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Manifesto per un nuovo antisessismo non femminista

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Onestà intellettuale:
Condivido, pertanto condivido.



Uomini e donne hanno pari diritti e pari doveri.

Da questa affermazione, lampante alla ragione, deriva che il genere non è rilevante nello stabilire i diritti e i doveri di un individuo. Non è ammissibile sostenere che esistano, per esempio, “i lavori da donna”, e alla stessa maniera non è ammissibile che esistano “i diritti delle donne”: esistono, semmai, i “diritti degli esseri umani”.

Il genere contro il quale è perpetrata una discriminazione non è un elemento che incida sul giudizio quantitativo o qualitativo della gravità della discriminazione stessa.

È conforme a realtà l’opinione coloro che affermano che “le discriminazioni contro le donne sono, nella storia, maggiori per numero e per gravità rispetto a quelle contro gli uomini”? La risposta a questa domanda può essere interessante a fini storici e sociologici. È invece del tutto ininfluente da un punto di vista metodologico. Secondo nessuna logica, infatti, da questa opinione può conseguire che i singoli casi di discriminazione antimaschile si possano considerare diversamente gravi o diversamente meritevoli di attenzione rispetto ai singoli casi di discriminazione antifemminile.

La responsabilità, la colpa e lo status di vittima sono individuali: in nessun modo, dunque, si può ammettere che si trasmettano da individuo a individuo per omogeneità di genere, e dunque in virtù di una M o di una F sulla carta d’identità.

Secondo nessuna logica si può ammettere che la denuncia di uno o più casi di discriminazione contro un genere rappresenti una sottovalutazione delle discriminazioni contro l’altro genere.

Molti femministi dànno di “femminismo” la seguente definizione: “Essere per la parità dei sessi”. È senz’altro una definizione inadeguata: “essere per la parità dei sessi” può essere una condizione necessaria per essere femministi, ma di certo non è una condizione sufficiente; diversamente, anche i redattori di questo “Manifesto” dovrebbero definirsi femministi.

Locuzioni del tipo “sessismo al contrario”, “sessismo di ritorno”, “sessismo alla rovescia” sono ridicole e offensive. L’italiano ha un termine più che adeguato per indicare la discriminazione, sia nei confronti delle donne sia nei confronti degli uomini, in base al genere. Questa parola è “sessismo”. Ed è una parola che non necessità di complementi di modo o di direzione.

Alberto1986:
Ti darò la mia personale opinione sul manifesto: non mi piace nulla di ciò che inizia per "donne e uomini". Inoltre lo scopo del manifesto quale sarebbe? Cercare di tirare fuori un barlume di ragione e coscienza da chi?

Vicus:
La parità giuridica, che è certamente necessaria, non è uguaglianza. Uomini e donne sono diversi: per esempio se non ci sono lavori da donne, queste possono fare il minatore e altri lavori pesanti?

Alla radice del sessimo, cioè della misandria, c'è l'idea di voler considerare uomini e donne come esseri intercambiabili, senza differenze rilevanti, in nome di una malintesa "parità". In realtà uomini e donne hanno esigenze diverse e contribuiscono in maniera differente al bene della società.

ReYkY:
Vicus Vicus non sei politicamente corrett*, ricord* ch* uomon* e donn* sono ugual* LOL



OK, ogni tanto devo prendere per i fondelli questa stronzata degli asterischi.


Fatto, continuate.

Frank:

--- Citazione da: -Alberto86- - Settembre 28, 2015, 17:02:25 pm ---Ti darò la mia personale opinione sul manifesto: non mi piace nulla di ciò che inizia per "donne e uomini".

--- Termina citazione ---

Idem.

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