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Der Dressierte Mann ("L'uomo manipolato")
fritz:
--- Citazione da: Vicus - Agosto 26, 2021, 03:23:06 am ---Che dirti Fritz, anch'io un tempo mi bevevo questa roba ma poi mi sono ampiamente e LIBERAMENTE documentato per anni (hai sicuramente capito che la "Chiesa profonda" oggi la Rivoluzione praticamente la difende) e ho cambiato idea. In realtà la maggior parte della gente della Rivoluzione Francese sa poco, se non che "abbatté i tiranni e cancellò la superstizione in nome... della Dea Ragione":
Non sto difendendo la monarchia o il ceto nobile, basato su un odioso privilegio di casta e non di merito, che chi (casualmente) conosce sa quanto vende ogni giorno l'anima pur di mantenere o guadagnaere il potere.
Semplicemente la RF, causa del Terrore e del primo genocidio di massa della Storia, è stata l'inizio di una deriva che ha inevitabilmente portato ai totalitarismi moderni (del '900 e del 21° secolo).
De Sade lo capì perfettamente, preconizzò la società malata di oggi non solo in senso sessuale come si potrebbe pensare: l'individualismo, la riduzione dell'essere umano a merce e oggetto di piacere, l'onnipresente sadismo (appunto) dal bullismo al luogo di lavoro, la violenza sulle coscienze che oggi si estende anche ai corpi.
Gli altri autori hanno solo alzato fumo, a partire da Voltaire che oltre a essere fortemente razzista (lo sapevate?) era pure una spia inglese.
Rousseau, con la sua idiozia del Buon Selvaggio che la società corrompe ha fatto più disastri di un'atomica, autori maschili compresi che scrivono (letteralmente) bestialità come quella di uomini-scimmie in un felice animalesco stato di natura, poi corrotti dalla civiltà inventata (ma vi pare possibile?!) dalle femmine. Ma si possono bere fole del genere?
Il nodo della QM è proprio questo: che il 99% degli attivisti maschili accetta e difende i valori nichilisti che li stanno annientando. Pasolini era ateo ma, pur con le idee spesso confuse come scrive giustamente Duca aveva capito che la modernità e il consumismo avevano raso al suolo secoli di civilizzazione e disumanizzato un intero popolo.
--- Termina citazione ---
La Rivoluzione Francese e' una risposta al degrado della casta dominante. Non vedo quindi nella RF la causa della societa' neoliberista di oggi, bensi' lo vedo nel declino dell'ancien regime che era ormai profondamente corrotto.
La Rivoluzione Francese e' solo un puro atto di ribellione alla decadenza, non dunque la causa ma semmai una reazione violenta ad un regime oppressivo e disumano.
Frank:
--- Citazione da: Vicus - Agosto 26, 2021, 03:23:06 am ---IIl nodo della QM è proprio questo: che il 99% degli attivisti maschili accetta e difende i valori nichilisti che li stanno annientando. Pasolini era ateo ma, pur con le idee spesso confuse come scrive giustamente Duca aveva capito che la modernità e il consumismo avevano raso al suolo secoli di civilizzazione e disumanizzato un intero popolo.
--- Termina citazione ---
Vicus, quando scrivi queste cose, devo dire che mi lasci sempre un po' sconcertato.
Innanzitutto ti ricordo che il 99% dei cosiddetti attivisti maschili neppure si conosce personalmente e sicuramente in almeno il 99% dei casi non saprà mai chi era quel tal soprannome (o nick) con il quale interagiva virtualmente da anni.
Perché il punto è proprio questo: noi siamo solo dei soprannomi, che contano meno di zero.
Soprannomi che di professione fanno tutt' altro e che in certi ambienti non verrebbero considerati nemmeno di striscio, proprio perché non abbiamo alcuna reale qualifica.
Anche la storia della modernità, che avrebbe generato solo ed esclusivamente caos, non si può più sentire.
Vicus, ma a te piacerebbe veramente vivere nel 1700, senza acqua corrente, elettricità, antibiotici, cibo assicurato tutti i giorni, etc ?
Io dico di no.
Ma proprio di no.
Anche la storia della disumanizzazione di un intero popolo, è a dir poco forzata.
Vicus, ma tu lo sai che in altre epoche si moriva ammazzati per un nonnulla, e che le guerre erano la norma ?
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=10006120
--- Citazione ---*STRIDER*
view post Inviato il 11/8/2006, 18:44
Utente cancellato
Spesso, parlando con delle persone anziane, mi capita di sentirmi dire:"Oggi non c'è più rispetto, oggi i giovani sono tutti maleducati e irrispettosi, una volta c'era più rispetto per gli anziani, ai miei tempi c'era meno violenza, ecc., ecc.".
Bene.
Qualche giorno fa, mentre ero a casa di un amico, mi è capitato fra le mani un vecchio numero di FOCUS EXTRA (n.13 - primavera 2003), che gli ho immediatamente "sequestrato".
Per quale ragione? Be', perchè all'interno vi è pubblicato un interessante articolo intitolato:
"AI MIEI TEMPI..."
"Nel 1861, a Napoli, c'erano 70 delitti ogni 100 mila abitanti. Oggi in Italia sono meno di 4, negli Usa circa 10, a Rio de Janeiro 65".
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Esiste davvero un'emergenza sociale in Italia?
Ha ragione chi rimpiange il passato e parla di
criminalità dilagante? O la paura non è che
l'effetto del bombardamento di notizie cui
siamo sottoposti dai mezzi d'informazione?
"Se da un lato è vero che in alcuni periodi,
anche recenti, gli omicidi sono aumentati"
risponde Isabella Merzagora Betsos, docente
di Criminologia alla facoltà di Medicina dell'Università
di Milano "è pur vero che prendendo in considerazione
intervalli temporali più ampi il fenomeno appare
decisamente in calo". Nonostante i dati relativi
all'Ottocento siano in genere poco attendibili
e coerenti, Merzagora ha mostrato che nel
nostro Paese si è passati da un tasso di 20
omicidi volontari (tentati o consumati) ogni
100 mila abitanti nel 1880, ai 3,83 del 2001.
Il dato, che nel 1900 era già sceso quasi a 10,
è arrivato sotto i 3 nel 1963, per poi risalire
leggermente. "Il grafico" fa notare Merzagora
"mostra una flessione dei crimini prima e durante
le due guerre mondiali, e una forte crescita
all'indomani (nel '45 si arrivò a un tasso di 28,52
omicidi ogni 100 mila persone). Il calo era dovuto
alla chiamata alle armi dei giovani, allo spopolamento
delle città, alla diminuzione della disoccupazione
grazie allo sviluppo dell'industria bellica; il successivo
incremento, invece, si spiega con la depressione
economica, le difficoltà di integrazione dei reduci,
la più facile reperibilità di armi. Nell'ultimo quarto
di secolo sono diminuiti anche gli omicidi a scopo
di furto o rapina, passati dai 202 del 1975 ai circa
40 attuali, mentre sono aumentati gli assassini di mafia.
"Una volta, nel mondo contadino" dice Merzagora
"i problemi di confine dei campi o di tradimento
coniugale si risolvevano a schioppettate. Oggi si
va dal giudice". Anche secondo Cary Cooper, psicologo
comportamentale dell'Università di Manchester, il
livello di violenza nella società non è aumentato.
"A cambiare è stata la percezione che ne abbiamo".
Una combinazione di fattori, compresa una maggiore
copertura da parte dei mass media anche degli episodi
di piccola criminalità, ci ha reso più sensibili al problema
della sicurezza. Ma Cooper, statistiche alla mano, sottolinea
come il rischio di essere derubati o aggrediti sia molto
più basso di quanto la gente immagina. Se in Gran Bretagna
una persona su 7 ammette di aver paura di essere rapinata,
solo una ogni 200 lo sarà effettivamente. Parimenti,
il 25% delle donne teme di essere stuprata, mentre la
possibilità che accada è dello 0,078%. Anche gli automobilisti
si preoccupano troppo. Uno su 5 ritiene probabile che
il suo veicolo venga rubato, ma è una realtà solo per
1 su 70. "Spesso, concentrandoci su ciò che è assente
dalla nostra vita, in questo caso il crimine, finiamo per
temerlo di più" conclude Cooper.
Michele Scozzai
--- Termina citazione ---
Vicus:
Frank il tuo post è la prova migliore di quanto dico.
Stiamo perdendo il nostro benessere, lo Stato sociale, il lavoro, la salute, non contiamo nulla, le donne fanno il bello e il cattivo tempo e ancora c'è chi difende questo sistema?
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