Autore Topic: Stupri. Le Bufale come arma strategica. Massimo Fini da Il Fatto Quotidiano, dom  (Letto 1120 volte)

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Offline Suicide Is Painless

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Stupri, la denuncia di Amnesty L'Emirato islamico e il rapporto con donne e civili
Le Bufale come arma strategica. Massimo Fini da Il Fatto Quotidiano, domenica 4 ottobre 2015. La Lettera.

Caro Direttore,

il Fatto di ieri pubblica un comunicato di Amnesty International che denuncia “stupri di gruppo e caccia all’uomo realizzati casa per casa dalle squadre della morte dei talebani sono solo alcune delle testimonianze strazianti di civili che sono emerse da Kunduz”.

Non sono là, purtroppo. Ma per via puramente induttiva mi pare che la veridicità del contenuto del comunicato sia assai dubbia. Lasciamo pur perdere che alla presa di Kunduz il capo dei Talebani Mansour, erede del Mullah Omar di cui segue la linea, aveva ordinato ai suoi uomini di ”concentrare l’attenzione sulla tutela delle vite, delle proprietà e dell’onore dei cittadini di Kunduz. L’Emirato Islamico non ha alcuna intenzione di colpire le loro proprietà personali, commettere esecuzioni extragiudiziali, saccheggiare o non rispettare l’inviolabilità delle case”. Potrebbe essere propaganda preventiva. Ma: 1) I Talebani non hanno alcun interesse a colpire la popolazione civile sul cui appoggio si sostengono. Che un movimento di resistenza all’occupazione dello straniero possa durare quattordici anni senza l’appoggio della popolazione, o di parte di essa, è escluso. Questo dovrebbe essere evidente a chiunque. 2) Non sono mai esistite ‘squadre della morte’ talebane (almeno non se ne è mai avuta notizia durante i lunghi quattordici anni di guerra). 3) Stupri di gruppo. Il movimento talebano nasce fra il ’92 e il ’94 proprio per reagire, fra le altre violenze, agli stupri perpetrati dai ‘signori della guerra’ e dai loro sottopanza. La carriera di leader del Mullah Omar inizia col salvataggio di due ragazze rapite da questi criminali nel suo paese, Singhesar, e poi di un ragazzo conteso fra due capibanda. Tutte le donne che sono state prigioniere dei Talebani, dalla cooperatrice dell’Ong Terre d’enfance Céline Cordelier alla giornalista inglese Yvonne Ridley, sono state trattate con correttezza e rispetto. Sta proprio nella sessuofobia talebana il rigetto di simili pratiche. Tutte le volte che la coalizione occidentale si trova in difficoltà sparge queste notizie per screditare la guerriglia. Già in un’altra occasione i Talebani erano stati accusati di ‘stupri di gruppo’ poi la notizia si rivelò una bufala. Come una bufala si rivelò la copertina di Times che pubblicava la foto di una donna a cui era stato tagliato il naso attribuendo il misfatto agli uomini di Omar. Non erano stati i Talebani.

La sola possibilità che nella denuncia di Amnesty, organizzazione internazionale molto vicina all’Occidente e niente affatto imparziale, ci sia qualcosa di vero è che ai Talebani si siano uniti nella presa di Kunduz gli uomini dell’ex ‘signore della guerra’, Dostum, uzbeco che ha, chiamiamola così, tutt’altra ‘sensibilità’. Dostum, escluso dal potere di Kabul, può aver avvertito che i Talebani stanno vincendo la partita e quindi cerca di ritagliarsi uno spazio per il futuro. E, se questa ipotesi fosse esatta, i Talebani, che pur lo combatterono e lo cacciarono dal Paese, in questo frangente lo hanno integrato nelle loro file perché ‘à la guerre comme à la guerre’. Del resto un altro ‘signore della guerra’ Gulbuddin Heckmatyar, anch’esso sconfitto nel ’94-’96 dai Talebani, si è unito da tempo al movimento indipendentista.

Amnesty International non è sul posto. C’è invece Médecins sans frontières che ha denunciato che bombardieri americani, intervenuti, insieme ai reparti speciali (altro che ‘consiglieri’) statunitensi, inglesi, tedeschi a sostegno dell’inesistente esercito ‘regolare’ hanno colpito a Kunduz un ospedale uccidendo nove persone, fra cui tre medici, ferendone una trentina e causando altrettanti ‘dispersi’. Notizia successivamente ammessa dal portavoce delle forze Usa in Afghanistan, colonello Brian Tribus, come danni collaterali, non potendone fare a meno perché Médecins sans frontières è un’organizzazione internazionale ben conosciuta e stimata. Possiamo ben immaginare che se si bombarda una città e si colpisce addirittura un ospedale, molte altre vittime civili siano rimaste sotto gli ordigni della Nato. Insomma il solito massacro. Mentre una serqua di notori tagliagole di Stato, Putin, Bashar al Assad, Obama, Hollande, Erdogan litigano per ritagliarsi quanta più fetta di potere in Medio Oriente, vogliamo una volta tanto concentrarci su quanto da quattordici anni succede in Afghanistan e rispondere finalmente alla domanda: che cazzo ci stiamo a fare lì?

Massimo fini

Il Fatto Quotidiano, 4 ottobre 2015
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline Vicus

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Gli stupri veri sono quelli dei migranti in Europa: che ne dicono le femministe?

La polizia tedesca tace gli stupri

“Le donne nei campi di prima accoglienza tedeschi sono pagate 10 euro per fare sesso con i rifugiati in cerca d’asilo, che all’80 per cento sono maschi adulti. Le guardie del campo fanno finta di non vedere perché anche loro fanno affari trafficando droga e armi”. Lo ha scritto Soeren Kern, dirigente di un Gatestone Institute, un think tank preoccupato per i diritti umani il cui presidente è – John Bolton , un fanatico neocon che è stato sottosegretario di stato con Bush figlio, ambasciatore all’Onu, diffusore principe della menzogna per cui Saddam aveva le armi di distruzione di massa, fanatico promotore delle guerre e destabilizzazioni, membro della American Enterprise, del PNAC (Project for a New American Century) che auspicò una “Nuova Pearl Harbor” – avvenuta poi l’11 settembre.

Former U.S. ambassador to the U.N. John Bolton speaks at the Republican Jewish Coalition Saturday, March 29, 2014, in Las Vegas. (AP Photo/Julie Jacobson)
Former U.S. ambassador to the U.N. John Bolton

Il Gatestone tiene una lista degli stupri commessi dagli asilanti, musulmani per lo più, nei centri di raccolta germanici.

http://www.gatestoneinstitute.org/6527/migrants-rape-germany

Una tredicenne medio-orientale ricoverata con la madre (/che aveva già subito violenza nel campo turco) a Detmold , Germania centrale. Un ragazzo di 14 anni, tedesco, stuprato da un arabo in un treno…”La polizia nella cittadina – bavarese di Mering ha avvertito i genitori di non lasciar i loro figlio giovani da soli, dopo che l’11 settembre “un uomo di pelle scura che parlava un tedesco cattivo” ha stuprato una sedicenne che tornava a casa dalla stazione ferroviaria, la quale è vicina a un campo di migranti”

Spiega la Kern del Gatestone: “Decine di altri casi di stupi o tentati stupri restano irrisolti”. La polizia nasconde i fatti all’opinione pubblica “per non legittimare i critici dell’accoglienza ai profughi” e non provocare “una crescita dell’estrema destra xenofoba”. Il che, potrei giurarci, è invece negli auspici di Bolton e dei creatori di tweets da Dallas. Forse perché tutti gli israeliani vogliono che l’Europa diventi come sono loro, razzisti, e che odiino tutti i musulmani. Forse semplicemente per disgregare la società tedesca troppo compatta culturalmente, e devastare l’economia, magari provocando scontri di strada, meglio se sanguinosi fra immigranti e neonazi tedeschi (in Ucraina li hanno allevati).

E d’accordo. L’Impero del Caos fa’ il suo lavoro. Non si può dire nemmeno che nasconda i suoi propositi su Germania ed Europa: Friedman di Stratfor avrà tanti difetti, ma non quello di non essere chiaro e diretto.

Ma che lavoro fanno i nostri politici, i nostri tecnocrati a Bruxelles e i nostri media, è un altro discorso. Perché favoriscono il piano. Perché demonizzano e calunniano chi cerca di resistervi?
seehofer-e-orban-712395_tn
Victor Orban conil capo della CSU bavarese

Perché la resistenza c’è, ed è di livello politico alto. Il 23 settembre scorso, il potente partito democristiano della Baviera, CSU, alleato d ella Merkel, ha invitato con tutti gli onori Victor Orban, il premier ungherese. Il capo della CSU, Csu Horst See­ho­fer, ha salutato in Orbano il “difensore delle norme europee” e delle frontiere di Schengen. Censura, sull’evento, dei nosrti media, Con una eccezione: il Manifesto, che ha condito lo statista magiaro coi soliti insulti: “vuol reintrodurre la pena di morte”, è “In odore di antisemitismo”, eccetera.

http://ilmanifesto.info/orban-in-baviera-ospite-della-csu/

Viene da ripetere la domanda angosciata che Vladimir Putin ha posto a noi occidentali, ai nostri governanti: “Ma comprendete quello che state facendo?”
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.