delle mamme, etc etc etc. Ma a voi questo non interessa, vero? a voi le donne morte x violenza non fanno alcuna pietà, anzi fanno proprio il vostro gioco, x cui vi dispiace semmai che non siano 10, 100, 100 volte di più
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=97122&sez=HOME_INITALIAUomini che uccidono le donne:
una vittima del partner ogni 48 ore
Italia prima in Europa per i reati commessi in famiglia
Più del 50% degli omicidi avviene durante la separazione
di Maria Lombardi
ROMA (6 aprile) - Luana e Beatrice volevano andar via, lasciar morire due amori finiti e continuare a vivere. Non ce l’hanno fatta, uccise nello spazio di una festa da chi voleva fermarle, la paura dell’abbandono più forte dell’amore e della pietà. Luana, 27 anni, non voleva più Luca e l’aveva detto, lui l’ha soffocata nella casa nuova di Noventa Vicentina e poi ha vegliato il corpo. Anche Beatrice a 36 anni forse cercava una vita nuova, lontano dalla casa di Obino (Lugano), Marco l’ha colpita alla nuca «per gelosia», ha confessato, e poi gettata nel lago di Como.
E’ in quella zona grigia del rapporto che si va frantumando che si consumano il maggior numero dei delitti passionali. E’ nella fase dell’abbandono e delle separazioni che le donne sono più esposte alla violenza. «Il 55% degli omicidi si verificano durante il periodo di crisi massima, quando ci si sta separando ma non c’è stato ancora un giudizio», spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione matrimonialisti italiani. «Una forma di vendetta inconsapevole», per Anna Bravo, studiosa di storia del femminismo. «Di fronte alla paura di perdere il controllo, di fronte alla crescita della compagna o della moglie, gli uomini usano lo strumento in cui sono più forti: la violenza fisica».
Due delitti passionali a Pasqua, e forse non è un caso: le feste che una volta univano adesso lacerano, qualche giorno insieme e i conflitti esplodono. I tempi si dilatano e anche la rabbia. «Emerge in tutta la sua forza la disabitudine alla comunicazione e il delitto è la soluzione più veloce», la psicologa Vera Slepoj è convinta che gli omicidi in famiglia sono destinati ad aumentare. Le feste accelerano le crisi, il 40% delle separazioni, calcola l’avvocato Gassani, «vengono richieste dopo Ferragosto e Natale».
Un omicidio in famiglia «ogni due giorni, due ore, 20 minuti e 41 secondi. Nel 2008 si è registrato un 3% in più rispetto all’anno precedente. Ma l’andamento è oscillante, non possiamo parlare nel complesso di aumento dei casi», è l’opinione del professor Vincenzo Mastronardi, psichiatra e psicoterapeuta, titolare della cattedra di psicopatologia forense alla Sapienza. Il movente? «E’ passionale nel 25,9% degli omicidi», spiega il professore. «Seguono le liti, nel 21,8% dei casi, i disturbi psichici, 16,15 %, e le ragioni economiche, 8%», aggiunge il professore. Oltre la metà delle donne (il 66%) viene uccisa con la pistola, moltissimi abusi (il 40%) sono commessi durante la prima gravidanza.
L’Italia al primo posto in Europa per il numero dei reati che si commettono in famiglia. «Colpa anche della lunghezza del processo per ottenere il divorzio che esaspera gli animi. Non c’è mediazione familiare ma un processo cattivo che incattivisce gli ex coniugi», sostiene Gassani. Non è un caso se 20 anni fa si contavano 400mila matrimoni e oggi 220mila, uno su tre finisce in tribunale. E la deriva della violenza riguarda un po’ tutte le coppie, «i coniugi, ma anche i conviventi e si registra un numero crescente di aggressioni tra le coppie omosessuali», secondo il matrimonialista.
E tante volte le violenze diventano segreti, per sempre vergogna, la vittima condannata a restare tale: solo il 4% delle donne maltrattate, picchiate, offese o stuprate trova la forza di denunciare. E chissà se quella donna avesse detto, se qualcuno avesse chiesto aiuto. «Dietro tante tragedie familiari c’è un passato di violenze finite sotto silenzio. E’ dimostrato che più della metà dei delitti commessi in famiglia era annunciato e che pertanto si poteva evitare se le vittime non fossero state lasciate sole», sostiene il presidente dell’Ami.
Ma c’è il silenzio e la paura: il 93% delle violenze commesse dal marito o dal compagno vengono taciute. Accade in famiglia, quasi sempre, e si tende a sottovalutare. Poche donne (appena il 18%) considerano la violenza un reato, per la gran parte (44%) è «qualcosa di sbagliato», o «qualcosa che è accaduto» (36%).
Più morti in famiglia che per mano delle cosche: mafia, camorra e ‘ndrangheta messe insieme. Famiglie sempre più ”malate” e sofferenti da seguire, sorvegliare, curare prima che il malessere porti morte. Gli omicidi familiari sono circa duecento l’anno, sempre di più (Istat). Così pure il 91,6% degli omicidi-suicidi avvengono in famiglia, ogni dieci giorni un padre, un marito, un fidanzato (è un lui nel 93% dei casi) pianifica una strage. I casi nel 2008 sono aumentati del 28%, le vittime sono state il 68% in più. Omicidi annunciati, il più delle volte.